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Calcio: Zapata risponde a Lukaku,1-1 tra Toro e Roma

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Lukaku chiama, Zapata risponde: i due bomber decidono Toro-Roma, la sfida tra granata e giallorossi si chiude sull’1-1. Juric può essere soddisfatto per il punto conquistato in rimonta e per la reazione dei suoi, Mourinho invece continua la sua marcia titubante con una sola vittoria in cinque giornate. Non sono poche le sorprese di formazione riservate da Juric: Vlasic finisce in panchina e il tecnico gli preferisce ancora Seck, ma soprattutto c’è l’esclusione di Ricci con la coppia di centrocampo tutta ex Verona Tameze-Ilic. Per il resto, invece, è lo stesso Toro che ha espugnato l’Arechi di Salerno, con il terzetto Schuurs-Buongiorno-Rodriguez davanti a Milinkovic-Savic, gli esterni Bellanova e Lazaro e Radonjic ancora titolare con Zapata unica punta.

Nella Roma, Mourinho punta su Lukaku e Dybala, ma insieme a loro piazza anche El Shaarawy. Sulle corsie ci sono Kristensen e Spinazzola, in difesa davanti a Rui Patricio ci sono Mancini, Llorente e N’Dicka. Il grande ex Belotti finisce in panchina e viene fischiato sonoramente dai tifosi del Toro alla lettura delle formazioni e al suo ingresso in campo nella ripresa. E’ la sfida dei grandi bomber, Zapata da una parte e Lukaku dall’altra, e il loro match entra subito nel vivo: il colpo di testa del colombiano è respinto da un bell’intervento di Rui Patricio, il belga ci prova con il sinistro e spaventa Vanja, con il pallone che esce di pochi centimetri. Dopo gli squilli iniziali, però, le due squadre si annullano a vicenda, penalizzate anche da un campo in pessime condizioni. Così Dybala non riesce a far vedere le sue qualità, mentre Radonjic ci prova solo con una conclusione da fuori area centrale per Rui Patricio. Per il resto, spiccano le prestazioni dei difensori, con Buongiorno che prende le misure a Lukaku e Llorente che si appiccica a Zapata senza concedergli nemmeno un centimetro.

Juric e Mourinho non fanno cambi durante l’intervallo, la prima occasione della ripresa è dei giallorossi e serve una grande intervento di Rodriguez per anticipare Dybala a pochi metri da Milinkovic-Savic. Il Toro non sta a guardare e ribatte, Seck si invola in area e poi il suo diagonale attraversa tutta l’area senza trovare deviazioni. La prima mossa di Juric è inserire Vlasic per Radonjic, la Roma però sfiora il gol con il lancio di Spinazzola per Cristante che sbatte sul palo. E’ il preludio al vantaggio, che arriva al 68′: Lukaku fa perno su Buongiorno e gira con il mancino, Milinkovic-Savic si tuffa dall’altra parte ed è 1-0 per la squadra di Mourinho. Juric cerca di riprenderla lanciando Karamoh e Sanabria al posto di Seck e Tameze, così il Toro passa alle due punte con Vlasic abbassato in mediana. I granata sembrano alzare bandiera bianca, il tecnico butta nella mischia anche Pellegri e il Toro aggunta il pari all’85: la punizione battuta da Ilic trova Zapata, il colombiano trova la deviazione vincente e fa 1-1. E’ un punto che fa ben più contento Juric di Mourinho, ora c’è poco tempo per riposarsi, mercoledì le due squadre avranno già il turno infrasettimanale: Buongiorno e compagni voleranno nella Capitale per sfidare la Lazio mercoledì, per i giallorossi ci sarà un’altra trasferta contro il Genoa nel posticipo di giovedì.

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Trappola Napoli per Inter in fuga, rischia il Milan

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Il Napoli vuole evitare di passare il testimone già a dicembre a un’Inter sempre più autorevole, lanciata in una fuga scudetto che appare compatibile col potenziale della sua rosa. Simone Inzaghi, dopo la prova di forza data a Lisbona col recupero di tre gol in una gara che contava poco e con otto sostituti in campo, ha la forza dei nervi distesi. Una sconfitta potrebbe essere tutto sommato rimediabile, una vittoria significherebbe rafforzare la fuga e infliggere un colpo tremendo a un Napoli che tenta di riguadagnare l’autostima col sergente di ferro Mazzarri che, proprio con la squadra con cui ha ottenuto i risultati migliori dieci anni fa, cerca di tornare in auge dopo un’eclissi che l’ha fatto scomparire dai radar del calcio che conta. Tutto lascia presagire un incontro spettacolare e dal risultato in bilico, nel match clou della 14/a di A, domenica sera al ‘Maradona’.

