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Scalata e addio, corsa dell’ultimo delfino del Cav

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Dalla tv ad Arcore. E poi ancora, lontano dal Cavaliere – per fondare nell’ordine Cambiamo! Coraggio Italia e poi approdare a Noi Moderati. Dieci anni di vita politica sull’ottovolante quelli del “moderatissimo”, (così si definì), Giovanni Toti. Da Mediaset alla guida della Liguria (è al secondo mandato) passando per Forza Italia e Silvio Berlusconi. Bruciando tutte le tappe, l’ex direttore di Studio Aperto e Tg4 – con un passaggio anche nell’ufficio stampa del Biscione – nel 2014 entra in politica con la ‘chiamata diretta’ dell’ex premier che lo nomina suo consigliere e, di diritto, componente del cosiddetto cerchio magico allora guidato dal duo Maria Rosaria Rossi e Francesca Pascale.

La convivenza di Toti con la cosiddetta vecchia guardia azzurra non è semplice. E’ il periodo dello scontro aperto con Raffaele Fitto. Ma che Berlusconi avesse puntato le sue fiches sul giornalista Mediaset era evidente. Come si sa, per il Cavaliere, l’immagine aveva il suo peso e siccome Toti aveva il ‘difetto’ dei chili di troppo, il leader azzurro decise di metterlo a dieta. Iconica divenne la foto che ritraeva Toti in tutta bianca accanto al Cavaliere in un centro benessere sul lago di Garda. E’ il gennaio del 2014, a giugno arriva il battesimo con la prima linea: Toti viene candidato alle elezioni europee. La permanenza a Strasburgo dura però meno di un anno perchè nel 2015, il fedelissimo di Berlusconi decide di candidarsi alla guida della Liguria, regione di residenza, ma non di nascita. Toti infatti è toscano. La campagna elettorale parte in salita con la gaffe, in diretta Tv, su Novi Ligure che l’eurodeputato collocò erroneamente in Liguria e non in Piemonte. Uno scivolone che però non gli impedisce di aggiudicarsi la vittoria conto Raffaella Paita, candidata del centrosinistra. L’ascesa in Regione – diventa anche il vice di Bonaccini al vertice della conferenza Stato-Regioni – si complica con il referendum fallito sulle trivelle nel 2015 e la tragedia del Ponte Morandi nel 2018.

L’avvicinarsi della scadenza con il mandato da governatore coincide con il progressivo allontanamento da Forza Italia. Annoverato nella lunga lista dei delfini di Berlusconi, Toti lascia gli azzurri nel 2019. L’addio arriva dopo la decisione dell’ex premier di chiudere il tavolo delle regole che aveva come compito principale quello di rinnovare lo statuto di Forza Italia: “Mi pare che ci siano le condizioni per cui ognuno vada per conto suo, è Forza Italia che esce da se stessa. Buona fortuna a tutti”, disse prima di sbattere la porta e lanciarsi nell’avventura di Cambiamo! e nella corsa per il bis della Regione. Nel 2020 viene rieletto alla guida della Liguria.

La sua lista è la più votata ma, nel 2021, Toti scioglie Cambiamo! e dalle ceneri dà vita a Coraggio Italia, formazione politica in condivisione con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Con la fine anticipata del governo Draghi e le elezioni politiche alle porte, il governatore ligure sigla un accordo con Lorenzo Cesa e Maurizio Lupi presentando la lista Noi Moderati e diventando il presidente del consiglio nazionale del partito. Noi moderati sigla infine un’alleanza con Forza Italia per le prossime elezioni europee. Quasi a chiudere il cerchio di una corsa di Toti che per 10 anni lo ha visto, politicamente, sulle montagne russe.

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Paolo Montero guiderà la Juventus fino a fine campionato

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Paolo Montero guiderà la Juventus fino a fine stagione: l’annuncio arriva direttamente dalla società.

“Le prossime due giornate di Serie A, le ultime del Campionato 2023/24, vedranno Paolo Montero sulla panchina della Prima Squadra Maschile: Montero – è scritto nella nota-è attualmente il tecnico dell’Under 19 che proprio ieri, 18 maggio, ha concluso il Campionato Primavera 1: questa mattina, domenica 19 maggio, dirigerà il suo primo allenamento con la squadra che poi guiderà nelle partite contro il Bologna (lunedì 20 ore 20.45 al “Dall’Ara”) e contro il Monza, all’Allianz Stadium, in data e orario ancora da definire, match che chiuderà la nostra stagione”.

“A Paolo, conclude il comunicato, prima leggenda bianconera in campo, poi portatore del DNA Juventus in panchina (come conferma l’Original “Plantar una Semilla”, prodotto da Juventus Creator Lab qualche settimana fa), auguri di buon lavoro per questo doppio impegno.

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La cantante Sarah vince Amici di Maria De Filippi

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La cantante Sarah vince la 23/a edizione di Amici, il talent di Maria De Filippi. Sarah, classe 2006 originaria di Vigevano, in provincia di Pavia, porta a casa un premio del valore di 150mila euro in gettoni d’oro.

