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Big match e media punti, con Mourinho la peggior Roma

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Non è bastata la Conference League a salvare José Mourinho. Nonostante lo Special One sia stato l’unico allenatore a vincere un trofeo nella Roma dal 2007-08 a oggi, i numeri di questa stagione lo hanno condannato all’esonero. Il quarto consecutivo della sua carriera visti i precedenti con Chelsea, Manchester United e Tottenham. Il portoghese, infatti, in 96 panchine con la Roma in Serie A ha registrato una media punti di 1.61, la più bassa tra gli allenatori con almeno 50 gare alla guida dei giallorossi nell’era dei tre punti a vittoria (dal 1994/95).

Ma non finisce qui, perché negli ultimi ventuno anni non era mai successo che la squadra giallorossa al giro di boa avesse conquistato solo 29 punti in campionato. Un bottino troppo magro in relazione all’obiettivo del club dichiarato a inizio stagione: ovvero tornare in Champions League. Il ritardo dal quarto posto, però, è attualmente di 5 punti, mentre guardando alla passata stagione, dopo venti giornate i punti degli uomini di Mourinho erano 37, dunque 8 in più rispetto a quest’anno. Anche i big match pesano sul bilancio dello Special One e fermandoci a quelli della stagione in corso, anche qui i dati parlano chiaro con la Roma in grado di conquistare appena sei punti su ventiquattro a disposizione, vincendo solamente contro il Napoli prima di Natale.

Quello con i partenopei è stato uno dei soli due successi portati a casa da Dybala e compagni nell’ultimo mese, l’altro è stato quello di Coppa Italia contro la Cremonese. Un trend che è costato caro al tecnico, così come i numeri dell’attacco della sua squadra che nelle ultime tre partite ha segnato appena due gol (entrambi su rigori). Troppo poco per esser confermato dai Friedkin.

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Conference League, la Fiorentina pareggia con il Brugge e va in finale

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La Fiorentina conquista la finale di Conference League  contro il Club Brugge. Il pareggio 1-1 in Belgio è stato sufficiente per garantire agli uomini di Italiano la loro seconda finale consecutiva in questa competizione, dopo la delusione dello scorso anno contro il West Ham United. Il match è stato inizialmente tattico, con entrambe le squadre che hanno impiegato venti minuti per calibrare i propri movimenti. Il primo vero sussulto è arrivato con un mancino alto di Mandragora, ma è stato il Bruges a trovare il gol con De Cuyper, che ha sfruttato un’occasione su un errore difensivo della Viola. La squadra italiana ha risposto con determinazione, creando diverse occasioni ma senza riuscire a concretizzare. Tuttavia, il rigore trasformato da Beltran ha ribaltato le sorti del match, portando la Fiorentina in finale. La ripresa è stata un vero e proprio assedio viola, con Kouamé che ha colpito la traversa e Mignolet che ha salvato il Bruges su una punizione magistrale del capitano viola. Ma è stato Beltran a scrivere la storia, con il suo gol che ha garantito alla Fiorentina un posto nella finale. Non sono mancati momenti di tensione, come la parata di Terracciano che ha tenuto la porta inviolata. Ora gli occhi sono tutti puntati sulla finale del 29 maggio allo Stadio Agia Sophia di Atene, dove la Fiorentina cercherà di conquistare il trofeo.

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Internazionali di Roma, Djokovic: sarò al top della forma per Roland Garros

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“Penso di essere sulla buona strada per raggiungere il picco della mia forma al Roland Garros di Parigi”. Lo ha detto Novak Djokovic nella conferenza stampa agli Intenzionali d’Italia. “Spero che qui a Roma possa giocare meglio di quanto ho fatto a Montecarlo – ha proseguito – Il desiderio, ovviamente, è sempre quello di arrivare lontano. Ma vediamo. Adesso è un concetto diverso. È la prima volta che Roma e Madrid durano quasi due settimane, come Indian Wells e Miami. E questo ti da più tempo per recuperare tra una partita e l’altra se continui nel torneo, il che penso sia utile per me”. L’obiettivo, oggi, però non è Roma.

“In termini di preparazione guardo oltre – ha spiegato – Punto al Roland Garros, a Wimbledon e alle Olimpiadi. Questo è il blocco per il quale ci stiamo preparando di più e sono soddisfatto di come sono andati gli ultimi 10-14 giorni di allenamento”.

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Internazionali di Roma, dopo Sinner e Alcaraz anche Berrettini si ritira: non sono pronto

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Dopo Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, si ritira anche Matteo Berrettini dagli Internazionali di Roma. “Non riuscirò a giocare, ho provato a fare di tutto, ma non sono pronto per competere. Rischio di farmi male e stare fermo”, lo ha annunciato il tennista in conferenza stampa.

“Non c’è un infortunio o qualcosa di rotto, c’è solo la tristezza perché con questo sono tre anni che qualcuno mi porta via questo torneo. Semplicemente non sono pronto a giocare – ha continuato Berrettini spiegando il perché del suo forfait a Roma – E’ una sensazione difficile da spiegare, ma è come se sento che potrebbe succedere qualcosa”.

Da Madrid si era ritirato per via di una forte tonsillite e febbre e il tennista romano spiega così la sua decisione di oggi: “Nelle ultime settimane ho preso dei medicinali per curarmi che mi hanno debilitato tantissimo, al punto da non farmi sentire pronto a giocare. Io questo torneo lo voglio giocare se sono competitivo e se non lo sono è giusto che non partecipi”. Sui tempi di recupero ha concluso: “Difficile dirlo, spero prima di Parigi o per il Roland Garros”.

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