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Cronache

Terra dei fuochi, la Cassazione annulla la confisca dei beni ai Pellini: saranno restituiti circa 200 mln di euro

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La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Napoli e relativo al patrimonio del valore di oltre 200 milioni di euro dei tre fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori del settore rifiuti condannati con sentenza definitiva per traffico illecito di rifiuti e ritenuti tra i responsabili dell’inquinamento dell’area di Acerra, comune dell’hinterland napoletano compreso nella cosiddetta Terra dei Fuochi. I beni dovranno essere ora restituiti ai Pellini.

Alla Suprema Corte si erano rivolti i difensori dei tre imprenditori, gli avvocati Francesco Picca, Stefano Preziosi e Paola Tafuro, che avevano chiesto ai giudici della Cassazione di dichiarare l’inefficacia del decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Napoli il 19 giugno del 2023 perché affetto da vizio di tardività, in quanto preso oltre il termine di 18 mesi prescritto per emettere un provvedimento di secondo grado.

“Si tratta di uno dei più grandi disastri ambientali della Campania e forse d’Italia eppure questi criminali hanno riavuto tutto ciò che hanno accumulato sulla pelle della gente e della terra, rubando il futuro a tanti giovani e devastando il territorio”.

Così il deputato napoletano dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che aggiunge: “non capiamo perché la Corte d’appello, nei sedici mesi previsti dalla legge, non sia riuscita ad emettere la sentenza di confisca. Ci sono responsabilità enormi che i ministri competenti devono assolutamente verificare. È stato dato un lasciapassare ai criminali e a chi avvelena il territorio”. “Cosa potremo mai dire – ancora il parlamentare – alle vittime della Terra dei Fuochi? Coloro che li hanno avvelenati avranno indietro i frutti delle loro attività criminali che invece sarebbero dovuti servire a risarcire le vittime e bonificare i territori”.

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Far West Napoli, due sparatorie e quattro feriti

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Una violenta sparatoria ha scosso il tardo pomeriggio di Napoli, lasciando tre persone ferite da colpi di arma da fuoco. I feriti, che hanno riportato lesioni alle gambe e ai glutei, sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale Vecchio Pellegrini, mentre la Squadra mobile di Napoli ha avviato le indagini per fare luce sull’accaduto.

Secondo una prima ricostruzione, la sparatoria è avvenuta su corso Amedeo di Savoia, una strada che collega il centro cittadino alla zona di Capodimonte. Si sta cercando di capire se vi sia un collegamento con un altro episodio avvenuto poco prima: il ferimento di un 24enne, trasportato all’ospedale Cto per ferite alle gambe da colpo di arma da fuoco. Anche su questo caso stanno indagando i Carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli e della stazione di Secondigliano.

Il giovane ferito nella sparatoria è stato identificato come Mariano Errichelli, 24 anni, già noto alle forze dell’ordine e figlio di Antonio Errichelli, noto come “o cinese”, esponente di spicco del clan camorristico Licciardi, ucciso nel 2014 in un agguato a Secondigliano. Anche l’agguato di oggi sembra essere avvenuto nella stessa zona.

I tre uomini coinvolti nella sparatoria hanno precedenti per reati contro il patrimonio. La situazione clinica dei feriti, rispetto alle prime informazioni, sembra essere peggiorata, con uno di loro in prognosi riservata all’ospedale Vecchio Pellegrini.

L’episodio criminale ha scosso la tranquillità di una strada normalmente molto trafficata, mettendo in allarme gli abitanti dei quartieri circostanti. Gli investigatori sono al lavoro per chiarire l’esatta dinamica degli eventi e individuare i responsabili di questo violento episodio, che ha seminato il terrore nella città partenopea.

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Morta 27enne investita a Napoli: ok genitori a trapianto organi

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Sì al trapianto di organi della 27enne investita a Napoli nella notte fra sabato e domenica scorsi e morta nella giornata di ieri. I genitori della giovane hanno infatti dato il consenso ai medici dell’ospedale di Nocera Inferiore alla donazione. Acquisito il consenso dei familiari, è immediatamente iniziato l’accertamento di morte cerebrale da parte della apposita commissione, presieduta dal dr. Massimo Petrosino e composta dal direttore sanitario del Dea Nocera-Pagani-Scafati dottoressa Rosa Santarpia, e dai medici Ranieri (neurologo) e Scarpato (anestesista rianimatore).

Terminato il periodo di osservazione previsto dalla legge, sono iniziate le attività chirurgiche che hanno consentito di prelevare gli organi: il fegato, cuore, polmoni, fegato, reni, pancreas e cornee, che, affidati alle diverse equipe coinvolte, sono partiti alla volta dei vari centri di trapianto dislocati presso altrettanti ospedali italiani. Ai genitori ed alla famiglia è andata anche la gratitudine dell’azienda ospedaliera per la forza dimostrata in una circostanza così tragica, nel quale, tuttavia, sono riusciti a trovare la forza per un gesto di amore e solidarietà di altissimo valore etico e morale, che regala una speranza di vita a tante altre persone in attesa di trapianto in tante parti d’Italia.

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Bimba di 10 mesi morta per avere ingerito candeggina

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Appena dieci mesi, morta per avere ingerito candeggina. Una tragedia che gli investigatori stanno cercando di inquadrare. Il dramma ha sconvolto Noto, cittadina barocca a mezz’ora di strada da Siracusa.

La Procura ha aperto un’inchiesta per capire cosa sia successo nell’abitazione della famiglia, che si trova alla periferia di Noto. Le indagini sono state affidate ai carabinieri che stanno raccogliendo gli elementi per ricostruire quanto accaduto. Secondo quanto accertato finora nell’appartamento c’erano la madre, due fratellini e la bimba di 10 mesi.

La piccola sarebbe entrata in contatto con un secchio al cui interno si trovava uno straccio immerso nell’acqua e nella candeggina. Cosa sia effettivamente accaduto, se abbia messo la testa dentro o il secchio le sia finito addosso mentre gattonava è il rebus che i carabinieri stanno cercando di risolvere. È certo comunque che la bimba ha ingerito dell’acqua con la candeggina.

La madre appena se ne è accorta ha urlato disperata richiamando l’attenzione dei vicini di casa che subito sono accorsi in suo aiuto. Per velocizzare i soccorsi hanno deciso di non attendere l’arrivo dell’ambulanza e di portare a bimba all’ospedale Trigona che si trova non lontano dall’abitazione della famiglia. Immediatamente la piccola è stata trasportata al pronto soccorso del nosocomio dove è stata pressa in cura dei medici. È probabile che sia arrivata già incosciente e subito dopo il suo cuoricino avrebbe smesso di battere.

I militari dell’Arma hanno interrogato i familiari che sono sotto shock per la tragedia. Hanno effettuato i rilievi all’interno dell’appartamento per cercare di ricostruire con esattezza la dinamica di quella che appare come un fatale incidente domestico. “Un lutto per tutta la città. Siamo in attesa dell’evoluzione delle indagini degli inquirenti: è un grande dolore per tutti noi e da padre piango questa perdita che crea un grande vuoto”, dice il sindaco di Noto, Corrado Figura.

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