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Nobel per la Medicina 2025 alle cellule T regolatorie: la scoperta che cambia la lotta alle malattie autoimmuni

Il Nobel per la Medicina 2025 premia la scoperta delle cellule T regolatorie (Treg) e del gene Foxp3, fondamentali nel controllo del sistema immunitario e nelle terapie contro malattie autoimmuni e tumori.

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Le cellule T regolatorie, note come Treg, sono le protagoniste del Premio Nobel per la Medicina 2025, assegnato per la loro scoperta insieme a quella del gene Foxp3, il loro “regista molecolare”.
Queste cellule rappresentano un pilastro della tolleranza immunitaria periferica, il meccanismo che impedisce al sistema immunitario di attaccare il proprio organismo, aprendo la strada a nuove cure contro malattie autoimmuni e tumori.


Le cellule che tengono in equilibrio il sistema immunitario

Le cellule Treg appartengono alla famiglia dei linfociti T, le cellule immunitarie che difendono l’organismo dalle infezioni.
La loro funzione è quella di “frenare” il sistema immunitario, evitando reazioni eccessive o auto-aggressive. In termini scientifici, questa azione di controllo è definita “soppressione immunitaria”.

Un ruolo cruciale riguarda anche gli autoantigeni, le proteine prodotte naturalmente dal corpo. Le cellule T regolatorie garantiscono che non vengano scambiate per elementi estranei. Quando questo meccanismo si rompe, il sistema immunitario le attacca, dando origine a malattie autoimmuni come artrite reumatoide, diabete di tipo 1 o sclerosi multipla.

Oltre a ciò, le Treg regolano l’intensità e la durata delle infiammazioni, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio dell’organismo.


Due tipi di cellule Treg: naturali e indotte

Le ricerche premiate con il Nobel hanno distinto due categorie principali:

  • Treg naturali, sviluppate nel timo, la ghiandola chiave del sistema immunitario, specializzate nel riconoscere gli autoantigeni.

  • Treg indotte, che entrano in azione nella periferia del corpo per reagire a stimoli esterni e antigeni di diversa natura.

Questa distinzione ha permesso di comprendere meglio come il sistema immunitario mantenga la tolleranza immunologica, evitando reazioni distruttive.


Le applicazioni mediche: autoimmunità e oncologia

Le implicazioni cliniche della scoperta sono enormi.
Ripristinare la corretta funzione delle cellule Treg è oggi una delle frontiere più promettenti nella cura delle malattie autoimmuni.

Parallelamente, la ricerca si concentra sul loro ruolo nei tumori: nei tessuti cancerosi, infatti, le cellule Treg si comportano diversamente, bloccando l’azione del sistema immunitario contro le cellule tumorali.
La sfida dei prossimi anni sarà disinnescare selettivamente le Treg dei tumori, preservando invece quelle che proteggono i tessuti sani.


Una scoperta che apre nuove frontiere nella medicina

La scoperta delle cellule T regolatorie e del gene Foxp3 rappresenta un salto concettuale nella comprensione del sistema immunitario umano.
Un passo decisivo verso una medicina capace di personalizzare le terapie, potenziando le difese naturali del corpo o, al contrario, modulandole quando diventano distruttive.

Un Nobel che guarda al futuro, premiando la ricerca che ha reso possibile immaginare cure più intelligenti, mirate e umane.

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Economia

Mutui, tassi ancora in rialzo: Taeg al 3,71% e famiglie sempre più orientate al fisso

Nuovo aumento dei tassi sui mutui: a settembre il Taeg sale al 3,71%. Le famiglie scelgono il tasso fisso nonostante condizioni più alte. Cresce la domanda di finanziamenti per casa e imprese.

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Il costo dei nuovi mutui torna a salire. Secondo i dati della Banca d’Italia, il Taeg sui finanziamenti immobiliari è aumentato al 3,71% a settembre, rispetto al 3,67% di agosto e al 3,61% di luglio.

Il rialzo è legato sia alla crescita dell’Irs, l’indice che regola i mutui a tasso fisso, sia alla scelta delle famiglie italiane di orientarsi in oltre il 90% dei casi verso formule a tasso fisso, nonostante sul mercato i finanziamenti a tasso variabile offrano condizioni più basse, tra il 2,6 e il 2,8%.


Il peso degli Irs e la prudenza della Bce

I tassi fissi restano comunque inferiori ai picchi del 2023, quando si era superata la soglia del 4,5%. Tuttavia, la discesa attesa nei mesi scorsi non si è concretizzata a causa della prudenza della Bce e delle tensioni internazionali, che hanno spinto al rialzo gli indici a lungo termine.

Secondo il Codacons, dall’inizio dell’anno i tassi sui mutui sono aumentati dello 0,21%, pari a un aggravio annuo di circa 216 euro su un mutuo da 150.000 euro a 30 anni.


Domanda di mutui ancora in crescita

Nonostante il contesto sfavorevole, la domanda resta sostenuta. Bankitalia rileva che i finanziamenti alle famiglie per l’acquisto della casa sono cresciuti del 2,2% a settembre, confermando la tenuta del mercato immobiliare.

Dopo mesi in cui i mutui hanno rappresentato il principale motore del credito, durante l’estate è tornata a crescere anche la domanda delle imprese. I finanziamenti aziendali sono saliti dell’1,2%, lo stesso incremento già registrato ad agosto.


Crif: domanda in ripresa e rischiosità stabile

Il Crif conferma che, dopo il rallentamento tra il 2023 e il 2024, la domanda di credito ha ripreso a crescere mentre la rischiosità del sistema produttivo resta stabile: a giugno il tasso medio di default è al 3%, in linea con la fine del 2024.

