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Marina Berlusconi: papà ha fatto e detto le cose giuste nel momento giusto contro invasione Ucraina

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“Certo che ci sono tutti i motivi per essere soddisfatti, i risultati 2021 della Mondadori sono eccellenti. Ma e’ difficile festeggiare in un momento cosi’ cupo, tra una pandemia epocale e una guerra feroce quanto assurda. La reazione migliore e’ continuare a fare bene il nostro lavoro. Perche’, in una guerra come quella che Putin ci ha imposto anche la cultura, anche i libri possono fare la loro parte”. Lo dice Marina Berlusconi, presidente di Mondadori e di Fininvest, che in un’intervista al Giornale parla dei risultati aziendali in vista dell’assemblea che il 28 aprile e’ chiamata ad approvare i conti 2021 della casa editrice, ma anche del ruolo dell’editoria e della trasmissione del sapere come baluardo della democrazia. “In effetti i conti del 2021 sono molto buoni – sottolinea – Aumentano ricavi e margini, un utile di 44 milioni ci fa tornare al dividendo per la prima volta da dieci anni. E se non considerassimo le acquisizioni del 2021, investimenti importanti a partire da De Agostini Scuola, il nostro debito, che nel 2013 superava i 360 milioni, oggi non esisterebbe piu’. Anzi, avremmo una liquidita’ di 37 milioni. E sarebbe la prima volta in 15 anni”. E’ stato proprio “la nostra linea strategica, il ritorno al core business dei libri, a permettere questi risultati e a restituirci questa solidita’”. Per quanto riguarda Mediaset, “mentre sono impegnati nelle grandi aggregazioni europee della tv, mio fratello Pier Silvio e la sua squadra continuano a fare un grande lavoro. Nel 2021 l’utile di Mediaset e’ piu’ che raddoppiato, a 374 milioni. I palinsesti sono ricchi e gli ascolti reagiscono ottimamente. E il primo trimestre 2022 sara’ il settimo consecutivo di crescita per la raccolta pubblicitaria. Insomma, e’ evidente che davanti ai disastri della pandemia il nostro Gruppo ha risposto molto bene. Ora, pero’, la sfida diventa molto piu’ complicata”. E anche con la guerra “le nostre stime erano e al momento restano positive, anche se gia’ prima che la Russia attaccasse avevamo dovuto affrontare l’incremento dei costi dell’energia e delle materie prime, come la carta. Noi su questi temi come sempre ci impegneremo al massimo, ma mi auguro che anche il governo, che nella pandemia ha fatto cose buone per la cultura, vorra’ avere un ruolo attivo”. Come editore, pero’, avverte una responsabilita’ in piu’: “Un editore ha un supplemento di responsabilita’ perche’ produce cultura e valori, che di questi tempi sono gli anticorpi contro le spinte autoritarie e illiberali. E’ un po’ come se fossimo il sistema immunitario della democrazia. Per questo, da editore, trovo sia inevitabile una scelta di campo. So perfettamente che in nessuna vicenda umana il bene e il male stanno da una parte sola. Pero’ i distinguo mi paiono assurdi o strumentali. Qui non possiamo che stare da una parte precisa: quella di un popolo aggredito e dei valori del mondo democratico cui appartiene, e contro un aggressore che in realta’ ha dichiarato guerra a tutto l’Occidente, alla sua identita’ e alla sua cultura. Oggi piu’ che mai serve prendere posizione a favore dei nostri valori comuni, della cultura su cui si fondano”. E sulle posizioni del padre Silvio rispetto a Putin chiarisce: “Mio padre ha fatto e ha detto le cose giuste al momento giusto. La sua posizione e’ sempre stata netta. Vedi il voto di condanna dell’invasione al Parlamento europeo, o il sostegno alla politica filo-atlantica del governo Draghi. O la lungimiranza che per tanti anni ha fatto di lui il piu’ convinto sostenitore della necessita’ di un esercito e di una politica estera comuni dell’Unione, e il primo a denunciare i pericoli del neoimperialismo cinese e di un abbraccio con la Russia”.

