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Spettacoli

Affari Tuoi, Elisabetta da Giugliano sfiora i 200mila euro ma vince 15mila

Nella 36ª puntata di Affari Tuoi, Elisabetta da Giugliano in Campania ha sfiorato i 200mila euro. Dopo un cambio all’ultimo, si è aggiudicata 15mila euro dal pacco nero.

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La trentaseiesima puntata di Affari Tuoi, condotta da Stefano De Martino, ha avuto come protagonista Elisabetta, concorrente in rappresentanza della Campania, accompagnata dalla sorella Debora.
Le due sorelle hanno giocato con il pacco numero 4, che alla fine hanno deciso di scambiare con il pacco 13.


Il cambio fatale all’ultimo minuto

Il destino ha voluto che nel pacco iniziale, il numero 4, ci fossero i 200mila euro, il premio massimo ancora in gioco.
Un cambio di cuore — e forse di fortuna — ha però portato Elisabetta a scegliere il pacco 13, rinunciando inconsapevolmente alla cifra più alta.

Nella fase finale, sono rimasti solo due pacchi: il 9 e il 13.
Dopo un’ultima decisione di scambio, Elisabetta ha aperto il pacco nero, scoprendo una vincita di 15mila euro.


Una sconfitta dolce-amara

Un po’ di delusione per l’occasione mancata, ma anche tanta emozione e sportività da parte della concorrente di Giugliano in Campania, che ha chiuso la puntata tra gli applausi del pubblico e l’abbraccio di De Martino.

Ancora una volta, Affari Tuoi si conferma il gioco dei sentimenti e dei colpi di scena, capace di far sognare — e a volte soffrire — i concorrenti di tutta Italia.

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Cinema

Addio a Diane Keaton, l’indimenticabile Annie Hall di Woody Allen e icona del cinema americano

È morta a 79 anni Diane Keaton, icona di “Io e Annie” di Woody Allen e interprete de “Il Padrino”. Premio Oscar nel 1978, ha segnato mezzo secolo di cinema americano con eleganza e ironia.

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Hollywood piange Diane Keaton, attrice, regista, produttrice, fotografa e arredatrice d’interni, morta all’età di 79 anni. Quattro volte candidata all’Oscar e vincitrice nel 1978 per “Io e Annie” di Woody Allen, Keaton è stata una delle interpreti più amate e riconoscibili del cinema americano, simbolo di eleganza anticonvenzionale e ironia sofisticata.


Dall’amore per il teatro al successo con “Il Padrino”

Nata a Los Angeles come Diane Hall, figlia di un ingegnere e di una fotografa appassionata d’arte, Keaton aveva ereditato dalla madre il gusto per l’immagine e la curiosità per la creatività. Dopo aver studiato recitazione e canto, si trasferì a New York, dove iniziò la carriera teatrale adottando il cognome materno.

Il suo primo grande successo arrivò con “Hair”, performance che attirò l’attenzione di Woody Allen, che la volle nel suo spettacolo teatrale “Provaci ancora Sam”. Da lì iniziò una collaborazione artistica e sentimentale che avrebbe segnato la storia del cinema.

Nel 1972 Francis Ford Coppola la scelse per interpretare Kay Adams, la moglie di Michael Corleone ne “Il Padrino”, ruolo che la consacrò a livello internazionale.


L’icona di “Io e Annie” e il sodalizio con Woody Allen

Il successo mondiale arrivò nel 1977 con “Io e Annie”, capolavoro di Woody Allen che le valse l’Oscar come miglior attrice protagonista. Quel personaggio – ironico, fragile e irresistibilmente autentico – divenne il simbolo di un’epoca e di un nuovo modello femminile, libero e brillante.

Keaton e Allen hanno condiviso otto film, tra cui “Manhattan”, “Interiors” e “Provaci ancora, Sam”, formando una delle coppie più iconiche della commedia americana.


Una vita libera, due figli e un talento poliedrico

Nonostante le grandi storie d’amore con Woody Allen, Warren Beatty e Al Pacino, Diane Keaton non si è mai sposata. Ha adottato due figli, nel 1996 e nel 2001, raccontando: «La maternità era un impulso a cui non potevo resistere».

Oltre al cinema, si è dedicata alla fotografia, alla scrittura e al design, firmando progetti di interni e libri di grande successo.


Il dolore privato e la memoria di un’icona

Nel 2020, con il libro autobiografico “Fratello e Sorella”, Keaton ha raccontato il dolore per il fratello Randy, affetto da disturbi mentali, denunciando con coraggio il silenzio e la solitudine che accompagnano le malattie psichiche.

Con la sua scomparsa, il cinema perde non solo un’attrice straordinaria, ma anche una donna che ha saputo unire intelligenza, grazia e indipendenza, diventando un’icona di autenticità.
Come il suo personaggio più celebre, Diane Keaton resterà per sempre “Annie Hall”: disarmante, ironica e indimenticabile.

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Spettacoli

Nasce il Manifesto per il Centro europeo sull’intelligenza artificiale: ricerca pubblica, etica e visione europea

Aula magna dell’Università di Bologna con ricercatori e studenti riuniti durante il convegno, a simboleggiare il dialogo tra scienza, etica e futuro.

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Ricerca pubblica, etica e cooperazione tra scienze: sono i principi su cui si fonda il Manifesto per il futuro Centro europeo di ricerca sull’intelligenza artificiale, discusso all’Università di Bologna da alcuni dei più autorevoli esperti internazionali di IA, su impulso del premio Nobel Giorgio Parisi e del fisico matematico Pierluigi Contucci.

