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Consulta boccia Dl Salvini, sì ad anagrafe per migranti

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 E’ “irragionevole” precludere al richiedente asilo la possibilita’ di iscriversi all’anagrafe comunale. Mentre la maggioranza tentenna sul superamento dei decreti sicurezza firmati da Matteo Salvini, dalla Corte Costituzionale arriva oggi un siluro al primo dei provvedimenti siglati dall’ex ministro dell’Interno. L’attuale titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, lancia intanto l’allarme su un possibile autunno caldo, nel segno della rabbia e della tensione sociale: e’ un “rischio concreto”. La Consulta oggi ha esaminato le questioni di legittimita’ costituzionale sollevate da alcuni tribunali sulla disposizione che preclude l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo. Questa e’ incostituzionale per “violazione dell’articolo 3 della Costituzione sotto un duplice profilo: per irrazionalita’ intrinseca, poiche’ la norma censurata non agevola il perseguimento delle finalita’ di controllo del territorio dichiarate dal decreto sicurezza; per irragionevole disparita’ di trattamento, perche’ rende ingiustificatamente piu’ difficile ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi che siano anche ad essi garantiti”. Pd, Leu e Italia Viva esultano e chiedono di accelerare sull’abolizione dei dl Salvini. La riunione che avrebbe dovuto svolgersi oggi al Viminale tra Lamorgese e gli esponenti della maggioranza per riscrivere proprio i provvedimenti dell’ex ministro dell’Interno e’ stata rimandata a martedi’ prossimo, a causa di lavori parlamentari. Nella bozza messa a punto dalla ministra c’e’ anche il ripristino della possibilita’ per i richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe comunale, insieme all’abolizione delle megamulte fino ad un milione di euro per le navi ong, con l’illecito che non sara’ piu’ amministrativo ma penale (sara’ quindi il magistrato a decidere non il prefetto come avviene ora), l’ampliamento dei permessi speciali a chi rischia di subire “trattamenti inumani e degradanti” nel proprio Paese, il dimezzamento dei tempi di trattenimento nei Cpr (da 180 a 90 giorni), l’allargamento dell’accoglienza nel Siproimi. Le modifiche, conferma Lamorgese, “arriveranno in tempi brevi e potrebbero anche andare oltre i rilievi del presidente Mattarella”. L’obiettivo e’ arrivare nella riunione di martedi’ all’intesa sul testo messo a punto dal ministro. Ma, per evitare il rischio che il decreto non venga poi convertito dal Parlamento, alle prese gia’ con una serie di articolati e con la pausa estiva alle porte, la norma dovrebbe slittare a settembre. Quanto all’autunno caldo, intelligence e forze di polizia guardano con preoccupazione ad una serie di scadenze – ammortizzatori, sussidi, contratti – che dopo l’estate potrebbero ulteriormente aggravare la situazione di famiglie ed imprese. Di qui l’allarme di Lamorgese. “A settembre-ottobre – spiega – vedremo gli esiti di questo periodo di grave crisi economica. Vediamo negozi chiusi, cittadini che tante volte non hanno nemmeno la possibilita’ di provvedere ai propri bisogni quotidiani. Il Governo ha posto in essere tutte le iniziative necessarie per andare incontro a queste esigenze, ma il rischio e’ concreto”. La titolare del Viminale sottolinea poi un fenomeno che i vertici della sicurezza stanno seguendo con grande attenzione. “Vedo – rileva – un atteggiamento di violenza contro le forze di polizia assolutamente da condannare”. Gli ultimi casi si sono registrati nell’ambito della protesta No Tav. Nella notte del 5 luglio chiodi a tre punte sono stati lasciati in una galleria sull’autostrada A32. A farne le spese una colonna di mezzi del Reparto Mobile della polizia diretta al cantiere della Tav di Chiomonte, in Valle di Susa. Altro episodio che ha fatto salire la preoccupazione e’ quello dei disordini di Mondragone (Caserta). Ma possibili focolai di tensione sono sparsi in tutto il Paese. E c’e’ chi ha interesse a strumentalizzare a fini eversivi la difficile situazione che vivono molti italiani, alimentando i sentimenti di insofferenza acuiti dalla crisi.

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Rai: giornalisti precari, siamo maggioranza informazione reti

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”L’Assemblea dei giornalisti precari e programmisti multimediali delle Reti Rai all’indomani dello sciopero del 6 maggio indetto da Usigrai dichiara – in una nota – quanto segue:

1) Lo sciopero è una delle prerogative più importanti in mano ai lavoratori in un sistema democratico. Nelle reti Rai esistono circa 250 giornalisti a cui questo strumento è negato: siamo infatti giornalisti partite Iva, dunque senza diritto di sciopero, o giornalisti inquadrati come “programmisti multimediali” dunque non rappresentati dalle sigle sindacali dei giornalisti

2) La giornata di sciopero proclamata da Usigrai ha aiutato a evidenziare che nei programmi di informazione delle Reti Rai una buona parte dei giornalisti non ha un contratto giornalistico. Anzi, nella maggior parte dei programmi, soprattutto quelli quotidiani, noi siamo la maggioranza. Non si può andare avanti così, è necessario trovare una soluzione

3) Abbiamo apprezzato che durante la conferenza stampa indetta in occasione dello sciopero il segretario della Fnsi, Vittorio Di Trapani e il segretario di Usigrai, Daniele Macheda, abbiano dichiarato con nettezza che si tratta di una situazione da sanare al più presto. Abbiamo altresì apprezzato che il segretario di Unirai, Francesco Palese abbia dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera di avere un punto in comune con la piattaforma di Usigrai: il giusto contratto per chi lavora nei programmi come giornalista. È lo spirito giusto: nessuno che abbia legittimità sindacale all’interno dell’azienda può esimersi dal farsi carico della nostra condizione. Lavoriamo da anni nel servizio pubblico contribuendo a realizzare con il nostro lavoro e le nostre competenze l’informazione delle tre Reti Rai, chiediamo di avere un contratto giornalistico che ci tuteli dal punto di vista previdenziale, salariale e sindacale

4) In conclusione: non ci interessa essere “tirati per la giacchetta”. Se ne avessimo avuto la possibilità qualcuno di noi avrebbe aderito allo sciopero, altri no, altri hanno comunque voluto partecipare prendendo giorni liberi e permessi che, però, non hanno nulla della dignità dell’astensione dal lavoro organizzata. Quindi chiediamo: quanto dobbiamo aspettare ancora? Ci saranno nuove priorità? Davvero il più grande editore italiano non può applicare il contratto previsto per legge a chi informa il pubblico per “questioni economiche”? Attendiamo da cinque anni un tavolo sindacale che affronti seriamente la questione. Ci aspettiamo che, subito dopo l’insediamento del nuovo cda, tutti lavorino per giungere a un accordo e che questo sia uno dei primi punti posti all’attenzione della nuova governance”.

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Tajani, su Toti si poteva intervenire in un altro momento

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“Il ministro Nordio ha un ruolo e può dire ciò che pensa. Fa bene e condivido le sue parole”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine dell’assemblea nazionale di Confcooperative, a Roma. Per Tajani si tratta di una “vicenda giudiziaria che risale a vicende di parecchi anni fa, forse si poteva intervenire due mesi fa, il giorno dopo le elezioni… Però questo non ci turba, non ci preoccupa nulla”. Alla domanda sulle dimissioni per Michele Emiliano chieste dal centrodestra, Tajani ha affermato che “le vicende giudiziarie sono diverse. Emiliano ha detto due volte di essere andato dalla sorella del boss”.

“Io sono garantista – ha ribadito Tajani – anche per le vicende di Bari, per quella di Genova e anche per persone che non sono di Forza Italia”. In merito all’opportunità della richiesta di dimissioni, Tajani ha chiesto di “non strumentalizzare le vicende giudiziarie” .

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Politica

Meloni a Stoltenberg: la Nato affronti le sfide sul fianco Sud

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“Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto a Palazzo Chigi il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg. Al centro del colloquio i temi di attualità dell’agenda atlantica nel contesto della preparazione del Vertice NATO di Washington in luglio”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, spiegando che la premier “in particolare ha ribadito l’aspettativa italiana che a Washington possano essere adottate decisioni concrete in risposta alle sfide caratterizzanti il fianco Sud, in coerenza con l’approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica previsto dal Concetto Strategico della Nato”.

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