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Ue in pressing sui balneari, Roma chiede tempo

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Attesa e collaborazione sono le due parole d’ordine per risolvere uno dei dossier più delicati sull’asse Roma-Bruxelles. Ma al termine ultimo per dare una risposta segnato in rosso sull’agenda della Commissione europea, ovvero domani, l’Italia risponde chiedendo tempo. L’ultimatum sulla direttiva Bolkestein, che una volta scaduto vedrà i tecnici Ue puntare la loro lente sulla strategia italiana per le concessioni balneari, vede Palazzo Chigi in una strenua difesa del lavoro del proprio tavolo tecnico e, consequenzialmente, una richiesta di più tempo per completare il lavoro. In sostanza, a quanto si apprende, questa richiesta è prevista nella lettera, che è in via di definizione e sarà inviata a ore dal governo alla Commissione Ue, in risposta al parere motivato con cui a novembre Bruxelles ha sancito un passo avanti nella procedura di infrazione verso l’Italia per il mancato adeguamento alla direttiva Bolkestein.

Nell’esecutivo da settimane si confrontano due visioni sul dossier. Per ora prevale quella di chi, come il vicepremier leghista Matteo Salvini, contesta l’applicazione della Bolkestein al settore. La volontà di Palazzo Berlaymont, stando a quanto trapela alla vigilia, è di continuare un dialogo costruttivo con le autorità italiane. Nell’auspicio di trovare una via che metta fine all’annosa disputa e porti l’Italia ad adeguarsi alle norme baluardo della libera concorrenza nel mercato unico. Un esito contro il quale i balneari continuano a opporre resistenza chiedendo al governo, nel corso di un presidio fuori da Palazzo Chigi, di “rispettare le promesse elettorali” senza cedere alle pressioni Ue. Inviata a Roma il 16 novembre scorso dopo lunghi mesi d’attesa, la missiva di richiamo Ue ripercorreva il tira e molla giuridico con l’Italia, inclusa l’apertura della procedura di infrazione nel dicembre del 2020. E contestava i risultati del tavolo tecnico istituito dal governo per la mappatura delle spiagge. Per l’Ue il calcolo della quota del 33% riferito alle spiagge occupate da concessioni demaniali – un dato che non rileverebbe scarsità della risorsa naturale escludendo l’applicazione della direttiva – non è corretto perché “non riflette una valutazione qualitativa delle aree e “non tiene conto delle situazioni specifiche a livello regionale e comunale”.

La mappatura del governo, vuole invece dimostrare come la risorsa demaniale non in concessione non sia scarsa e quindi non vada applicata la direttiva. Da qui la necessità di più tempo per portare a termine la seconda fase del lavoro del tavolo, per definire i criteri in base ai quali stabilire se c’è o meno scarsità del bene demaniale. E sulla base delle risposte offerte, Bruxelles potrà decidere se deferire l’Italia alla Corte di giustizia Ue.

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Politica

Rai: giornalisti precari, siamo maggioranza informazione reti

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”L’Assemblea dei giornalisti precari e programmisti multimediali delle Reti Rai all’indomani dello sciopero del 6 maggio indetto da Usigrai dichiara – in una nota – quanto segue:

1) Lo sciopero è una delle prerogative più importanti in mano ai lavoratori in un sistema democratico. Nelle reti Rai esistono circa 250 giornalisti a cui questo strumento è negato: siamo infatti giornalisti partite Iva, dunque senza diritto di sciopero, o giornalisti inquadrati come “programmisti multimediali” dunque non rappresentati dalle sigle sindacali dei giornalisti

2) La giornata di sciopero proclamata da Usigrai ha aiutato a evidenziare che nei programmi di informazione delle Reti Rai una buona parte dei giornalisti non ha un contratto giornalistico. Anzi, nella maggior parte dei programmi, soprattutto quelli quotidiani, noi siamo la maggioranza. Non si può andare avanti così, è necessario trovare una soluzione

3) Abbiamo apprezzato che durante la conferenza stampa indetta in occasione dello sciopero il segretario della Fnsi, Vittorio Di Trapani e il segretario di Usigrai, Daniele Macheda, abbiano dichiarato con nettezza che si tratta di una situazione da sanare al più presto. Abbiamo altresì apprezzato che il segretario di Unirai, Francesco Palese abbia dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera di avere un punto in comune con la piattaforma di Usigrai: il giusto contratto per chi lavora nei programmi come giornalista. È lo spirito giusto: nessuno che abbia legittimità sindacale all’interno dell’azienda può esimersi dal farsi carico della nostra condizione. Lavoriamo da anni nel servizio pubblico contribuendo a realizzare con il nostro lavoro e le nostre competenze l’informazione delle tre Reti Rai, chiediamo di avere un contratto giornalistico che ci tuteli dal punto di vista previdenziale, salariale e sindacale

4) In conclusione: non ci interessa essere “tirati per la giacchetta”. Se ne avessimo avuto la possibilità qualcuno di noi avrebbe aderito allo sciopero, altri no, altri hanno comunque voluto partecipare prendendo giorni liberi e permessi che, però, non hanno nulla della dignità dell’astensione dal lavoro organizzata. Quindi chiediamo: quanto dobbiamo aspettare ancora? Ci saranno nuove priorità? Davvero il più grande editore italiano non può applicare il contratto previsto per legge a chi informa il pubblico per “questioni economiche”? Attendiamo da cinque anni un tavolo sindacale che affronti seriamente la questione. Ci aspettiamo che, subito dopo l’insediamento del nuovo cda, tutti lavorino per giungere a un accordo e che questo sia uno dei primi punti posti all’attenzione della nuova governance”.

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Politica

Tajani, su Toti si poteva intervenire in un altro momento

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“Il ministro Nordio ha un ruolo e può dire ciò che pensa. Fa bene e condivido le sue parole”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine dell’assemblea nazionale di Confcooperative, a Roma. Per Tajani si tratta di una “vicenda giudiziaria che risale a vicende di parecchi anni fa, forse si poteva intervenire due mesi fa, il giorno dopo le elezioni… Però questo non ci turba, non ci preoccupa nulla”. Alla domanda sulle dimissioni per Michele Emiliano chieste dal centrodestra, Tajani ha affermato che “le vicende giudiziarie sono diverse. Emiliano ha detto due volte di essere andato dalla sorella del boss”.

“Io sono garantista – ha ribadito Tajani – anche per le vicende di Bari, per quella di Genova e anche per persone che non sono di Forza Italia”. In merito all’opportunità della richiesta di dimissioni, Tajani ha chiesto di “non strumentalizzare le vicende giudiziarie” .

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Politica

Meloni a Stoltenberg: la Nato affronti le sfide sul fianco Sud

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“Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto a Palazzo Chigi il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg. Al centro del colloquio i temi di attualità dell’agenda atlantica nel contesto della preparazione del Vertice NATO di Washington in luglio”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, spiegando che la premier “in particolare ha ribadito l’aspettativa italiana che a Washington possano essere adottate decisioni concrete in risposta alle sfide caratterizzanti il fianco Sud, in coerenza con l’approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica previsto dal Concetto Strategico della Nato”.

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