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Udinese travolta, l’Inter torna in testa alla classifica

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L’Inter risponde subito alla Juventus, abbatte l’Udinese con un perentorio 4-0 e si riporta in testa alla classifica. Serviva una pronta risposta degli uomini di Simone Inzaghi al successo dei bianconeri contro il Napoli e così è stato: merito di un primo tempo giocato a tutta birra dai nerazzurri, convinti ed efficaci in zona offensiva, capaci di chiudere la sfida nel giro di sette minuti prima dell’intervallo mentre l’Udinese non riusciva a trovare modi per opporsi.

Dopo varie occasioni, il gol di Calhanoglu su rigore ha sbloccato la partita, chiusa appunto subito dopo dalle reti di Dimarco e Thuram che hanno trasformato la ripresa in poco più di un allenamento, concluso dal sedicesimo gol stagionale di Lautaro per il definitivo 4-0. Una ennesima dimostrazione di forza, che permette agli uomini di Inzaghi di riportarsi davanti alla Juventus in classifica: il +2 sui bianconeri ha un valore relativo considerando che siamo ancora soltanto a dicembre, ma più significativo per l’Inter è senza dubbio il +9 sul Milan e addirittura il +14 sul Napoli, le altre squadre considerate potenziali rivali per lo scudetto.

Ma sono anche le prestazioni a dare fiducia al mondo nerazzurro, anche alla luce del miglior attacco del campionato (37 gol segnati finora, 2,4 di media a partita) e allo stesso tempo della miglior difesa (7 reti subite con una media di 0,4 a gara) viste anche le 10 partite senza incassare gol in campionato finora. I protagonisti sono sempre i soliti, dal Calhanoglu glaciale dal dischetto a Thuram che risponde presente in zona gol quando Lautaro si prende una pausa, fino a Dimarco sempre più decisivo nella trequarti avversaria.

Contro l’Udinese è stata una partita quasi a senso unico fin dai primi minuti. Nel freddo di San Siro, davanti ai soliti 70mila che ogni tre giorni riempiono gli spalti del Meazza facendo diventare ormai i vari soldout una ricorrenza costante,i nerazzurri di Inzaghi partono fortissimo, schiacciando fin da subito l’Udinese nella propria area, nemmeno nella propria metà campo. La prima occasione arriva sulla testa di Lautaro, ma il colpo di testa dell’argentino su cross di Dimarco sbatte sul palo a Silvestri battuto. I friulani provano a pungere con Pereyra, un lampo nel deserto viste le difficoltà degli uomini di Cioffi a contenere gli avversari. La partita prende la direzione nerazzurra dopo un contatto in area tra Perez e Lautaro, su cui l’arbitro Di Bello prima sorvola e poi, richiamato dal Var, decide per il rigore a favore dei padroni di casa tra le proteste dei bianconeri: dal dischetto Calhanoglu spiazza Silvestri e porta avanti l’Inter.

Che non si ferma, perché cinque minuti dopo ancora il turco serve Dimarco che con un mancino in diagonale raddoppia. Altri due giri di orologio e Mkhitaryan trova un cross velenoso per Thuram, che da due passi trova il 3-0 e chiude definitivamente la sfida appena prima dell’intervallo. Nella ripresa i ritmi crollano perché l’Udinese non ci crede più e l’Inter frena, anche pensando alla sfida di Champions League di martedì contro la Real Sociedad, decisiva per il primo posto nel girone. Ma Lautaro vuole lasciare la sua firma e arriva nel finale, regalando il poker ai nerazzurri.

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Volèe glamour e no vax, Camila Giorgi ritiro in silenzio

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Glamour, no-vax, un futuro nel campo della moda con il suo marchio Giomila, creato da mamma Claudia. Camila Giorgi ha deciso di lasciare il tennis agonistico a soli 32 anni e per una donna con tanti interessi può starci. Sorprende però il modo, improvviso e senza spiegazioni. Nessun annuncio, magari via social (peraltro frequentati dalla marchigiana di Macerata, dove rivela passione per la moda giocando con la sua avvenenza), com’è ormai abitudine diffusa tra gli sportivi. Sul profilo Instagram da oltre 700mila follower nemmeno un accenno. A svelarne l’addio al circuito mondiale è stata piuttosto la presenza del suo nome – in data 7 maggio – nella lista dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) sulle giocatrici ritirate ed uscite così dal protocollo antidoping.

