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A 100 anni dalla nascita di Valentino Mazzola, in campo al Filadelfia c’è il bisnipote 12enne

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Il mito di Valentino Mazzola rivive allo stadio Filadelfia. Nel giorno in cui il capitano del Grande Torino avrebbe compiuto cent’anni, l’omonimo bisnipote – 12 anni tra un mese – indossa la maglia granata numero 10, e la fascia da capitano, nel triangolare riservato alla categoria 2008. In campo, per rende omaggio ad uno dei giocatori piu’ grandi di tutti i tempi, le rappresentative delle sue squadre, Torino e Venezia, e l’Inter del figlio Sandro, commosso nel ricordare quando da bambino faceva la mascotte entrando in campo aggrappato alla mano del padre. Tutto intorno migliaia di tifosi granata, mescolati ad allenatori e giocatori del passato, in un ‘amarcord’ da pelle d’oca per chi conosce la storia del Toro. “Mazzola? Un giocatore straordinario che a cent’anni dalla sua nascita, a 70 dalla morte, viene ancora ricordato nonostante molta gente non l’abbia mai visto giocare”, osserva il presidente Urbano Cairo. “Sarebbe bello che gli dedicassero una via, magari la via che porta al Filadelfia”, aggiunge il patron granata. Per la cronaca, il triangolare e’ stato vinto dall’Inter, che ha battuto sia il Venezia (1-0), che il Torino (3-0), sconfitto anche dai lagunari (1-0). Ma a vincere sono state le emozioni: “Quando vedo questi colori mi dispiace non aver giocato nel Toro”, afferma con le lacrime agli occhi Sandro Mazzola, una lunga carriera all’Inter, avversario domani dei granata in campionato. “Quella di domani e’ una grande partita – conclude Cairo – sara’ importante fare il meglio possibile. E, come diceva Nereo Rocco, speriamo non vinca il migliore…”.

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Calcio: Modric annuncia, a fine stagione lascio il Real Madrid

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Il centrocampista croato del Real Madrid Luka Modric, 39 anni, ha annunciato giovedì che lascerà il club madrileno, dove gioca dal 2012, dopo il Mondiale per club. “È arrivato il momento – si legge in un post pubblicato sul suo profilo Instagram -Sabato giocherò la mia ultima partita al Santiago Bernabeu. E anche se, dopo il Mondiale per Club, non indosserò più questa maglia in campo, sarò sempre ‘madridista’”.

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Tottenham vince Europa League, primo titolo dopo 17 anni

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Una coppa in bacheca, la prima dopo 17 anni, e un pass per la Champions League. Troppa grazia per il Tottenham, che ha vinto l’Europa League imponendosi 1-0 sul Manchester United nel derby tutto inglese disputato a Bilbao e tramutando in oro, in extremis, la sua stagione e condannando invece i Red Devils all’ennesima delusione. Diciassettesima in classifica in Premier League, dove ha perso ben 19 partite, la squadra di Ange Postecoglu ha ottenuto in Europa un risultato storico, dato che non vinceva un trofeo (e Harry Kane ne sa qualcosa) dalla Coppa di Lega inglese del 2008. Gli Spurs si trovano a festeggiare per la rete realizzata da Johnson nel finale del primo tempo, poi difesa alla disperata fino al 98 minuto, grazie anche alle parate del portiere azzurro Guglielmo Vicario, facendo felici le migliaia di tifosi arrivate al San Mames sperando nella redenzione dei loro beniamini.

Un successo che ha anche un grande valore economico, potenzialmente superiore ai 100 milioni di sterline (120 milioni di euro) e che rende giustizia al tecnico Postecoglu, il quale ancora una volta ha tenuto fede alla tradizione di portare a casa un trofeo al suo secondo anno sulla panchina di una squadra. Tra due squadre non certo al top non era lecito attendersi grande spettacolo e qualità di gioco, così il primo tempo è stato segnato da molti errori, tanta foga, gioco spezzettato dai falli e poche emozioni. E non poteva che essere in linea il gol che al 42′ ha sbloccato la partita: su cross di Sarr, Johnson ha cercato una deviazione sbilenca, la palla è finita addosso al difensore dello United Shaw ed è finita in rete eludendo l’intervento di Onana. L’Uefa ha assegnato la rete al gallese, miglior marcatore stagionale per gli Spurs.

Nella ripresa, lo United ha alzato il ritmo e si è fatto pericoloso ma il Tottenham pur arretrando non si è disunito e ha cercato fortuna in contropiede. Vicario ha rischiato di rovinare tutto per gli Spurs con un’uscita avventata al 24′, ma Van De Ven in acrobazia ha salvato sulla linea il colpo di testa di Hojlund. Poco dopo, Amorim ha tolto il danese e Mount per inserire Garnacho e Zirkzee e per gli Spurs si è trasformata in un angosciante assedio, ma la fortuna e Vicario, decisivo su un colpo di testa di Shaw allo scadere per evitare i supplementari, ha premiato la squadra forse meno attesa. Lo United era a caccia del primo trionfo europeo dall’Europa League 2016/17 e, al contrario che in Premier, in Europa è stata l’unica squadra imbattuta in questa stagione. I Red Devils erano arrivati in finale travolgendo 7-1 l’Athletic Bilbao, negando alla squadra spagnola una finale nel proprio stadio, e forse gli dei baschi del calcio hanno fatto pagare questo affronto. Per Amorim e i suoi giocatori, la sconfitta è stata l’ennesimo choc di una stagione da dimenticare in fretta.

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Cellino: sono una vittima, mi hanno truffato. Voglio vendere il Brescia e uscire dal calcio

Il presidente del Brescia si difende dalle accuse della Procura Figc: «Mai conosciuto Alfieri, mi sono fidato del mio commercialista».

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«Mi fanno passare per truffaldino, ma sono una vittima». Con queste parole Massimo Cellino (foto Imagoeconomica in evidenza), presidente del Brescia Calcio, si è difeso in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, alla vigilia dell’udienza al Tribunale Federale Nazionale che potrebbe decidere il futuro della sua squadra, già salvata sul campo ma ora a rischio retrocessione in Serie C.

La Procura Federale ha infatti accusato il club di non aver versato regolarmente Irpef e contributi Inps ai propri tesserati, aprendo un caso che ha bloccato i play-out di Serie B e lasciato sospeso il destino del Brescia e della Sampdoria, che potrebbe rientrare in corsa per la salvezza.

«Sono stato truffato da chi doveva tutelarmi»

Cellino ricostruisce i fatti a partire dal 16 febbraio, giorno del suo rientro in Italia: «Mi informano che il responsabile finanziario Luigi Micheli si è dimesso. Poi scopro che mi ha rubato dei soldi. Il 17 febbraio dovevamo pagare gli stipendi del trimestre, così mi rivolgo al nostro commercialista, lo Studio Gamba, che ci segue da anni».

Secondo quanto racconta, è proprio il commercialista a consigliargli di rivolgersi al Gruppo Alfieri spv, per versare i contributi tramite la compravendita di crediti di imposta. Una pratica che, sostiene Cellino, era stata presentata come legale e utilizzata da aziende importanti. «Non ho mai incontrato questo Alfieri, non sapevo nemmeno chi fosse. Mi sono fidato del professionista», ribadisce.

I documenti e le rassicurazioni

Cellino mostra anche un documento che il commercialista gli avrebbe consegnato, una presunta certificazione della Banca d’Italia per il codice Isin, poi rivelatasi falsa. «Ma mica sono io il professionista. È il commercialista che avrebbe dovuto fare le verifiche», afferma. A sostegno della sua buona fede, spiega di aver inviato tutta la documentazione anche alla Covisoc, inclusa la quietanza di pagamento alla società cedente.

«In 36 anni mai una sanzione. Adesso me ne vado»

Il presidente è un fiume in piena: «In 36 anni nel calcio non ho mai ricevuto una sanzione per un ritardo nei pagamenti. Anche ai tempi di Calciopoli sono rimasto in piedi. Ora però non ce la faccio più. Questo calcio non lo riconosco più. Voglio vendere il prima possibile».

Alla domanda sulla sua prossima mossa, Cellino risponde con amarezza:

«Trovare un grosso burrone e buttarmici dentro».

Parole che raccontano lo sconforto profondo di uno dei dirigenti più esperti del calcio italiano, oggi al centro di un’inchiesta che rischia di stravolgere la fine della stagione e compromettere anni di gestione.

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