Attraverso il progetto “Work On Space”, che nasce per iniziativa dell’associazione no profit “Air & Space Next Generation” (ASNG), di cui mi onoro essere presidente e fondatore, tesa alla massima divulgazione della cultura aerospaziale e di tutte le straordinarie opportunità che ci offre e ci offrirà nei prossimi anni, soprattutto per i nostri giovani talenti ci rivolgiamo agli Istituti Scolastici di secondo grado di eccellenza, in particolare con indirizzi specialistici (aeronautico ed aerospaziale, meccanica di precisione, elettrotecnica, robotica, eccetera)per incrementare una connessione reale e concreta con il mondo istituzionale ed industriale.
Lo scopo finale è dunque quello di dare maggiore consapevolezza ai futuri tecnici e professionisti, che non solo il nostro Paese, ma tutto il mondo da sempre ci invidia e ci contende (e a buona ragione), nonché favorire percorsi mirati di formazione e stage soprattutto presso enti ed aziende campane. Si cerca insomma di accompagnare questi studenti carichi di passione e di speranza verso il difficile e variegato mondo lavorativo che, lo sappiamo bene, soprattutto al Sud perde i “pezzi” migliori proprio per la mancanza di quel filo diretto con il mondo scolastico ed accademico.
E lo sa bene la vulcanica dirigente scolastica dott.ssa Antonella Gesuele, che grazie al suo fitto e costante impegno, coadiuvata dal corpo docente e all’intero staff tecnico ed amministrativo dell’ITIS partenopeo “Alessandro Volta”, ha avviato ormai da anni un percorso virtuoso che cerca di offrire la migliore prospettiva di inserimento ai suoi circa 600 studenti. L’Istituto, tra i più antichi del mezzo giorno d‘Italia, incastonato come una pietra preziosa nel cuore di Napoli, nella splendida struttura dell’ex convento di S. Maria della Fede, con circa centosettanta anni di storia si conferma, dunque non a caso, anche tra i più efficienti, ispirato e proteso all’Umanesimo Tecnologico.
Così qualche giorno fa abbiamo potuto realizzare un incontro e confronto diretto tra il mondo dell’aerospazio e i ragazzi del “Volta”, grazie anche alla collaborazione e partecipazione del Distretto Aerospaziale della Campania, presieduto dal Luigi Carrino, in rappresentanza dell’intero comparto produttivo ed industriale del settore, dove convergono realtà di rilievo internazionale.
Come ha potuto sottolineare la Dirigente Gesuele, il migliore percorso formativo, passa necessariamente attraverso l’applicazione concreta di quanto acquisito attraverso lo studio teorico,che deve essere sempre e necessariamente aggiornato per restare al passo con i tempi, salvo poi cimentarsi in stage aziendali mirati e periodi di pratica “sul campo”. Anche per questo il “Volta” propone un’offerta didattica ampia, con tre indirizzi: informatica e telecomunicazioni; elettrotecnica e automazione; grafica e comunicazione e, malgrado le croniche criticità che attanagliano la scuola italiana in generale e le problematiche di una Città, non sempre al massimo per efficienza ed organizzazione, riesce ogni anno a garantire ai suoi studenti il miglior percorso formativo possibile.
L’incontro, in vera sinergia con i giovani partecipanti, non si è dunque arenato ad una “lezione accademica” sullo stato dell’arte e sulla divulgazione di notizie standard, ma i relatori sono andati oltre, grazie agli interventi degli ingegneri Rino Russo e Raffaele Minichini (DAC Campania) che hanno presentato le aziende e le concrete possibilità di inserimento. La partecipazione è stata così reale e costruttiva, così come anche sottolineato dal prof. ing. Francesco Blosio, tra i primi a credere in questa sinergia, ed è sempre emozionante scoprire di quanta passione e di quanta sensibilità siano intrisi tanti dei nostri giovani, spesso bistrattati ed ingiustamente bollati come distratti e poco attenti al loro futuro o a ciò che li circonda.
In tale contesto fondamentale anche la presenza e l’intervento della dott.ssa Sonia Palmeri, già Assessore regionale della Campania alle politiche lavorative e manager di punta di “Generazione Vincente”, società napoletana ormai leader in tutta Italia nella somministrazione lavoro e formazione professionale, che ha concretamente indicato quali soano le migliori chance professionali e quale sia l’approccio più efficiente per trovare l’impiego più congeniale rispetto alle proprie attitudini, capacità e propensioni.
Considerando che i numeri della “Space Economy” narrano di un fatturato stimato nel 2023, a livello globale, intorno ai 630 miliardi di dollari, con una proiezione decennale che, secondo le stime del World Economic Forum, ne prevede la triplicazione fino a 1.800 miliardi di dollari, unitamente alla vivacità imprenditoriale ed istituzionale presente in Campania, sempre riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo, speriamo di vedere presto i ragazzi dell’ITIS “Volta” di Napoli farsi largo con successo nel mondo, anzi, nell’universo professionale dell’aerospazio, per cui il legame con il loro Istituto non si ferma al nostro primo incontro, ma rappresenta solo l’inizio di un sodalizio che proseguirà con appuntamenti ed attività di accompagnamento per concretizzare al massimo ogni opportunità di crescita ed occupazione.
