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Michel Platini: “Dopo dieci anni è finita. Mi hanno tolto tutto, ma alla fine ho vinto”

Michel Platini al Festival dello Sport di Trento racconta la fine della sua vicenda giudiziaria durata dieci anni: “Mi hanno tolto tutto, ma alla fine ho vinto”.

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Dieci giorni fa ho ricevuto una lettera dalla giustizia svizzera dicendo che è tutto finito. Ma quella storia è durata dieci anni”. Con queste parole Michel Platini ha raccontato al Festival dello Sport di Trento la fine della lunga vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto per oltre un decennio.

L’ex presidente della Uefa è stato infatti assolto in via definitiva dalle autorità svizzere, mettendo fine all’inchiesta nata per una consulenza da due milioni di franchi svizzeri ricevuta dalla Fifa. “Trovi un’associazione di gente alla Fifa, i procuratori svizzeri… e i media che ne parlano molto. È complicato vivere così. Dopo sai che alla fine vincerai, ma passi dieci anni e ti viene tolto tutto: il tuo lavoro, la tua passione. Grosso modo la Fifa mi ha pagato e dopo mi ha sospeso perché mi ha pagato. Una cosa che non ho capito, ma è così”, ha detto Platini con amarezza.

Ripercorrendo la sua carriera da dirigente, l’ex fuoriclasse francese ha ricordato il passaggio dal calcio giocato alla politica sportiva: “Ero in contatto con la Fifa, conoscevo Blatter. Un giorno, a Singapore, mi chiese se volessi diventare presidente della Fifa. Rifiutai perché dovevo organizzare la Coppa del Mondo in Francia. Poi mi disse: ‘Va bene, ci vado io, ma mi piacerebbe che tu mi aiutassi’. Così entrai in questo mondo”.

Platini ha spiegato di aver capito presto che nel calcio “il potere deriva dalla legittimità delle elezioni”. Da qui la decisione di candidarsi alla presidenza dell’Uefa, che conquistò dopo una sfida serrata con Lennart Johansson. “Disse che si sarebbe ritirato, poi tornò sui suoi passi. Io gli dissi: non mi ritiro. E vinsi 24 a 21. Normalmente dovevo avere 52 voti, ma le elezioni non sono mai una scienza esatta”, ha ricordato sorridendo.

Oggi, dopo dieci anni di sospetti e tribunali, Platini può finalmente voltare pagina.

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Conte prepara il turnover: sette partite in 22 giorni, tocca alle riserve del Napoli

Antonio Conte si prepara al ciclo di sette partite in 22 giorni: il tecnico del Napoli dovrà ruotare la squadra e dare spazio alle seconde linee come Elmas, Lucca, Mazzocchi e Neres.

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Antonio Conte non è un tecnico che ama la rotazione sistematica dei suoi giocatori. Preferisce affidarsi ai titolarissimi, ma il calendario ora lo costringe a cambiare. Con sette partite in 22 giorni e diversi infortunati, il tecnico del Napolidovrà puntare anche su chi finora ha avuto meno spazio.

Le seconde linee pronte alla chiamata

I nomi sono noti: Lucca, Lang, Marianucci, Mazzocchi, Neres ed Elmas. Tutti pronti a rispondere alla chiamata. Conte, che ha già trovato il suo assetto base nel 4-4-2, ha ammesso che le rotazioni saranno fatte “solo per necessità”. Ma l’emergenza impone scelte: De Bruyne e McTominay dovranno rifiatare, ed ecco che Elmas potrà finalmente giocare da titolare.

Anche Lucca tornerà dal primo minuto: finora ha collezionato 212 minuti in campionato, oscurato da un super Hojlund, autore di una doppietta con la Danimarca. Spazio anche a Mazzocchi, ancora a zero minuti, che potrebbe essere impiegato nelle gare di campionato contro Torino, Lecce, Como e Bologna.

I moduli e i dubbi tattici

Conte ha impostato il Napoli sul 4-4-2 o sul 4-1-4-1, ma la mancanza di alcuni esterni come Politano lo costringerà a variare modulo, passando al 4-3-3 o al 4-2-3-1, con Neres e Lang nel tridente. Il tecnico dovrà anche gestire l’assenza di Lobotka, il cui sostituto naturale è Gilmour, pur con un diverso stile di regia.

Nella retroguardia, si attende il pieno recupero di Rrahmani, mentre Buongiorno è ormai pronto al rientro. Anche Olivera e Gutierrez sono in cerca di spazio, alle spalle di Spinazzola, ormai stabilmente titolare.

Il tour de force e la gestione di Conte

Il vero protagonista del prossimo mese sarà ancora una volta Conte, chiamato a gestire energie, infortuni e turnover con la sua consueta determinazione. “Mister emergenza” dovrà reinventarsi formazione dopo formazione, in un ciclo che metterà alla prova la profondità della rosa azzurra.

Oggi, a Castel Volturno, è previsto un test contro l’Avellino: un’occasione per misurare la condizione delle seconde linee e prepararsi a un ottobre di fuoco.

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Italia, missione Mondiale: con l’Estonia e Israele due gare decisive per Gattuso e gli azzurri

L’Italia prepara le sfide decisive contro Estonia e Israele per i Mondiali 2026. Tonali, Cristante e Dimarco esaltano lo spirito ritrovato con Gattuso: “La Nazionale ha ritrovato coraggio e voglia di vincere”.

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La Nazionale di Gennaro Gattuso si prepara a vivere due partite cruciali sulla strada verso i Mondiali del 2026: sabato a Tallinn contro l’Estonia e il 14 ottobre a Udine contro Israele. Due sfide che potrebbero decidere il destino del girone, con l’obiettivo di consolidare il secondo posto e garantirsi i playoff, in attesa del big match di novembre con la capolista Norvegia.

Tonali: “Abbiamo ritrovato coraggio e spirito azzurro”

Il centrocampista del Newcastle, Sandro Tonali, ha descritto il nuovo clima che si respira in azzurro:
«Questa Nazionale ha ritrovato coraggio, ha ricominciato a martellare. Gattuso ci trasmette amore per la maglia e la voglia di tornare ad essere super competitivi».

Tonali ha ricordato il passato recente e la voglia di riscatto dopo le mancate qualificazioni: «Vorrei rigiocare la partita con la Macedonia del Nord. Facemmo 30 tiri e bastò uno loro per punirci. Il pallone pesava 50 chili». Poi una confessione: «Gattuso era il mio idolo da bambino, avevo una tazza con la sua foto».

Cristante: “Gruppo forte e sereno, Gattuso è un trascinatore”

Dopo oltre un anno, Bryan Cristante è tornato in azzurro e ha voluto sottolineare la crescita del gruppo:
«Bisogna essere ottimisti, questo gruppo è forte e lavora bene. Gattuso ha scritto la storia della Nazionale ed è sempre stato un trascinatore. La maglia azzurra va data a chi la merita, ma serve anche l’esperienza di chi ha dimostrato valore nei club».

Cristante, friulano, ha poi lanciato un appello ai tifosi: «Spero che a Udine lo stadio si riempia per la partita con Israele. Abbiamo bisogno del calore dei nostri tifosi».

Dimarco: “Vogliamo andare al Mondiale, dobbiamo vincere tutto”

Anche Federico Dimarco ha parlato a RaiSport della determinazione della squadra: «Dobbiamo andare al Mondiale in tutti i modi. Cerchiamo di vincere tutte le partite e poi vedremo cosa accadrà tra Norvegia e Israele».

Le prove tattiche di Gattuso

A Coverciano gli azzurri hanno svolto una doppia seduta con sessione video e allenamento pomeridiano. Gattuso valuta un 4-4-2 con Donnarumma in porta, Bastoni e Calafiori centrali, Di Lorenzo e Dimarco sulle fasce. In mediana dovrebbero agire Tonali e Barella, mentre in attacco spazio alla coppia Kean–Retegui.

I dubbi principali riguardano le corsie laterali, dopo i forfait di Zaccagni e Politano: in corsa ci sono Raspadori, Orsolini, Cambiaghi, Cambiaso e Spinazzola. Domani la rifinitura e poi, nel pomeriggio, la partenza in charter da Firenze verso Tallinn.

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Coppa America 2027, Nepi: “A Napoli una sfida per rigenerare Bagnoli in un anno”

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La Coppa America 2027 non sarà solo un grande evento sportivo, ma anche una scommessa per la rinascita di Bagnoli e per l’immagine di Napoli.
Alla presentazione dell’evento nella sede della Camera di Commercio di Napoli, l’amministratore delegato di Sport e Salute, Diego Nepi Molineris (foto Imagoeconomica), ha parlato con entusiasmo della sfida che attende la città:

“Sappiamo la responsabilità che ci siamo assunti e vogliamo vincere questa sfida tutti insieme, per riconsegnare a Napoli e all’Italia un’area straordinaria. Avere l’obiettivo di restituire in un anno ciò che non è stato fatto in trent’anni è una grandissima sfida, ma abbiamo la forza e la voglia per riuscirci”.

Bagnoli al centro del progetto America’s Cup

Per Nepi, la rigenerazione dell’ex area industriale è il vero obiettivo dell’America’s Cup:

“Vincere la Coppa è frutto di strategia e visione, e anche nella scelta di Bagnoli c’è stata un’analisi profonda. È il luogo migliore per ospitare le basi dei team, nonostante le complessità. Tutti stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo e, con la volontà delle istituzioni e degli stakeholder, nulla è impossibile”.

Dialogo e responsabilità tra istituzioni

Sui rilievi della Soprintendenza e sul controllo richiesto all’Anac dalla Regione Campania, Nepi ha ribadito l’importanza della collaborazione istituzionale e della trasparenza:

“Tutti gli attori coinvolti devono remare nella stessa direzione, ma anche interrogarsi e fare ciò che ritengono necessario per le proprie competenze. Nessuno deve agire in modo superficiale: vanno compiuti tutti i passi e date le risposte dovute”.

La Coppa America 2027, che porterà a Napoli i migliori team velici del mondo, diventa così un catalizzatore di sviluppo urbano e sportivo, un’occasione storica per trasformare Bagnoli da simbolo di degrado a vetrina internazionale.

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