Nella finalissima ha battuto la ballerina Marisol, che porta a casa il premio di categoria del valore di 50mila euro in gettoni d’oro e il Premio della Critica di 50mila euro, assegnato da una giuria composta da 25 tra le principali testate quotidiane, agenzie di stampa e web. Sarah, classe 2006, originaria di Vigevano, in provincia di Pavia, a settembre 2023 fa il suo ingresso nella scuola di Amici. Durante il programma pubblica alcuni brani inediti: Touché, cui seguono Viole e violini, Mappamondo e Sexy Magica.

Il 17 maggio è uscito il suo Ep che porta il suo nome (Warner Music Italy). Nella serata finale erano arrivati anche il cantante Mida, il ballerino Dustin, al quale è stato assegnato il Premio Speciale Spirito Libero offerto da Oreo del valore di 30mila euro, il cantante Petit che ha conquistato il Premio speciale per la comunicazione offerto da Tim del valore di 40mila euro, il cantante Holden al quale è andato il premio delle radio, assegnato da otto network radiofonici (Radio Italia, Rds, Rtl 102.5 e Radio Zeta, Radio 105, R101, Radio Norba e Radio Kiss Kiss). Infine a ciascun finalista va il Premio Keep Dreaming offerto da Marlù del valore di 7mila euro in gettoni d’oro.

“Non sto ancora realizzando cosa è successo. Sono entrata qua senza sapere niente di quello che stavo per fare, adesso sto iniziando a riperccorre tutto quello che ho fatto e sto sollevando questa coppa e non so cosa dire. È incredibile”. Sarah, appena proclamata vincitrice di Amici, guarda incredula la coppa. “Dedico la vittoria alla mia famiglia – dice a caldo, emozionatissima -, che da quando cantavo al pianoforte in casa mia mi ha sempre sostenuto e voluto bene”.

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Economia

Banche, utili record: in tre mesi a 6,3 miliardi

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Il sistema bancario “continua a macinare record”. Numeri in crescita anche nel primo trimestre dell’anno con i primi sette gruppi bancari del Paese (IntesaSanpaolo, Unicredit, Bpm, Mps, Bper, Popolare di Sondrio e Credem) che hanno fatto registrare utili pari a 6,3 miliardi, per un +25,6% sui primi tre mesi del 2023. Lo rileva un report condotto dall’Ufficio studi & ricerche della Fisac-Cgil sui risultati di bilancio dei primi sette gruppi bancari nazionali nel primo trimestre del 2024.

“Dopo i risultati da record per i grandi gruppi bancari nel biennio passato – commenta la segretaria generale della Fisac-Cgil, Susy Esposito – molti si attendevano un rallentamento, complice l’attesa discesa dei tassi di interesse. Il ritardo della Bce a diminuire i tassi di riferimento, e di conseguenza la trasmissione di questo ai tassi attivi praticati dalle banche, insieme alla perdurante politica di scarsa remunerazione dei depositi, ha mantenuto elevato il livello dei ricavi dalla gestione del danaro”. Risultati che, aggiunge, “a fronte di un contenimento sul versante della spesa del personale, nonostante il rinnovo del contratto, così come delle spese amministrative, deve indurre il sistema bancario per intero a investire sull’occupazione e sul radicamento nel territorio”.

Il margine di interesse, si rileva nel report della Fisac-Cgil, sale ancora, per il campione, di quasi il 7% nei primi tre mesi dell’anno rispetto all’analogo periodo del 2023. La dinamica delle commissioni, per quasi tutti i gruppi, ha accelerato (+5,3%) e spesso deriva dalla spinta alla vendita di prodotti assicurativi ma anche da quelle relative all’amministrazione dei titoli. Il prodotto delle due componenti più significative dell’attività caratteristica bancaria ha spinto ulteriormente verso l’alto i ricavi totali (17,8 miliardi di euro per un +9,8%). Sul versante dei costi del personale, che hanno registrato un aumento del +2,5% derivato anche dal rinnovo del contratto Abi, si mantengono mediamente più elevati rispetto allo stesso periodo del 2023 seppur in maniera contenuta, così come le spese amministrative, sottolinea il rapporto della Fisac.

Questa dinamica dimostra, dal lato dei costi per il personale, “la capacità delle banche di agire gestionalmente per mantenere sotto controllo questi ultimi, anche e purtroppo attuando politiche di riduzione degli organici come di mancato turn over”, prosegue il report. Dal lato delle spese amministrative (-0,5%), la previsione di investimenti in nuova tecnologia, spiega inoltre la Fisac-Cgil, come previsto da quasi tutti i piani di impresa, “farebbe pensare ad un incremento di queste ultime anche a scapito della erosione dei margini, fenomeno che non si è ancora verificato. Viceversa il contenimento delle spese, anche attraverso la politica della chiusure delle filiali, a beneficio della redditività a disposizione della distribuzione di utili, può rallentare il processo di innovazione tecnologica, così come confermare la dinamica di riduzione di dipendenti e sportelli”.

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