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Pocho Lavezzi choc: l’ex campione del Napoli annega tra successi, eccessi e lotta con i suoi demoni

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La vita di Ezequiel Lavezzi, noto come “Pocho,” è stata una parabola affascinante attraverso il mondo del calcio, segnata da successi, eccessi e la lotta con i propri demoni. Il calciatore argentino, dalle doti tecniche normali ma con un talento per esaltare le tifoserie, si è ritrovato al centro dell’attenzione non solo per le gesta sul campo, ma anche per la sua vita fuori dagli schemi.

La notizia recente del ricovero di Lavezzi in una clinica a Buenos Aires ha scatenato preoccupazioni riguardo alle sue condizioni di salute. Si sono diffuse voci sulla possibile dipendenza da sostanze o altre problematiche. La famiglia ha smentito le speculazioni, ma l’attenzione rimane alta su questo calciatore che, nonostante non sia stato un campione in senso tecnico, ha conquistato il cuore delle tifoserie.

Lavezzi è sempre stato un personaggio eccentrico, un ragazzo che fa simpatia e tenerezza. La sua sfrontatezza e indolenza lo hanno reso un individuo fuori dagli schemi, capace di fare ciò che sente senza preoccuparsi delle convenzioni. Ai tempi del Napoli, è diventato noto per aver fatto chiudere un negozio per un pomeriggio intero solo per comprare dei vestiti per suo figlio Tomi.

La sua carriera calcistica ha visto momenti di grande successo, specialmente durante la sua esperienza con il Napoli e il Paris Saint Germain. Nel 2016, si trasferisce in Cina all’Hebei, firmando un contratto da 53 milioni di euro per 24 mesi. Tuttavia, questa fase di successo finanziario sembra essere stata seguita da un baratro personale.

Lavezzi non ha retto alla ricchezza e alla notorietà. Ha vissuto delusioni personali, come la fine delle relazioni con Yanina Screpante e Natalia Borges, e ha dovuto affrontare il “tradimento” del suo agente storico. Il suo stile di vita eccessivo, con viaggi di lusso e vacanze costose, potrebbero aver contribuito alla sua attuale situazione.

Il calciatore argentino, ora a 38 anni, sembra essere in una fase di declino caratterizzata da eccessi che coinvolgono droga, crisi mistiche e alcol. Il recente ricovero a Buenos Aires, seguito da uno a Punta del Este, in Uruguay, ha scatenato voci di overdose.

La famiglia, attraverso suo figlio Tomas, cerca di proteggere Lavezzi da speculazioni dannose, sottolineando che ha bisogno di cure e che non ci sono spazi per invenzioni. La sua storia sembra riflettere una parabola simile a quella di Diego Maradona, un’altra leggenda argentina che ha lottato con i demoni personali.

La vita di Lavezzi, tra successi calcistici, eccessi e la ricerca di equilibrio, rappresenta una narrazione complessa di un uomo che ha vissuto intensamente ogni aspetto della sua esistenza, attraversando momenti di gloria e sfide personali. La sua lotta attuale sottolinea la fragilità umana, indipendentemente dallo status di celebrità.

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Champions, il Real Madrid batte il Bayern e va in finale: Ancelotti re di coppe

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Il Real Madrid ha compiuto un’impresa pazzesca al Santiago Bernabeu, ribaltando le sorti della semifinale di Champions League contro il Bayern Monaco e guadagnandosi un posto nella finale di Londra. La partita sembrava ormai indirizzata verso la vittoria del Bayern, che era in vantaggio grazie alla rete di Davies, ma Joselu ha cambiato il destino del match con una doppietta nei minuti finali.

Carlo Ancelotti, l’architetto di questa incredibile vittoria, ha dimostrato ancora una volta di essere il “re di coppe”. I suoi ragazzi hanno indossato una maglietta con la scritta “a por la 15′”, a testimonianza del desiderio di conquistare la quindicesima Coppa dei Campioni. Ancelotti ha saputo leggere la partita e ha effettuato le sostituzioni giuste al momento giusto, in particolare l’ingresso di Joselu si è rivelato decisivo per il successo del Real Madrid.

Il Bayern Monaco ha offerto una resistenza tenace, ma l’errore di Neuer ha aperto la porta al Real Madrid. La squadra spagnola ha preso l’iniziativa, sostenuta da un tifo assordante, e ha continuato a creare occasioni da gol. Vinicius è stato particolarmente pericoloso sulla fascia sinistra, ma è stata la determinazione di Joselu a fare la differenza.

Ancelotti ha elogiato l’apporto del suo staff e dei suoi giocatori, sottolineando l’importanza di delegare e di avere un gruppo di alto livello. La vittoria del Real Madrid è stata una dimostrazione di carattere e determinazione, e ora la squadra si prepara per affrontare il Borussia Dortmund nella finale di Champions League a Londra.

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Conference League, la Fiorentina pareggia con il Brugge e va in finale

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La Fiorentina conquista la finale di Conference League  contro il Club Brugge. Il pareggio 1-1 in Belgio è stato sufficiente per garantire agli uomini di Italiano la loro seconda finale consecutiva in questa competizione, dopo la delusione dello scorso anno contro il West Ham United. Il match è stato inizialmente tattico, con entrambe le squadre che hanno impiegato venti minuti per calibrare i propri movimenti. Il primo vero sussulto è arrivato con un mancino alto di Mandragora, ma è stato il Bruges a trovare il gol con De Cuyper, che ha sfruttato un’occasione su un errore difensivo della Viola. La squadra italiana ha risposto con determinazione, creando diverse occasioni ma senza riuscire a concretizzare. Tuttavia, il rigore trasformato da Beltran ha ribaltato le sorti del match, portando la Fiorentina in finale. La ripresa è stata un vero e proprio assedio viola, con Kouamé che ha colpito la traversa e Mignolet che ha salvato il Bruges su una punizione magistrale del capitano viola. Ma è stato Beltran a scrivere la storia, con il suo gol che ha garantito alla Fiorentina un posto nella finale. Non sono mancati momenti di tensione, come la parata di Terracciano che ha tenuto la porta inviolata. Ora gli occhi sono tutti puntati sulla finale del 29 maggio allo Stadio Agia Sophia di Atene, dove la Fiorentina cercherà di conquistare il trofeo.

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Internazionali di Roma, Djokovic: sarò al top della forma per Roland Garros

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“Penso di essere sulla buona strada per raggiungere il picco della mia forma al Roland Garros di Parigi”. Lo ha detto Novak Djokovic nella conferenza stampa agli Intenzionali d’Italia. “Spero che qui a Roma possa giocare meglio di quanto ho fatto a Montecarlo – ha proseguito – Il desiderio, ovviamente, è sempre quello di arrivare lontano. Ma vediamo. Adesso è un concetto diverso. È la prima volta che Roma e Madrid durano quasi due settimane, come Indian Wells e Miami. E questo ti da più tempo per recuperare tra una partita e l’altra se continui nel torneo, il che penso sia utile per me”. L’obiettivo, oggi, però non è Roma.

“In termini di preparazione guardo oltre – ha spiegato – Punto al Roland Garros, a Wimbledon e alle Olimpiadi. Questo è il blocco per il quale ci stiamo preparando di più e sono soddisfatto di come sono andati gli ultimi 10-14 giorni di allenamento”.

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