Il nuovo assegno di inclusione non supera l’esame di Bruxelles. Fortemente voluto dal governo di Giorgia Meloni per soppiantare il reddito di cittadinanza, lo strumento di sostegno dedicato alle famiglie più fragili lanciato a gennaio finisce tra le insufficienze assegnate all’Italia dalla Commissione europea nel suo report sulla convergenza sociale. Aprendo un fronte di scontro: rispetto all’antesignano reddito, l’Adi nelle previsioni Ue “determinerà una maggiore incidenza della povertà assoluta e infantile”. Un giudizio che non riguarda altre misure su lavoro e welfare che vengono guardate positivamente ma che, sul reddito di inclusione, viene rispedito al mittente dal ministero del Lavoro, da dove si sono affrettati a ribattere: lo studio Ue è “parziale” e “non tiene conto delle dinamiche di attivazione generate dalle nuove misure e dalla crescita dell’occupazione in Italia”.
Davanti a povertà ed esclusione sociale che restano una criticità per il Belpaese, Bruxelles riprende le stime della Banca d’Italia e – nell’analisi che complessivamente si sofferma in 77 pagine sulla situazione di Italia, Lituania, Bulgaria, Spagna, Romania ed Estonia – mette nel mirino l’assegno di inclusione. “Nonostante alcune misure di accompagnamento positive”, è la valutazione, le maglie più strette per poterne beneficiare renderanno meno incisiva la lotta alla povertà. Determinando, in media, “un aumento di quella assoluta e infantile rispettivamente di 0,8 punti percentuali e 0,5 punti percentuali rispetto al reddito di cittadinanza”.
La previsione è subito stata letta come una “conferma” da parte della Cgil che, per bocca della segretaria confederale Daniela Barbaresi, ha invitato “caldamente” la ministra Elvira Calderone a valutare “con attenzione” le obiezioni e a “ripensare completamente” le norme poiché “sono destinate ad aggravare la già pesante condizione di disagio e povertà di tante famiglie prive di sostegni”. Una linea condivisa anche dal candidato del M5s ed ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, secondo cui “il governo Meloni ha aumentato la povertà in Italia e ha fatto cassa sui poveri” e “persino per l’austera Bruxelles è troppo”. Nella visione del dicastero di via Veneto però lo studio resta parziale. E “una valutazione complessiva porterebbe probabilmente a un’analisi più positiva”, è stata la replica, nella quale si ricorda che il Reddito di cittadinanza è stato sostituito dall’Assegno di inclusione e anche dal Supporto per la formazione e il lavoro.
Nelle conclusioni tuttavia l’esecutivo Ue sottolinea anche note di merito rispetto a quanto fatto dal governo su altri fronti del welfare e del lavoro. “Le misure intraprese finora, come le riforme e gli investimenti nelle politiche attive del mercato del lavoro, la tassazione del lavoro e le politiche familiari, nonché le azioni intraprese per quanto riguarda il sistema di istruzione e di formazione degli adulti, dovrebbero aiutare l’Italia a muoversi nella giusta direzione in relazione alle potenziali sfide legate ai risultati del mercato del lavoro e alle competenze, ma ciò dipende in modo cruciale dalla loro sostenibilità nel tempo, nonché da un un migliore coordinamento tra le amministrazioni nazionali e regionali”. Da Palazzo Berlaymont, tuttavia, resta l’invito a fare di più. “”Nonostante i progressi compiuti, in particolare per quanto riguarda l’occupazione, ulteriori sforzi potrebbero portare l’Italia ad affrontare pienamente le sfide che si trova ad affrontare in relazione al mercato del lavoro”, si legge nel testo.