Allo stesso tempo, l’incertezza continua a spingere verso il risparmio: i depositi del settore privato sono aumentati del 3%, in crescita rispetto al 2,7% di agosto.


La dinamica dei mutui conferma quindi un quadro in cui la domanda resta solida, ma la traiettoria dei tassi continua a essere influenzata dalle tensioni internazionali e dalla cautela della politica monetaria europea.

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Razzismo nel calcio, in Spagna l’allarme torna a crescere: Lamine Yamal il più insultato sui social

Il razzismo torna a scuotere il calcio spagnolo. Secondo un report dell’Osservatorio iberico sulla xenofobia, Lamine Yamal è il giocatore più insultato online. Dati allarmanti che riportano alla memoria i casi Eto’o, Dani Alves e Vinícius.

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In Spagna, il problema del razzismo nel calcio torna prepotentemente d’attualità. Dopo Samuel Eto’o, Dani Alves e Vinícius, ora è il turno di Rodrigo e soprattutto di Lamine Yamal, giovanissimo talento del Barcellona e stella della nazionale spagnola.

Secondo un report dell’Osservatorio iberico sulla xenofobia, diffuso da El País, Yamal è oggi il giocatore più bersagliato da insulti razzisti sul web, con il 60% dei messaggi d’odio rilevati sui social.


Lamine Yamal, talento precoce e bersaglio dell’odio

Ancora minorenne, Yamal è diventato l’idolo della Spagna dopo l’Europeo vinto a suon di gol e giocate spettacolari. Ma la popolarità lo ha reso anche vittima di odio razziale: sui social abbondano insulti come “puto negro morito” e “moro inmundo”.
Una violenza verbale che supera di gran lunga quella rivolta a colleghi come Rodrigo, Mbappé, Balde, Brahim Díaz o Iñaki Williams.


Una lunga storia di razzismo negli stadi spagnoli

Il razzismo nel calcio spagnolo non è un fenomeno nuovo.
Nel 2006, Samuel Eto’o fu sommerso da versi da scimmia durante un Barcellona–Real Saragozza: il campione camerunense minacciò di abbandonare il campo, ma fu convinto a restare.
Nel 2014, Dani Alves reagì con ironia a un gesto ignobile — un tifoso del Villarreal gli lanciò una banana — mangiandola davanti a tutti, trasformando l’offesa in un simbolo di forza.
Più di recente, Vinícius Jr. è riuscito a far sospendere la gara Valladolid–Real Madrid a causa dei cori razzisti e ha portato in tribunale alcuni tifosi, condannati per reati d’odio: un precedente storico in Spagna.


Anche in Italia episodi ancora frequenti

Il fenomeno non risparmia l’Italia.
Nel 2005, Marc André Zoro del Messina fu tra i primi a ribellarsi agli insulti razzisti del pubblico, minacciando di lasciare il campo durante una partita contro l’Inter.
Negli anni, la lista si è allungata: Romelu Lukaku, bersagliato più volte a Cagliari e Torino; Kalidou Koulibaly, insultato nel 2018; e Mike Maignan, vittima di cori discriminatori.


Un fenomeno che chiede risposte concrete

Dai campi di calcio ai social network, il razzismo nello sport continua a manifestarsi in forme diverse ma sempre più visibili.
Le campagne di sensibilizzazione non bastano: servono regole, controlli e sanzioni efficaci, ma soprattutto un cambiamento culturale che riporti al centro il rispetto e l’educazione, dentro e fuori dagli stadi.

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Ambiente

Scoperta in Australia una nuova specie di ape con le corna: si chiama “Lucifero”

Gli scienziati australiani hanno scoperto una nuova specie di ape con minuscole corna, chiamata “Lucifero”. Si trova solo nell’Australia Occidentale e rappresenta la prima scoperta del genere in 20 anni.

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Scoperta in Australia una nuova specie di ape con le corna: si chiama “Lucifero”

Una nuova specie di ape autoctona è stata scoperta in Australia e, per le sue caratteristiche uniche, gli scienziati le hanno dato un nome singolare: “Lucifero”.
Il nuovo insetto, denominato Megachile Lucifer, è stato individuato durante uno studio su un raro fiore selvatico dei Bremer Ranges, nella regione dei Goldfields, nell’Australia Occidentale, circa 470 chilometri a est di Perth.


L’ape con le corna

La particolarità di questa specie risiede nelle piccole corna prominenti, presenti solo nelle femmine.
Secondo i ricercatori, queste strutture potrebbero servire come meccanismo di difesa o come strumento per raccogliere polline, nettare o resine utilizzate nella costruzione dei nidi.


Il nome ispirato a una serie Netflix

La scienziata responsabile della scoperta ha spiegato che il nome Lucifer è stato scelto in modo ironico e ispirato dalla serie televisiva “Lucifer” di Netflix, che stava guardando durante il periodo della ricerca.
Il nome, però, risulta quanto mai appropriato per un insetto dalle caratteristiche tanto singolari e misteriose.


Una scoperta importante dopo 20 anni

Il Megachile Lucifer rappresenta il primo nuovo membro del suo gruppo tassonomico in 20 anni, un evento che sottolinea la ricchezza e la varietà della fauna australiana.
Gli studiosi sperano che questa scoperta contribuisca a sensibilizzare sulla tutela della biodiversità e sulla necessità di proteggere gli ecosistemi unici dell’Australia Occidentale.

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