Collegati con noi

Cronache

In 200 mila da Perugia ad Assisi: un fiume di pace per la giustizia e la fraternità

Oltre 200 mila persone hanno marciato da Perugia ad Assisi per chiedere pace e giustizia. Bandiere palestinesi e israeliane unite, il messaggio del Papa e la partecipazione di Schlein, Conte, Landini e Fratoianni.

Pubblicato

del

Un fiume umano ha invaso la strada che unisce Perugia ad Assisi, sotto lo slogan “Imagine all the people”.
Più di 200 mila persone hanno partecipato alla marcia della pace 2025, la più affollata dal 2001.
Un corteo colorato, pacifico e pieno di speranza: bandiere della pace, della Palestina, di Israele, ma anche il tricolore italiano e i vessilli delle associazioni, dei sindacati e dei comuni italiani.

«Non chiamatela marcia per la pace — ha detto dal palco della Rocca di Assisi Flavio Lotti, promotore storico dell’iniziativa — ma una marcia per la giustizia, la legalità e il diritto».

Il messaggio di Papa Francesco

Nel cuore della manifestazione, tra le bandiere di Russia e Ucraina annodate insieme, è arrivato il messaggio e la benedizione di Papa Francesco, che ha auspicato che la marcia «sostenga l’impegno delle istituzioni internazionali per soluzioni rispettose dei diritti di ciascuno, affinché all’odio subentri l’amore e all’offesa il perdono».

La partecipazione dei leader politici

Quest’anno la marcia ha visto il ritorno dei leader politici nazionali.
A guidare il corteo, insieme alla presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, i sindaci di Perugia, Assisi e BetlemmeVittoria Ferdinandi, Walter Stoppini e Maher Nicola Canawati — simbolo di un’alleanza tra popoli e territori.

Accanto a loro, la segretaria del Pd Elly Schlein, il presidente del M5s Giuseppe Conte, e i co-portavoce di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Nel corteo erano presenti anche i parlamentari che avevano preso parte alla Global Sumud Flotilla.

Il popolo della pace

Ma i veri protagonisti sono stati i cittadini: studenti, lavoratori, famiglie e bambini.
Dagli zaini delle scuole ai cartelli artigianali, un solo messaggio univa tutti: “Siamo umanità”, “Non c’è via per la pace, la pace è la via”, “Fa’ silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono”.

Molti sono arrivati all’alba da ogni parte d’Italia per marciare insieme, in una giornata segnata da fraternità e impegno civile, senza cori d’odio né gesti di protesta.

“Più di 200 mila, come nel 2001”

«Il 14 ottobre 2001, subito dopo l’invasione americana dell’Afghanistan, eravamo 200 mila — ha ricordato Lotti —. Oggi siamo ancora di più».
Ventiquattro anni dopo, la marcia di Perugia-Assisi resta un simbolo universale di pace, un grido collettivo che attraversa generazioni e confini, per ricordare che, come scrivevano i ragazzi del liceo Marconi di Foligno, “la pace non si prepara: si fa, camminando insieme”.

Advertisement

Cronache

Papa Leone con i poveri: messa a San Pietro e pranzo con 1300 persone per la Giornata mondiale

Papa Leone celebra la Giornata mondiale dei poveri con una messa gremita a San Pietro e un pranzo con 1300 persone in difficoltà, richiamando i leader mondiali ad ascoltare il grido degli ultimi.

Pubblicato

del

Papa Leone ha scelto di vivere la Giornata mondiale dei poveri accanto a chi affronta ogni giorno la fatica della sopravvivenza. Il pranzo con 1300 persone in difficoltà ha rappresentato il momento più intenso di una giornata nata da un’intuizione di Papa Francesco, che Leone ha voluto ricordare e applaudire.

La messa a San Pietro e il saluto fuori dalla Basilica

La mattina si è aperta con la messa nella Basilica di San Pietro, troppo piccola per contenere le migliaia di persone presenti. Prima della celebrazione, il Papa è uscito in Piazza San Pietro per salutare chi non era riuscito a entrare e invitarlo a seguire la celebrazione dai maxischermi.

Il richiamo ai responsabili del mondo

Nell’omelia, Papa Leone ha rivolto un appello diretto ai leader mondiali:
«Ascoltate il grido dei poveri».
Ha parlato delle tante forme di povertà, materiali, morali e spirituali, ricordando che alla radice di tutte c’è una ferita comune: la solitudine.

Secondo Leone, la sensazione di impotenza globale nasce da una menzogna: credere che nulla possa cambiare. «Il Vangelo – ha detto – ci dice che proprio negli sconvolgimenti della storia il Signore viene a salvarci. La comunità cristiana deve esserne oggi segno vivo, in mezzo ai poveri».

