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Bebe Vio è sempre d’oro nel fioretto

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Bebe Vio ha conquistato il suo secondo oro paralimpico nel fioretto femminile, categoria B. A Tokyo la 24enne di Momigliano Veneto ha sconfitto per 15-9 la cinese Jingjing Zhou, che gia’ aveva battuto in finale a Rio 2016 per 15-7. Salgono a 18 le medaglie dell’Italia ai Giochi paralimpici giapponesi. Dopo il trionfo Bebe Vio si è lasciata andare a un momento di felicita’ e commozione con il suo staff. Abbracci e pianti sulla pedana dove appena pochi minuti prima aveva sconfitto la cinese Jingjing Zhou. Poi si e’ alzata dalla carrozzina ed e’ corsa verso la tribuna, per continuare i festeggiamenti. Quella conquistata dalla 24enne veneta e’ la quinta medaglia d’oro di questa edizione dei Giochi per l’Italia.  “Se sembra impossibile, allora si puo’ fare…2 volte!”. Così Bebe Vio su Instagram ha celebrato il secondo oro paralimpico, Poi, visibilmente emozionata e commossa, durante la cerimonia di premiazione per il trionfo nel fioretto individuale alle Paralimpiadi di Tokyo, Bebe Vio ha ‘rotto’ il protocollo: ha salutato con un ‘pugno contro pugno’ il presidente del Cip Luca Pancalli, che le ha consegnato la medaglia d’oro.

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L’Inter torna al lavoro e prepara la grande festa

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I campioni d’Italia tornano in campo. Dopo due giorni di riposo concessi da Simone Inzaghi e dal suo staff, l’Inter infatti si è ritrovata ad Appiano Gentile per avvicinarsi alla sfida di domenica contro il Torino. La festa di lunedì notte dopo il trionfo nel derby è alle spalle, anche perché per Lautaro e compagni non mancheranno occasioni per festeggiare ancora la conquista del ventesimo scudetto della storia interista. Intanto oggi ad Appiano si sono viste facce serene e sorridenti, con i giocatori accolti fuori dalla Pinetina da tanti tifosi. Dentro il centro sportivo, poi, non è mancata l’ironia, da Lautaro che ha continuano una gag legata a un cane cominciata durante i festeggiamenti, mentre Frattesi (arrivato ad Appiano in macchina con Asllani cantando Pazza Inter) ci ha tenuto a ricordare che il numero corretto degli scudetti è 20. Il primo appuntamento per tornare a celebrare il tricolore sarà domenica, dopo la gara contro i granata.

Per gli uomini di Inzaghi c’è però anche da concludere il campionato, con cinque gare da disputare in cui probabilmente sarà dato spazio a chi ha giocato di meno in questa lunga stagione. L’unico certamente assente per la prossima gara è Dumfries, espulso dopo la rissa con Theo Hernandez nel derby, mentre Cuadrado era già in panchina nel derby ed è recuperato. Ma bisognerà attendere per capire quali saranno le scelte del tecnico per le prossime gare dopo aver già centrato l’obiettivo. Ai nerazzurri non mancano le motivazioni, visto che ci sono ancora tanti record potenzialmente raggiungibili dal numero di gol incassati alle partite senza subire reti.

Quella di domenica sarà comunque una gara storica, visto che sarà la prima del massimo campionato a essere diretta da una terna tutta al femminile: Maria Sole Ferrieri Caputi sarà infatti affiancata dalle assistenti Francesca Di Monte e Tiziana Trasciatti. Finita la partita, poi, per Lautaro e compagni partirà la festa. Intorno alle 16 l’Inter campione di Italia salirà sul pullman scoperto: il percorso, lungo 8 chilometri e della durata di circa 4 ore, porterà la squadra da San Siro fino in Piazza Duomo, passando anche davanti alla sede del club in viale della Liberazione. Vista la più che probabile andatura lenta, la parata potrebbe durare 4/5 ore, con la squadra che dovrebbe arrivare intorno alle 20 in Piazza Duomo, da dove si affacceranno per festeggiare con i tifosi.

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Calcio: Milan può solo vincere ma è emergenza difesa

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Sarà una sfida lontana dai fasti del passato, quando si decideva il titolo di Campioni d’Italia, quando in campo c’erano campioni apprezzati, quasi osannati. Questo Juventus-Milan ha i toni bassi delle deluse, due squadre che avevano obiettivi ben più importanti e si ritrovano a difendere una posizione in classifica attendendo l’epilogo della stagione. E’ quanto, per lo meno, faranno i rossoneri secondi in classifica a 69 punti, avanti di cinque lunghezze sulla Juve. Lo smacco del derby perso e di uno scudetto festeggiato dall’Inter nella propria casa avrà un’eco lunga che neppure il tempo spegnerà. Ora vincere allo Stadium è imprescindibile soprattutto per non permettere alla Juve di accorciare le distanze. Ma, ancora una volta in questa stagione, Stefano Pioli dovrà far fronte a un’emergenza a causa delle tante assenze.

Questa volta il problema non sono gli infortuni, o per lo meno non del tutto. I cartellini sventolati nel derby hanno escluso dalla gara contro la Juve sia Calabria (che sarà squalificato per due giornate), che Theo Hernandez e Tomori. A queste defezioni vanno aggiunti Kjaer e Kalulu che anche oggi a Milanello si sono allenati a parte rispetto al gruppo. Probabilmente quindi in difesa giocheranno centrali Gabbia e Thiaw con Musah e Florenzi terzini. Scelte obbligate o quasi come più volte capitato quest’anno, complicando inesorabilmente i piani del tecnico.

Pioli rimarrà sulla panchina rossonera fino a fine stagione, lo ha ribadito l’ad Furlani e mercoledì anche il presidente Scaroni, ma il suo destino è segnato e difficilmente si potrà accettare una disfatta contro la Juventus. Al momento però la vera sfida del club è capire quale può essere il giusto successore, l’uomo capace di far crescere i giovani, lavorare con un budget non illimitato e in grado di fare una programmazione a lungo termine. Il Milan sembrava orientato verso profili stranieri ma, tra i tanti nomi accostati, iniziano a dover essere cancellati i primi dalla lista. Nei giorni scorsi Unai Emery ha rinnovato con l’Aston Villa e oggi è stato il turno di Sergio Conceição che ha prolungato il proprio contratto fino al 2028 col Porto. Poi è stata annunciata anche la permanenza di Xavi sulla panchina del Barcellona, che è sostanzialmente tornato sui suoi passi. Insomma il Milan sta valutando cosa fare per la prossima stagione, mentre i tifosi invocano Antonio Conte. Ma le riflessioni non possono dilungarsi troppo. I club europei si stanno già muovendo.

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Coppa Italia, Fiorentina ko: Atalanta in finale con la Juve

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L’Atalanta batte 4-1 la Fiorentina nella semifinale di ritorno, dopo aver perso di stretta misura tre settimane fa al “Franchi”, e raggiunge la finale di Coppa Italia, dove affronterà la Juventus, per la sesta volta nella sua storia. Obiettivo centrato grazie ai gol ben oltre il novantesimo di Lookman e Pasalic, quando ormai il match sembrava avviato ai supplementari. Pronti via, a lungo la verve viola si limita a un tentativo pretenzioso da fuori di Gonzalez e a quello più impegnativo per Carnesecchi, costretto al tuffo, di Belotti, aperto proprio dall’argentino. Due tiri mancini seguiti dal vantaggio di casa con l’autore del gol vittoria dell’andata a servire involontariamente l’olandese. Il possibile raddoppio rimane in canna a lungo alla squadra dello squalificato Gasperini, sostituito ancora una volta da Gritti in panchina, anche perché al 12′ il Var ha gioco facile nell’annullare il destro dal limite Scamacca su tocco di De Ketelaere, essendo evidentissimo il fallo precedente di Koopmeiners su Beltran.

I viola provano ad addormentare un confronto continuamente spezzettato da falli, ma condotto dall’Atalanta. Al 24′ il firmatario dell’1-0 ci riprova girandosi di destro sul contropiede a due Scamacca-De Ketelaere, ma i riflessi di Terracciano tengono. Passano undici minuti e ancora l’asse Scamacca-De Ketelaere produce l’occasione di quest’ultimo, che dalla lunetta allarga il diagonale ignorando Zappacosta libero alla sua destra. Se al 38′ Hien ferma Kouamé, bravo a tagliare sulla rifinitura di Gonzalez, e cinque minuti più tardi l’ex Bonaventura mira troppo da lontano per infastidire il portiere nerazzurro, è Ruggeri a fallire il 2-0 spostandosela sul destro dopo il pallone dal fondo di Zappacosta rinviato corto da Milenkovic in scivolata sulla pressione di Ederson. Al rientro dagli spogliatoi, di nuovo prove generali di bis locale con Ruggeri a stringere davanti all’area piccola per colpire di testa in caduta il cross di Zappacosta: la palla si spegne a lato.

All’ottavo, la seconda svolta della sfida con Milenkovic a lasciare i suoi in dieci per l’aggancio al limite a Scamacca, smarcato dal filtrante di De Ketelaere: entra Quarta per Belotti, la punizione del romano è alzata in corner da Beltran di testa. Duncan sostituisce Beltran abbassando ulteriormente il baricentro toscano e oltre il quarto d’ora tocca a De Roon sbagliare la misura sull’azione aperta da Koopmeiners per la doppia sponda all’indietro di Scamacca e De Ketelaere. Riacciuffa il risultato Quarta, tuffandosi di testa al 23′ per trasformare lo schema da fermo di Mandragora. Gritti inserisce Lookman e Miranchuk, ma è Scamacca a risolvere la mischia sul traversone di Ruggeri spondato da De Ketelaere rovesciando imparabilmente alla mezzora. L’ex West Ham, però, diffidato, si fa ammonire per un fallo a metà campo su Gonzalez.

I bergamaschi ne sbagliano un paio di più, con Lookman che si gira debolmente di sinistro su iniziativa di Miranchuk e De Ketelaere che parte dalla sua metà campo per alzare dall’area senza opposizione. Tutto fra 43′ e 44′; al 3′ di recupero Scamacca, contrastato da Comuzzo, mastica la deviazione sulla palla dal fondo del russo; al 5′, il gol di Lookman rivisto al check ricevendo da Scamacca. Tre minuti dopo, è proprio il nigeriano a lanciare in porta Pasalic per il trionfo atalantino con Gasperini a esultare sotto la Curva Nord.

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