Collegati con noi

Esteri

New York Times: difficile per i Democratici rimpiazzare Biden con un altro candidato

Pubblicato

del

I Democratici Usa non hanno modo di sostituire il presidente Joe Biden nel ruolo di candidato del partito in vista delle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo novembre “sintantoche’ il presidente rimarra’ candidato alla rielezione”. Lo scrive il quotidiano “New York Times”, mentre il Paese continua a interrogarsi sullo stato di salute fisica e mentale dell’attuale inquilino della Casa Bianca. il quotidiano sottolinea che e’ troppo tardi per aprire le primarie del Partito democratico a “un altro sfidante adeguato”, e che “non esiste un meccanismo per scegliere un candidato differente”. “Non esistono ragioni per ritenere che Biden possa interrompere la sua candidatura”, scrive il quotidiano. “Ma se lo facesse, o se per lui diventasse impossibile continuare – ad esempio per una crisi di salute – il prossimo passo dipenderebbe dalle tempistiche della sua dipartita”. Lo stesso – chiosa il quotidiano – sarebbe vero “nel caso in cui l’ex presidente Donald Trump dovesse lasciare la contesa per ragioni di salute o per questioni legali relative ai processi penali a suo carico”.

Secondo il “New York Times”, se Biden fosse costretto a ritirare la propria candidatura prima della fine delle primarie, gli elettori vedrebbero limitata la loro scelta agli altri “semisconosciuti” candidati che partecipano al processo di assegnazione dei delegati. Quasi certamente, pero’, questi candidati secondari non otterrebbero il sostegno di un numero sufficiente di delegati alla convention del partito, in programma nel mese di agosto. La vicepresidente Kamala Harris “non diventerebbe automaticamente la candidata” del Partito democratico, dal momento che non prende parte alle primarie. E’ probabile pero’ che molti delegati deciderebbero di sostenerne la nomina. Il fronte democratico si e’ gia’ interrogato per mesi in merito a potenziali candidati alla presidenza alternativi all’attuale inquilino della Casa Bianca: il nome circolato piu’ spesso e’ quello del governatore della California, Gavin Newsom, ma per il momento – scrive il quotidiano – la potenziale candidatura di queste figure alla convention, nel caso di un ritiro anticipato di Biden resta “pura speculazione”.

Advertisement

Esteri

Boy Scout cambiano nome in Usa per includere le ragazze

Pubblicato

del

Rivoluzione nei Boy Scouts americani. L’organizzazione fondata in Texas 114 anni fa ha deciso di cambiare nome per essere più inclusiva e accogliente nei confronti delle ragazze. Dall’8 febbraio del prossimo anno, giorno del suo 115esimo avversario, l’associazione dei piccoli esploratori diventerà ‘Scouting America’ “un’evoluzione naturale volta a garantire che tutti i giovani americani si sentano riconosciuti”, ha dichiarato Roger A. Krone, presidente e amministratore delegato dell’associazione centenaria. In realtà, si tratta anche di una mossa strategica dopo che negli ultimi tempi l’organizzazione, da sempre roccaforte del conservatorismo del sud degli Stati Uniti, è stata travolta da oltre da migliaia di denunce di abusi sessuali che l’hanno portata, nel 2020, a dichiarare bancarotta e accettare un piano di ristrutturazione per 2,4 miliardi.

E solo l’anno scorso, gli Scouts hanno iniziato a risarcire migliaia di vittime attraverso il Victims Compensation Trust che, si prevede, pagherà 2,4 miliardi di dollari a più di 82.000 ragazzi che hanno subito abusi. Da allora l’organizzazione ha imposto una serie di protocolli per evitare che altre persone debbano soffrire per violenze del genere. Tra questi, una formazione obbligatoria sulla protezione dei giovani per volontari e dipendenti, un processo di screening che include controlli dei precedenti penali per i capi e il personale adulto e una politica che richiede che almeno due adulti che abbiano seguito il training siano sempre presenti con i giovani durante le attività. Ma gli scandali hanno comunque dato un grande scossone alla sua fama. Come altre organizzazioni, inoltre, durante la pandemia gli Scouts hanno perso molti membri, un vero e proprio crollo rispetto al picco raggiunto nel 2018 con oltre 2 milioni di iscritti.

