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Ve lo ricordate il concerto abusivo a piazza Plebiscito? Bene, un pm dice di archiviare le accuse a Tony Colombo

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Arriva dopo due anni e mezzo la richiesta di archiviazione per i nove indagati nell’inchiesta relativa al flash mob-concerto, abusivo, organizzato il 25 marzo 2019 a piazza del Plebiscito dal cantante neomelodico Tony Colombo, in occasione delle sue nozze con Tina Rispoli. I pm del caso, Vincenzo Marra e Maurizio de Marco, hanno chiesto l’archiviazione del procedimento perché “gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l’accusa in ordine alla sussistenza dei fatti. Ovvero che i fatti costituiscano reato”. Tra gli indagati, oltre al cantante Colombo, risultavano anche Claudio de Magistris (difeso dall’avvocato Enrico Von Arx), fratello minore dell’ex sindaco di Napoli, due ufficiali della polizia Municipale (il capitano dell’Unità operativa di Chiaia Sabina Pagnano e Giovanni D’Ambrosio), i tre vigili urbani di pattuglia quella sera; la dottoressa Sarah Terracciano (difesa dall’avvocato Maria Ancora), all’epoca dei fatti staffista della segreteria del sindaco, e una dipendente comunale. “L’ampia attività di verifica investigativa” è stata mossa “dalla considerazione che l’evento organizzato da Colombo in Piazza Plebiscito a Napoli, nei termini in cui effettivamente poi si è svolto, non fosse autorizzato; questa circostanza risulta documentalmente provata”.

L’accusa ha dunque certificato che il flash mob organizzato dal neomelodico fosse di fatto abusivo, ma aggiunge: “Non vi è invece sufficiente piattaforma probatoria che ciò sia avvenuto nella consapevolezza piena sia delle Autorità preposte ai controlli amministrativi preventivi e durante l’evento, a cagione dell’intervento dissimulatorio della reale natura dell’evento (quale vero e proprio spettacolo musicale) di Colombo”. In pratica Claudio de Magistris e Sarah Terracciano non potevano sapere che il neomelodico organizzasse un vero e proprio mini concerto e non soltanto il flash mob, come autorizzato dall’amministrazione comunale. Da qui, il tribunale di Napoli ha archiviato il procedimento.

La richiesta di archiviazione dei pm Vincenzo Marra e Maurizio De Marco, per i nove indagati nell’inchiesta relativa al flash mob-concerto, abusivo, organizzato a piazza del Plebiscito dal cantante neomelodico Tony Colombo, in occasione delle sue nozze con Tina Rispoli, è stata accolta dal Gip presso il Tribunale di Napoli il 22 settembre. Si chiude così una storia cominciata il 25 marzo del 2019, quando Colombo organizzò un flash mob che si tramutò poi in un mini-concerto nella principale piazza della città. “L’evento organizzato il 25 marzo da Colombo in piazza Plebiscito – scrisse all’epoca la Procura -, nei termini in cui effettivamente poi si è svolto, non era autorizzato”, cosa poi riconosciuta in fase di indagine. Ciò che ha fatto cadere le accuse riguarda la parte relativa alla “consapevolezza piena delle autorità preposte ai controlli”. Infatti, si legge nella richiesta dei pm dell’atto di archiviazione che ”non vi è sufficiente piattaforma probatoria che ciò sia avvenuto nella consapevolezza piena sia delle Autorità preposte ai controlli amministrativi preventivi e durante l’evento”. In pratica sia il fratello minore del sindaco Claudio de Magistris, sia la staffista della segreteria, dottoressa Sarah Terracciano, sia la dipendente comunale dell’ufficio, che aveva mantenuto una corrispondenza con il management del neomelodico, e così i vigili urbani coinvolti, non erano a conoscenza del fatto che il flash mob autorizzato si trasformasse in un mini-concerto. “Rimane infatti aperta la possibilità – si legge nell’atto di archiviazione – sulla scorta degli atti qui utilizzabili, che Claudio de Magistris non sapesse, pur se poteva sospettare, che Colombo voleva piazza del Plebiscito per una manifestazione canora vera e propria senza affrontare l’iter autorizzativo e le conseguenti spese”.

 

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Taxi, Urso non rassicura: sciopero nazionale il 21 maggio

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Nessuna rassicurazione dal ministro Urso dopo l’incontro odierno sull’emanazione dei decreti attuativi, tra cui la regolametazione delle piattaforme digitali. Per questo i tassisti hanno indetto uno sciopero nazionale per il 21 maggio e una grande manifestazione a Roma. Lo annunciano Unica Cgil, Fast, Ugl, Uti, Tam, Claai Unione artigiani, Satam, Or.s.a. taxi, Uritaxi, Atlt, Ati taxi, Sitan/Atn, Usb taxi, Unimpresa, Federtaxi cisal.

