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Sinistra italiana, tutti gli eletti della nuova segreteria nazionale

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La Direzione Nazionale di Sinistra Italiana ha provveduto oggi, nella prima riunione dopo il congresso nazionale di Perugia, ad eleggere la nuova segreteria nazionale che guidera’ il partito nei prossimi anni, insieme al segretario Nicola Fratoianni. Lo rende noto un comunicato dell’ufficio stampa del partito a conclusione dei lavori della direzione.

Entrano in segreteria: Donatella Albini, con esperienza professionale ed istituzionale nel campo medico a Brescia, seguira’ le politiche per la sanita’. Nico Bavaro, pugliese seguira’ la Comunicazione e le politiche per il Mezzogiorno. Giuseppe Buondonno, docente, dalle Marche, proseguira’ con l’incarico di responsabile scuola, universita’ e formazione. Maria Campese, pugliese, proseguira’ con la responsabilita’ sui settori infrastrutture e trasporti.

Il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi e’ chiamato a seguire le politiche per i Beni Comuni e le relazioni con i movimenti. La coordinatrice dell’ufficio Diritti Lgbtq+ di Roma Capitale Marilena Grassadonia proseguira’ nell’incarico di responsabile del settore diritti e liberta’.

Il giuslavorista di Bologna Federico Martelloni proseguira’ nell’incarico di responsabile delle politiche del Lavoro. Il ravennate Giovanni Paglia proseguira’ nell’incarico di responsabile economia a cui va aggiunto l’impegni del coordinamento della segreteria nazionale. Enrico Panini (nella foto in evidenza) a lungo dirigente sindacale della Cgil e ed ex vice sindaco di Napoli e’ stato chiamato a dirigere il settore Enti Locali.

La torinese Alice Ravinale , capogruppo comunale di Sinistra civica ecologista nel capoluogo piemontese, seguira’ la conversione ecologica e attivita’ produttive. Francesca Ruocco, a lungo dirigente sindacale nel settore scuola della Cgil la responsabilita’ dell’Organizzazione. Infine alla presidente dell’Assemblea nazionale Gabriella Branca avvocata e assessora del comune di Savona e’ stato chiesto di dirigere il settore giustizia.

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Stati Generali della Natalità, alla ministra Roccella viene impedito di parlare

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Contestazioni agli Stati Generali della Natalità quando la minista per la Famiglia EugeniaRoccella ha preso la parola e in platea sono stati alzati dei cartelli che formavano la scritta: “Decido io”.

– A contestare la ministra è stato un gruppo di studenti. Non appena la Roccella ha preso la parola sono partiti i fischi e cominciate le urla che hanno impedito che svolgesse il suo intervento. A quel punto la Roccella rivolta ai manifestanti ha preso il microfono e ha detto: “Ragazzi ma noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno”.

Ma la contestazione è proseguita. Una delle manifestanti ha parlato brevemente al microfono, ma poi è stata interrotta dall’organizzatore Gigi De Palo dicendo: “Questo però è un monologo”. Quindi mentre la contestazione proseguiva proprio De Palo ha deciso di dare la parola ad altri ospiti, posticipando l’intervento della Roccella che ha abbandonato prima il palco e poi l’Auditorium.

– “Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che questa mattina mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro”. Così la ministra per la Famiglia e la Natalità Eugenia Roccella in un post su Fb.

“Sono certa che i podisti della libertà e della democrazia non si faranno sfuggire questa occasione per dimostrare che l’evocazione del fascismo che non c’è, alla quale abbiamo assistito in queste settimane, non era solo una sceneggiata politica pronta a svanire di fronte alle censure vere”, prosegue la ministra Roccella nel post su Facebook.