Attualmente il numero si è assestato su poco più di un milione di cui 176.000 ragazze. Peraltro alle giovani esploratrici non era permesso accedere ai ranghi più alti dell’associazione fino al 2017, una forma di discriminazione che ha colpito anche i soci gay che non sono stati ammessi fino al 2013. Quando le porte si aprirono per la prima volta per le ragazze, la spiegazione ufficiale fu che era un modo per aiutare le famiglie nell’organizzazione dei figli, ora i vertici dell’associazione sostengono che il cambiamento debba essere rappresentato anche nel nome. “E’ giunto il momento per l’organizzazione di avere un nome che rifletta meglio i giovani attualmente iscritti – ha spiegato Krone – tanto più che quasi il 20% dei membri sono ragazze o giovani donne”. Il rebranding, ha sottolineato il presidente, non cambierà la missione di preparare “i giovani a fare scelte etiche e morali in base ai principi scout.

I valori dell’America sono valori di scouting”. Nello Stato tra i più conservatori d’America c’è tuttavia chi storce già il naso definendolo un cambiamento “non necessario”, mentre le Girl Scouts – un’organizzazione separata dai Boy Scouts of America – hanno contestato che questa apertura in nome della parità di genere potesse creare confusione e danneggiare i loro sforzi di reclutamento. Hanno quindi presentato una denuncia alla Corte federale di Manhattan. Ma alla fine, un giudice ha stabilito che entrambe le associazioni possono usare parole come “scout” e “scouting”.

Continua a leggere

Esteri

Londra attacca Mosca: risposte inadeguate, stop ad attività maligne in casa nostra

Pubblicato

del

Il ministro dell’Interno britannico, James Cleverly, ha denunciato come “totalmente inadeguate” le spiegazioni offerte da Mosca alle denunce di un’intensificazione di “attività maligne” nel Regno Unito come in altri Paesi occidentali sullo sfondo della guerra in Ucraina. Di qui, ha rimarcato Cleverly, “la nostra risposta risoluta e ferma” annunciata oggi con la prevista espulsione dell’addetto militare russo (accusato d’essere “un ufficiale non dichiarato” dei servizi di spionaggio del Gru), la revoca dello status diplomatico ad alcune proprietà facenti capo all’ambasciata di Mosca nel Regno che sarebbero state usate come basi per operazioni “d’intelligence” e la riduzione della durata dei visti diplomatici. “Vogliamo rendere evidente alla Russia che noi non tollereremo una simile escalation”, ha insistito il titolare dell’Home Office, mettendo poi le mani avanti sulla reazione del Cremlino e alzando ulteriormente i toni della retorica: nelle sue parole, è prevedibile che Mosca risponda evocando accuse di russofobia contro il governo di Rishi Sunak e “teorie della cospirazione”, argomenti a cui i britannici “non intendono abboccare, facendosi prendere in giro da mosche cocchiere, troll e lacchè di (Vladimir) Putin”. “Il nostro messaggio alla Russia è chiaro: deve fermare la sua guerra illegale, ritirare le truppe dall’Ucraina e cessare queste attività maligne”, ha concluso Cleverly.

Continua a leggere

Esteri

Putin: non rifiutiamo il dialogo con i Paesi occidentali

Pubblicato

del

“La Russia non rifiuta il dialogo con i Paesi occidentali, la scelta spetta a loro”. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, citato dall’agenzia Ria Novosti, nel suo discorso di insediamento per il quinto mandato. “Vogliono continuare a cercare di limitare lo sviluppo della Russia, continuare la politica di aggressione, pressione sul nostro Paese che non è cessata da anni, o guardare ad una via per la cooperazione e la pace?” si domanda Putin.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto