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Cronache

Caso Garlasco, il legale di Venditti: “L’inchiesta su Sempio deve passare a Brescia”

L’avvocato Domenico Aiello chiede il trasferimento a Brescia dell’inchiesta su Andrea Sempio, legata al caso Garlasco. Difende l’ex procuratore Mario Venditti, indagato per corruzione, e denuncia “un attacco al sistema giustizia”.

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Nuovo capitolo nel caso Garlasco, la vicenda giudiziaria sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa nel 2007. L’avvocato Domenico Aiello, difensore dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, sostiene che la nuova indagine su Andrea Sempio, unico indagato oggi, debba essere trasferita alla Procura di Brescia.

Secondo Aiello, infatti, «l’indagine su Sempio è il contenitore all’interno del quale è stata rinvenuta la prova di un’ipotesi corruttiva. Non si può separare una parte dell’inchiesta e trattenerne un’altra: è tutto connesso».

L’avvocato ha illustrato la sua posizione in un punto stampa a Milano, alla vigilia dell’udienza davanti al Tribunale del Riesame, fissata per martedì, che dovrà esaminare il provvedimento di perquisizione e sequestro eseguito il 26 settembre ai danni dell’ex magistrato.

“Un’indagine della giustizia contro la giustizia”

Aiello ha parlato di «momento critico» per il suo assistito, sottolineando che «è stato aggredito un uomo con una potenza di fuoco inimmaginabile».
«La sua immagine è distrutta – ha aggiunto –. È un’indagine della giustizia contro la giustizia, che può avere effetti deflagranti anche quando il magistrato risulta innocente».

Secondo il legale, l’iscrizione di un magistrato nel registro degli indagati «dovrebbe avvenire solo quando si ha la certezza della prova». E ha denunciato un clima “avvelenato” nel sistema giudiziario: «Già l’inchiesta sull’omicidio Poggi ha destabilizzato la magistratura, ora questa nuova indagine rischia di minare ulteriormente la fiducia dei cittadini nella giustizia».

“Un’eresia dire che se Venditti è corrotto, Stasi è innocente”

L’avvocato Aiello ha respinto con forza quella che definisce «un’eresia giuridica»: «Non esiste alcuna equazione per cui, se Venditti fosse corrotto, allora Alberto Stasi è innocente e Sempio colpevole. Dobbiamo tornare a considerare le regole del processo e dell’indagine penale».

Il caso delle password e le contestazioni procedurali

Aiello ha poi chiarito la vicenda della mancata consegna delle password dei dispositivi elettronici di Venditti. «Il dottor Venditti – ha spiegato – aveva scritto le password su un foglio e stava per consegnarle al maggiore dei Carabinieri. Ho solo chiesto quali fossero i criteri di estrazione dei dati, e mi è stato risposto che non ce n’erano: “diamo uno sguardo generale”».

Il legale ha definito questo approccio «inaccettabile»: «Non si può procedere in Italia senza regole chiare. È un metodo da combattere, che dimostra come si sia iscritto qualcuno nel registro degli indagati senza indizi concreti o prove certe».

L’udienza decisiva al Riesame

Martedì, davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Brescia, l’ex procuratore Mario Venditti sarà presente in aula. L’udienza potrebbe risultare decisiva per stabilire il futuro dell’indagine, che rischia di spostarsi di competenza territoriale e di incidere profondamente su una delle vicende giudiziarie più controverse e longeve della cronaca italiana.

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Cronache

Papa Leone con i poveri: messa a San Pietro e pranzo con 1300 persone per la Giornata mondiale

Papa Leone celebra la Giornata mondiale dei poveri con una messa gremita a San Pietro e un pranzo con 1300 persone in difficoltà, richiamando i leader mondiali ad ascoltare il grido degli ultimi.

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Papa Leone ha scelto di vivere la Giornata mondiale dei poveri accanto a chi affronta ogni giorno la fatica della sopravvivenza. Il pranzo con 1300 persone in difficoltà ha rappresentato il momento più intenso di una giornata nata da un’intuizione di Papa Francesco, che Leone ha voluto ricordare e applaudire.

La messa a San Pietro e il saluto fuori dalla Basilica

La mattina si è aperta con la messa nella Basilica di San Pietro, troppo piccola per contenere le migliaia di persone presenti. Prima della celebrazione, il Papa è uscito in Piazza San Pietro per salutare chi non era riuscito a entrare e invitarlo a seguire la celebrazione dai maxischermi.

Il richiamo ai responsabili del mondo

Nell’omelia, Papa Leone ha rivolto un appello diretto ai leader mondiali:
«Ascoltate il grido dei poveri».
Ha parlato delle tante forme di povertà, materiali, morali e spirituali, ricordando che alla radice di tutte c’è una ferita comune: la solitudine.

Secondo Leone, la sensazione di impotenza globale nasce da una menzogna: credere che nulla possa cambiare. «Il Vangelo – ha detto – ci dice che proprio negli sconvolgimenti della storia il Signore viene a salvarci. La comunità cristiana deve esserne oggi segno vivo, in mezzo ai poveri».