“Ho scelto questa mattina di lasciare gli Stati generali della Natalità per consentire alle persone che erano sul palco con me, una mamma incinta di otto mesi che portava la sua testimonianza e il presidente del Forum delle famiglie Adriano Bordignon, di poter parlare senza subire la mia stessa sorte di censura. E invece neanche questo è stato sufficiente: io ho lasciato il palco ma anche alla mamma (sommersa dai fischi) e a Bordignon è stato impedito di parlare tranquillamente. Tanto è vero che l’evento è stato sospeso. Questa è la dimostrazione che non si è trattato soltanto di una censura verso di me o verso il governo, ma di una profonda ostilità verso la maternità e la paternità, verso chi decide di mettere al mondo un figlio, esercitando la propria libertà e senza nulla togliere alla libertà altrui, ma contribuendo a dare un futuro alla nostra società. Insomma quello che si contesta, alla fine, è la maternità come libera scelta”. Lo afferma, in una nota, Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità.

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Mattarella, la Costituzione riguarda tutti e va difesa

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“Nessuno può affermare che la Costituzione non lo riguarda. La Carta costituzionale, ha generato la nostra Repubblica democratica, ha fatto crescere l’Italia e il suo prestigio nel mondo. E’ una conquista e va conosciuta, amata, difesa, vissuta, ogni giorno per accogliere nuovi bisogni, per tutelare chi si trova ai margini, per avere cura dei più fragili, per affrontare le nuove sfide di convivenza e di pace. In una parola: per vivere insieme; condizione cui siamo chiamati”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a ‘Civil Week’.

– “E’ di grande significato l’interesse e la curiosità che la Costituzione suscita nei più giovani. Anche oggi dalle loro riflessioni ho ascoltato molte considerazioni di rilievo fondamentale: il diritto all’inclusione, alla rappresentanza, all’aggregazione giovanile. In questi diritti e negli altri – tutti contenuti nella Costituzione – c’è il senso della nostra vita in comune, del nostro – ripeto – comune futuro; di quel “siamo noi” che viene indicato nel titolo di questo incontro. Per questo nessuno può affermare che la Costituzione non lo riguarda”, ha dichiarato il Capo dello Stato nel suo intervento alla ‘Civil Week’. “La Carta costituzionale – ha proseguito – ha generato la nostra Repubblica democratica, ha fatto crescere l’Italia e il suo prestigio nel mondo. E’ una conquista e va conosciuta, amata, difesa, vissuta, ogni giorno per accogliere nuovi bisogni, per tutelare chi si trova ai margini, per avere cura dei più fragili, per affrontare le nuove sfide di convivenza e di pace. In una parola: per vivere insieme; condizione cui siamo chiamati”.

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Nordio dà via a G7 Giustizia, gruppo permanente su leggi

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“È un grande piacere accogliere oggi il G7 sulla Giustizia: la novità più importante sarà la costituzione di un Venice Justice Group, che sarà permanente per l’attuazione e la garanzia delle leggi. È una giornata importante perché consolida una unità di intenti e una unità di direzioni nella lotta contro la criminalità organizzata, contro il traffico di esseri umani, contro la diffusione di droghe particolarmente pericolose come il fentanyl e anche per quanto riguarda l’interesse che abbiamo sugli sviluppi dell’intelligenza artificiale”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, incontrando la stampa all’apertura del G7 sulla Giustizia a Venezia.

Nordio ha spiegato di aver già avuto questa mattina “dei colloqui bilaterali con i colleghi del Canada, dell’Ucraina, degli Stati Uniti d’America e della Gran Bretagna, altri proseguiranno domani. Sarà un’occasione sicuramente estremamente fruttuosa e ancora una volta rinnovo il ringraziamento sia a tutti i nostri ospiti sia a tutti quelli che hanno collaborato per la riuscita di questa organizzazione”, ha detto il ministro. “È una giornata particolarmente ricca di emozioni anche perché – ha aggiunto Nordio – oggi è la giornata che commemora le vittime del terrorismo e quarant’anni fa sono stato il giudice istruttore dell’inchiesta sulle Brigate Rosse”.

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