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L’Istituto Superiore di Sanità compie 90 anni, trincea nelle emergenze e ora l’ambiente

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La malaria, il colera e l’emergenza diossina a Seveso, il primo disastro ambientale italiano. Ma anche la lotta all’Aids e, nel 2020, la pandemia legata all’ infezione da Sars-Cov-2. In novant’anni dalla sua fondazione l’Istituto Superiore di Sanità ha accompagnato la scrittura di pagine importanti di storia dell’Italia, stando sempre in trincea nelle emergenze, anche quelle di tipo ambientale che ora sembrano diventare ancora più centrali in un’ottica di One Health. La qualità della ricerca messa in campo, il lavoro dei ricercatori, di tutto il suo personale, dei premi Nobel, ben 4, che vi hanno lavorato, sono stati oggi ricordati in un evento celebrativo della ricorrenza, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Era il 21 aprile 1934 quando nacque a Roma quello che è il principale ente di ricerca per la salute pubblica in Italia, alle dipendenze del Ministero dell’Interno e col nome di Istituto di Sanità Pubblica. L’Istituto ha festeggiato alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha incontrato i giovani ricercatori e che ha ricevuto un saluto da un gruppo di loro a bordo dell’Amerigo Vespucci dove svolgono ricerche ambientali. Nel ’34, all’inizio della storia dell’Iss, l’Italia era ancora un Paese con alta percentuale di analfabeti, con una vita media di poco più di 50 anni, colpito ancora dalla malaria che mieteva migliaia di vittime. Fu proprio la lotta alla malaria a dare impulso alla sua nascita e crescita.

Nel corso degli anni vennero messe a punto strategie sempre più efficaci per la lotta agli insetti vettori della malattia che portarono ad una netta diminuzione dei casi di malaria soprattutto grazie all’impiego del DDT (di cui ancora non si conosceva la pericolosità) e nel 1971 l’Oms dichiarò l’Italia Paese libero dalla malattia. Dal 1935 al 1961 lavorarono in Istituto ben 4 premi Nobel, da Ernst Boris Chain a Daniel Bovet fino ad Enrico Fermi. Nel 1963 approdò all’Iss il Nobel Rita Levi-Montalcini, nel Laboratorio di Chimica Terapeutica. Fu infatti l’Istituto il primo luogo ad accoglierla quando tornò in Italia, dopo essere stata in America.

Nel 1973 l’Iss fu in prima linea nel contrasto all’epidemia di colera a Napoli e 3 anni dopo, il 10 luglio 1976 i suoi esperti furono tra i primi a intervenire in occasione del disastro di Seveso, nel quale fu rilasciata una nube tossica di diossina. Gli anni 1990-2000 furono invece quelli dei progetti di ricerca per la lotta all’Aids e nel 2020 l’emergenza pandemica ha visto in prima linea l’Iss, nel monitoraggio dell’infezione di Sars-Cov-2oltre a elaborare protocolli di contenimento dell’epidemia. “Entrando nel palazzo dell’Iss – ha sottolineato il presidente Rocco Bellantone – questa storia si sente. Si sente che si sta entrando nel tempio di una ricerca pensata per arginare la sofferenza e si sente forte la missione di tutelare il bene pubblico, che in questo luogo significa essere custodi dell’accesso universale alle cure”.

“Nella necessaria trasformazione che accompagnerà i prossimi anni della storia di questo Istituto ciò che rimarrà immutato sarà la sua vocazione alla ricerca pubblica – ha aggiunto Bellantone -. Non cambierà la sua determinazione a essere accanto al Paese ogni volta che è necessario sia nelle situazioni ordinarie sia in quelle straordinarie”. “E’ una giornata importante per celebrare il ruolo prezioso che l’Istituto svolge al servizio dell’Italia, nella promozione e tutela della salute di tutti i cittadini” ha aggiunto il ministro della Salute Orazio Schillaci, sottolineando che il ruolo dell’Iss anche in futuro è cruciale specie “in un’ottica One Health, di correlazione stringente tra la salute umana, animale e l’ambiente in cui viviamo”. Schillaci ha ricordato il progetto ‘Sea Care’ messo in campo “per indagare sulla salute dei mari di tutto il mondo”. “A bordo delle navi – ha aggiunto – ci sono giovani ricercatori che lavorano con la prua davvero rivolta verso il futuro, perché per custodirlo sarà fondamentale l’equilibrio dell’ecosistema”.

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Cronache

Maestra adescava minori su chat per avere rapporti sessuali, condannata a 7 anni e 3 mesi

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Una maestra 47enne di scuola elementare è stata condannata dal Tribunale di Bari a 7 anni e 3 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 75mila euro con l’accusa di aver adescato sui social e nelle chat minorenni con i quali avrebbe avuto rapporti sessuali in un b&b nel centro di Bari, facendosi filmare. La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni.

La donna, che si faceva chiamare zia Martina, finì agli arresti domiciliari nel dicembre del 2021 quando insegnava in una scuola del nord Italia e fu sospesa dall’incarico. Risponde di due episodi di produzione di materiale pedopornografico e di una presunta vicenda di corruzione di minorenne. Il Tribunale ha disposto nei suoi confronti l’interdizione dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o servizio in istituzioni e strutture pubbliche e private frequentate da minori, oltre alla misura di sicurezza del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minorenni per la durata di un anno dopo aver scontato della condanna.

L’imputata è stata assolta ‘perché il fatto non sussiste’ da una ulteriore contestazione di corruzione di minorenne, relativa ad un presunto video di natura erotica con un adolescente. Le indagini partirono in seguito alle denunce presentate ai carabinieri dai genitori delle presunte vittime.

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Economia

Bollette più chiare, in arrivo dal prossimo anno

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Basta con una sequela di numeri incomprensibili: dal prossimo anno infatti le bollette di luce e gas saranno più semplici da capire. Basterà un colpo d’occhio – spiega l’Arera, l’autorità per l’energia – per rendersi conto di prezzi e consumi. La nuova bolletta debutterà dal primo luglio del 2025, con un frontespizio uguale per tutti e con le principali informazioni generali. Poi uno ‘scontrino dell’energia’, per capire immediatamente consumi e prezzi, e un box offerta che ricorda le condizioni sottoscritte per verificarne l’applicazione.

E’ stata infatti approvata – a seguito di un lungo processo di consultazione con imprese, consumatori e stakeholder – e sottoposta all’analisi dell’impatto della regolazione (Air) la delibera che introduce una revisione organica delle informazioni indicate nella bolletta e della loro organizzazione, estendendola poi alla totalità dei clienti finali connessi in bassa tensione: domestici, condomini, piccole e medie imprese, box, cantine e magazzini. I venditori avranno 12 mesi di tempo per adeguare i propri sistemi all’invio della nuova bolletta. “Una riforma auspicata da tempo e da più parti, che evolve la struttura introdotta nel 2014 con la bolletta 2.0, allineando le informazioni per tutti e rendendole ancora più chiare e semplici, ma soprattutto dando rilevanza al ruolo dei consumatori, mettendoli in grado di verificare i consumi e le proprie scelte di efficienza energetica e di comparare agilmente il proprio profilo con le proposte del mercato”, commenta il presidente di Arera Stefano Besseghini.

Plaudono i consumatori: “Ringraziamo Arera per aver accolto la nostra richiesta e concluso l’iter per rendere le bollette dell’energia più comprensibili agli utenti, specie sul fronte del costo al KWh della luce e al metro cubo per il gas”, afferma Consumerismo No Profit. “In una fase in cui i prezzi dell’energia continuano a essere altissimi e fuori controllo, giudichiamo positivamente la notizia che Arera ha ufficializzato oggi sul debutto della nuova bolletta”, commenta l’Adoc. In dettaglio la nuova bolletta sarà composta da un frontespizio unificato, che corrisponde alla prima facciata della bolletta in cui i venditori sono tenuti a riportare l’importo da pagare e tutte le informazioni essenziali sul cliente sul tipo di servizio in cui è rifornito, sul contratto di fornitura, su fatturazione e pagamenti, etc. Poi un scontrino dell’energia, che riporterà la formazione del costo complessivo dell’energia in relazione ai volumi consumati secondo la struttura quantità x prezzo, suddiviso in “quota consumi” e “quota fissa”, più la “quota potenza” per l’energia elettrica, e ulteriormente dettagliato per voci di spesa (vendita e ‘rete e oneri’). In questa sezione saranno riportate separatamente anche l’Iva e le accise, eventuali bonus, altre partite (interessi di mora, prodotti e/o servizi aggiuntivi etc.) e il canone Rai.

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L’Ema blocca un medicinale contro l’Alzheimer

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L’Agenzia europea per i medicinali ha respinto la raccomandazione per il farmaco Lecanemab contro l’Alzheimer. L’Ema ha annunciato che il rischio di gravi effetti collaterali è superiore all’effetto positivo atteso.

“Il Comitato per i medicinali per uso umano” dell’Ema “ha raccomandato di non concedere un’autorizzazione all’immissione in commercio per Leqembi”, ha sottolineato l’autorità, facendo riferimento in particolare all’insorgere di rischi di emorragia cerebrale nelle persone trattate con il farmaco. Il Lecanemab – nome commerciale Leqembi – è disponibile negli Stati Uniti dall’inizio del 2023 per il trattamento dell’Alzheimer in stadio iniziale. Sebbene la terapia non migliori i sintomi, può rallentarne leggermente la progressione della malattia. Il farmaco, secondo gli esperti, sarebbe quindi adatto solo per un gruppo molto limitato di malati di Alzheimer, meno del 10%. A fronte dei possibili edemi ed emorragie cerebrali, la terapia deve essere monitorata regolarmente con esami di risonanza magnetica. Ora la società farmaceutica Eisai, che ha presentato la domanda, potrà richiedere un riesame entro 15 giorni.

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