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Politica

Il percorso della cautela opera di Roberto Fico, già battagliero attivista del M5S

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Un tempo, tre o quattro anni fa, il presidente Roberto Fico, a capo dei meet up napoletani, era un rivoluzionario e incendiario attivista che rivoltava come un guanto la politica a Napoli e in Campania. Con argomenti seri: camorra onnipresente, rifiuti affare di mafia, assenza di trasparenza nella pubblica amministrazione. Ora che indossa i panni del presidente della Camera dei Deputati sta molto attento al politically correct. Ogni giorno dispensa consiglio utili di buonsenso del buon padre di famiglia su quel che accade nel Paese. La sua parola del giorno, oggi, è leadership collegiale. Va bene sia per mettere a posto le cose nel M5S dilaniato da lotte intestine, sia per le prossime elezioni comunali, soprattutto quelle di Napoli. E allora vediamolo il Presidente Fico all’opera, a dire la sua opinione su queste due vertenze importanti. Fico, certo per questi suoi percorsi di cautela operosa, ricorda molto da vicino, in questa stagione politica, a Pinuccio Tatarella, ex vicepremier del primo governo Berlusconi. In un Governo dove quello che si diceva la mattina veniva disfatto nottetempo e dove i leader litigavano su tutto, Tatarella era quello che mediava. Lo chiamavano il ministro dell’Armonia. Così come Fico oggi sembra essere  il Presidente dell’Armonia.

Roberto Fico. In questa foto di 5 anni fa è attivista del Movimento 5 Stelle che serve pizze per finanziare la campagna elettorale dell’allora candidata Valeria Ciarambino

“Io dico che un percorso verso un’idea nuova di movimento e verso una leadership collegiale e’ senza dubbio buono. Ma ci vuole un luogo di discussione in cui si fa un percorso e si trovano soluzioni. Un luogo reale? Un luogo che sia reale e anche partecipato in rete” dice il Presidente  Fico rispondendo ai giornalisti sulle ipotesi prospettate  in assemblea dal reggente del M5s Vito Crimi. “Le cose – spiega Fico da Napoli, dove partecipa ad un convegno sulla salute mentale – sono vasi comunicanti, possono parlare e anzi può essere anche più funzionale, non è per forza uno o l’altro. Insieme, anche con gli strumenti che oggi ci mette a disposizione la tecnologia, possiamo fare anche più cose e avere più discussioni”. Avete capito qual è la sua posizione in un Movimento che ha necessità di recuperare identità, capire dove vuole andare e con chi andarci? Bene, questa è la posizione di Fico.  Sulle amministrative napoletane in programma il prossimo anno, il Presidente Fico auspica un percorso partecipato e senza fughe in avanti. “Io sono convinto – ha spiegato a margine di un convegno in corso nel capoluogo partenopeo – che più il percorso è partecipato in generale, senza fughe in avanti, sui contenuti, su quello che dobbiamo fare per una città che è così importante, così bella e così strategica per il Paese, prima riusciamo a fare qualcosa insieme sulle visioni, sui progetti e su quello che dovrà essere il futuro non da qui al prossimo anno, ma nei prossimi 15 anni della città e meglio sarà per tutti”. “Però – ha aggiunto commentando l’annuncio di Luigi de Magistris di voler presentare il proprio candidato già la settimana prossima – è legittimo anche il percorso che vuole fare Luigi de Magistris”.

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Rai: giornalisti precari, siamo maggioranza informazione reti

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”L’Assemblea dei giornalisti precari e programmisti multimediali delle Reti Rai all’indomani dello sciopero del 6 maggio indetto da Usigrai dichiara – in una nota – quanto segue:

1) Lo sciopero è una delle prerogative più importanti in mano ai lavoratori in un sistema democratico. Nelle reti Rai esistono circa 250 giornalisti a cui questo strumento è negato: siamo infatti giornalisti partite Iva, dunque senza diritto di sciopero, o giornalisti inquadrati come “programmisti multimediali” dunque non rappresentati dalle sigle sindacali dei giornalisti

2) La giornata di sciopero proclamata da Usigrai ha aiutato a evidenziare che nei programmi di informazione delle Reti Rai una buona parte dei giornalisti non ha un contratto giornalistico. Anzi, nella maggior parte dei programmi, soprattutto quelli quotidiani, noi siamo la maggioranza. Non si può andare avanti così, è necessario trovare una soluzione

3) Abbiamo apprezzato che durante la conferenza stampa indetta in occasione dello sciopero il segretario della Fnsi, Vittorio Di Trapani e il segretario di Usigrai, Daniele Macheda, abbiano dichiarato con nettezza che si tratta di una situazione da sanare al più presto. Abbiamo altresì apprezzato che il segretario di Unirai, Francesco Palese abbia dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera di avere un punto in comune con la piattaforma di Usigrai: il giusto contratto per chi lavora nei programmi come giornalista. È lo spirito giusto: nessuno che abbia legittimità sindacale all’interno dell’azienda può esimersi dal farsi carico della nostra condizione. Lavoriamo da anni nel servizio pubblico contribuendo a realizzare con il nostro lavoro e le nostre competenze l’informazione delle tre Reti Rai, chiediamo di avere un contratto giornalistico che ci tuteli dal punto di vista previdenziale, salariale e sindacale

4) In conclusione: non ci interessa essere “tirati per la giacchetta”. Se ne avessimo avuto la possibilità qualcuno di noi avrebbe aderito allo sciopero, altri no, altri hanno comunque voluto partecipare prendendo giorni liberi e permessi che, però, non hanno nulla della dignità dell’astensione dal lavoro organizzata. Quindi chiediamo: quanto dobbiamo aspettare ancora? Ci saranno nuove priorità? Davvero il più grande editore italiano non può applicare il contratto previsto per legge a chi informa il pubblico per “questioni economiche”? Attendiamo da cinque anni un tavolo sindacale che affronti seriamente la questione. Ci aspettiamo che, subito dopo l’insediamento del nuovo cda, tutti lavorino per giungere a un accordo e che questo sia uno dei primi punti posti all’attenzione della nuova governance”.

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Tajani, su Toti si poteva intervenire in un altro momento

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“Il ministro Nordio ha un ruolo e può dire ciò che pensa. Fa bene e condivido le sue parole”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine dell’assemblea nazionale di Confcooperative, a Roma. Per Tajani si tratta di una “vicenda giudiziaria che risale a vicende di parecchi anni fa, forse si poteva intervenire due mesi fa, il giorno dopo le elezioni… Però questo non ci turba, non ci preoccupa nulla”. Alla domanda sulle dimissioni per Michele Emiliano chieste dal centrodestra, Tajani ha affermato che “le vicende giudiziarie sono diverse. Emiliano ha detto due volte di essere andato dalla sorella del boss”.

“Io sono garantista – ha ribadito Tajani – anche per le vicende di Bari, per quella di Genova e anche per persone che non sono di Forza Italia”. In merito all’opportunità della richiesta di dimissioni, Tajani ha chiesto di “non strumentalizzare le vicende giudiziarie” .

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Politica

Meloni a Stoltenberg: la Nato affronti le sfide sul fianco Sud

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“Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto a Palazzo Chigi il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg. Al centro del colloquio i temi di attualità dell’agenda atlantica nel contesto della preparazione del Vertice NATO di Washington in luglio”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, spiegando che la premier “in particolare ha ribadito l’aspettativa italiana che a Washington possano essere adottate decisioni concrete in risposta alle sfide caratterizzanti il fianco Sud, in coerenza con l’approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica previsto dal Concetto Strategico della Nato”.

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