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Cronache

Terra dei fuochi, i giudici blindano il tesoro dei Pellini

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La Corte di Appello di Napoli ha emesso un provvedimento di confisca riguardante il tesoretto sequestrato nel 2019 ai fratelli Pellini, imprenditori attivi nel settore dei rifiuti e accusati di aver inquinato un’area metropolitana. La decisione, contenuta in un documento di oltre cinquanta pagine firmato dal presidente Vittorio Melito e dai giudici Carlo Alifano e Mario Ruberto Gaudio, rigetta la richiesta di annullamento del provvedimento di primo grado presentata dai fratelli Pellini.

La Corte d’Appello ha respinto le argomentazioni difensive che sostenendo che il sequestro aveva perso efficacia in quanto era trascorso il termine di 18 mesi, stabilito come limite per emettere un provvedimento di secondo grado. I giudici hanno quindi confermato la confisca dei beni. Nonostante ciò, la difesa dei Pellini ha presentato un ricorso per Cassazione, chiedendo all’Alta Corte di intervenire sul caso dei milioni sequestrati.

Il ricorso si basa su due punti principali: da un lato, si chiede l’annullamento della confisca, sostenendo che la Corte d’Appello abbia emesso il provvedimento in ritardo rispetto ai 18 mesi stabiliti dalla legge; dall’altro lato, si invoca l’intervento della Cassazione anche sul merito del caso, poiché la difesa sostiene l’innocenza dei tre imputati principali.

La questione dei Pellini è uno dei principali filoni delle indagini sulla cosiddetta “terra dei fuochi”. I fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini sono stati condannati per traffico illecito di rifiuti e hanno ricevuto una pena definitiva di sette anni di reclusione. Successivamente, sono state avviate indagini patrimoniali che hanno portato al sequestro di beni per un valore di 200 milioni di euro.

La difesa dei Pellini, rappresentata dagli avvocati Francesco Picca, Stefano Preziosi e Paola Tafuro, ha sempre sostenuto l’innocenza dei loro assistiti rispetto alle accuse mosse dalla Procura di Napoli. Dopo il sequestro dei beni, è stato presentato un appello in cui si sollevava il ritardo nella definizione del giudizio di secondo grado da parte della Corte d’Appello.

L’udienza finale, che avrebbe dovuto pronunciarsi sul caso, è stata rinviata al 13 luglio a causa di un’improvvisa indisponibilità di uno dei giudici. Tuttavia, pochi giorni fa, il collegio ha emesso il provvedimento di confisca, notificando la decisione alle parti coinvolte al di fuori dell’udienza. Questo ha scatenato una reazione difensiva con il ricorso presentato alla Cassazione e l’attesa per il nuovo verdetto.

Ora spetta alla Suprema Corte pronunciarsi sugli argomenti sollevati dalla difesa. La questione dell’efficacia del sequestro rimane aperta? Il provvedimento di confisca è intoccabile dal punto di vista formale? Sarà necessario attendere la decisione della Cassazione, che segnerà una nuova fase della battaglia legale tra gli avvocati della difesa e l’accusa pubblica, riguardo a uno dei più importanti casi di confisca di beni collegati allo scempio della “terra dei fuochi”.

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Muore poche ore dopo un intervento alla spalla, due indagati

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Un uomo di 53 anni, di Motta di Livenza (Treviso), apparentemente in perfette condizioni di salute, è stato trovato morto, nel letto della sua stanza, in ospedale a San Vito al Tagliamento (Pordenone), poche ore dopo un ordinario intervento chirurgico di ortopedia alla cuffia dei rotatori. Da quanto è stato accertato, tutti gli esami pre-operatori risultavano nella norma. Sulla vicenda, la Procura della Repubblica di Pordenone ha aperto un fascicolo d’inchiesta, indagando per omicidio colposo l’ortopedico e l’anestesista che hanno eseguito l’intervento. Si tratta di un atto dovuto, a tutela delle garanzie difensive. Mercoledì prossimo è stata fissata l’autopsia del medico legale incaricato, Antonello Cirnelli, per capire le cause della morte. All’esame potranno essere nominati anche i periti degli indagati.

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La Procura di Milano chiede di processare la ministra Santanchè per truffa

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La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Daniela Santanchè e per altre due persone, tra cui il compagno della ministra Dimitri Kunz, e per due società nel filone del caso Visibilia sulla presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps sulla gestione della cassa integrazione nel periodo covid.

