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Italia, Gattuso prepara una doppia strategia: difesa a quattro contro l’Estonia, a tre contro Israele

Gennaro Gattuso lavora su due moduli diversi per le prossime gare di qualificazione ai Mondiali 2026: difesa a quattro contro l’Estonia e a tre contro Israele. In attacco confermata la coppia Kean-Retegui.

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Gennaro Gattuso prepara un’Italia flessibile, capace di adattarsi agli avversari e alle condizioni. “Un allenatore bravo non deve andare dietro al proprio ego”, ha dichiarato il commissario tecnico in conferenza stampa a Coverciano, spiegando la sua filosofia in vista delle prossime due partite di qualificazione ai Mondiali 2026.

Sabato a Tallin contro l’Estonia gli azzurri potrebbero scendere in campo con la difesa a quattro, mentre martedì a Udine contro Israele si valuta un ritorno allo schieramento a tre. Un doppio volto tattico che Gattuso considera fondamentale per una Nazionale “più dinamica e imprevedibile”.


In attacco confermati Kean e Retegui

L’unica certezza, per ora, è l’utilizzo del doppio centravanti: salvo imprevisti, saranno Moise Kean e Mateo Retegui a guidare l’attacco. Entrambi avevano già brillato a settembre contro gli stessi avversari e rappresentano oggi il punto di riferimento offensivo del gruppo.

Non si esclude, inoltre, l’impiego di Giacomo Raspadori come esterno alto a sinistra, ruolo che il giocatore sta ricoprendo con continuità all’Atletico Madrid. Le defezioni di Matteo Politano e Mattia Zaccagni, fermi per infortunio, costringeranno il ct a rivedere alcune scelte anche in chiave modulo.


Tutti presenti a Coverciano: gruppo compatto e in crescita

Nella prima seduta di allenamento del ritiro, Gattuso ha potuto contare su tutti e 27 i convocati.
Chi ha giocato sabato ha svolto una sessione più intensa, mentre i calciatori impegnati domenica hanno seguito un lavoro leggero. Un segnale incoraggiante per il commissario tecnico: “Rispetto a un mese fa, la condizione fisica mi sembra migliore”, ha sottolineato.


Gattuso: “Contro l’Estonia c’è tutto da perdere”

La sfida di sabato a Tallin rappresenta un passaggio chiave per consolidare il secondo posto nel girone. “Contro l’Estonia c’è tutto da perdere e tanto da battagliare. Non sarà facile, serve mentalità e voglia”, ha dichiarato Gattuso, ricordando che l’Italia dovrà scendere in campo “con la testa giusta e il carattere di chi sa soffrire”.


Verso Tallin e Udine: il programma degli azzurri

Dopo le sedute di mercoledì e giovedì pomeriggio, gli azzurri svolgeranno la rifinitura venerdì a Coverciano prima della partenza per Tallin, prevista nel primo pomeriggio con volo charter da Firenze.
Obiettivo: sei punti in due gare per blindare la qualificazione e confermare la crescita di una Nazionale che Gattuso vuole rendere solida, affamata e credibile.

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Caldo insopportabile a Shanghai: l’Atp corre ai ripari con la nuova “heat rule” dopo i malori di Sinner e Djokovic

Dopo i malori di Sinner, Djokovic e altri tennisti al Masters 1000 di Shanghai, l’Atp lavora a una nuova “heat rule” per sospendere i match in caso di caldo estremo. Crescono le preoccupazioni per la salute dei giocatori.

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Il caldo asfissiante di Shanghai, con oltre 30 gradi e picchi di umidità al 90%, sta mettendo in ginocchio il tennis mondiale. Una lunga lista di malori, ritiri e collassi fisici ha trasformato il Masters 1000 cinese in un test di sopravvivenza.

Dopo Tomas Machac, Taylor Fritz, Casper Ruud, David Goffin, Terrence Atmane, Hamad Medjedovic e Wu Yibing, anche Jannik Sinner è stato costretto al ritiro, stremato dal caldo. L’ultimo, in ordine di tempo, a patire le condizioni proibitive è stato Novak Djokovic, che nel match contro Jaume Munar ha accusato conati di vomito e sfinimento, arrivando a fine gara “al limite dello svenimento”.

Il serbo, che ha chiesto di saltare l’intervista post-partita, è comunque riuscito a vincere 6-3, 5-7, 6-2 e a entrare nella storia come il più anziano tennista (38 anni e 4 mesi) a raggiungere i quarti di finale in un Masters 1000.


Rune: “Così rischiamo che qualcuno muoia in campo”

A lanciare l’allarme più duro è stato Holger Rune, che ha parlato di “condizioni disumane”, chiedendo all’Atp di intervenire “prima che un giocatore muoia in campo”.
Le sue parole hanno scosso l’ambiente, spingendo l’associazione dei tennisti a valutare misure straordinarie per garantire la sicurezza degli atleti.


La risposta dell’Atp: arriva la “heat rule”

L’Atp ha confermato che sta lavorando a una nuova regola per il caldo estremo, la cosiddetta “heat rule”, che consentirà la sospensione immediata dei match in presenza di condizioni climatiche estreme.

La decisione finale spetterà a un supervisore medico, affiancato da un team di esperti e dalle autorità locali. “La salute dei giocatori è la nostra priorità”, ha ribadito l’Atp in una nota, precisando che anche i tornei del Grande Slam e la Wta stanno valutando una normativa comune per gestire le ondate di calore, incluse pause più lunghe o interruzioni totali di gioco.

L’idea nasce dopo un episodio analogo avvenuto a Cincinnati, dove il francese Arthur Rinderknech collassò in campo contro Felix Auger-Aliassime.


Musetti sfida Auger-Aliassime per un posto alle Finals

Intanto a Shanghai il torneo prosegue. Domani Lorenzo Musetti sfiderà Felix Auger-Aliassime per un posto nei quarti di finale: un match che vale doppio, perché mette in palio punti cruciali per la Race to Turin.

Musetti, dopo la vittoria su Darderi, è salito a 3.435 punti, occupando l’ultimo posto disponibile per le ATP Finals, con un vantaggio di 630 punti proprio sul canadese (2.805).

Un duello diretto che, oltre al caldo, promette scintille e tensione: in palio non solo la semifinale di Shanghai, ma la possibilità di entrare tra i migliori otto del mondo.

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Stadio del Napoli, De Laurentiis rilancia: “Andiamo avanti con il progetto Caramanico”

Aurelio De Laurentiis risponde alle criticità sollevate da Comune e Città Metropolitana sul progetto dello stadio al Caramanico. Il patron del Napoli ribadisce la volontà di andare avanti: “Il nostro progetto porta sviluppo e fiducia nell’area”.

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Quattro pagine su carta intestata Ssc Napoli raccontano la determinazione di Aurelio De Laurentiis nel portare avanti il progetto del nuovo stadio al Caramanico.
Il club ha presentato le controdeduzioni alle osservazioni di Comune e Città Metropolitana, entrambe guidate dal sindaco Gaetano Manfredi, che avevano sollevato diverse criticità al progetto di fattibilità.

Tra le principali obiezioni figurano la mancanza di titolarità dei suoli, che secondo il Comune appartengono all’ente, e la necessità di una bonifica ambientale nell’area del Macello, zona ricompresa nel Sin di Napoli Est. A queste questioni si aggiungono i nodi relativi al mercato Caramanico e al progetto AreNapoli sul Centro Direzionale.


La replica del patron: “Il nostro progetto è di pubblica utilità”

De Laurentiis non arretra.
Nelle controdeduzioni, il presidente azzurro ribadisce che la coincidenza con altre iniziative sull’area non è motivo di stop:

“La coesistenza di altro progetto su una porzione delle medesime aree non inficia l’iniziativa della Società, considerato lo stato embrionale del diverso intervento proposto.”

Il patron va oltre e sostiene che il progetto Ssc Napoli garantirebbe un maggior beneficio socio-economico per la città rispetto alle proposte alternative:

“La realizzazione del nuovo stadio determinerebbe un sensibile miglioramento delle condizioni economiche e sociali dell’area, della fiducia e del benessere collettivo, con un incremento del Pil d’area.”


Mercatali e proprietà dei suoli: “Servono soluzioni, non blocchi”

Anche sul fronte dei mercatali, De Laurentiis invita il Comune a trovare spazi alternativi, sottolineando che la loro presenza non può fermare il progetto:

“È necessaria e possibile l’individuazione da parte delle Pubbliche amministrazioni di spazi alternativi, consentendo il pieno sviluppo dell’area grazie all’iniziativa della Ssc Napoli.”

Sul tema della proprietà dei suoli, il club azzurro è netto:

“La dichiarazione di pubblica utilità dell’opera comporta l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio.”
In sostanza, secondo la Ssc Napoli, una volta ottenuta l’Autorizzazione unica, il Comune non potrebbe opporsi alla procedura di esproprio.


Bonifiche e iter amministrativo: la palla alla Zes

Riguardo alla bonifica ambientale e alla Valutazione di impatto ambientale (Via), De Laurentiis chiarisce che l’assenza di quest’ultima non ostacola l’iter:

“L’attuale assenza di Via non è ostativa al rilascio del parere favorevole richiesto, fondato su progettazione preliminare coerente con il protocollo Zes.”

La Zona Economica Speciale, guidata da Giosi Romano, è ora chiamata a pronunciarsi. Tuttavia, il termine per decidere — inizialmente fissato al 18 ottobre — potrebbe slittare, vista la complessità del contesto e i tentativi di mediazione in corso.


La posizione del Comune e il rischio di stallo

Il Comune di Napoli punta a evitare lo scontro tra progetto Caramanico, AreNapoli e mercatali, ma la fermezza di De Laurentiis complica il dialogo.
La Zes per ora ha sospeso il procedimento, riservandosi la possibilità di un rinvio per guadagnare tempo e cercare un accordo tra le parti.

Il presidente del Napoli, però, resta fermo: il nuovo stadio è, nelle sue parole, un’occasione di sviluppo economico e di rigenerazione urbana che la città non può permettersi di perdere.

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De Bruyne, la semplicità che incanta: il Napoli ha trovato il suo faro

Kevin De Bruyne è il simbolo della semplicità vincente del Napoli di Conte. Ogni volta che è in campo gli azzurri cambiano volto: con lui arrivano il 99% dei gol stagionali.

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Il calcio è una cosa semplice. Lo dimostra Kevin De Bruyne, che al Napoli ha portato una filosofia essenziale e vincente: niente schemi complicati, niente estetismi inutili, solo intelligenza, visione e concretezza.
Contro il Genoa, ancora una volta, il suo ingresso in campo ha cambiato il destino della partita. Dal momento in cui il belga si è alzato dalla panchina, il Maradona ha cominciato a respirare un’altra aria.


L’arrivo a Napoli e la rivoluzione silenziosa

Arrivato in estate dal Manchester City, De Bruyne ha accettato la sfida di lasciare la comfort zone per dimostrare di poter essere grande anche altrove.
Il direttore sportivo Manna e Antonio Conte non ci hanno pensato due volte: Kevin si è messo a disposizione fin dal ritiro di Dimaro, conquistando lo spogliatoio e la città con la sua classe naturale.
Tre gol finora — tutti in trasferta, tra Reggio Emilia, Firenze e Milano — ma un impatto che va oltre le reti segnate: il pubblico napoletano aspetta solo di esultare al Maradona per abbracciare il suo nuovo fuoriclasse.


Il fattore K: quando c’è De Bruyne, il Napoli segna

I numeri parlano chiaro: 13 delle 14 reti stagionali del Napoli sono arrivate con De Bruyne in campo.
Un dato che basta da solo a spiegare quanto il suo contributo sia determinante.
È lui l’ago della bilancia del centrocampo di Conte, capace di trasformare l’inerzia delle partite con un tocco o con una scelta semplice ma sempre perfetta.

Contro lo Sporting in Champions, le due magie che hanno innescato la doppietta di Hojlund restano negli occhi di tutti: due assist chirurgici, due intuizioni che hanno illuminato la notte europea.


Il calcio semplice di un genio

De Bruyne è il cervello del Napoli.
Sa abbassarsi sulla linea dei difensori per iniziare l’azione, alzare la testa e servire il compagno meglio piazzato.
Quando accelera, lo fa con uno strappo deciso e funzionale.
L’azione del gol contro lo Sporting — pochi tocchi, due finte di corpo, passaggio illuminante — è diventata il manifesto del suo calcio: essenziale, pulito, letale.

Non ha bisogno di fronzoli né di doppi passi: fa sembrare facile ciò che per gli altri è impossibile.
Con lui in campo, il Napoli sa sempre dove guardare.


La semplicità del genio

Contro il Genoa, De Bruyne ha preso per mano la squadra, l’ha condotta al pareggio e poi alla vittoria.
La grandezza di un campione si misura nelle piccole cose, nei gesti semplici che cambiano il destino di una partita.
E quando gioca lui, il calcio torna ad essere ciò che dovrebbe sempre essere: una cosa semplice, bellissima e vincente.

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