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Cronache

Comitati Morandi: depositata una istanza di sequestro di Autostrade per l’Italia

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Il comitato Ricordo vittime ponte Morandi e il comitato San Cristoforo, una rete di associazioni di categoria e cittadini il cui nome si ispira, non a caso, al santo protettore degli automobilisti, hanno depositato presso la procura di Roma un’istanza di sequestro nei confronti di Autostrade per l’Italia. La procura di Roma e’ quella che indaga, al momento, sugli utili di Aspi. “Quello che e’ accaduto a Stresa ci ha demoralizzato perche’, a distanza di tre anni, ci troviamo di fronte a un’altra tragedia legata a motivi di profitto. Ecco, noi non saremo come Gandhi e non abbiamo intenzione di porgere l’altra guancia, quindi con tutti i mezzi leciti possibile lotteremo per fare si’ che le cose cambino una volta per tutte”, ha detto Egle Possetti, presidente del comitato di familiari delle vittime del viadotto sul Polcevera durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa legale. Raffaele Caruso, l’avvocato che ha seguito il comitato dei familiari delle vittime di Ponte Morandi anche nella compilazione della bozza di proposta di legge per definire misure di tutela nei confronti delle famiglie delle persone morte nei disastri dovuti all’incuria, ha spiegato che l’istanza e’ legata a un esposto presentato dalle stesse associazioni nel maggio 2020, alla procura di Genova. “Un esposto molto coraggioso e che nasceva da un’intuizione importante delle associazioni – dice il legale – ovvero che i ricavi dai pedaggi sono stati utilizzati principalmente per risarcire gli azionisti sotto forma di dividendi oltre il limite stabilito da norme comunitarie e che non sono stati quindi utilizzati per le manutenzioni”. Un assunto che, sottolineano i promotori dell’azione legale, viene confermato anche dall’ordinanza di arresto del management di Autostrade. Alla procura di Roma si chiede, appunto, di tenere conto dell’esposto del 2020, ma anche degli elementi di indagine della procura di Genova da cui e’ emerso il funzionamento della societa’ e soprattutto il carattere d’urgenza rappresentato dalla trattativa in corso tra Cassa depositi e prestiti e Atlantia. Il sequestro sarebbe quindi un modo per congelare e ponderare nuovamente la trattativa. Tuttavia l’anno scorso il gip del tribunale di Genova aveva rigettato un’istanza simile, e nel frattempo l’indagine sugli utili di Aspi era stata trasmessa alla procura di Roma. “Non vogliamo che ancora una volta si sperperino altri denari pubblici per retribuire Societa’ Autostrade”, ribadisce Egle Possetti. Barbara Banchero, segretario generale Cna Genova, aggiunge: “Sappiamo benissimo di porci nella posizione di Davide che sfida Golia, ma la distorsione, che emerge anche da numerose intercettazioni, di fondi che avrebbero dovuto essere impegnati nella manutenzione, e’ cosi’ grave da richiedere misure estreme”.

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Taxi, Urso non rassicura: sciopero nazionale il 21 maggio

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Nessuna rassicurazione dal ministro Urso dopo l’incontro odierno sull’emanazione dei decreti attuativi, tra cui la regolametazione delle piattaforme digitali. Per questo i tassisti hanno indetto uno sciopero nazionale per il 21 maggio e una grande manifestazione a Roma. Lo annunciano Unica Cgil, Fast, Ugl, Uti, Tam, Claai Unione artigiani, Satam, Or.s.a. taxi, Uritaxi, Atlt, Ati taxi, Sitan/Atn, Usb taxi, Unimpresa, Federtaxi cisal.

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Inchiesta Genova e arresto Toti, le mosse di Cozzani per la fornitura al Salone Nautico

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C’è da un lato la Regione Liguria che vara una legge per portare i finanziamenti al Salone Nautico di Genova da 350mila a 780mila euro. E c’è dall’altro Filippo Cozzani, il fratello di Matteo, il capo di Gabinetto di quella Regione, che ottiene poco dopo una fornitura da 10mila euro proprio dal Salone. A raccontare come funzionava, secondo i magistrati, il ‘sistema Toti’, è un episodio che vede coinvolto il capo di gabinetto del governatore e il presidente del Salone nautico, Saverio Cecchi, ricostruito nelle carte dell’inchiesta della Spezia che ha portato agli arresti domiciliari per corruzione proprio il braccio destro di Toti e dato il via all’inchiesta genovese perché, nel corso delle intercettazioni, è saltato fuori il voto di scambio con esponenti del clan nisseno di Riesi impiantati in Liguria.

