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Coppa America 2027, Nepi: “A Napoli una sfida per rigenerare Bagnoli in un anno”

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La Coppa America 2027 non sarà solo un grande evento sportivo, ma anche una scommessa per la rinascita di Bagnoli e per l’immagine di Napoli.
Alla presentazione dell’evento nella sede della Camera di Commercio di Napoli, l’amministratore delegato di Sport e Salute, Diego Nepi Molineris (foto Imagoeconomica), ha parlato con entusiasmo della sfida che attende la città:

“Sappiamo la responsabilità che ci siamo assunti e vogliamo vincere questa sfida tutti insieme, per riconsegnare a Napoli e all’Italia un’area straordinaria. Avere l’obiettivo di restituire in un anno ciò che non è stato fatto in trent’anni è una grandissima sfida, ma abbiamo la forza e la voglia per riuscirci”.

Bagnoli al centro del progetto America’s Cup

Per Nepi, la rigenerazione dell’ex area industriale è il vero obiettivo dell’America’s Cup:

“Vincere la Coppa è frutto di strategia e visione, e anche nella scelta di Bagnoli c’è stata un’analisi profonda. È il luogo migliore per ospitare le basi dei team, nonostante le complessità. Tutti stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo e, con la volontà delle istituzioni e degli stakeholder, nulla è impossibile”.

Dialogo e responsabilità tra istituzioni

Sui rilievi della Soprintendenza e sul controllo richiesto all’Anac dalla Regione Campania, Nepi ha ribadito l’importanza della collaborazione istituzionale e della trasparenza:

“Tutti gli attori coinvolti devono remare nella stessa direzione, ma anche interrogarsi e fare ciò che ritengono necessario per le proprie competenze. Nessuno deve agire in modo superficiale: vanno compiuti tutti i passi e date le risposte dovute”.

La Coppa America 2027, che porterà a Napoli i migliori team velici del mondo, diventa così un catalizzatore di sviluppo urbano e sportivo, un’occasione storica per trasformare Bagnoli da simbolo di degrado a vetrina internazionale.

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Razzismo nel calcio, in Spagna l’allarme torna a crescere: Lamine Yamal il più insultato sui social

Il razzismo torna a scuotere il calcio spagnolo. Secondo un report dell’Osservatorio iberico sulla xenofobia, Lamine Yamal è il giocatore più insultato online. Dati allarmanti che riportano alla memoria i casi Eto’o, Dani Alves e Vinícius.

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In Spagna, il problema del razzismo nel calcio torna prepotentemente d’attualità. Dopo Samuel Eto’o, Dani Alves e Vinícius, ora è il turno di Rodrigo e soprattutto di Lamine Yamal, giovanissimo talento del Barcellona e stella della nazionale spagnola.

Secondo un report dell’Osservatorio iberico sulla xenofobia, diffuso da El País, Yamal è oggi il giocatore più bersagliato da insulti razzisti sul web, con il 60% dei messaggi d’odio rilevati sui social.


Lamine Yamal, talento precoce e bersaglio dell’odio

Ancora minorenne, Yamal è diventato l’idolo della Spagna dopo l’Europeo vinto a suon di gol e giocate spettacolari. Ma la popolarità lo ha reso anche vittima di odio razziale: sui social abbondano insulti come “puto negro morito” e “moro inmundo”.
Una violenza verbale che supera di gran lunga quella rivolta a colleghi come Rodrigo, Mbappé, Balde, Brahim Díaz o Iñaki Williams.


Una lunga storia di razzismo negli stadi spagnoli

Il razzismo nel calcio spagnolo non è un fenomeno nuovo.
Nel 2006, Samuel Eto’o fu sommerso da versi da scimmia durante un Barcellona–Real Saragozza: il campione camerunense minacciò di abbandonare il campo, ma fu convinto a restare.
Nel 2014, Dani Alves reagì con ironia a un gesto ignobile — un tifoso del Villarreal gli lanciò una banana — mangiandola davanti a tutti, trasformando l’offesa in un simbolo di forza.
Più di recente, Vinícius Jr. è riuscito a far sospendere la gara Valladolid–Real Madrid a causa dei cori razzisti e ha portato in tribunale alcuni tifosi, condannati per reati d’odio: un precedente storico in Spagna.


Anche in Italia episodi ancora frequenti

Il fenomeno non risparmia l’Italia.
Nel 2005, Marc André Zoro del Messina fu tra i primi a ribellarsi agli insulti razzisti del pubblico, minacciando di lasciare il campo durante una partita contro l’Inter.
Negli anni, la lista si è allungata: Romelu Lukaku, bersagliato più volte a Cagliari e Torino; Kalidou Koulibaly, insultato nel 2018; e Mike Maignan, vittima di cori discriminatori.


Un fenomeno che chiede risposte concrete

Dai campi di calcio ai social network, il razzismo nello sport continua a manifestarsi in forme diverse ma sempre più visibili.
Le campagne di sensibilizzazione non bastano: servono regole, controlli e sanzioni efficaci, ma soprattutto un cambiamento culturale che riporti al centro il rispetto e l’educazione, dentro e fuori dagli stadi.

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Atp Finals a Torino, giornata tricolore per Sinner e Musetti: entusiasmo, emozioni e tragedia sugli spalti

Giornata tricolore alle ATP Finals di Torino per il debutto di Sinner e Musetti. Entusiasmo e orgoglio sugli spalti, ma anche due tragedie per malori tra i tifosi.

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Azzurro, arancione e tricolore: l’Inalpi Arena di Torino si è vestita dei colori italiani per una delle giornate più attese delle Atp Finals, quella del debutto di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, in campo per la loro prima partita nel torneo dei Maestri.
Un’atmosfera di entusiasmo e orgoglio nazionale ha avvolto l’arena, trasformata in un mare di bandiere e magliette arancioni, simbolo del fenomeno Sinner.


Sinner e Musetti, due emozioni per il pubblico italiano

Il primo a scendere in campo è stato Lorenzo Musetti, accolto da un’ovazione mentre faceva il suo ingresso in tenuta total black per affrontare l’americano Taylor Fritz, che si è imposto in due set.
Durante il match, l’arena è esplosa di nuovo in un boato quando sul maxischermo è apparso Jannik Sinner, arrivato per la preparazione al suo incontro serale contro il canadese Auger-Aliassime.

Sugli spalti si respirava una festa: cori, applausi e cartelli con scritte come “Orgoglio italiano”. Tra i tifosi, anche la famiglia trevigiana con magliette personalizzate con le lettere del nome di Sinner, e una signora con un cerchietto a forma di carota, omaggio scherzoso al campione altoatesino.


Tra amore e curiosità, il lato glamour delle Finals

A sostenere Musetti dal box azzurro c’era la fidanzata Veronica Confalonieri, in attesa del secondo figlio.
Ma a rubare la scena fuori dal campo è stato Carlos Alcaraz, che ha sorpreso tutti in conferenza stampa confessando di essere “single, single” rispondendo a una domanda della ex tennista Elena Vesnina.

Tra gli altri protagonisti, la fidanzata di Fritz, Morgana Riddle, presente a bordo campo, e il sostegno via social di Trinity Rodman, attaccante della nazionale Usa e compagna di Ben Shelton, che ha ironizzato su Instagram: “Io che cerco di convincere Ben a fare un TikTok con me”.
Cuore impegnato anche per Auger-Aliassime, Zverev e De Minaur, tutti accompagnati dalle loro partner.


Due tragedie tra i tifosi

La giornata di festa è stata purtroppo segnata da due decessi tra gli spettatori: due tifosi sono stati colpiti da arresto cardiaco, uno sugli spalti prima della partita e l’altro nel Fan Village.
Nonostante i soccorsi immediati e il trasporto in ospedale, per entrambi non c’è stato nulla da fare.

Un epilogo tragico in una giornata che resterà comunque nella memoria dei tifosi italiani per l’energia, la passione e il calore che solo il tennis azzurro sa accendere.

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Atalanta, esonerato Ivan Juric: atteso Raffaele Palladino per la panchina della Dea

Dopo 157 giorni termina l’avventura di Ivan Juric sulla panchina dell’Atalanta. Atteso Raffaele Palladino come nuovo allenatore. Il croato paga risultati deludenti e gestione complicata dello spogliatoio

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Dopo appena 157 giorni, si conclude l’esperienza di Ivan Juric sulla panchina dell’Atalanta. Il tecnico croato, arrivato il 6 giugno scorso per raccogliere l’eredità di Gian Piero Gasperini, paga una partenza difficile in campionato e una gestione complicata dello spogliatoio.

Tutti gli indizi portano ora a Raffaele Palladino, già candidato alla panchina bergamasca nella scorsa primavera, come nuovo allenatore della Dea.


Fine di un ciclo complicato

Juric è rimasto schiacciato dal peso dell’eredità di un decennio straordinario: cinque qualificazioni in Champions League, tre finali di Coppa Italia e un’Europa League vinta sotto la guida Gasperini.
Le ultime due sconfitte consecutive, contro Udinese e Sassuolo, hanno accelerato la decisione della società, nonostante i segnali positivi in Champions League con la vittoria sul Bruges.

Con soli 13 punti in 11 giornate, l’Atalanta ha registrato il peggior avvio dal 2014, quando furono appena 10.


Crollo di rendimento e problemi interni

Nonostante il modulo resti quello gasperiniano, 3-4-2-1 o 3-4-1-2, la squadra ha perso intensità, velocità e verticalità, segnando appena 13 reti in campionato, di cui 7 arrivate nelle sole vittorie con Lecce (4-1) e Torino (3-0).
L’assenza per infortunio di Ederson e Scamacca ha ulteriormente penalizzato Juric, già alle prese con la gestione turbolenta di Lookman, protagonista di una lite al Velodrome dopo la sostituzione in Champions.

Anche i nuovi acquisti Kamaldeen Suleman e Nikola Krstovic, efficaci solo nelle due trasferte torinesi, non sono bastati a invertire la rotta. Suleman, in particolare, era stato una precisa richiesta del tecnico, già allenato a Southampton.


Il terzo esonero in due stagioni

Per Juric si tratta del terzo esonero consecutivo dopo le esperienze alla Roma e al Southampton.
L’incontro con i Percassi e il direttore sportivo Toni D’Amico a Zingonia ha sancito il divorzio definitivo.
Il croato lascia con l’amaro in bocca, penalizzato anche dalle numerose assenze e da un ambiente in transizione dopo l’era Gasperini.


Palladino pronto a iniziare la nuova era

L’arrivo di Raffaele Palladino sulla panchina atalantina è atteso entro mercoledì, alla ripresa degli allenamenti a Zingonia.
Il tecnico napoletano, 41 anni, cresciuto calcisticamente proprio sotto Gasperini ai tempi del Genoa, è considerato uno degli allenatori emergenti più promettenti del panorama italiano.

Dopo aver guidato il Monza con risultati eccellenti, Palladino aveva firmato con la Fiorentina, salvo poi dimettersi prima dell’inizio della stagione.
Già nella lista dei candidati a fine maggio insieme a Tudor, Vieira e Thiago Motta, ora sembra pronto a inaugurare una nuova fase per l’Atalanta, chiamata a ritrovare entusiasmo, gioco e ambizione europea.

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