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Economia

Aziende a misura di mamma, patto contro la denatalità della Meloni con oltre 100 aziende che già sottoscrivono

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Scrivi un articolo usando solo il testo di questo documento: Due miliardi e mezzo di euro nelle ultime due finanziarie destinati a “famiglia e natalità” testimoniano che i due temi sono al centro dell’agenda del Governo perchè “la sfida importante” da vincere è combattere la denatalità. A dirlo è stata la premier Giorgia Meloni in un video trasmesso durante l’incontro “La maternità (non) è un’impresa”, occasione per presentare il Codice delle imprese responsabili in favore della maternità, un impegno volontario sottoscritto da un centinaio di aziende, tra cui Acea, Amazon, Autostrade per l’Italia, Coca Cola Hbc Italia, Enel, Leonardo, Lottamatica e Tim.
La premier ha definito il codice di autoregolamentazione “un documento di grande importanza, una vera e propria alleanza tra istituzioni e aziende per un’impresa a misura di mamma e a misura di bambino” che “può essere una chiave di volta per affrontare tutti insieme” la sfida della denatalità. Materia su cui “per decenni – ha sottolineato – c’è stata disattenzione. Mentre altrove si correva ai ripari, da noi parlare di sostegno alla natalità sembrava quasi essere un tabù. Noi abbiamo infranto quel tabù”. Un’Italia senza figli, ha ricordato Meloni, sarà “un’Italia più povera” e sarà “a rischio la sostenibilità del nostro welfare e verrà meno quella staffetta generazionale sulla quale si fonda la capacità di portare nel futuro la nostra identità di popolo”.
Per questo, secondo Meloni, è necessario “tutti insieme con forza e determinazione” perseguire “l’obiettivo di costruire una cultura e un’organizzazione del lavoro che non consideri la genitorialità come una penalità, ma che anzi accompagni e valorizzi l’esperienza di diventare padre o di diventare madre” e mettere “in rete” quelle “tante buone pratiche che dove ci sono aumentano la produttività delle realtà nelle quali si realizzano, migliorano il benessere delle persone e fanno crescere la natalità”.
E proprio prendendo spunto dalle tante buone pratiche già adottate dalle imprese che la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella ha colto l’occasione per proporre alle aziende il nuovo codice. “Ci sono situazioni aziendali – ha constatato Roccella – in cui c’è il servizio lavanderia, il servizio di asporto della cena per cui tu quando torni a casa puoi avere già la cena pronta. Bisogna essere anche creativi: le buon pratiche ci sono, ma vanno allargate, valorizzate e messe in rete”. Tre i punti caratterizzanti del codice.
“Il primo – ha puntualizzato Roccella – è il rientro delle donne dalla maternità. Abbiamo ancora un tasso troppo elevato di donne che si dimettono, in particolare dopo il secondo figlio ma anche dopo il primo. Noi proponiamo un accompagnamento delle donne continuo per non lasciarle sole durante e dopo la maternità. Il secondo punto sono i bisogni di salute: la prevenzione o gli screening per la fertilità. L’ultimo punto è quello sicuramente più importante, e forse più difficile, ovvero la possibilità di arrivare ad una valutazione del lavoro non solo in base alla presenza ma agli obiettivi raggiunti. Quindi varie forme di flessibilità e di conciliazione che non si basino soltanto sull’essere presenti”.
La stessa ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone ha ammesso di essere “una di quelle donne che hanno avuto un solo figlio, il secondo non è stato possibile farlo perché non era possibile conciliarlo”. E ha puntualizzato che se attualmente il tasso di occupazione è “il più alto di sempre” quella femminile è “ancora bassa”, mentre se “fosse il linea con la strategia di Lisbona potremmo contare – ha rimarcato – sul 7% del Pil in più”. Dunque per vincere la sfida demografica “il governo da solo non può farcela”, ha concluso Meloni, “serve l’aiuto di tutti, a partire da chi, si rimbocca le maniche ogni giorno per creare posti di lavoro, per produrre ricchezza e benessere per la propria nazione”.

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Economia

Media, la Cina rimanda negli Usa gli aerei Boeing

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Le compagnie aeree cinesi hanno iniziato a rispedire gli aerei Boeing negli Usa, con un 737 Max atterrato sabato a Seattle presso l’hub del gruppo. Lo riporta la Fox, citando Reuters, secondo cui il primo rientro è avvenuto dopo che la Cina ha ordinato alle sue compagnie aeree di non accettare altre consegne di aerei Boeing, nell’ambito delle ritorsioni di Pechino contro i dazi Usa saliti al 145% sull’import dei beni made in China. Tuttavia, tre 737 Max 8, in preparazione al centro Boeing di Zhoushan per due vettori aerei cinesi, sarebbero stati richiamati negli Usa la scorsa settimana, secondo l’agenzia di news The Air Current.