Il recuperato Osimhen e il rinfrancato Kvara sfidano, orgogliosi dello scudetto sul petto, gli affiatati e irresistibili Lautaro e Thuram. Anche a centrocampo i confronti sono equilibrati, mentre sulle fasce prevale l’Inter. Anche se hanno la migliore difesa, in quel reparto gli ospiti potrebbero rendere qualcosa per le assenze di Pavard e Bastoni, ma il Napoli non ha ancora elaborato il ‘lutto’ della partenza di Kim visto che il sostituto Natan convince a metà. Però, dopo l’esonero di Garcia, i partenopei hanno ritrovato lo spirito giusto, come hanno dimostrato a Bergamo e a Madrid. Rischia molto di più, in realtà, il Milan di Pioli colpito e (quasi) affondato in Champions in un girone comunque complicato. I tumultuosi movimenti di mercato sembrano avere alla distanza disunito il gruppo falcidiato da una sequela di infortuni che non possono essere ascrivibili solo alla sfortuna.

La difesa manca di cinque elementi e domani, contro il volitivo Frosinone, il reduce Tomori sarà affiancato dal baby Simic. Senza Leao e lo squalificato Giroud Pioli sarà costretto a ricorrere all’inconsistente Jovic. Di Francesco si sta togliendo molti sassolini dalle scarpe: dopo i molteplici esoneri sta facendo volare il Frosinone come aveva fatto col Sassuolo a inizio carriera. I ciociari divertono, sfruttano i prestiti di Soule’, Barrenechea, Reinier, Cheddira per creare un gruppo sfacciato e ambizioso, per ora ancorato al nono posto. Un ulteriore passo falso potrebbe far traballare la panchina di Pioli, che è comunque al terzo posto. Osservate speciali, nel turno successivo alla quinta tappa delle coppe, sono le attardate Roma, Atalanta, Fiorentina e Lazio, oltre alla sorpresa Bologna. La Roma, criticata aspramente da Mourinho dopo la frenata a Ginevra, gioca in casa del Sassuolo di Berardi e degli ex Vina e Defrel. Rientrerà Mancini, le chance dei tre punti sono affidate a Lukaku e Dybala, insolitamente opaco col Servette.

L’Atalanta ha ritrovato il miglior Scamacca e renderà visita a un Torino sempre più inconcludente, con l’ex Zapata smanioso di farsi rimpiangere. La Fiorentina deve cambiare marcia dopo le quattro sconfitte in cinque gare che hanno frenato la sua ascesa: sembra favorita contro la Salernitana che è ultima ma che ha mostrato orgoglio e qualità vincendo con la Lazio grazie all’ex Candreva. I biancazzurri hanno frenato le difficoltà recenti con la qualificazione agli ottavi di Champions e le prodezze del ritrovato Immobile, ma il bilancio in campionato e’ deprimente: sono 11/i, a -7 dal quarto posto.

Servono tre punti contro il Cagliari che sembra in progresso e ha una batteria di attaccanti superiore ai suoi avversari per la salvezza. Se buona parte delle squadre arrancano, ce n’è una che vola. E’ il Bologna di Thiago Motta, trascinato da Ferguson, Aebischer e Zirkzee, che ha il miglior rendimento degli ultimi 20 anni. Gli emiliani sono quinti con la Roma e hanno la possibilità di ottenere la quarta vittoria in sei gare in casa di un deludente Lecce che Baroni non riesce a riassestare dopo un buon inizio. Le altre due gare riguardano la volata salvezza. Il Genoa, che Gilardino sta pilotando verso il centroclassifica, recupera Retegui, dà fiducia a Malinovskyi e ospita l’alterno Empoli, che però ha tratto giovamento dal ritorno di Andreazzoli. Molto piu’ delicato è il derby del nord-est: l’Udinese con Cioffi sembra più competitivo, ma la classifica è deficitaria e rimane l’enigma del recupero di Deulofeu, fermo ai box da un anno. I friulani ospitano il Verona di Baroni in caduta libera: dopo le due vittorie iniziali ha collezionato tre punti in 11 partite. Un ulteriore stop potrebbe decapitare anche la panchina dei veneti.

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Lazio e Napoli si rituffano in campionato all’inseguimento delle prime della classe

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La vittoria col Celtic di martedì scorso ha rivitalizzato l’ambiente della Lazio: con gli ottavi di Champions League in cassaforte, gli uomini di Sarri potranno concentrarsi solo sul campionato. Il quarto posto, occupato dal Napoli, dista 7 punti, per cui l’impegno di domani contro il Cagliari è già un banco di prova importante per valutare la continuità della Lazio, che in stagione ha spesso compiuto passi falsi dopo vittorie convincenti. Come col Celtic, il mister non potrà contare su tre titolari: Casale e Romagnoli in difesa, Zaccagni in attacco. In compenso tornerà disponibile Matia Vecino, che si è messo alle spalle l’infortunio al gluteo. La Lazio ha ospitato i sardi all’Olimpico 39 volte: 26 successi dei padroni di casa, 5 pareggi e 8 vittorie del Cagliari (l’ultima nel 2009). Secondo Manuel Lazzari, oggi protagonista in conferenza stampa, il successo in Champions deve lasciare “tanta energia, tanta adrenalina per ributtarci in campionato dove siamo in ritardo”. Il terzino non si capacita della differenza di rendimento della squadra tra Serie A e Champions: “Domani ci aspetta una partita da dentro o fuori, dovremo approcciarla come martedì sera”, aggiunge.