I pilastri del Manifesto

Il documento individua i pilastri fondanti del progetto:

  • centralità della ricerca fondamentale;

  • valorizzazione del capitale umano e dei team interdisciplinari;

  • attrazione dei talenti e sostenibilità ambientale;

  • governance trasparente e apertura internazionale;

  • radicamento nella tradizione scientifica europea.

Il futuro Centro europeo dovrà essere, secondo il Manifesto, un’infrastruttura pubblica e transnazionale, capace di mettere in rete fisici, informatici, matematici, biologi e linguisti.

Protesta studentesca per un’IA etica e non bellica

Durante il convegno, un gruppo di studenti pro Palestina ha interrotto i lavori intonando “Free Palestine” e chiedendo che il nuovo Centro sia costruito su principi etici non negoziabili.

Le richieste includono il rifiuto di finanziamenti diretti o indiretti da industrie belliche, in particolare da aziende come Leonardo Spa, e l’adozione di un codice etico che escluda la cooperazione con soggetti coinvolti in guerra, sorveglianza o colonialismo tecnologico.

«L’uso etico e responsabile delle tecnologie è già tra i valori fondanti della nostra visione», ha risposto la prorettrice alla Trasformazione digitale Rebecca Montanari, aprendo poi la sessione scientifica che ha dato forma al Manifesto.

Un centro pubblico, aperto e interdisciplinare

Nel testo, si sottolinea che “l’Europa non deve limitarsi ad adattarsi alla trasformazione digitale, ma contribuire a plasmarla”.
Parisi ha ribadito la necessità di un grande centro pubblico, non privato: «Serve un’iniziativa transnazionale dove lavorino fianco a fianco scienziati di tutte le discipline. Solo l’Europa può realizzarlo, con uno sviluppo open-source e accessibile a tutti».

Dalla teoria alla società: IA per l’uomo, non per il profitto

Il Manifesto immagina una struttura snella, dinamica e ad alto impatto, con una sede centrale dedicata alla collaborazione tra piccoli gruppi di ricercatori. Le aree di applicazione andranno dalle tecnologie linguistiche multilingue alla robotica, dalla sanità alla sostenibilità climatica, fino alla sicurezza dei dati e alla sostenibilità digitale.

Prevista anche una struttura di connessione tra ricerca, industria e società per coordinare progetti condivisi, sviluppare prototipi open-source e garantire che le partnership industriali restino sempre bilanciate dal pubblico interesse.

L’obiettivo è duplice: favorire la nascita di start-up innovative e proteggere la ricerca europea da acquisizioni premature, assicurando che il futuro dell’intelligenza artificiale resti un bene comune al servizio dell’uomo e della conoscenza.

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Cinema

Rinasce il Cinema Europa a Roma: partnership tra Centro Sperimentale e Netflix per un nuovo polo del cinema italiano

Il Cinema Europa di Roma riaprirà grazie a una partnership tra il Centro Sperimentale di Cinematografia e Netflix. Un progetto da 4 milioni di euro per creare un nuovo spazio di formazione, cultura e innovazione cinematografica.

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Rinasce a Roma il Cinema Europa, luogo simbolo della storia del cinema italiano, grazie a una partnership tra il Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc) e Netflix, che festeggia così i dieci anni dal suo arrivo in Italia. L’annuncio è stato dato durante una conferenza stampa al Ministero della Cultura, aperta da un videomessaggio del ministro Alessandro Giuli, con la partecipazione della presidente del Csc Gabriella Buontempo e del co-CEO di Netflix Ted Sarandos.

Un progetto tra tradizione e innovazione

Il Cinema Europa, grazie a Netflix, diventerà un nuovo punto di riferimento per il cinema nazionale e internazionale e un modello di collaborazione virtuosa”, ha dichiarato Buontempo, sottolineando come il progetto unisca i 90 anni di storia e formazione del Csc alla visione innovativa della piattaforma di streaming.

Il Cinema Europa, chiuso da anni dopo la pandemia, sarà completamente ristrutturato e trasformato in uno spazio culturale e formativo dedicato alla valorizzazione del patrimonio cinematografico italiano. Proprio qui, nel 1905, venne proiettato La presa di Roma, il primo film narrativo mai realizzato in Italia.

Netflix investe 4 milioni per la rinascita del cinema

L’operazione, che non avrà impatto economico per la Fondazione Csc, sarà sostenuta da Netflix con un investimento di 4 milioni di euro. “Questo progetto rappresenta molto più della ristrutturazione di un edificio — ha spiegato Ted Sarandos — significa offrire alla comunità creativa italiana un luogo dove condividere idee, celebrare i classici e coltivare la prossima generazione di cineasti”.

Dal 2015, ha ricordato Sarandos, la piattaforma ha lanciato oltre mille titoli italiani, generando 1,1 miliardi di euro di impatto economico e creando oltre 5.500 opportunità di lavoro tra il 2021 e il 2024.

Cinema, formazione e cultura

Il nuovo Cinema Europa ospiterà proiezioni, corsi, eventi e rassegne, oltre a offrire una vetrina ai lavori degli studenti del Centro Sperimentale. Sarà anche una sede aggiuntiva per la Cineteca Nazionale, che custodisce circa 70.000 titoli tra cortometraggi e lungometraggi.

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha definito l’iniziativa “un esempio concreto di collaborazione virtuosa tra pubblico e privato, tra tradizione e innovazione”, sottolineando come l’accordo contribuisca alla “crescita professionale dei giovani talenti e alla promozione della cultura cinematografica italiana nel mondo”.

Con la riapertura prevista entro un anno, il Cinema Europa tornerà così a essere un punto di riferimento per la formazione, la creatività e l’industria audiovisiva italiana, nel cuore della Capitale del cinema.

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