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Rai: giornalisti precari, siamo maggioranza informazione reti

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”L’Assemblea dei giornalisti precari e programmisti multimediali delle Reti Rai all’indomani dello sciopero del 6 maggio indetto da Usigrai dichiara – in una nota – quanto segue:

1) Lo sciopero è una delle prerogative più importanti in mano ai lavoratori in un sistema democratico. Nelle reti Rai esistono circa 250 giornalisti a cui questo strumento è negato: siamo infatti giornalisti partite Iva, dunque senza diritto di sciopero, o giornalisti inquadrati come “programmisti multimediali” dunque non rappresentati dalle sigle sindacali dei giornalisti

2) La giornata di sciopero proclamata da Usigrai ha aiutato a evidenziare che nei programmi di informazione delle Reti Rai una buona parte dei giornalisti non ha un contratto giornalistico. Anzi, nella maggior parte dei programmi, soprattutto quelli quotidiani, noi siamo la maggioranza. Non si può andare avanti così, è necessario trovare una soluzione

3) Abbiamo apprezzato che durante la conferenza stampa indetta in occasione dello sciopero il segretario della Fnsi, Vittorio Di Trapani e il segretario di Usigrai, Daniele Macheda, abbiano dichiarato con nettezza che si tratta di una situazione da sanare al più presto. Abbiamo altresì apprezzato che il segretario di Unirai, Francesco Palese abbia dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera di avere un punto in comune con la piattaforma di Usigrai: il giusto contratto per chi lavora nei programmi come giornalista. È lo spirito giusto: nessuno che abbia legittimità sindacale all’interno dell’azienda può esimersi dal farsi carico della nostra condizione. Lavoriamo da anni nel servizio pubblico contribuendo a realizzare con il nostro lavoro e le nostre competenze l’informazione delle tre Reti Rai, chiediamo di avere un contratto giornalistico che ci tuteli dal punto di vista previdenziale, salariale e sindacale

4) In conclusione: non ci interessa essere “tirati per la giacchetta”. Se ne avessimo avuto la possibilità qualcuno di noi avrebbe aderito allo sciopero, altri no, altri hanno comunque voluto partecipare prendendo giorni liberi e permessi che, però, non hanno nulla della dignità dell’astensione dal lavoro organizzata. Quindi chiediamo: quanto dobbiamo aspettare ancora? Ci saranno nuove priorità? Davvero il più grande editore italiano non può applicare il contratto previsto per legge a chi informa il pubblico per “questioni economiche”? Attendiamo da cinque anni un tavolo sindacale che affronti seriamente la questione. Ci aspettiamo che, subito dopo l’insediamento del nuovo cda, tutti lavorino per giungere a un accordo e che questo sia uno dei primi punti posti all’attenzione della nuova governance”.

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Tajani, su Toti si poteva intervenire in un altro momento

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“Il ministro Nordio ha un ruolo e può dire ciò che pensa. Fa bene e condivido le sue parole”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine dell’assemblea nazionale di Confcooperative, a Roma. Per Tajani si tratta di una “vicenda giudiziaria che risale a vicende di parecchi anni fa, forse si poteva intervenire due mesi fa, il giorno dopo le elezioni… Però questo non ci turba, non ci preoccupa nulla”. Alla domanda sulle dimissioni per Michele Emiliano chieste dal centrodestra, Tajani ha affermato che “le vicende giudiziarie sono diverse. Emiliano ha detto due volte di essere andato dalla sorella del boss”.

“Io sono garantista – ha ribadito Tajani – anche per le vicende di Bari, per quella di Genova e anche per persone che non sono di Forza Italia”. In merito all’opportunità della richiesta di dimissioni, Tajani ha chiesto di “non strumentalizzare le vicende giudiziarie” .

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Meloni a Stoltenberg: la Nato affronti le sfide sul fianco Sud

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“Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto a Palazzo Chigi il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg. Al centro del colloquio i temi di attualità dell’agenda atlantica nel contesto della preparazione del Vertice NATO di Washington in luglio”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, spiegando che la premier “in particolare ha ribadito l’aspettativa italiana che a Washington possano essere adottate decisioni concrete in risposta alle sfide caratterizzanti il fianco Sud, in coerenza con l’approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica previsto dal Concetto Strategico della Nato”.

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