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Esteri

Elezioni Usa 2020: Biden parla già da presidente, Trump invece denuncia brogli

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“Non ci saranno Stati rossi o Stati blu quando vinceremo. Ci saranno solo gli Stati Uniti d’America”. Joe Biden parla gia’ da presidente, anche se la lunga maratona elettorale fatta di spasmodica attesa e notti insonni non si e’ ancora conclusa. Si contano ancora i voti in un pugno di Stati chiave, ma l’ex vicepresidente sente gia’ le chiavi della Casa Bianca in tasca. Anche se Donald Trump, dovesse davvero perdere, non gliele consegnera’ cosi’ facilmente. Il presidente e’ sul piede di guerra. Parla di brogli e di elezioni truccate, e con una raffica di azioni legali prova in tutti i modi a bloccare e invalidare i voti conteggiati dopo l’Election Night del 3 novembre. Tutte quelle schede elettorali che quest’anno almeno 65 milioni di americani hanno preferito spedire per non recarsi ai seggi in tempi di pandemia. “Tutti gli Stati assegnati di recente a Biden saranno sfidati legalmente per frode elettorale. Ci sono un mare di prove!”, e’ il monito del presidente su Twitter. Lui, tenendo conto solo dei voti scrutinati nella notte dell’Election Day, si considera il vincitore di queste elezioni. Cosi’ il team dei suoi legali e della sua amministrazione ha contestato a colpi di carte bollate l’estensione dello scrutinio in Pennsylvania, North Carolina, Arizona, Nevada e Georgia, i cinque Stati chiave in cui si sta giocando la partita finale. Mentre denunce sono partite anche per Wisconsin e Michigan, gia’ assegnati al suo rivale. Alcune di queste cause o denunce sono gia’ state respinte al mittente, ma sullo sfondo resta sempre l’ultima carta in mano a Trump: il ricorso alla Corte Suprema. Con esiti pero’ per nulla scontati, considerando che e’ stato lo stesso massimo organo giudiziario Usa a respingere prima dell’Election Day il tentativo di fermare l’estensione del conteggio dei voti in Pennsylvania e North Carolina. In tutto cio’ Biden appare tranquillo. E, messa da parte la sua proverbiale prudenza, parlando a un’America col fiato sospeso ha assicurato che alla fine la maggioranza dei grandi elettori necessari per vincere la presidenza sara’ sua. Ne servono almeno 270 e lui e’ a quota 264, considerando la chiamata di Fox News e Associated Press che gli hanno gia’ assegnato l’Arizona. Dunque, al candidato democratico basta prendere uno solo degli Stati chiave ancora in ballo per trionfare. Anche il Nevada, che e’ quello che ha un bottino piu’ magro di grandi elettori, appena 6. A quel punto l’appuntamento sarebbe al 14 dicembre, con l’elezione formale del presidente da parte dello Us Electoral College, che riunisce i 538 grandi elettori. Ma l’incertezza di queste elezioni, che due giorni dopo il voto non hanno ancora un vincitore, e il clima arroventato attorno all’esito delle urne non contribuiscono a placare gli animi e le tensioni che da tempo sempre piu’ percorrono il Paese. Cosi’ manifestazioni e proteste vanno di nuovo in scena in queste ore da New York, con decine di arresti, a Detroit e Phoenix, dove invece a scendere in strada e in alcuni casi davanti ai seggi sono i sostenitori del presidente, in alcuni casi anche armati di fucili e pistole. Un quadro che preoccupa e che tiene in allerta anche gli uomini della Guardia Nazionale, pronti a scendere in campo al fianco delle forze dell’ordine se la situazione dovesse degenerare. Anche a Washington, dove la Casa Bianca continua ad essere blindata, fortino inaccessibile dal quale Trump gioca le sue ultime carte.

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Londra attacca Mosca: risposte inadeguate, stop ad attività maligne in casa nostra

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Il ministro dell’Interno britannico, James Cleverly, ha denunciato come “totalmente inadeguate” le spiegazioni offerte da Mosca alle denunce di un’intensificazione di “attività maligne” nel Regno Unito come in altri Paesi occidentali sullo sfondo della guerra in Ucraina. Di qui, ha rimarcato Cleverly, “la nostra risposta risoluta e ferma” annunciata oggi con la prevista espulsione dell’addetto militare russo (accusato d’essere “un ufficiale non dichiarato” dei servizi di spionaggio del Gru), la revoca dello status diplomatico ad alcune proprietà facenti capo all’ambasciata di Mosca nel Regno che sarebbero state usate come basi per operazioni “d’intelligence” e la riduzione della durata dei visti diplomatici. “Vogliamo rendere evidente alla Russia che noi non tollereremo una simile escalation”, ha insistito il titolare dell’Home Office, mettendo poi le mani avanti sulla reazione del Cremlino e alzando ulteriormente i toni della retorica: nelle sue parole, è prevedibile che Mosca risponda evocando accuse di russofobia contro il governo di Rishi Sunak e “teorie della cospirazione”, argomenti a cui i britannici “non intendono abboccare, facendosi prendere in giro da mosche cocchiere, troll e lacchè di (Vladimir) Putin”. “Il nostro messaggio alla Russia è chiaro: deve fermare la sua guerra illegale, ritirare le truppe dall’Ucraina e cessare queste attività maligne”, ha concluso Cleverly.

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Putin: non rifiutiamo il dialogo con i Paesi occidentali

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“La Russia non rifiuta il dialogo con i Paesi occidentali, la scelta spetta a loro”. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, citato dall’agenzia Ria Novosti, nel suo discorso di insediamento per il quinto mandato. “Vogliono continuare a cercare di limitare lo sviluppo della Russia, continuare la politica di aggressione, pressione sul nostro Paese che non è cessata da anni, o guardare ad una via per la cooperazione e la pace?” si domanda Putin.

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Guterres: Italia pilastro fondamentale multilateralismo

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“L’Italia è un pilastro fondamentale del multilateralismo e un partner esemplare delle Nazioni Unite. In ogni area delle nostre attività l’Italia è sempre presente, nelle operazioni di peacekeeping, nello sviluppo sostenibile, nella protezione climatica, nei diritti umani. E’ molto importante dirlo nel momento in cui l’Italia assume la presidenza del G7” ha spiegato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres incontrando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita al Palazzo di vetro.

“Questo paese – ha proseguito Guterres – è sempre stato un ponte tra nord e sud, un ponte che ora è più necessario che mai, quando si vive in un mondo dove le divisioni geopolitiche hanno creato tante difficolta’ in tutte le aree”. “E’ molto importante avere l’Italia alla guida del G7 – ha continuato – ed essere in grado di raggiungere le riforme della nostra istituzione multilaterale che non rappresenta più la realtà del mondo moderno”.

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