I due parlano al telefono e Cozzani illustra a Cecchi – indagato e destinatario di una misura inderdittiva – quella che lui chiama la ‘leggina’, vale a dire una norma che moltiplicava i finanziamenti al Salone, di fatto raddoppiandoli. “Scusa eh, io sono arrivato che al Nautico gli venivano riconosciuti 350mila euro, ora Campagna (Alessandro Campagna, il direttore commerciale del Salone Nautico, anche lui indagato, ndr) esce con 780mila euro – dice Cozzani – C’è qualcosa che non funziona, te lo dico eh! Saverio, la vostra in Regione è una rapina a mano armata con scasso”. I magistrati spezzini notano l’aumento esponenziale di fondi pubblici per il Nautico, a partire dall’edizione del 2022: dai 400 mila euro di fondi regionali alla delibera di giunta che, pochi mesi prima delle elezioni, attinge a finanziamenti europei per arrivare a 730 mila euro. Eccola qua, la ‘leggina’ sulla strategicità del Salone Nautico di cui Cozzani vanta la paternità.

“Ma ti rendi conto quanti soldi…?” E Cecchi se ne rende conto, tanto che lo ringrazia: “Meno male che ci sei tu, grazie caro”. Ma dir grazie evidentemente non basta e così, poco dopo questo colloquio, Cozzani dà al fratello imprenditore Filippo il telefono di Alessandro Campagna. Filippo lo contatta e offre al Salone la fornitura di cartoni d’acqua con il logo del Nautico per un evento, al prezzo di 10mila euro. L’affare va a buon fine e appena chiuso il Salone Cecchi ringrazia Matteo Cozzani, “per tutto quello che hai fatto…é stato un grandissimo successo, hanno chiuso contratti, stanno vendendo… siamo una squadra veramente dove spacchiamo il mondo”.

Quella ‘leggina’ porterà nel 2023 i contributi al Salone Nautico a 1,2 milioni di euro: 150mila euro a carico della Regione e oltre un milione a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale. Un grandissimo successo anche per i tetrapack di Filippo Cozzani, che da quel palcoscenico voleranno anche alla kermesse dell’Ocean race ma che, per il giudice, sono il “corrispettivo dell’attività corruttiva da parte di Cecchi e Campagna per ottenere da Matteo Cozzani l’interessamento necessario per la percezione di maggiori contributi economici regionali”.

Per tutti gli indagati in questa inchiesta, come in ogni inchiesta, vige nel nostro Paese il principio costituzionale della innocenza. Principio che noi rispettiamo e tuteliamo anche in questo racconto di una vicenda che al momento vede protagonista mediatica solo l’accusa.

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Comune di Napoli, dal bradisismo nessun problema per il Maradona

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“Lo stadio Maradona non ha evidenziato alcun problema sismico. Ha una struttura concepita in modo molto robusto negli anni ’50 e ’60, ha resistito perfettamente al terremoto dell’Irpinia del 1980 e la copertura è stata progettata per Italia ’90 dopo che Napoli era stata classificata in zona sismica. Nessuna delle scosse collegate al bradisismo ha provocato danni e d’altra parte lo stadio è fuori dalla zona di interesse definita dal DL 140 sul rischio sismico collegato al bradisismo convertito in legge”. E’ quanto precisa l’assessorato alle Infrastrutture del Comune di Napoli in relazione a notizie di stampa secondo cui il bradisismo avrebbe arrecato danni ad una curva dello stadio.

“Il problema riscontrato nella parte inferiore della curva B – si legge in una nota – non è in alcun modo collegabile agli eventi sismici che si registrano con il bradisismo. Non c’è una struttura di sostegno significativa, ma solo una sovrapposizione dell’anello inferiore costruito per Italia ’90 rispetto al precedente originale sottostante. Al massimo un problema di vecchiaia, su una struttura molto sollecitata dal movimento dei tifosi. In ogni caso a breve si interverrà per il completo ripristino. Tutte le prove effettuate in altri settori hanno dimostrato l’integrità strutturale degli altri settori dell’anello inferiore”.

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