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Salute

Neuromed, al Cadaver Lab la formazione avanzata per la chirurgia spinale

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Il Cadaver lab dell’I.R.C.C.S. Neuromed ha ospitato la “Spine school” dedicata alla chirurgia spinale cervicale. Un corso di formazione interamente dedicato alla chirurgia spinale cervicale. La “Neuromed Spine School”, nel Centro di Medicina Necroscopica dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, ha così dedicato due giornate a questo delicato campo della chirurgia, mantenendo l’obiettivo rivolto ai giovani.

Organizzato dal professor Gualtiero Innocenzi, Responsabile dell’Unità di Neurochirurgia 1 del Neuromed, e dai neurochirurghi Paolo di Russo e Nicola Gorgoglione, il “Corso teorico pratico di chirurgia spinale” si è articolato in due giornate. La prima, basata su lezioni teoriche, ha visto gli interventi incentrati sull’anatomia e sugli approcci chirurgici relativi al tratto cervicale della colonna vertebrale. La seconda giornata, interamente focalizzata sull’esperienza pratica, ha permesso ai partecipanti di applicare le conoscenze attraverso l’esplorazione e la dissezione in laboratorio, approfondendo le tecniche chirurgiche attraverso un’esperienza diretta su preparati anatomici.

“La formazione su modelli anatomici reali – ha detto il professor Gualtiero Innocenzi – resta insostituibile. Stiamo assistendo allo sviluppo di tecnologie di simulazione, che sicuramente offriranno nuove opportunità di apprendimento, ma nulla può eguagliare l’esperienza del lavoro su tessuto umano. La realtà virtuale ha i suoi vantaggi ma il contatto con la realtà anatomica è fondamentale”.

Affinare le tecniche in un contesto controllato e sicuro, questa è da sempre la base del Cadaver Lab di Neuromed, che dalla sua nascita mantiene fermo l’obiettivo di fornire una formazione completa e approfondita, combinando l’esperienza pratica con le solide basi teoriche necessarie per affrontare le sfide della chirurgia moderna.

“L’aspirazione – ha detto ancora Innocenzi – è quella di continuare a integrare nuovi metodi didattici senza perdere il valore dell’esperienza manuale. È una combinazione di tradizione e innovazione che forma chirurghi completi e preparati”.

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Influenza aviaria, caso sospetto di contagio umano in Brasile

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La segreteria della Salute dello stato brasiliano del Rio Grande do Sul ha informato che un lavoratore dell’allevamento di polli a Montenegro, città di 66mila abitanti dove la scorsa settimana è stato rilevato un focolaio di influenza aviaria, ha presentato sintomi influenzali dopo aver avuto contatti con pollame infetto. Lo rende noto Cnn Brasil. Il dipendente è attualmente in isolamento domiciliare mentre campioni per l’analisi sono già stati inviati alla Fondazione Oswaldo Cruz, la Fiocruz di Rio de Janeiro.

I risultati sono attesi entro venerdì 23 maggio. In una nota, la Segreteria della Salute ha annunciato di aver intensificato il monitoraggio sulle persone dopo l’individuazione del virus in uccelli nello Zoo di Sapucaia do Sul, città di 132mila abitanti, sempre nel Rio Grande do Sul, e dell’allevamento a Montenegro. Il virus è stato rilevato in 35 animali nell’allevamento, ma “è già stato effettuato l’abbattimento totale ed il blocco perché (il virus) non esca dallo stato del Rio Grande do Sul e si possa rapidamente contenere il focolaio”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura del Brasile, Carlos Fávaro. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra gennaio 2024 e maggio 2025, sono stati registrati 72 casi di influenza aviaria negli esseri umani nelle Americhe tra Stati Uniti, Canada e Messico ma, sinora, mai in Brasile.

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Dalle pandemie ai fondi, l’Oms cerca il riscatto

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Dalla resilienza globale di fronte a nuove pandemie alla ricerca di nuove risorse dopo il terremoto causato dalla fuoriuscita del principale finanziatore, gli Stati Uniti di Donald Trump. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha aperto oggi i lavori della 78/ma Assemblea mondiale, il suo organo legislativo, che si riunirà a Ginevra fino al 27 maggio con l’auspicio di approvare un epocale Accordo pandemico e, soprattutto, incrementare i contributi degli Stati membri a fronte di un taglio del budget del 21% dal bilancio del biennio 2026-2027, anch’esso in attesa di approvazione. A dare il via all’incontro, dal titolo “One World for One Health”, il segretario generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, con la presentazione del suo rapporto sul 2024.