E’ allarme dei consumatori sui prezzi dei carburanti, a pochi giorni dall’entrata in vigore del decreto per il riallineamento delle accise. Le principali associazioni di difesa degli utenti puntano il dito sul fatto che, invece di vedere l’auspicato adeguamento dei listini, si assiste già al rialzo dei prezzi del diesel a cui non fa fronte però il ribasso di quelli della benzina. E c’è già chi decide di procedere per vie legali. Secondo quanto stabilito dal decreto del ministero dell’Ambiente e di quello dell’Economia adottato in attuazione del dlgs della delega fiscale sulla revisione del sistema, l’accisa sulla benzina cala di 15 euro per mille litri (1,5 centesimi al litro) passando a 713,40 euro per mille litri dai precedenti 728,40 della vecchia aliquota, mentre l’accisa sul gasolio usato come carburante sale di 15 euro per mille litri (1,5 centesimi al litro) a 632,40 per mille litri, contro i precedenti 617,40 euro.
Per l’Unione Nazionale Consumatori il riordino delle accise avrebbe dovuto essere, a parità di litri consumati, “una partita di giro”, con il gasolio che sarebbe dovuto costare 1,50 centesimi in più al litro, 1,83 conteggiando anche l’Iva al 22%, e la benzina che sarebbe dovuta scendere in modo corrispondente. E invece, avverte, “come temevamo, purtroppo, non è così”. Il presidente Massimiliano Dona lamenta che “il gasolio è salito ma la benzina non è praticamente scesa”. L’Unc ha infatti elaborato uno studio basato sulle medie regionali calcolate giornalmente dal Mimit da cui emerge che in autostrada, per la benzina self service si registra “l’impalpabile e ridicola riduzione di 0,1 cent (-5 cent per 1 pieno di 50 litri), mentre il gasolio è rincarato di 1,5 cent al litro (+75 cent per un pieno), ossia 15 volte tanto”. Nelle regioni, prosegue l’associazione che ha fatto una media aritmetica tra i prezzi medi regionali, “la benzina è diminuita di appena 0,4 cent, ossia si risparmiano 20 cent a rifornimento, il gasolio invece è aumentato di 1,3 cent al litro, pari a un costo aggiuntivo di 66 cent per un pieno, ossia oltre 3 volte tanto rispetto alla benzina”.
Una situazione, questa, che induce il Codacons a ricorrere alla magistratura. L’associazione avverte infatti che sta preparando un esposto a 104 Procure della Repubblica “affinché aprano indagini sul territorio alla luce delle possibili fattispecie di truffa aggravata e aggiotaggio”. I prezzi dei carburanti alla pompa “stanno subendo modifiche non omogenee, con un deciso aumento del gasolio ma ribassi minimi per la benzina”, afferma il Codacons. Che sottolinea come, per effetto del riordino delle accise, i listini alla pompa della benzina avrebbero dovuto subire una generalizzata diminuzione per 1,5 centesimi di euro a partire dal 15 maggio scorso, “ma sulla rete si assiste a riduzioni minime dei prezzi della verde”. Al contrario, anche secondo le rilevazioni del Codacons, il gasolio ha registrato un deciso rialzo come effetto della misura fiscale, portando un pieno a costare 0,915 euro in più a vettura.
Dalla resilienza globale di fronte a nuove pandemie alla ricerca di nuove risorse dopo il terremoto causato dalla fuoriuscita del principale finanziatore, gli Stati Uniti di Donald Trump. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha aperto oggi i lavori della 78/ma Assemblea mondiale, il suo organo legislativo, che si riunirà a Ginevra fino al 27 maggio con l’auspicio di approvare un epocale Accordo pandemico e, soprattutto, incrementare i contributi degli Stati membri a fronte di un taglio del budget del 21% dal bilancio del biennio 2026-2027, anch’esso in attesa di approvazione. A dare il via all’incontro, dal titolo “One World for One Health”, il segretario generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, con la presentazione del suo rapporto sul 2024.