La richiesta di processo segue la chiusura delle indagini su questa tranche del “pacchetto Visibilia” che era arrivata il 22 marzo. Così come l’avviso di conclusione indagini, la richiesta di rinvio a giudizio riguarda, oltre alla senatrice di FdI e ministra del Turismo, il compagno Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, oltre alle due stesse società. Secondo l’accusa, non solo in quel periodo, dal “31 maggio 2020 al 28 febbraio 2022”, ad amministrare Visibilia Editore e Concessionaria, ossia a prendere le decisioni, erano Santanchè e Kunz, ma entrambi, assieme a Concordia, sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto “indebitamente”, per un totale di 13 dipendenti, la cassa integrazione in deroga “a sostegno delle imprese colpite dagli effetti” della pandemia Covid.

L’aggiunto Laura Pedio e i pm Marina Gravina e Luigi Luzi della Procura guidata da Marcello Viola nelle indagini hanno raccolto a verbale le parole dei dipendenti, i quali avrebbero confermato che la ministra sapeva: sarebbe stata a conoscenza del fatto che i dipendenti stavano continuando a lavorare, mentre l’istituto pensionistico versava oltre 126mila euro, per un totale di oltre 20mila ore, “direttamente ai dipendenti o a conguaglio alla società”. In particolare, come si legge negli atti delle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, oltre 36mila euro “a vantaggio della Visibilia Editore”, per sette dipendenti, e quasi 90mila euro a favore della Concessionaria su sei lavoratori.

A Santanchè, così come agli altri due, viene contestato di aver “dichiarato falsamente” che quei dipendenti fossero in cassa “a zero ore”, quando invece svolgevano le “proprie mansioni” in “smart working”, come Federica Bottiglione, l’ex manager che con la denuncia ha fatto scattare le indagini. Nel mirino dei pm pure le integrazioni che sarebbero state date per compensare le minori entrate della Cig rispetto a quelle dello stipendio: una “differenza”, scrivono i pm, che sarebbe stata corrisposta con “finti rimborsi per ‘note spese'”. L’unico a farsi interrogare dopo la chiusura indagini è stato Concordia. La senatrice di FdI è accusata anche di falso in bilancio, assieme ad altre 16 persone e tre società, nella seconda tranche del “pacchetto Visibilia”, anche questa già chiusa e per la quale nelle prossime settimane ci sarà la richiesta di processo.

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Ancora frane e pioggia, ma il maltempo ha le ore contate

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Ultime e ore di pioggia e maltempo sulla penisola, nel weekend torna la primavera con il sole e temperature primaverili. La pioggia ha, infatti, continuato imperversare nel Nord Italia, soprattutto sui settori alpini e sul Friuli Venezia Giulia. In Liguria la frana di un enorme masso – causata dalle forti precipitazioni di ieri – ha portato alla chiusura della strada statale 532 di Sestri Levante con notevoli disagi per lavoratori e studenti pendolari. In Lombardia, il Centro funzionale monitoraggio rischi, ha diramato un’allerta codice giallo per il rischio idrogeologico, a causa dei “rovesci sparsi e locali temporali dapprima a ridosso dei settori prealpini e successivamente anche su parte della pianura”. Situazione simile anche al Centro, con forti precipitazioni nella mattinata su Umbria, Toscana e Lazio.

Il pomeriggio, tuttavia, ha visto le precipitazioni spostarsi sulle regioni adriatiche – Marche, Abruzzo e Puglia – con anche occasionali grandinate che si sono alternate a sporadiche schiarite. Al Sud, invece, la pioggia ha colpito soprattutto la Campania, la Calabria Tirrenica e la Puglia. Sardegna e Sicilia, invece, hanno visto un tempo in gran parte soleggiato. Saranno proprio le isole, nel fine settimana, a beneficiare maggiormente del ritorno del bel tempo. Le temperature massime, infatti, toccheranno i 30 gradi in Sardegna e i 28 in Sicilia.

Sul resto della penisola – nonostante un notevole miglioramento delle condizioni metereologiche – le temperature faticheranno a salire sopra i 22-23 gradi. In particolare, nella giornata di sabato, il sole splenderà sia al Nord che al Sud. Al Centro, invece, il bel tempo sarà prevalente, ma con alcuni possibili rannuvolamenti sulle regioni adriatiche nel corso della mattinata. Nella giornata di domenica il clima si manterrà gradevolmente primaverile e soleggiato in tutta Italia. Le uniche zone interessate da possibili rannuvolamenti e occasionali precipitazioni saranno i settori alpini e la Toscana settentrionale. Tra mercoledì e martedì della prossima settimana torneranno, invece, le piogge al Centro-Nord e progressivamente nel meridione con un leggero calo termico. Solo in prossimità del weekend del 11-12 maggio si potrebbe vedere una stabilizzazione del meteo con un sensibile aumento delle temperature.

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