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Economia

EssilorLuxottica diventa primo azionista di Nikon: rafforzata l’alleanza strategica con il colosso giapponese

EssilorLuxottica ottiene l’autorizzazione a salire fino al 20% nel capitale di Nikon, diventando il primo azionista del colosso giapponese. Un’operazione che rafforza una partnership industriale lunga 25 anni e punta alle tecnologie per le lenti intelligenti.

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EssilorLuxottica continua la sua scalata in Nikon, consolidando un legame strategico tra Italia e Giappone che dura da un quarto di secolo.
A renderlo noto è stata la stessa società giapponese con una comunicazione ufficiale:

“Nikon Corporation annuncia il cambio del suo azionista di maggioranza a partire dal 1° ottobre: EssilorLuxottica ha ricevuto l’autorizzazione ad aumentare la propria partecipazione fino al 20%.”

Il via libera dell’Authority di Borsa giapponese è arrivato dopo un lungo confronto tra il gruppo guidato da Francesco Milleri (Foto Imagoeconomica) e le istituzioni del Sol Levante, a conferma del valore strategico che Nikon riveste nel settore delle tecnologie ottiche e dei microprocessori.


Un’alleanza storica lunga 25 anni

Il rafforzamento di EssilorLuxottica nel capitale Nikon conferma le indiscrezioni di fine agosto e consolida un’alleanza industriale nata nel gennaio del 2000, con la creazione della joint venture “Nikon-Essilor Co. Ltd.”, partecipata al 50%.
Nel 2009, le due società hanno inaugurato in Giappone il “Nikon and Essilor International Joint Research Center”, dedicato alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie ottiche.

Un rapporto definito “amichevole e collaborativo” nella nota diffusa ieri, che ora si traduce in un rafforzamento dei legami azionari e industriali, in linea con la strategia di lungo periodo del gruppo fondato da Leonardo Del Vecchio.


EssilorLuxottica supera il 10% e punta alla leadership azionaria

Dopo l’investimento iniziale del 2024 — una quota del 5,1% pari a 170 milioni di euro — EssilorLuxottica ha portato la propria partecipazione al 10,75%, superando la società londinese Silchester International Investors (9,4%) e collocandosi subito dietro la fiduciaria giapponese The Master Trust Bank of Japan (19,15%).
Una volta raggiunta la soglia del 20%, EssilorLuxottica diventerà il primo azionista di Nikon, rafforzando ulteriormente la governance e la collaborazione strategica tra i due gruppi.


Obiettivi tecnologici: smart glasses e innovazione digitale

Per il gruppo di Milleri, l’obiettivo è chiaro: integrare il know-how di Nikon nelle tecnologie micro-ottiche e digitali per potenziare lo sviluppo delle lenti intelligenti di nuova generazione.
EssilorLuxottica, infatti, sta investendo da anni negli smart glasses, anche grazie alla partnership siglata con Facebook (oggi Meta) nel 2019, che ha portato all’ingresso della società di Mark Zuckerberg nel capitale di Essilux con una quota del 3%, del valore di circa 3,5 miliardi di dollari.

Per Nikon, invece, l’alleanza rappresenta una spinta strategica per il rilancio del comparto fotografico e per migliorare le performance di Borsa, dopo un anno in calo del 12% sull’indice Nikkei.


Reazione positiva dei mercati

La notizia ha subito avuto effetti sul mercato finanziario: nella seduta di ieri il titolo Nikon ha guadagnato quasi il 5%alla Borsa di Tokyo, segnale della fiducia degli investitori nella nuova struttura azionaria e nelle prospettive industriali del gruppo.

Un successo che consolida il ruolo di EssilorLuxottica come leader globale dell’ottica e dell’innovazione tecnologica, pronta a trasformare l’alleanza con Nikon in uno dei pilastri della strategia industriale dei prossimi anni.

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Economia

Disoccupazione di lunga durata: Campania, Calabria e Sicilia tra le peggiori d’Europa secondo Eurostat

Secondo Eurostat, Campania, Calabria e Sicilia registrano tassi di disoccupazione di lunga durata tra i più alti d’Europa. Nel 2024, un disoccupato su tre nell’Ue è senza lavoro da oltre un anno.

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Le regioni del Sud Italia continuano a guidare la triste classifica europea della disoccupazione di lunga durata. Secondo i dati diffusi da Eurostat, nel 2024 Campania (9,9%), Calabria (8,3%) e Sicilia (8,0%) rientrano tra le aree dell’Unione europea con le quote più alte di cittadini senza lavoro da oltre un anno.


Un disoccupato su tre in Europa è senza lavoro da oltre dodici mesi

In tutta l’Unione europea, almeno 4,2 milioni di persone tra i 15 e i 74 anni risultavano disoccupate da più di dodici mesi, pari all’1,9% della popolazione complessiva.
Il dato evidenzia che circa un disoccupato su tre nell’Ue si trova in condizioni di inattività prolungata, con forti disparità tra Nord e Sud del continente.


Il divario italiano: il Sud in sofferenza

Oltre a Campania, Calabria e Sicilia, Eurostat segnala anche Puglia e Molise (5,2%), Sardegna (4,3%), Abruzzo (3,7%) e Basilicata (3,6%) tra le regioni italiane più colpite dal fenomeno.
Decisamente migliori le performance del Centro-Nord: Lazio (3,1%), Piemonte (2,4%), Liguria (2,2%), Emilia-Romagna (1,4%), Toscana e Lombardia (1,3%), fino al Veneto (0,9%) e alla provincia autonoma di Trento (0,7%), che si attestano tra i territori più virtuosi.


Peggio solo alcune regioni extraeuropee

A superare i livelli italiani di disoccupazione di lunga durata sono soltanto le enclave spagnole di Ceuta (15,8%) e Melilla (16,3%), oltre ai territori d’oltremare francesi di Guadalupa (11,4%) e La Réunion (8,2%).
Questi numeri collocano ancora una volta il Mezzogiorno tra le aree più fragili del mercato del lavoro europeo, dove la difficoltà nel reinserimento occupazionale resta una delle emergenze economiche e sociali più gravi.

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Economia

Unicredit ricorre al Consiglio di Stato sul golden power: “Chiarezza giuridica, non un atto di ostilità verso il governo”

Unicredit si rivolge al Consiglio di Stato per chiarire la sentenza del Tar sul golden power esercitato dal governo nell’ops su Banco Bpm. Il gruppo ribadisce: “Non siamo un rischio per la sicurezza nazionale”.

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Unicredit ha presentato ricorso al Consiglio di Stato per ottenere chiarezza definitiva sul golden power esercitato dal governo in occasione dell’operazione pubblica di scambio (ops) su Banco Bpm.
L’iniziativa arriva dopo che, lo scorso luglio, il Tar del Lazio aveva accolto solo in parte il ricorso dell’istituto di Piazza Gae Aulenti contro il decreto che limitava alcune attività strategiche della banca.

Secondo fonti vicine al dossier, il ricorso depositato lunedì mira a garantire “piena chiarezza giuridica su tutti gli elementi della sentenza” e a valutare con trasparenza i passi successivi.


“Non un gesto di ostilità verso il governo”

Da Unicredit non arrivano commenti ufficiali, ma l’iniziativa — spiegano le stesse fonti — non è un atto di sfida nei confronti dell’esecutivo.
L’obiettivo del board guidato da Andrea Orcel è ribadire che la banca non rappresenta alcun rischio per la sicurezza nazionale, in particolare in relazione ai dossier legati alla Russia.
Il ricorso, che dovrebbe essere deciso nel merito con una sentenza definitiva, serve anche a tutelare gli stakeholder e gli investitori da potenziali contenziosi futuri.


I punti contestati e la sentenza del Tar

Dei quattro punti contestati da Unicredit, il Tar ne ha annullati due:

  • Il primo riguardava la durata del divieto di ridurre il rapporto tra finanziamenti e depositi tra Banco Bpm e Unicredit in Italia.

  • Il secondo annullava l’obbligo di mantenere invariato il portafoglio di project finance.

Sono invece rimasti in vigore:

  • L’obbligo di uscita dalla Russia, previsto dal Dpcm.

  • La necessità di mantenere gli investimenti italiani in Anima Holding, società di risparmio gestito del Banco Bpm.


Orcel: “L’uscita dalla Russia resta chiara, ma i tempi si allungano”

Sul fronte russo, Andrea Orcel ha confermato al Financial Times che il processo di uscita dal Paese prosegue, pur con lentezze dovute ai vincoli imposti da Mosca.
“La volontà di lasciare la Russia è assolutamente chiara”, ha dichiarato il ceo, sottolineando che gli ostacoli legali e regolamentari introdotti dal Cremlino stanno rallentando il percorso.
Secondo Orcel, la filiale russa sarà eliminata dal perimetro del gruppo entro il prossimo anno.


Il dibattito sul golden power a Bruxelles

Il tema dei poteri speciali statali è tornato anche nel dibattito europeo.
“A livello teorico — ha spiegato un alto funzionario dell’Ue — le fusioni transfrontaliere sono considerate positive, ma nella pratica le questioni politiche interferiscono”, in vista dell’Eurogruppo di mercoledì.
La presenza di vincoli nazionali, ha aggiunto, “non è in linea con l’obiettivo di un settore bancario europeo unificato e consolidato”.


Verso una nuova fase di chiarezza normativa

Con il ricorso a Palazzo Spada, Unicredit intende chiudere definitivamente la fase di incertezza giuridica e riaffermare la propria solidità istituzionale.
L’esito della decisione del Consiglio di Stato sarà determinante per il futuro assetto delle relazioni tra banche e poteri governativi, in un quadro europeo che punta sempre più alla integrazione e trasparenza del settore bancario.

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Eni festeggia 30 anni a Wall Street: Descalzi suona la campanella al New York Stock Exchange

Eni celebra i 30 anni di quotazione a Wall Street: l’ad Claudio Descalzi suona la campanella al New York Stock Exchange e annuncia nuovi progetti, tra cui la bioraffineria in Malesia e le future quotazioni di Plenitude ed Enilive.

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Eni ha celebrato i suoi 30 anni di quotazione a Wall Street con un momento simbolico: l’amministratore delegato Claudio Descalzi ha suonato la campanella di apertura delle contrattazioni al New York Stock Exchange (Nyse).

“È un’emozione”, ha dichiarato Descalzi incontrando la stampa dopo la cerimonia sul floor della Borsa di New York. Dall’ottavo piano del palazzo che ospita il Nyse, il manager ha tracciato un bilancio dei risultati raggiunti e degli obiettivi futuri del gruppo energetico italiano.

Plenitude ed Enilive, ipotesi di quotazione ancora aperta

Tra i progetti futuri, Descalzi ha lasciato intendere che la quotazione di Plenitude ed Enilive rimane una possibilità concreta, sebbene non imminente. “È un’ipotesi che rimane sempre sul tappeto – ha spiegato – anche se non sarà a breve”.

L’ad ha ribadito che Eni continua a lavorare alla transizione energetica con una strategia basata su innovazione, sostenibilità e diversificazione delle fonti.

Nuova bioraffineria in Malesia con Petronas ed Euglena

Descalzi ha poi annunciato che entra nel vivo il progetto della nuova bioraffineria di Pengerang, Johor (Malesia), frutto della collaborazione tra Petronas, Enilive ed Euglena.

L’impianto avrà una capacità produttiva di 650.000 tonnellate l’anno di materie prime rinnovabili per la produzione di SAF-biojet (carburante sostenibile per aviazione), HVO diesel e bio-nafta. Le materie prime saranno costituite da oli esausti, grassi animali e residui della lavorazione di oli vegetali, in linea con la strategia di economia circolare di Eni.

“Transizione importante e complessa, ma risultati straordinari”

“Stiamo realizzando una transizione importante e complessa per Eni, in un contesto geopolitico, industriale e di mercato volatile e incerto”, ha affermato Descalzi. “Grazie alla nostra strategia e alla capacità delle nostre persone, stiamo ottenendo risultati davvero importanti”.

Il Ceo ha sottolineato come l’azienda abbia centrato risultati superiori alle aspettative nel terzo trimestre, nonostante un rapporto euro-dollaro sfavorevole: “Per noi il cambio euro-dollaro è terribile, perdiamo centinaia di milioni, ma i numeri restano eccezionali”.

Rapporti internazionali e sicurezza energetica

Descalzi ha affrontato anche le questioni geopolitiche che incidono sulle attività del gruppo. Le nuove sanzioni americane sul petrolio russo – ha spiegato – non hanno un impatto diretto sull’Eni, ma influiscono sui prezzi del greggio.

Sul Venezuela, invece, il Ceo ha ammesso le difficoltà: “Abbiamo scoperto tantissimo gas che serve al mercato domestico e non possiamo fermarlo. Stiamo dialogando con l’amministrazione americana per trovare una soluzione”.

Quanto alla Libia, Descalzi ha assicurato che “Eni si trova in una situazione abbastanza sicura”, confermando la volontà del gruppo di continuare a operare nel Paese nordafricano come attore strategico per la sicurezza energetica del Mediterraneo.

Con 30 anni di presenza a Wall Street e un portafoglio di progetti in continua espansione, Eni si conferma uno dei principali protagonisti mondiali della transizione energetica.

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