Un intervento incentrato sui tre principali pilastri su cui si fonda l’azione di salute globale dell’Oms: la prevenzione e l’intervento sulle cause alla radice delle malattie; l’espansione dell’accesso equo ai servizi sanitari; il supporto alle nella protezione della salute attraverso prevenzione e risposta alle emergenze sanitarie. Tra i passaggi cruciali dell’evento svizzero la possibile (e auspicata) approvazione dell’Accordo pandemico. “Questa Assemblea sarà davvero storica: dopo tre anni di negoziati, i Paesi potranno adottare il primo patto globale per proteggere le popolazioni dalle pandemie”, ha affermato Ghebreyesus, in vista dell’atteso ok al documento – discusso già oggi – nella mattina di martedì 20 maggio. Nel pomeriggio della stessa giornata la discussione sul Programma di bilancio 2026-2027, inclusa l’ipotesi di un incremento del 20% dei contributi obbligatori dai Paesi membri e la riduzione del budget del 21%, da 5,3 a 4,267 miliardi, necessaria a causa del ritiro degli Usa, contributori per 960 milioni (15% del budget) lo scorso biennio. Tagli a costi di viaggio, approvvigionamento, pensionamento anticipato e altro, che “hanno contribuito a ridurre il divario, ma non c’è ancora alternativa alla riduzione del nostro personale”. Da qui “un importante riallineamento strutturale” tra cui la riduzione del “team di gestione esecutiva della sede centrale da 14 a 7 membri e dei dipartimenti da 76 a 34”. Senza il primo aumento di contributi degli Stati al 50% del bilancio di base, tre anni fa, “la nostra attuale situazione finanziaria sarebbe molto peggiore: di 300 milioni di dollari”. Eppure “ci troviamo di fronte a un divario salariale di oltre 500 milioni di dollari per il prossimo biennio”. Approvando l’aumento ulteriore e grazie agli investimenti “siamo fiduciosi di aver già assicurato oltre 2,6 miliardi di dollari, il 60% dei fondi per il biennio”, ha spiegato il segretario. Due miliardi l’anno, ha detto, non sono una cifra ambiziosa: “È l’equivalente della spesa militare globale ogni 8 ore; è il prezzo di un bombardiere stealth, che uccide persone; è un quarto delle spese di promozione annue dell’industria del tabacco, un prodotto che uccide persone. Sembra che qualcuno abbia scambiato le etichette di ciò che vale davvero nel nostro mondo”. Nella sua presentazione Ghebreyesus ha ricordato i risultati raggiunti dall’azione globale dell’Oms, tra cui la negoziazione di una pausa umanitaria a Gaza per una campagna di vaccinazione anti-polio che ha raggiunto oltre 560mila bambini. “Ma la popolazione continua a fronteggiare molte altre minacce. A due mesi dall’inizio dell’ultimo blocco, due milioni di persone muoiono di fame, mentre 116mila tonnellate di cibo sono bloccate al confine”, ha sottolineato, chiedendo agli Stati membri “di accettare più pazienti e a Israele di consentire queste evacuazioni e di consentire l’ingresso a Gaza di cibo e medicine di cui c’è urgente bisogno”. (ANSA). 2025-05-19T19:14:00+02:00 YAA-BR ANSA per CAMERA01 NS055 NS055
Si fa sempre più complessa la strada per Unicredit, che ha chiesto alla Consob di sospendere temporaneamente l’offerta pubblica di scambio (Ops) su Banco Bpm. Una richiesta che, secondo fonti finanziarie, rischia di ricevere una risposta negativa, con tempi molto brevi. L’Ops è in corso dal 28 aprile e resterà aperta fino al prossimo 23 giugno.
Al centro della questione c’è l’applicazione del Golden Power, la normativa che consente al governo di dettare condizioni su operazioni ritenute strategiche per l’interesse nazionale. Secondo le valutazioni che emergono dagli ambienti finanziari, la richiesta di Unicredit potrebbe non avere i presupposti giuridici per essere accolta. Il Golden Power, infatti, è già previsto tra le condizioni di efficacia dell’offerta, e non può essere considerato un “fatto nuovo”ai sensi dell’articolo 102, comma 6.b del Testo unico della finanza, norma che consente a Consob di sospendere un’Ops solo in presenza di eventi inattesi o non noti in precedenza.
In parallelo maxi operazioni di trasferimento di rischio
Nel frattempo, Unicredit si muove su un altro fronte per rafforzare il proprio profilo di rischio e aumentare la propria capacità di manovra. Secondo quanto riportato da Bloomberg, la banca guidata da Andrea Orcel è al lavoro su tre operazioni di “significant risk transfer” (SRT), per un valore complessivo di circa 4,2 miliardi di euro.
Nel dettaglio:
Un primo Srt da 2,3 miliardi di euro riguarda un portafoglio di prestiti alle imprese in Europa;
Un secondo, da 700 milioni di euro, coinvolge crediti legati all’attività della banca in Croazia;
Il terzo è una vendita già in corso legata a un portafoglio da 1,2 miliardi di euro di contratti di factoring.
Gli Srt consentono agli istituti di credito di trasferire parte del rischio di credito a investitori istituzionali come fondi pensione, fondi sovrani o hedge fund, permettendo di liberare capitale regolamentare e migliorare gli indici di solvibilità.
Unicredit punta così a rafforzare la propria posizione patrimoniale in vista di nuove opportunità di crescita o per coprirsi in modo più robusto da potenziali perdite.