Giorgi avrebbe dunque deposto ufficialmente la racchetta ieri, terminando di fatto la carriera con la sfida persa a Miami, il 24 marzo, contro la numero 1 al mondo Iga Swiatek: 6-1, 6-1. Nella classifica Wta del singolare occupa la 116ma posizione. Non era nell’entry list degli Internazionali d’Italia ed era in forse anche la partecipazione al Roland Garros. Dopo aver debuttato giovanissima, a soli 14 anni, nel circuito professionistico, Camila è salita fino al numero 26 del ranking (22 ottobre del 2018) ed ha messo in bacheca quattro trofei.

Il primo lo ha vinto a giugno 2015 sull’erba olandese di s’-Hertogenbosch (WTA 250). Sono seguiti quello sul veloce indoor di Linz (WTA 250) ad ottobre del 2018, quello sul cemento di Montreal (WTA 1000), il più prestigioso, ad agosto 2021, e quello di Merida (WTA 250), ancora sul cemento, a febbraio 2023. Ha raggiunto altre sei finali: Katowice e Linz 2014, Katowice (2015), Katowice (2016), Washington e Bronx 2019. Negli Slam il risultato migliore sono i quarti a Wimbledon 2018. Sui campi Giorgi ha fatto parlare di sé anche per il non sempre facile rapporto con il papà e allenatore Sergio, di origi argentine, definito dai detrattori un ‘padre-padrone’ che con le sue veementi proteste contro gli arbitri le avrebbe spesso nuociuto. E’ inoltre rimasta coinvolta in una storia di false certificazioni anti-Covid per la quale lo scorso 2 marzo la procura di Vicenza ha chiesto il rinvio a giudizio, tra gli altri, per lei e la cantante Madame.

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Champions, il Real Madrid batte il Bayern e va in finale: Ancelotti re di coppe

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Il Real Madrid ha compiuto un’impresa pazzesca al Santiago Bernabeu, ribaltando le sorti della semifinale di Champions League contro il Bayern Monaco e guadagnandosi un posto nella finale di Londra. La partita sembrava ormai indirizzata verso la vittoria del Bayern, che era in vantaggio grazie alla rete di Davies, ma Joselu ha cambiato il destino del match con una doppietta nei minuti finali.

Carlo Ancelotti, l’architetto di questa incredibile vittoria, ha dimostrato ancora una volta di essere il “re di coppe”. I suoi ragazzi hanno indossato una maglietta con la scritta “a por la 15′”, a testimonianza del desiderio di conquistare la quindicesima Coppa dei Campioni. Ancelotti ha saputo leggere la partita e ha effettuato le sostituzioni giuste al momento giusto, in particolare l’ingresso di Joselu si è rivelato decisivo per il successo del Real Madrid.

Il Bayern Monaco ha offerto una resistenza tenace, ma l’errore di Neuer ha aperto la porta al Real Madrid. La squadra spagnola ha preso l’iniziativa, sostenuta da un tifo assordante, e ha continuato a creare occasioni da gol. Vinicius è stato particolarmente pericoloso sulla fascia sinistra, ma è stata la determinazione di Joselu a fare la differenza.

Ancelotti ha elogiato l’apporto del suo staff e dei suoi giocatori, sottolineando l’importanza di delegare e di avere un gruppo di alto livello. La vittoria del Real Madrid è stata una dimostrazione di carattere e determinazione, e ora la squadra si prepara per affrontare il Borussia Dortmund nella finale di Champions League a Londra.

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Conference League, la Fiorentina pareggia con il Brugge e va in finale

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La Fiorentina conquista la finale di Conference League  contro il Club Brugge. Il pareggio 1-1 in Belgio è stato sufficiente per garantire agli uomini di Italiano la loro seconda finale consecutiva in questa competizione, dopo la delusione dello scorso anno contro il West Ham United. Il match è stato inizialmente tattico, con entrambe le squadre che hanno impiegato venti minuti per calibrare i propri movimenti. Il primo vero sussulto è arrivato con un mancino alto di Mandragora, ma è stato il Bruges a trovare il gol con De Cuyper, che ha sfruttato un’occasione su un errore difensivo della Viola. La squadra italiana ha risposto con determinazione, creando diverse occasioni ma senza riuscire a concretizzare. Tuttavia, il rigore trasformato da Beltran ha ribaltato le sorti del match, portando la Fiorentina in finale. La ripresa è stata un vero e proprio assedio viola, con Kouamé che ha colpito la traversa e Mignolet che ha salvato il Bruges su una punizione magistrale del capitano viola. Ma è stato Beltran a scrivere la storia, con il suo gol che ha garantito alla Fiorentina un posto nella finale. Non sono mancati momenti di tensione, come la parata di Terracciano che ha tenuto la porta inviolata. Ora gli occhi sono tutti puntati sulla finale del 29 maggio allo Stadio Agia Sophia di Atene, dove la Fiorentina cercherà di conquistare il trofeo.

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