Collegati con noi

Politica

Draghi in Parlamento, spese militari vanno adeguate

Pubblicato

del

Contribuire a costruire una difesa europea, aumentare le risorse nazionali dedicate, continuare a perseguire la pace. E’ con questo obiettivo che anche l’Italia portera’ le spese militari destinate alla difesa al 2% del Pil. Perche’ una risposta coordinata e comune, come quella che fin qui l’Ue ha saputo dare insieme all’Alleanza Atlantica, resta l’unica via per cercare il silenzio delle armi e lasciare spazio al negoziato. A un mese dall’inizio della guerra di Putin all’Ucraina e alla vigilia di tre appuntamenti cruciali come il consiglio europeo, il vertice straordinario Nato e il G7, il premier Mario Draghi difende gli impegni presi con gli alleati e avverte che bisognera’ superare le “divisioni” sull’energia per trovare un’intesa che porti risultati “ambiziosi e operativi”. Subito. Una linea che il Parlamento alla fine approva con un si’ convinto. Ci sara’ un quarto appuntamento, il primo aprile, che potrebbe avere altrettanto peso, quello dell’Ue con la Cina, che qualcuno chiederebbe di rinviare vista la posizione di Pechino sul conflitto. Ma per il capo del governo resta “fondamentale” mantenere “spazi di dialogo” con Pechino e “ribadire l’aspettativa che si astenga da un supporto a Mosca e sostenga lo sforzo di pace”. Non si possono cercare “scuse” per giustificare l’invasione, ammonisce il premier in Parlamento – dove si moltiplicano i distinguo – non ci sono scuse davanti “all’orrore” di una guerra che non e’ “scontro di civilta’”, perche’ anche i russi si ribellano, pagando caro, alle scelte del loro presidente. Non solo, Draghi mette in guardia anche sulle “conseguenze” dei ragionamenti che criticano l’invio delle armi a Kiev: “Dovremmo lasciare che gli Ucraini perdano il loro Paese e accettino la schiavitu’. E’ un terreno scivoloso che ci porta a giustificare tutti gli autocrati, tutti coloro che hanno aggredito Paesi inermi, a cominciare da Hitler e Mussolini”. L’Italia, ribadisce Draghi, e’ in prima fila per appoggiare Kiev con aiuti, accoglienza dei profughi e sostegno al processo per il suo ingresso nell’Unione europea. Un iter che sara’ “lungo”, avverte, in quanto dovra’ garantire un’adeguata integrazione. La strategia da portare avanti in Ucraina dovra’ essere puntellata dalla condivisione con i partner e da fondi comuni. E non si tratta solo dei tre miliardi che la Commissione ha promesso ai paesi piu’ colpiti dall’ondata di profughi, serviranno risorse anche per fare fronte all’impatto della guerra sulle economie europee e ad una crisi energetica che potrebbe ulteriormente peggiorare con sanzioni piu’ dure a Mosca (l’embargo del petrolio o peggio ancora del gas russo). “Certo che possiamo fare di piu’ – dice Draghi -. Lo faremo? Certo. Quando? Bisogna definire il quando e il come”. La crescita, afferrata con slancio grazie al Pnrr, sta perdendo vigore, ammette il premier, che al rientro da Bruxelles insieme al ministro dell’Economia Daniele Franco dovra’ preparare il Documento di economia e finanza col nuovo quadro dei conti tutt’altro che roseo. Il presidente del Consiglio torna ad escludere una rimodulazione del Piano, ma la corsa dei prezzi, anche delle materie prime, andra’ affrontata, sottolinea. E gia’ con il Def si potrebbero delineare delle novita’, compreso l’aumento delle spese per la difesa. Il governo, ricorda Draghi, intanto ha gia’ stanziato i primi 4 miliardi anti-crisi per famiglie e imprese, quasi tutti a carico degli extra-profitti delle societa’ energetiche, ed e’ consapevole “della necessita’ di ulteriori interventi”. Ma la risposta, torna a dire, “deve essere europea”. Un Recovery per l’energia, un Recovery di guerra, non e’ all’ordine del giorno del Consiglio, che si occupera’ invece della crisi energetica. Il premier ne parla anche con Sergio Mattarella, nella colazione di lavoro al Quirinale che precede il vertice Ue. La riunione dei 27 dovra’ trovare un accorso sul fronte degli acquisti e stoccaggi comuni, ma anche, insiste Draghi, sulla proposta italiana e dei paesi del Mediterraneo, di un tetto comune al prezzo del gas. Quella, e’ la “battaglia” di domani, dice il titolare del Mise Giancarlo Giorgetti, sottolineando che questo e’ il momento di fare scelte anche “dolorose e impopolari”.