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Ambiente

Efficienza energetica e valore degli immobili: in Italia cresce la consapevolezza, ma resta indietro il 75% del patrimonio edilizio

Ristrutturare conviene: +43% di valore per gli immobili efficienti. Risparmi per le famiglie fino a 19 miliardi l’anno.

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In Italia, tre edifici su quattro restano in classi energetiche basse, nonostante il miglioramento registrato tra il 2018 e il 2023, con un aumento degli immobili in classe A dal 8% al 15%. Lo rivela l’ultima analisi della Community Smart Building di Teha Group, che mette in luce le gravi conseguenze in termini economici, ambientali e sociali legate al ritardo del Paese nell’efficientamento del parco immobiliare.

Gli immobili efficienti conquistano il mercato

Il mercato immobiliare premia sempre di più l’efficienza energetica. Le compravendite di edifici nuovi in classe A o B sono passate dal 49% al 70% in dieci anni, mentre quelle di immobili ristrutturati ad alta efficienza sono salite dal 7% al 38%. Di conseguenza, anche il valore medio di mercato cresce:

  • 2.316 euro/m² per edifici ristrutturati

  • 1.615 euro/m² per edifici abitabili

  • 1.290 euro/m² per edifici da ristrutturare

Un divario che evidenzia la valorizzazione degli immobili smart e sostenibili, capaci di coniugare risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale.

Povertà energetica: 5,3 milioni di italiani in difficoltà

Nonostante gli sforzi, l’Italia resta tra i Paesi UE più colpiti dalla povertà energetica, con l’8,8% delle famiglie che non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato preoccupante, legato all’elevata percentuale di edifici inefficienti e ai costi energetici crescenti, aggravati da redditi insufficienti.

L’efficienza come opportunità economica

Secondo l’analisi del Teha Group, l’efficientamento energetico degli edifici può ridurre i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%, generando un risparmio netto stimato tra i 17 e i 19 miliardi di euro annui per famiglie e sistema economico.

Benedetta Brioschi, responsabile della Community Smart Building, sottolinea:
“Il rinnovamento green e smart degli edifici è una necessità, ma anche una grande opportunità. Il Real Estate si sta già muovendo, ma servono ulteriori investimenti pubblici e privati per accelerare il cambiamento”.

Serve un’azione condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini

Il report invita a superare il modello del solo pensiero (“think tank”) e diventare un “act tank”, in grado di influenzare concretamente le scelte dei policy maker. La collaborazione tra governo, aziende e cittadini è essenziale per trasformare il patrimonio immobiliare italiano in una leva di sostenibilità e benessere diffuso.

(La foto in evidenza è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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Economia

Caltagirone: l’operazione Natixis smantella Generali

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“Generali dopo l’affaire Natixis sarà una società diversa e gli effettivi centri decisionali si trasferiranno altrove”. Lo dice, intervistato dal Sole 24 Ore, Francesco Gaetano Caltagirone (foto Imagoeconomica in evidenza). Per l’imprenditore l’asse con Natixis non ha vantaggi economici, anzi va a “smantellare” Generali. “Tutte le persone ragionevoli sono preoccupate – dice – È difficile con poche parole dare una spiegazione: provo a enunciare qualche argomento principale. Anzitutto non c’è una valida ragione economica, sottolineo economica per fare l’operazione. Inoltre, per non duplicare i costi, checché ne dicano gli interessati, si deve smantellare un’organizzazione che finora ha funzionato, costruita in quasi due secoli”. Secondo Caltagirone, “sarà un fatto irreversibile. Sarà impossibile esercitare una effettiva selezione e il controllo sugli investimenti e sulle attese di redditività. La cosa peggiore – prosegue – si affievolirà il controllo dei rischi. Ricordo che le masse di denaro sono degli assicurati e non di Generali. Per non parlare dell’effettivo indirizzo politico degli investimenti e sottolineo effettivo. Le scelte di un colosso come Generali hanno anche un rilevante effetto sociale”. Poi sottolinea: “Da ultimo non capisco perché il management non abbia cercato di fare progetti congiunti con partner italiani”.

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