La guerra in Ucraina è sempre più un conflitto globale per procura. Lo conferma la relazione annuale del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che ha raccolto e analizzato le audizioni di ministri, vertici dell’intelligence e della difesa italiana sul conflitto che da oltre tre anni insanguina l’Europa. Un’analisi dettagliata che evidenzia la presenza di attori esterni, in particolare Cina, Corea del Nord e Iran, nel sostegno alla Russia di Vladimir Putin.
L’allerta dei Servizi: la mappa degli alleati di Mosca
A portare l’attenzione su queste interferenze è Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi segreti. Nel corso di due audizioni al Copasir nel 2023, Mantovano ha sottolineato la crescente presenza cinese e il ruolo attivo di Iran e Corea del Nord nel supportare lo sforzo bellico russo. Dalla fornitura di droni Shahed da parte di Teheran, alle presunte truppe nordcoreane nella regione russa di Kursk, fino ai soccorsi cinesi, economici e militari, spesso schermati da triangolazioni commerciali per eludere le sanzioni internazionali.
Un sospetto, quello sulla Cina, confermato anche da alcune recenti dichiarazioni di Volodymyr Zelensky, supportate da video diffusi sui social che mostrerebbero militari cinesi catturati sul fronte ucraino. Pechino ha smentito, ma l’allerta resta alta anche tra le agenzie di intelligence occidentali.
Il timore dell’escalation nucleare
Nel rapporto si evidenzia inoltre l’attenzione degli apparati italiani verso un possibile uso di armi di distruzione di massa, incluso l’armamento nucleare, da parte della Russia. Un rischio considerato «plausibile» almeno fino all’autunno 2024, come sottolineato da Mantovano e ribadito anche dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, oggi presidente del Comitato militare della NATO.
La diplomazia possibile: Roma come sede di una futura pace?
Nel corso delle audizioni, l’Italia si propone anche come possibile sede per una futura conferenza internazionale di pace, inclusiva di tutti gli attori, Mosca compresa. L’obiettivo, ribadito da Palazzo Chigi, resta la de-escalation e la fine della guerra. Un’ipotesi che si affianca a quella di un vertice tra USA e UE su dazi e sicurezza, previsto sempre a Roma in estate.
L’intera attività di intelligence condotta in questi anni – «costante, discreta e capillare», come recita il documento – ha permesso all’Italia di mantenere un ruolo attivo nella strategia europea e atlantica di risposta alla guerra e di contrasto alle attività di disinformazione e condizionamento operate dal Cremlino in Occidente, come illustrato anche dall’ex direttrice del DIS Elisabetta Belloni.
Un conflitto che va oltre l’Europa
La guerra russo-ucraina si conferma quindi una contesa che va ben oltre i confini regionali, alimentata da un asse anti-occidentale sempre più strutturato. E la posizione italiana, in sinergia con gli alleati NATO e UE, punta a disinnescare il rischio di una catastrofe più ampia, anche attraverso iniziative diplomatiche che riportino tutti al tavolo del dialogo.