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Cronache

Campi Flegrei, lieve calo del sollevamento del suolo. Aprile regala una tregua dalle scosse

Quarantasei micro-terremoti nell’ultima settimana, emissioni di CO₂ stabili e nessun picco di attività vulcanica: il bollettino settimanale dell’Osservatorio Vesuviano traccia un quadro stabile ma sotto osservazione.

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Dopo un marzo segnato da un’intensa attività sismica, il mese di aprile sta offrendo una tregua ai Campi Flegrei. Nella settimana tra il 14 e il 20 aprile, l’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv ha registrato 46 eventi sismici con magnitudo superiore a zero ma mai oltre 1.8, tutti classificati come micro-terremoti. Un dato che, sebbene da monitorare, appare confortante dopo i 659 eventi sismici di marzo, tra cui un sisma di magnitudo 4.6.

Sollevamento del suolo: rallenta la velocità

Uno degli indicatori più osservati nell’area flegrea è il sollevamento del suolo, segnale importante per valutare la dinamica del vulcano. Secondo l’Ingv, la velocità media mensile di sollevamento si è assestata sui 25 millimetri, in lieve diminuzione rispetto alle settimane precedenti.

Pisciarelli: temperatura stabile e flussi di gas costanti

Dal punto di vista geochimico, il quadro resta stabile. La temperatura della fumarola secondaria di Pisciarelli, uno dei punti più sensibili dell’area vulcanica, ha mostrato un valore medio settimanale di circa 96°C, con lievi variazioni solo durante le piogge. Nessuna anomalia è stata registrata nei flussi di anidride carbonica (CO₂) dal suolo, che rimangono elevati ma costanti, attestandosi intorno alle 5.000 tonnellate al giorno.

Trend pluriennale confermato

Nell’area nord-orientale della Solfatara, dove la stazione di monitoraggio Flxov8 registra in continuo i flussi di gas, non si segnalano variazioni significative rispetto ai trend già noti degli ultimi anni. Questo significa che, pur rimanendo su valori alti, i parametri monitorati non evidenziano nuove accelerazioni nel processo di degassamento.

Il confronto con marzo

Il confronto con il mese di marzo rende evidente la tregua di aprile. Dei 659 terremoti registrati il mese scorso, la maggior parte (l’89,2%) ha avuto una magnitudo inferiore a 1.0 o non determinabile. Solo quattro eventi hanno superato magnitudo 3.0, e uno solo ha raggiunto 4.6, causando allarme nella popolazione e disagi alle strutture del territorio.

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A 14 mesi positiva alla cocaina, tolta ai genitori

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Un contesto di degrado, sporcizia, commistione con droghe: è quello in cui è stata trovata una bimba di nemmeno un anno e mezzo a Novara, sottratta alla madre dal padre quando aveva appena due mesi e da lui affidata a una donna pregiudicata e tossicodipendente. La piccola, di 14 mesi, è risultata perfino positiva alla cocaina. Per lei ora l’incubo è finito e si apre la strada dell’adozione, per garantirle finalmente una famiglia che se ne prenda cura. Donna e genitori sono stati denunciati alla Procura per maltrattamenti in famiglia. Contesto diverso, ma comunque sfiorata la tragedia, nel Reggiano, dove un bimbo di tre anni è cascato dalla finestra di casa e versa in condizioni gravi. La vicenda di Novara nasce e finisce in un contesto fragile. Tutto parte dalla denuncia per maltrattamenti fatta dalla madre della piccola nei mesi scorsi nei confronti dell’allora suo compagno, e padre della bambina.

Nella denuncia la mamma della bimba aveva dichiarato di conoscere solo il soprannome dell’uomo, irregolare sul territorio nazionale, con il quale aveva intrapreso una relazione sentimentale e che in seguito l’aveva obbligata con ripetuti maltrattamenti a portare a termine la gravidanza. Relazione continuata per alcuni mesi dopo il parto, fino a quando l’uomo aveva preso con sé la bambina facendo perdere le proprie tracce.