Advertisement

Politica

Fisco, arriva la riforma delle sanzioni, multe più lievi

Pubblicato

del

Sanzioni più leggere per le violazioni in materia di tasse. Dalla dichiarazione fiscale omessa o infedele ai casi in cui si comunica al Fisco meno di quanto accertato, finisce l’era delle maxi-multe fino al 240%: al contribuente verrà chiesto non più del 120% dell’ammontare dovuto. E’ in dirittura d’arrivo il decreto legislativo per la revisione del sistema sanzionatorio tributario, che dopo il passaggio in Parlamento per i pareri, arriverà mercoledì in consiglio dei ministri per il disco verde definitivo. Tavolo su cui si attende anche il piano Salva-casa firmato da Matteo Salvini, che dopo i distinguo emersi nella maggioranza incassa l’apertura di Forza Italia.

L’arrivo in cdm del decreto attuativo sulle sanzioni, approvato in via preliminare il 21 febbraio, è stato anticipato nei giorni scorsi dal viceministro all’Economia Maurizio Leo. Il nuovo regime, che dovrebbe scattare da settembre, prevede sanzioni amministrative ridotte da un quinto a un terzo. Parte intanto la stagione della dichiarazione dei redditi (da oggi al via il canale diretto con l’Agenzia delle Entrate per l’invio della precompilata 2024). Il modello precompilato, che era già possibile visionare dal 30 aprile, può ora essere accettato, modificato o integrato rispetto alla versione messa a punto dall’amministrazione fiscale. Ma si tratta solo del fischio d’avvio perché per chiudere la partita ci sarà tempo fino al 30 settembre per il ‘730’ o fino al 15 ottobre nel caso si utilizzi il modello ‘Redditi’. Alcune novità del decreto sanzionatorio riguardano proprio violazioni relative alle tasse comunicate al fisco.

Per chi non presenta la dichiarazione dei redditi o dell’Irap oppure la dichiarazione del sostituto d’imposta, la multa sarà del 120%, anziché dal 120 al 240% previsto ora. Mentre per dichiarazione infedele, si passa da 90-180% al 70%. Le sanzioni tributarie riscosse ogni anno ammontano a circa 2,27 miliardi: il taglio delle multe, che vengono ridotte nel complesso di circa il 10%, si spiega nella Relazione Tecnica, avrà necessariamente un “effetto negativo” in termini di entrate da sanzioni; ma con multe più proporzionate, e di minore importo, si scommette su una maggiore adesione all’accertamento. Novità anche per i commercianti: per l’omessa o tardiva trasmissione o con dati incompleti o non veritieri dei corrispettivi giornalieri arriva un tetto di 1.000 euro alle sanzioni, mentre l’omessa, incompleta o infedele comunicazione delle minusvalenze sarà punita con una sanzione massima di 30mila euro (anziché 50mila).

Il provvedimento si arricchisce anche di alcune modifiche sulla base delle indicazioni date dalle commissioni parlamentari nei loro pareri. In particolare è in arrivo una revisione delle definizioni normative di crediti non spettanti e crediti inesistenti attraverso una loro “più puntuale distinzione”. Ma sul tavolo del governo ci sono anche le nuove norme per sanare alcune irregolarità nelle abitazioni. Il testo sarà mercoledì in cdm, promette Salvini, che manda rassicurazioni agli alleati: “non è un condono”. Sul provvedimento, oltre all’interlocuzione in corso col Quirinale, che ha acceso un faro sull’effettiva necessità di ricorrere alla decretazione d’urgenza, si registra la cautela di Forza Italia.

Che oggi apre, ma resta vigile: “Stiamo parlando, vediamo quando ci sarà il testo definitivo ma mi pare che si stia andando nella giusta direzione”, dice il leader azzurro Antonio Tajani. In attesa del testo definitivo, Salvini spiega: “Riguarda tutte le piccole irregolarità interne” dentro le case degli italiani. Quindi niente per chi si è fatto “la villa abusiva con piscina in riva al mare o al fiume”. Si punta ad intervenire su difformità minori che non incidono sulla struttura di un edificio, ad esempio tutte le modifiche interne ad un appartamento, ma anche potenzialmente l’ampliamento di finestre e balconi.

Allo studio anche interventi non eccessivamente pesanti e impattanti, che non richiedono alcun titolo abilitativo, come le tende, anche da esterno. Per le parziali difformità, per esempio finestre o balconi soprattutto per gli edifici prima della fine anni ’70, si pensa ad una regolarizzazione con semplice sanzione. Non sarà nel decreto invece la norma salva-Milano, per consentire lavori in alcuni grattacieli nel capoluogo lombardo al centro di uno stop della procura: l’idea, come chiarito venerdì dopo una telefonata tra Salvini e il sindaco Sala, è lavorare a una norma bipartisan da inserire in fase di conversione del decreto.

Continua a leggere

Politica

Mattarella a Dublino, focus su Iran e Stato palestinese

Pubblicato

del

Ucraina, conflitto israelo-palestinese e focus sull’Iran. I colloqui politici che Sergio Mattarella ha avuto nella visita di due giorni in Irlanda con il presidente Michael D. Higgins si sono concentrati sulle principali aree di crisi del pianeta. Ma un’attenzione speciale è stata posta, da parte irlandese, sulla necessità di progettare sin da oggi una soluzione politica che possa raffreddare le tensioni in Medio Oriente.

“La gravissima aggressione russa all’Ucraina, il disumano attacco dei terroristi di Hamas e la spirale di violenza, con azioni e reazioni che ha innescato, con le drammatiche conseguenze per il popolo palestinese, ci spingono a rafforzare il nostro impegno per un ruolo sempre più incisivo dell’Unione Europea, attore di pace sin dalla sua nascita”, ha detto il presidente Mattarella sintetizzando la posizione italiana al suo omologo irlandese. Il governo di Dublino spinge molto su una presa di posizione forte a favore dei palestinesi che possa presto alzare il livello negoziale nei confronti di Israele: da tempo l’Irlanda ha fatto sapere di essere pronta, insieme a Spagna, Malta e Slovenia, a riconoscere lo stato di Palestina come “unico modo per raggiungere la pace e la sicurezza” in Medio Oriente.

Anzi, indiscrezioni non confermate, indicavano il 21 maggio, cioè domani, come data per il clamoroso annuncio. Probabilmente Mattarella non si è sbilanciato su un tema così delicato di politica estera e di competenza dell’esecutivo ma il presidente in diverse occasioni formali, come alle Nazioni Unite, si è sempre detto convinto che si debba guardare al futuro e che l’unica soluzione rimane quella propria dell’Unione europea dei “due popoli e due Stati”. Come se non bastasse, la visita del capo dello Stato in Irlanda è stata accompagnata dal susseguirsi di notizie e smentite sulla morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi e dal timore che non si trattasse di una disgrazia.

Comprensibile quindi l’estrema prudenza con la quale il Quirinale ha costruito il doverso messaggio a Teheran: “Esprimo il mio cordoglio per la morte del Presidente Ebrahim Raisi, del Ministro degli Esteri Hossein Amir Abdollahian e di tutte le vittime della sciagura aerea che si è consumata nella giornata di ieri”.

Non una parola di più, non una di meno. In questa situazione delicatissima si riunisce martedì al Quirinale il Consiglio Supremo di Difesa (CSD). Una riunione convocata prima della tragedia iraniana ma che certamente affronterà in dettaglio con governo e Servizi le scarne informazioni che escono dall’Iran e i rischi che permangono dall’assedio di Gaza e dalla debolezza militare dell’Ucraina di queste settimane. Tra Mattarella ed Higgins esiste stima reciproca e consuetudine di rapporti ed oggi si è manifestata in una piccola cerimonia alle porte di Dublino dove è stato inaugurato “Parco Italia” sorto in quella che è stata la residenza degli ambasciatori italiani ed ora venduta al South Dublin County Council.