Lazzari garantisce che nel gruppo non è “mai mancata” umiltà: “A volte, come a Salerno, può sembrare che ci siamo mancata cattiveria e personalità. Dobbiamo solo cercare di iniziare le partite come abbiamo fatto in Champions. Adesso ci dobbiamo dare una svegliata in Serie A”. L’ex Spal, dopo tanti anni da esterno in un centrocampo a cinque, ha saputo reinventarsi terzino destro grazie a Sarri: “Con il mister mi sono dovuto adattare.

Quest’anno mi sento molto meglio, penso molto più a difendere che ad attaccare, è quello che chiede Sarri. Curo molto di più la fase difensiva e a rimanere concentrato 90 minuti. Se sbagli è un disastro”. Questa crescita costante potrebbe garantirgli continuità con la maglia azzurra: “Arrivare in Nazionale, giocare gli Europei e i Mondiali, è il sogno di chiunque, anche mio. C’è tanta competizione. Io mi devo concentrare sulla Lazio, solo così potrò avere qualche chance. Ma non mi ci focalizzo più di tanto”. In chiusura, il numero 29 biancoceleste dedica qualche parola anche Ciro Immobile, l’uomo del momento: “Lo vedo sempre molto sereno, felice, soprattutto dopo i due gol contro il Celtic. L’umore è ottimo, sta bene, è in fiducia. Ha fatto la differenza anche partendo dalla panchina. Ha subito tante critiche, ma lui è fortissimo ed è stato bravo a guardare oltre, l’ha dimostrato a tutti.”.

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Fiorentina avanti in Conference, battuto il Genk

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Battendo per 2-1 il Genk la Fiorentina consolida il primo posto nel girone, fa un passo importante verso la qualificazione agli ottavi ma per riuscirci le manca ancora un punto, quello che dovrà andare a conquistarsi fra due settimane in Ungheria, in casa del Ferncvaros capace di vincere in extremis sul Cukaricki. Intanto però Vincenzo Italiano ha ottenuto quello che aveva chiesto, vincere per ripartire dopo il ko con il Milan di sabato scorso.

La squadra belga è passata per prima con Kayembe, cui ha risposto subito dopo Martinez Quarta. Il raddoppio è arrivato nella ripresa grazie al rigore battuto con la consueta precisione da Nico Gonzalez, al 9° gol stagionale, mettendo il timbro su una gara contrassegnata da 12 ammoniti (compresi i due allenatori), nervi tesi e accenni di rissa. Vincenzo Italiano è partito escludendo sia Nzola che Beltran, i due centravanti finiti nel mirino, la cui perdurante sterilità ha pesato finora sul rendimento della squadra specialmente in campionato: al loro posto il tecnico viola ha schierato Kouamé (non è la prima volta) sostenuto da Nico Gonzalez e Ikoné. Cambiamenti anche in difesa con Mina per la prima volta titolare.

In un Franchi con molti spalti vuoti è stato il Genk ad andare subito vicinissimo al gol: un errore di Parisi ha spianato la strada a Fadera che a tu per tu con il portiere viola ha però calciato sul palo. Il pericolo corso ha suggerito alla Fiorentina di accelerare la manovra ma la squadra belga era pericolosa con Paintisil I viola ci provavano con Gonzalez e Barak, senza trovare il bersaglio. L’arbitro intanto graziava sia Quarta, per un’entrata pericolosa e soprattutto Fadera (già ammonito) per gioco pericoloso su Parisi: non a caso Vrancken lo ha sostituito di lì a poco.

La squadra belga si difendeva bene (salvataggio sulla linea di Hrosovsky sul tiro di Ikoné) e continuava sfruttare gli spazi in ripartenza riuscendo prima dell’intervallo a passare con Kayembe bravo a saltare Quarta. Il centrale argentino si riscattava poco dopo, nel recupero, raccogliendo e calciando in porta una respinta del portiere sul colpo di testa di Mina. Il risultato restava in bilico anche nella ripresa fra squadre che si affrontavano senza tatticismi. Italiano inseriva Milenkovic, Kayode e poco più tardi Arthur e Beltran (per Barak) in una Fiorentina col doppio regista e il centravanti argentino posizionato dietro Kouamé: proprio l’ex River e il giovane terzino si rivelavano determinanti nell’azione sfociata nel raddoppio, il primo lanciando il secondo sul quale l’intervento di Sadick veniva sanzionato (anche dal Var) con il rigore battuto dallo specialista Gonzalez.

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