Avviate le indagini, la Squadra Mobile di Novara, sezione reati contro la persona, è riuscita a identificare l’uomo, risultato senza fissa dimora e con numerosi precedenti di polizia per reati contro la persona, il patrimonio, gli stupefacenti e possesso di armi clandestine. Dopo mesi di continue ricerche, l’uomo è stato rintracciato all’interno di un locale notturno e, dopo iniziali resistenze, ha confessato agli investigatori di aver affidato la bambina a una donna pregiudicata e tossicodipendente residente in provincia. Gli agenti a quel punto sono riusciti a individuare l’esatta ubicazione in cui si trovava la minore e, una volta fatto accesso all’interno dell’abitazione, hanno trovato la bambina, costretta a vivere in condizioni di abbandono e in pessime condizioni igienico-sanitarie.

Portata all’Ospedale Maggiore di Novara, su richiesta degli agenti la piccola è stata sottoposta a un accertamento tossicologico che ha riscontrato la presenza di cocaina. Valutata quindi la gravità della situazione e le possibili conseguenze se la bambina avesse continuato a vivere in quelle condizioni, la piccola è stata affidata a una struttura protetta. Provvedimento convalidato dalla Procura per i minorenni che ha chiesto l’apertura di procedura di adottabilità. Contesto diverso, nel Reggiano, dove un bimbo di tre anni è in condizioni molto gravi, ma al momento stazionarie, dopo essere precipitato dalla finestra del secondo piano di un’abitazione a Castelnovo Monti, sull’Appennino. Una tragedia avvenuta questa mattina presto, quando il piccolo – con una sindrome dello spettro autistico – senza che i genitori in casa se ne accorgessero si è arrampicato alla finestra, cascando giù. A dare l’allarme, poco dopo le 6.30, sono stati dei passanti che lo hanno visto a terra. È in prognosi riservata all’ospedale Maggiore di Parma.

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Ragazzo e cane accoltellati, lasciati davanti ospedale

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Una grande macchia di sangue sul lato di una Volkswagen Golf con gomma scoppiata e copertone ammaccato e un’ampia pozza ancora di sostanza ematica per terra oltre che nell’abitacolo della vettura: così si presentava, questo pomeriggio, piazza Principessa Clotilde, a Milano, davanti all’ingresso del Pronto soccorso del Fatebenefratelli. L’immagine scioccante è stata dovuta al fatto che, in base ai primi accertamenti, un giovane egiziano è stato accoltellato con più fendenti ed è stato trasportato di tutta fretta con la macchina, a rischio della vita per le ferite e per la velocità di guida, da un connazionale il quale ha asserito di essere un casuale soccorritore che lo ha aiutato. Con il ferito il suo cane rottweiler, a sua volta accoltellato e moribondo.

La vicenda non è chiara e molti contorni e particolari vanno approfonditi dai carabinieri che svolgono le indagini. Non è escluso un regolamento di conti nel mondo degli stupefacenti. Da quanto appreso, il ragazzo, la cui età non è stata ancora accertata, è stato accoltellato nel pomeriggio, verso le 15, in centro città, in piazzale Oberdan, non lontano dal McDonald’s. Avrebbe chiesto di aiutarlo a un ventenne che ha caricato lui e il cane a bordo. L’automobilista ha raccontato che il ragazzo gli avrebbe detto in arabo di essere stato inseguito e ferito da tre persone senza spiegare i motivi. Il giovane straniero, secondo quanto spiegato dai militari, prima di entrare in camera operatoria avrebbe detto di avere 13 anni ma ne avrebbe di più.

Operato, sembra essere stato stabilizzato, pur in gravi condizioni. E’ stato raggiunto da diversi fendenti, fra i quali uno al petto è il più preoccupante. Ha perso molto sangue, come detto, così come il suo cane che è stato portato in una clinica veterinaria in condizioni disperate. I militari stanno ricostruendo la dinamica dei fatti e valutando anche il racconto del soccorritore che potrebbe non essere estraneo alla vicenda. Fondamentale sarà poter parlare con il ferito una volta che si sarà ripreso. Sull’episodio ha preso posizione il deputato di FdI, Riccardo De Corato: “Ancora violenza in centro – ha denunciato in una nota -. L’assessore alla sicurezza Sala dove è, dove sono i vigili? La polizia e i carabinieri sono lasciati soli”.

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Omicidio Chiara Poggi: una chiave genetica per riaprire il caso Garlasco

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Sei quesiti genetici potrebbero far riaprire il caso del delitto di Garlasco o far fermare l’inchiesta all’attuale verità “consacrata da cinque processi”. Ancora una volta la chiave di un omicidio che suscita grande clamore mediatico, quello della 26enne Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia), ruoterà intorno agli accertamenti genetici e alle perizie e controperizie sollevate dalle parti. Tutto questo mentre la pressione investigativa aumenta e nuovi o vecchi scenari potrebbero sparigliare le carte di un’inchiesta complessa perché si sovrascrive in parte su quanto accertato in passato. Finirà come auspica l’ex generale Luciano Garofano e resterà una verità, appunto, consacrata dalle attuali sentenze, o si “riscriverà la storia” come invece si augura Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima e condannato a 16 anni di reclusione in via definitiva (attualmente in semilibertà)?

Dopo l’udienza di oggi davanti alla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, con l’inizio delle operazioni peritali dell’incidente probatorio, il 17 giugno, si entrerà davvero nel vivo ed entro 90 giorni (o di più in caso di richiesta di proroga) si saprà se quelle trovate sulle unghie di Chiara Poggi sono tracce comparabili e sovrapponibili a quelle di Andrea Sempio, l’indagato della nuova inchiesta. E se sulla scena del delitto c’erano altri soggetti ‘sospetti’. E a quel punto le indagini scientifiche potrebbero davvero ribaltare il caso. L’udienza di discussione sulle analisi è fissata per il 24 ottobre. Intanto, il gip, su richiesta della difesa di Stasi, ha deciso che saranno acquisiti anche i Dna delle gemelle Cappa, di Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi, di Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti, tutti e tre amici di Marco Poggi e Andrea Sempio, oltre a quelli del medico legale, di tre investigatori e di soccorritori della prima inchiesta.

L’estensione dei prelievi a queste persone, tutte non indagate, servirà alle comparazioni con le tracce che saranno estratte, sempre se definite comparabili. A questo lavoreranno i periti incaricati oggi, entrambi della Polizia scientifica di Milano: il commissario capo Denise Albani e il sovrintendente tecnico, Domenico Marchigiani. Ma il ruolo principale sarà quello di Denise Albani, genetista, allieva di Emiliano Giardina (il consulente ricusato nella prima udienza per via di una sua intervista rilasciata alle Iene nel 2017) che dovrà rivalutare – primo e secondo tra i quesiti formulati oggi – i risultati presentati nel processo d’appello bis dal genetista Francesco De Stefano, nel 2014, che aveva ritenuto i campioni delle tracce sulle unghie non utilizzabili.

Terzo punto fissato è “l’estrazione del Dna dai ‘para-adesivi’ delle impronte rinvenute sulla scena del crimine e sugli oggetti analizzati” nei laboratori del Ris di Parma. Su questo quesito la difesa di Sempio, coi legali Taccia e Lovati, ha chiesto ed ottenuto che le analisi siano solo genetiche e non anche dattiloscopiche. Quarto quesito “l’estrazione del Dna dai campioni biologici e reperti” che non furono mai “sottoposti ad analisi” o che fornirono all’epoca “esito dubbio o inconclusivo”. Campioni e reperti “presenti presso l’Istituto Unità Medicina Legale dell’Università di Pavia”.

Quinto punto la “comparazione” tra tutti i Dna estrapolati per “accertarne l’eventuale corrispondenza o compatibilità con il profilo genetico” di Sempio, di Stasi, dei componenti “di sesso maschile della famiglia Poggi” e di tutte le persone alle quali oggi sono stati allargati i prelievi di Dna. Il sesto punto è stato introdotto oggi dalla difesa di Sempio e riguarda la “catena di custodia”, ossia il modo in cui tutti i reperti sono stati conservati. Le analisi riguarderanno anche un tappetino del bagno, confezioni di tè, yogurt, cereali, biscotti e altri sacchetti sequestrati quasi 18 anni fa nella villetta di Garlasco, a cui si aggiungono i “para-adesivi” di tutte le impronte, una sessantina.

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