Un intervento incentrato sui tre principali pilastri su cui si fonda l’azione di salute globale dell’Oms: la prevenzione e l’intervento sulle cause alla radice delle malattie; l’espansione dell’accesso equo ai servizi sanitari; il supporto alle nella protezione della salute attraverso prevenzione e risposta alle emergenze sanitarie. Tra i passaggi cruciali dell’evento svizzero la possibile (e auspicata) approvazione dell’Accordo pandemico. “Questa Assemblea sarà davvero storica: dopo tre anni di negoziati, i Paesi potranno adottare il primo patto globale per proteggere le popolazioni dalle pandemie”, ha affermato Ghebreyesus, in vista dell’atteso ok al documento – discusso già oggi – nella mattina di martedì 20 maggio. Nel pomeriggio della stessa giornata la discussione sul Programma di bilancio 2026-2027, inclusa l’ipotesi di un incremento del 20% dei contributi obbligatori dai Paesi membri e la riduzione del budget del 21%, da 5,3 a 4,267 miliardi, necessaria a causa del ritiro degli Usa, contributori per 960 milioni (15% del budget) lo scorso biennio. Tagli a costi di viaggio, approvvigionamento, pensionamento anticipato e altro, che “hanno contribuito a ridurre il divario, ma non c’è ancora alternativa alla riduzione del nostro personale”. Da qui “un importante riallineamento strutturale” tra cui la riduzione del “team di gestione esecutiva della sede centrale da 14 a 7 membri e dei dipartimenti da 76 a 34”. Senza il primo aumento di contributi degli Stati al 50% del bilancio di base, tre anni fa, “la nostra attuale situazione finanziaria sarebbe molto peggiore: di 300 milioni di dollari”. Eppure “ci troviamo di fronte a un divario salariale di oltre 500 milioni di dollari per il prossimo biennio”. Approvando l’aumento ulteriore e grazie agli investimenti “siamo fiduciosi di aver già assicurato oltre 2,6 miliardi di dollari, il 60% dei fondi per il biennio”, ha spiegato il segretario. Due miliardi l’anno, ha detto, non sono una cifra ambiziosa: “È l’equivalente della spesa militare globale ogni 8 ore; è il prezzo di un bombardiere stealth, che uccide persone; è un quarto delle spese di promozione annue dell’industria del tabacco, un prodotto che uccide persone. Sembra che qualcuno abbia scambiato le etichette di ciò che vale davvero nel nostro mondo”. Nella sua presentazione Ghebreyesus ha ricordato i risultati raggiunti dall’azione globale dell’Oms, tra cui la negoziazione di una pausa umanitaria a Gaza per una campagna di vaccinazione anti-polio che ha raggiunto oltre 560mila bambini. “Ma la popolazione continua a fronteggiare molte altre minacce. A due mesi dall’inizio dell’ultimo blocco, due milioni di persone muoiono di fame, mentre 116mila tonnellate di cibo sono bloccate al confine”, ha sottolineato, chiedendo agli Stati membri “di accettare più pazienti e a Israele di consentire queste evacuazioni e di consentire l’ingresso a Gaza di cibo e medicine di cui c’è urgente bisogno”. (ANSA). 2025-05-19T19:14:00+02:00 YAA-BR ANSA per CAMERA01 NS055 NS055

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Salute

Da cervello affamato a fame emotiva, gli identikit dell’obesità

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Cervello affamato, intestino affamato, fame emotiva e combustione lenta: sono i quattro volti dell’obesità che corrispondono ad altrettanti fenotipi, ossia al risultato dell’interazione tra il patrimonio genetico e l’ambiente. Conoscerli apre la strada a terapie su misura, calibrate in modo personalizzato.

E’ quanto emerge dal congresso Panorama Diabete in corso a Riccione. “La novità è di aver catalogato l’obesità in quattro fenotipi”, osserva dal congresso l’endocrinologo Francesco Giorgino, e questo “rappresenta un cambiamento di paradigma nel trattamento dell’obesità, permettendo di abbandonare l’approccio ‘taglia unica’ a favore di strategie terapeutiche personalizzate basate sulle caratteristiche specifiche di ciascun paziente”. Il cervello affamato è il primo fenotipo individuato, nel quale un individuo necessita di maggiori calorie prima di raggiungere la sensazione di sazietà.

Il secondo fenotipo è l’intestino affamato, caratterizzato da una durata anormale della pienezza e da uno svuotamento gastrico accelerato, che porta a mangiare più frequentemente perché la sensazione di sazietà dopo ogni pasto cessa precocemente. Il terzo è la fame emotiva, che si manifesta come desiderio di mangiare per far fronte a emozioni positive o negative, soprattutto in chi è ansioso o depresso, ha una peggiore immagine corporea e scarsa autostima.

Il quarto , la combustione lenta, è caratterizzato da un metabolismo rallentato, con massa muscolare inferiore e minore predisposizione all’attività fisica. Per la presidente della Società italiana di diabetologia (Sid) Raffaella Buzzetti, è quindi necessario “personalizzare gli interventi in base al fenotipo predominante. Questo significa che il trattamento può essere adattato alle caratteristiche biologiche specifiche del paziente, aumentando significativamente le probabilità di successo e riducendo il rischio di ricadute”.

Per esempio, per il cervello affamato risultano più efficaci interventi farmacologici mirati ai recettori della sazietà e strategie nutrizionali che privilegiano alimenti sazianti a bassa densità calorica; per l’intestino affamato sono indicati pasti più frequenti ma di volume ridotto e ricchi di fibre, che rallentano lo svuotamento gastrico; per la fame emotiva il trattamento deve integrare il supporto psicologico con tecniche di ‘mindful eating’, mentre per la combustione lenta l’apporto proteico va combinato con un programma di attività fisica mirato all’incremento della massa muscolare.

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