Uno splendido parco dove una eccezionale giornata di sole ha accompagnato il passaggio di consegne. La Lucan House, dimora in stile palladiano di fine ‘700, è stata la residenza degli Ambasciatori d’Italia in Irlanda per decenni fino a quando il governo italiano ha deciso di cederla alla Contea di Sud Dublino per trasferirsi in centro città. Da ricordare il fatto che su iniziativa dell’Ambasciatore Corrias e della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il parco Italia ora ospita l’esposizione permanente “Grazing in Lucan” composta da otto bufale di bronzo e un cavallo bianco in ferro dell’artista italiano Davide Rivalta.

Continua a leggere

Politica

Rackete-Salvini,questa volta è duello elettorale

Pubblicato

del

Con l’avvicinarsi delle europee, si riaccendono vecchi conflitti. E’ il caso della ex comandante della Sea Watch Carola Rackete e del vicepremier Matteo Salvini: lei – durante un incontro pubblico per la candidatura di Ilaria Salis con Avs – ha accusato il leader della Lega di “incentivare” con le sue parole “i crimini d’odio”; lui – di rimando – l’ha definita ironicamente “la speronatrice”. Rackete, che senza permesso attraccò per far scendere migranti salvati in mare a Lampedusa nel 2019, ora è in corsa alle europee in Germania con Die Linke. Da quando Rackete, cinque anni fa, forzò il blocco a Lampedusa imposto proprio da Salvini. tra i due è partito un lungo braccio di ferro fatto anche di scontri verbali, culminati in un’accusa di diffamazione aggravata per Salvini ai danni di Rackete (per cui il Senato negò l’autorizzazione a procedere). Oggi è ‘la capitana’ ad attaccare: “Penso che le parole” di Matteo Salvini “continuino ad infiammare l’estrema destra, incentivando i crimini d’odio e polarizzano la società al posto di creare unità e giustizia sociale – afferma l’attivista -. Noi a sinistra siamo per i diritti umani, dignità e rispetto della vita e per un’equa transizione ecologica che ci garantisca un futuro sicuro su questo pianeta”.

Il capo della Lega le risponde a tono dopo qualche ora: “Io incentiverei i ‘crimini d’odio’ dice la speronatrice… E che bella coppia con la Salis! Il miglior antidoto a questi sinistri personaggi è un voto massiccio alla Lega”. Nel frattempo, la campagna elettorale mette pepe anche nei rapporti tra gli alleati di governo. A generare fibrillazioni tra Forza Italia e Lega è il decreto Salva-Casa, il provvedimento fortemente voluto da Salvini e atteso a giorni in Consiglio dei ministri. Pochi giorni fa, il ministro delle Infrastrutture e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si erano sentiti per parlare del destino di alcuni grattacieli al centro di un intervento della Procura. E l’idea del vicepremier era di lavorare a una norma bipartisan da inserire in fase di conversione del decreto in questione.

“Non consentiremo l’abusivismo del Pd – fa sapere il capogruppo forzista al Senato, Maurizio Gasparri -. Siamo contrari ai condoni che la sinistra vorrebbe per i grattacieli di Milano. Io starò molto attento perché il condono che vorrebbe Sala mi inquieta” e “sono certo che il Capo dello Stato non firmerà le sanatorie”. “Una volta c’era Berlusconi che difendeva la casa come bene fondamentale degli italiani, ora c’è la Lega che porta avanti una norma di buonsenso”, attacca la deputata del partito di via Bellerio Giovanna Miele. E lo stesso Salvini rilancia: “Sanatoria’? Non è una brutta parola, come vorrebbe qualcuno, se significa semplicemente regolarizzare piccole anomalie, liberando oltretutto gli uffici comunali dalle troppe pratiche bloccate”

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto