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Fuga verso un posto migliore, il 67% vuole lavorare meno

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Gli italiani vogliono lavorare meno. Oltre due occupati su tre hanno come obiettivo per il futuro quello di ridurre il tempo dedicato al lavoro, secondo il rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale. È un’aspirazione sentita dal 67,7% degli intervistati, con poca differenza tra le classi di età. E una scelta che molti mettono in pratica nella vita quotidiana. Oltre tre occupati su dieci, soprattutto tra i più giovani, dichiarano di impegnarsi il minimo indispensabile, dicendo di no a straordinari, chiamate o mail fuori orario. Quasi il 28% ha rinunciato a un impiego migliore perché era troppo lontano da casa e per la maggioranza l’attività lavorativa influenza meno la vita privata rispetto al passato.

“Il lavoro non è più l’attività di vita per eccellenza intorno alla quale tutto il resto deve strutturarsi. È il segnale di una transizione socio-culturale decisiva in atto, esito di una molteplicità di fattori tra i quali, anche, retribuzioni che per la grande maggioranza dei lavoratori non sostengono desideri e ambizioni”, si legge nel rapporto. Lo studio registra, in un momento di dinamicità del mercato, più che una fuga dal lavoro in generale, una corsa alla ricerca di posti migliori. Tra i lavoratori con meno di 60 anni che si dimettono, il 67% entro tre mesi si ricolloca in un altro impiego. Tra le donne con figli, invece, molte lasciano e basta, espulse da un mercato del lavoro dove essere madri ha ancora un costo professionale.

“Una donna su cinque si dimette dopo il primo figlio”, ha dichiarato la ministra della famiglia Eugenia Roccella indicando la necessità di favorire la conciliazione tra vita e lavoro. Mentre la deputata Pd Chiara Grubaudo ha avvertito che con il ddl lavoro si rischia di “tornare indietro sul tema delle dimissioni in bianco, che penalizza soprattutto le giovani donne”. Il presidente della Commissione lavoro della Camera, Marco Osnato (Fdi) ha descritto “la mortificazione salariale degli ultimi decenni”, come tema su cui intervenire a partire dl taglio del cuneo fiscale, da rendere strutturale, e l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano ha indicato una questione generazionale. “Se vivi in un mondo in cui pensi di stare peggio di tuo padre e di non avere certezze, il tuo rapporto con il lavoro non è di ottimismo ma di ripiegamento, più di fuga che di conquista”, ha detto Damiano. Quello che serve, secondo il capogruppo M5S alla Camera, Francesco Silvestri, è “una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salari”.

In questo senso va anche la rivendicazione della Uilm, contenuta nella piattaforma per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici con Fim e Fiom: “vogliamo la riduzione di orario di lavoro a 35 ore settimanali per tutti. Più salario e meno orario!”. Il segretario generale della Fim, Roberto Benaglia, ha sottolineato come sia un “paradosso la disaffezione dal lavoro in una fase in cui è più facile trovare lavoro”. In questo contesto il welfare aziendale, sempre più conosciuto e apprezzato, “è – per Benaglia – un pilastro sempre più robusto nel rapporto tra il lavoratore, il lavoro e le imprese”.

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Internazionali di Roma, Djokovic: sarò al top della forma per Roland Garros

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“Penso di essere sulla buona strada per raggiungere il picco della mia forma al Roland Garros di Parigi”. Lo ha detto Novak Djokovic nella conferenza stampa agli Intenzionali d’Italia. “Spero che qui a Roma possa giocare meglio di quanto ho fatto a Montecarlo – ha proseguito – Il desiderio, ovviamente, è sempre quello di arrivare lontano. Ma vediamo. Adesso è un concetto diverso. È la prima volta che Roma e Madrid durano quasi due settimane, come Indian Wells e Miami. E questo ti da più tempo per recuperare tra una partita e l’altra se continui nel torneo, il che penso sia utile per me”. L’obiettivo, oggi, però non è Roma.

“In termini di preparazione guardo oltre – ha spiegato – Punto al Roland Garros, a Wimbledon e alle Olimpiadi. Questo è il blocco per il quale ci stiamo preparando di più e sono soddisfatto di come sono andati gli ultimi 10-14 giorni di allenamento”.

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Internazionali di Roma, dopo Sinner e Alcaraz anche Berrettini si ritira: non sono pronto

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Dopo Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, si ritira anche Matteo Berrettini dagli Internazionali di Roma. “Non riuscirò a giocare, ho provato a fare di tutto, ma non sono pronto per competere. Rischio di farmi male e stare fermo”, lo ha annunciato il tennista in conferenza stampa.

“Non c’è un infortunio o qualcosa di rotto, c’è solo la tristezza perché con questo sono tre anni che qualcuno mi porta via questo torneo. Semplicemente non sono pronto a giocare – ha continuato Berrettini spiegando il perché del suo forfait a Roma – E’ una sensazione difficile da spiegare, ma è come se sento che potrebbe succedere qualcosa”.

Da Madrid si era ritirato per via di una forte tonsillite e febbre e il tennista romano spiega così la sua decisione di oggi: “Nelle ultime settimane ho preso dei medicinali per curarmi che mi hanno debilitato tantissimo, al punto da non farmi sentire pronto a giocare. Io questo torneo lo voglio giocare se sono competitivo e se non lo sono è giusto che non partecipi”. Sui tempi di recupero ha concluso: “Difficile dirlo, spero prima di Parigi o per il Roland Garros”.

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Champions, il Borussia Dortmund batte il PSG e vola in finale

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Il Borussia Dortmund ha scritto una pagina indelebile nella sua storia calcistica, conquistando la finale della Champions League 2023/24. Dopo una vittoria di misura in Germania, il Borussia ha replicato il successo anche al Parco dei Principi contro un combattivo PSG.

Il momento decisivo della partita è arrivato al 50° minuto, quando Mats Hummels ha siglato il gol vincente con un poderoso colpo di testa su calcio d’angolo battuto da Brandt. Un’azione che ha lasciato senza parole i tifosi parigini, mentre i sostenitori del Borussia esultavano in delirio.

Nonostante il PSG abbia dominato il possesso palla e creato numerose occasioni da gol, con il portiere Donnarumma autore di interventi miracolosi, i parigini hanno continuato a essere sfortunati davanti alla porta avversaria. Quattro volte il legno ha negato loro la gioia del gol nel secondo tempo, con tentativi di Zaire-Emery, Nuno Mendes, Mbappé e una sassata di Vitinha che ha colpito la traversa.

La scelta di Luis Enrique di schierare Beraldo anziché Skriniar in difesa ha suscitato discussioni, soprattutto dopo il gol di Hummels, dove il difensore brasiliano è stato battuto sul colpo di testa decisivo. Tuttavia, il Borussia Dortmund ha saputo sfruttare al meglio l’unica occasione a disposizione nella ripresa, confermando la sua tenacia e determinazione nel raggiungere la finale.

Undici anni dopo l’ultima volta, il Borussia Dortmund si prepara a vivere un’altra notte magica in Europa, con i suoi tifosi che non vedono l’ora di sognare in grande e di sostenere la propria squadra nella lotta per il trofeo più prestigioso del calcio continentale.

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