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Inter-Juventus, per Sarri è una grande gara “ma vale zero per lo scudetto”

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Tra la tuta e la giacca, questa volta Maurizio Sarri sceglie di indossare i panni del pompiere. Per spegnere il fuoco di emozioni generato da Inter-Juventus, sfida tra prima e seconda in classifica, tra le due grandi favorite della stagione. Ma non tra due allenatori, almeno secondo il tecnico bianconero, convinto che in campo, domani sera, “la sfida non sara’ tra me e Conte, ma Inter contro Juventus”. E che, qualunque sia il risultato, alla fine la partita varra’ “un numero vicino allo zero” per lo scudetto. “Sarebbe un errore grossolano se, con 93 punti in palio, si pensasse di sistemare una classifica a inizio ottobre”, osserva il tecnico bianconero, che dopo aver ridimensionato il duello con Conte – “un grande allenatore come dimostrano i suoi risultati” – toglie dalle spalle dei suoi il peso del pronostico. “Non credo ci sia qualcuno favorito, nella partita singola puo’ vincere chiunque”. E pazienza se l’eventuale sconfitta facesse sprofondare Ronaldo e compagni a 5 punti proprio dall’Inter. “Se una classifica a ottobre ci crea un impatto psicologico – sostiene – vuol dire che psicologicamente non siamo pronti a grandi cose”. Per Sarri la sfida di San Siro sara’ piuttosto importante per valutare l’atteggiamento della squadra e la crescita del collettivo. “Concentriamoci sulla nostra prestazione. Dobbiamo cercare di andare a San Siro a imporre il nostro gioco – sottolinea -. La determinazione, la fame e la voglia sono insite nei professionisti, noi dobbiamo puntare sulla qualita’”. Un esame di maturita’, insomma, una sfida affascinante e ricca di storia. “Giocare una partita come quella di domani e’ una sensazione che vale la pena vivere – dice -. Sono felice di andare in un grande stadio, con una grande squadra per una partita che sara’ seguita in tutto il mondo”. Per provare ad espugnare San Siro, Sarri si affidera’ alle certezze di questo inizio stagione: il ritorno di Ramsey sara’ l’unica novita’ rispetto alla formazione schierata in Champions col Bayer. Higuain e Ronaldo guideranno l’attacco, con Bernardeschi di nuovo in panchina cosi’ come, con tutta probabilita’, Paulo Dybala. “Se qualcuno sta facendo bene e non gioca, e’ giusto sia arrabbiato, lo ritengo un aspetto positivo – taglia corto Sarri -. Compiere delle scelte fa parte del mio lavoro…”.

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Conference League, la Fiorentina pareggia con il Brugge e va in finale

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La Fiorentina conquista la finale di Conference League  contro il Club Brugge. Il pareggio 1-1 in Belgio è stato sufficiente per garantire agli uomini di Italiano la loro seconda finale consecutiva in questa competizione, dopo la delusione dello scorso anno contro il West Ham United. Il match è stato inizialmente tattico, con entrambe le squadre che hanno impiegato venti minuti per calibrare i propri movimenti. Il primo vero sussulto è arrivato con un mancino alto di Mandragora, ma è stato il Bruges a trovare il gol con De Cuyper, che ha sfruttato un’occasione su un errore difensivo della Viola. La squadra italiana ha risposto con determinazione, creando diverse occasioni ma senza riuscire a concretizzare. Tuttavia, il rigore trasformato da Beltran ha ribaltato le sorti del match, portando la Fiorentina in finale. La ripresa è stata un vero e proprio assedio viola, con Kouamé che ha colpito la traversa e Mignolet che ha salvato il Bruges su una punizione magistrale del capitano viola. Ma è stato Beltran a scrivere la storia, con il suo gol che ha garantito alla Fiorentina un posto nella finale. Non sono mancati momenti di tensione, come la parata di Terracciano che ha tenuto la porta inviolata. Ora gli occhi sono tutti puntati sulla finale del 29 maggio allo Stadio Agia Sophia di Atene, dove la Fiorentina cercherà di conquistare il trofeo.

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Internazionali di Roma, Djokovic: sarò al top della forma per Roland Garros

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“Penso di essere sulla buona strada per raggiungere il picco della mia forma al Roland Garros di Parigi”. Lo ha detto Novak Djokovic nella conferenza stampa agli Intenzionali d’Italia. “Spero che qui a Roma possa giocare meglio di quanto ho fatto a Montecarlo – ha proseguito – Il desiderio, ovviamente, è sempre quello di arrivare lontano. Ma vediamo. Adesso è un concetto diverso. È la prima volta che Roma e Madrid durano quasi due settimane, come Indian Wells e Miami. E questo ti da più tempo per recuperare tra una partita e l’altra se continui nel torneo, il che penso sia utile per me”. L’obiettivo, oggi, però non è Roma.

“In termini di preparazione guardo oltre – ha spiegato – Punto al Roland Garros, a Wimbledon e alle Olimpiadi. Questo è il blocco per il quale ci stiamo preparando di più e sono soddisfatto di come sono andati gli ultimi 10-14 giorni di allenamento”.

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Internazionali di Roma, dopo Sinner e Alcaraz anche Berrettini si ritira: non sono pronto

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Dopo Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, si ritira anche Matteo Berrettini dagli Internazionali di Roma. “Non riuscirò a giocare, ho provato a fare di tutto, ma non sono pronto per competere. Rischio di farmi male e stare fermo”, lo ha annunciato il tennista in conferenza stampa.

“Non c’è un infortunio o qualcosa di rotto, c’è solo la tristezza perché con questo sono tre anni che qualcuno mi porta via questo torneo. Semplicemente non sono pronto a giocare – ha continuato Berrettini spiegando il perché del suo forfait a Roma – E’ una sensazione difficile da spiegare, ma è come se sento che potrebbe succedere qualcosa”.

Da Madrid si era ritirato per via di una forte tonsillite e febbre e il tennista romano spiega così la sua decisione di oggi: “Nelle ultime settimane ho preso dei medicinali per curarmi che mi hanno debilitato tantissimo, al punto da non farmi sentire pronto a giocare. Io questo torneo lo voglio giocare se sono competitivo e se non lo sono è giusto che non partecipi”. Sui tempi di recupero ha concluso: “Difficile dirlo, spero prima di Parigi o per il Roland Garros”.

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