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Inchiesta Genova e arresto Toti, le mosse di Cozzani per la fornitura al Salone Nautico

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C’è da un lato la Regione Liguria che vara una legge per portare i finanziamenti al Salone Nautico di Genova da 350mila a 780mila euro. E c’è dall’altro Filippo Cozzani, il fratello di Matteo, il capo di Gabinetto di quella Regione, che ottiene poco dopo una fornitura da 10mila euro proprio dal Salone. A raccontare come funzionava, secondo i magistrati, il ‘sistema Toti’, è un episodio che vede coinvolto il capo di gabinetto del governatore e il presidente del Salone nautico, Saverio Cecchi, ricostruito nelle carte dell’inchiesta della Spezia che ha portato agli arresti domiciliari per corruzione proprio il braccio destro di Toti e dato il via all’inchiesta genovese perché, nel corso delle intercettazioni, è saltato fuori il voto di scambio con esponenti del clan nisseno di Riesi impiantati in Liguria.

I due parlano al telefono e Cozzani illustra a Cecchi – indagato e destinatario di una misura inderdittiva – quella che lui chiama la ‘leggina’, vale a dire una norma che moltiplicava i finanziamenti al Salone, di fatto raddoppiandoli. “Scusa eh, io sono arrivato che al Nautico gli venivano riconosciuti 350mila euro, ora Campagna (Alessandro Campagna, il direttore commerciale del Salone Nautico, anche lui indagato, ndr) esce con 780mila euro – dice Cozzani – C’è qualcosa che non funziona, te lo dico eh! Saverio, la vostra in Regione è una rapina a mano armata con scasso”. I magistrati spezzini notano l’aumento esponenziale di fondi pubblici per il Nautico, a partire dall’edizione del 2022: dai 400 mila euro di fondi regionali alla delibera di giunta che, pochi mesi prima delle elezioni, attinge a finanziamenti europei per arrivare a 730 mila euro. Eccola qua, la ‘leggina’ sulla strategicità del Salone Nautico di cui Cozzani vanta la paternità.

“Ma ti rendi conto quanti soldi…?” E Cecchi se ne rende conto, tanto che lo ringrazia: “Meno male che ci sei tu, grazie caro”. Ma dir grazie evidentemente non basta e così, poco dopo questo colloquio, Cozzani dà al fratello imprenditore Filippo il telefono di Alessandro Campagna. Filippo lo contatta e offre al Salone la fornitura di cartoni d’acqua con il logo del Nautico per un evento, al prezzo di 10mila euro. L’affare va a buon fine e appena chiuso il Salone Cecchi ringrazia Matteo Cozzani, “per tutto quello che hai fatto…é stato un grandissimo successo, hanno chiuso contratti, stanno vendendo… siamo una squadra veramente dove spacchiamo il mondo”.

Quella ‘leggina’ porterà nel 2023 i contributi al Salone Nautico a 1,2 milioni di euro: 150mila euro a carico della Regione e oltre un milione a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale. Un grandissimo successo anche per i tetrapack di Filippo Cozzani, che da quel palcoscenico voleranno anche alla kermesse dell’Ocean race ma che, per il giudice, sono il “corrispettivo dell’attività corruttiva da parte di Cecchi e Campagna per ottenere da Matteo Cozzani l’interessamento necessario per la percezione di maggiori contributi economici regionali”.

Per tutti gli indagati in questa inchiesta, come in ogni inchiesta, vige nel nostro Paese il principio costituzionale della innocenza. Principio che noi rispettiamo e tuteliamo anche in questo racconto di una vicenda che al momento vede protagonista mediatica solo l’accusa.

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Comune di Napoli, dal bradisismo nessun problema per il Maradona

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“Lo stadio Maradona non ha evidenziato alcun problema sismico. Ha una struttura concepita in modo molto robusto negli anni ’50 e ’60, ha resistito perfettamente al terremoto dell’Irpinia del 1980 e la copertura è stata progettata per Italia ’90 dopo che Napoli era stata classificata in zona sismica. Nessuna delle scosse collegate al bradisismo ha provocato danni e d’altra parte lo stadio è fuori dalla zona di interesse definita dal DL 140 sul rischio sismico collegato al bradisismo convertito in legge”. E’ quanto precisa l’assessorato alle Infrastrutture del Comune di Napoli in relazione a notizie di stampa secondo cui il bradisismo avrebbe arrecato danni ad una curva dello stadio.

“Il problema riscontrato nella parte inferiore della curva B – si legge in una nota – non è in alcun modo collegabile agli eventi sismici che si registrano con il bradisismo. Non c’è una struttura di sostegno significativa, ma solo una sovrapposizione dell’anello inferiore costruito per Italia ’90 rispetto al precedente originale sottostante. Al massimo un problema di vecchiaia, su una struttura molto sollecitata dal movimento dei tifosi. In ogni caso a breve si interverrà per il completo ripristino. Tutte le prove effettuate in altri settori hanno dimostrato l’integrità strutturale degli altri settori dell’anello inferiore”.

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