Pace, giustizia e responsabilità

Il Papa ha insistito sul ruolo dei responsabili istituzionali:
«Non ci potrà essere pace senza giustizia», richiamando alle proprie responsabilità capi di Stato e governanti. Il grido dei poveri, ha ricordato, è spesso soffocato da un mito del benessere che non include tutti e lascia indietro chi non riesce a reggere il passo.

Il pranzo nell’Aula Nervi e la visita ai volontari

La giornata si è conclusa con il pranzo nell’Aula Nervi, organizzato grazie alle realtà che ogni giorno lavorano accanto ai poveri: Vincenziani, Caritas, Sant’Egidio e l’associazione francese Fratello, che ha curato un secondo pranzo nei Giardini Vaticani.

Papa Leone, a sorpresa, si è recato anche lì per salutare e benedire volontari e ospiti, ribadendo così la sua vicinanza concreta agli ultimi.

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Cronache

Fnsi attacca gli editori: «Tagliano diritti e qualità. Basta usare i giornalisti come un bancomat»

Fnsi denuncia dieci anni di immobilismo contrattuale e accusa gli editori di tagliare diritti, welfare e qualità dell’informazione. Il 28 novembre sciopero nazionale dei giornalisti.

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La Fnsi rompe il silenzio e, in vista dello sciopero nazionale del 28 novembre, attacca frontalmente gli editori. Il sindacato ricorda che «responsabili lo siamo da dieci anni», tanto quanto è durata l’assenza della Fieg dai tavoli contrattuali, con il contratto scaduto e nessuna protesta portata in piazza fino a oggi.

Il bonus informazione ignorato

La Fnsi rivendica di aver proposto alla Fieg una piattaforma comune da presentare al governo, con misure condivise come il “bonus informazione”, uno strumento pensato per sostenere i cittadini nell’accesso a un’informazione di qualità e riportare ricavi nelle aziende editoriali. La risposta? «Non solo la proposta non è stata presa in considerazione, ma è stata accolta con fastidio».

«Solo tagli e precarietà»

Nella nota il sindacato denuncia che le proposte della Fieg puntano esclusivamente a tagli sul costo del lavoro, presenti e futuri, «condannando la categoria a pensioni da fame e indebolendo il welfare». Secondo la Fnsi, l’obiettivo degli editori sarebbe ottenere risorse per prepensionare chi oggi lavora, sostituendolo con giovani «senza diritti» e con pensionati. A ciò si aggiunge la richiesta di sovvenzioni certe, «senza dare nulla in cambio», con un impatto diretto sulla qualità dell’informazione.

Il crollo dell’occupazione

Dal 2011 ad oggi, ricorda la Fnsi, i giornalisti dipendenti sono passati da 19mila a 13mila: «circa il 30% di posti di lavoro in meno», anche tenendo conto delle assunzioni obbligatorie. Una crisi aggravata da stati di crisi «ripetuti anche quando i bilanci erano floridi» e che ha contribuito a mettere in ginocchio l’Inpgi.

La difesa degli scatti e il nodo autonomia

Il sindacato respinge anche le critiche sugli scatti percentuali, rivendicando che rappresentano «la tutela dell’autonomia professionale» di chi viene penalizzato nei percorsi di carriera.

Le domande della Fnsi

Nel finale, il sindacato pone una serie di interrogativi diretti agli editori:
È responsabile pagare i collaboratori 2-5 euro a pezzo?
È responsabile evitare di affrontare i temi dell’innovazione tecnologica, dell’IA e delle piattaforme digitali?
È responsabile fare giornali con precari e pensionati per ridurre i costi?
È responsabile incentivare le uscite anticipate sfruttando una legge di 35 anni fa?

La chiusura è netta: «Gli editori la smettano di usare la categoria come un bancomat».

(La foto di archivio in evidenza è di Imagoeconomica)

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Cronache

Tragedia ad Arezzo, 22enne muore in un incidente sulla regionale 327

Un giovane di 22 anni è morto ad Arezzo dopo essersi schiantato con l’auto contro un albero sulla regionale 327. Dinamica dell’incidente ancora da chiarire.

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Un ventiduenne ha perso la vita nel pomeriggio sulla regionale 327, alle porte di Arezzo, in località San Zeno. L’incidente è avvenuto intorno alle 17.

La dinamica ancora da chiarire

Secondo una prima ricostruzione, il giovane, di origine moldava, avrebbe perso il controllo dell’auto per cause ancora da accertare. Il veicolo è finito contro uno dei pini che costeggiano la carreggiata, senza lasciargli scampo.

I soccorsi

Sul posto sono intervenuti immediatamente le ambulanze del 118, i vigili del fuoco e la polizia municipale di Arezzo. Nonostante i tentativi di rianimazione, per il ragazzo non c’è stato nulla da fare.

Traffico in tilt

L’incidente ha provocato pesanti ripercussioni sul traffico della zona, con rallentamenti e deviazioni necessarie per consentire i rilievi e la messa in sicurezza dell’area.

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