Pace, giustizia e responsabilità

Il Papa ha insistito sul ruolo dei responsabili istituzionali:
«Non ci potrà essere pace senza giustizia», richiamando alle proprie responsabilità capi di Stato e governanti. Il grido dei poveri, ha ricordato, è spesso soffocato da un mito del benessere che non include tutti e lascia indietro chi non riesce a reggere il passo.

Il pranzo nell’Aula Nervi e la visita ai volontari

La giornata si è conclusa con il pranzo nell’Aula Nervi, organizzato grazie alle realtà che ogni giorno lavorano accanto ai poveri: Vincenziani, Caritas, Sant’Egidio e l’associazione francese Fratello, che ha curato un secondo pranzo nei Giardini Vaticani.

Papa Leone, a sorpresa, si è recato anche lì per salutare e benedire volontari e ospiti, ribadendo così la sua vicinanza concreta agli ultimi.

Continua a leggere

Cronache

Fnsi attacca gli editori: «Tagliano diritti e qualità. Basta usare i giornalisti come un bancomat»

Fnsi denuncia dieci anni di immobilismo contrattuale e accusa gli editori di tagliare diritti, welfare e qualità dell’informazione. Il 28 novembre sciopero nazionale dei giornalisti.

Pubblicato

del

La Fnsi rompe il silenzio e, in vista dello sciopero nazionale del 28 novembre, attacca frontalmente gli editori. Il sindacato ricorda che «responsabili lo siamo da dieci anni», tanto quanto è durata l’assenza della Fieg dai tavoli contrattuali, con il contratto scaduto e nessuna protesta portata in piazza fino a oggi.

Il bonus informazione ignorato

La Fnsi rivendica di aver proposto alla Fieg una piattaforma comune da presentare al governo, con misure condivise come il “bonus informazione”, uno strumento pensato per sostenere i cittadini nell’accesso a un’informazione di qualità e riportare ricavi nelle aziende editoriali. La risposta? «Non solo la proposta non è stata presa in considerazione, ma è stata accolta con fastidio».

«Solo tagli e precarietà»

Nella nota il sindacato denuncia che le proposte della Fieg puntano esclusivamente a tagli sul costo del lavoro, presenti e futuri, «condannando la categoria a pensioni da fame e indebolendo il welfare». Secondo la Fnsi, l’obiettivo degli editori sarebbe ottenere risorse per prepensionare chi oggi lavora, sostituendolo con giovani «senza diritti» e con pensionati. A ciò si aggiunge la richiesta di sovvenzioni certe, «senza dare nulla in cambio», con un impatto diretto sulla qualità dell’informazione.

Il crollo dell’occupazione

Dal 2011 ad oggi, ricorda la Fnsi, i giornalisti dipendenti sono passati da 19mila a 13mila: «circa il 30% di posti di lavoro in meno», anche tenendo conto delle assunzioni obbligatorie. Una crisi aggravata da stati di crisi «ripetuti anche quando i bilanci erano floridi» e che ha contribuito a mettere in ginocchio l’Inpgi.

La difesa degli scatti e il nodo autonomia

Il sindacato respinge anche le critiche sugli scatti percentuali, rivendicando che rappresentano «la tutela dell’autonomia professionale» di chi viene penalizzato nei percorsi di carriera.

Le domande della Fnsi

Nel finale, il sindacato pone una serie di interrogativi diretti agli editori:
È responsabile pagare i collaboratori 2-5 euro a pezzo?
È responsabile evitare di affrontare i temi dell’innovazione tecnologica, dell’IA e delle piattaforme digitali?
È responsabile fare giornali con precari e pensionati per ridurre i costi?
È responsabile incentivare le uscite anticipate sfruttando una legge di 35 anni fa?

La chiusura è netta: «Gli editori la smettano di usare la categoria come un bancomat».

(La foto di archivio in evidenza è di Imagoeconomica)

Continua a leggere

Cronache

Tragedia ad Arezzo, 22enne muore in un incidente sulla regionale 327

Un giovane di 22 anni è morto ad Arezzo dopo essersi schiantato con l’auto contro un albero sulla regionale 327. Dinamica dell’incidente ancora da chiarire.

Pubblicato

del

Un ventiduenne ha perso la vita nel pomeriggio sulla regionale 327, alle porte di Arezzo, in località San Zeno. L’incidente è avvenuto intorno alle 17.

La dinamica ancora da chiarire

Secondo una prima ricostruzione, il giovane, di origine moldava, avrebbe perso il controllo dell’auto per cause ancora da accertare. Il veicolo è finito contro uno dei pini che costeggiano la carreggiata, senza lasciargli scampo.

I soccorsi

Sul posto sono intervenuti immediatamente le ambulanze del 118, i vigili del fuoco e la polizia municipale di Arezzo. Nonostante i tentativi di rianimazione, per il ragazzo non c’è stato nulla da fare.

Traffico in tilt

L’incidente ha provocato pesanti ripercussioni sul traffico della zona, con rallentamenti e deviazioni necessarie per consentire i rilievi e la messa in sicurezza dell’area.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto