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Politica

Francesca Albanese, bufera sulla frase “Milano non è Napoli”: il Comune valuta lo stop alla cittadinanza onoraria

Scoppia la polemica a Napoli dopo le parole di Francesca Albanese: “Milano non è Napoli, lì si svegliano alle 6”. Il sindaco Manfredi frena sulla cittadinanza onoraria, Maresca e Vietri chiedono la revoca.

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Milano non è Napoli, lì si svegliano alle 6”. È bastata questa battuta, pronunciata in tono leggero nel podcast Tintoriadei comici Daniele Tinti e Stefano Rapone, per scatenare la bufera su Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per la Palestina e candidata alla cittadinanza onoraria di Napoli.

Le sue parole, pronunciate nel contesto di un discorso sulle manifestazioni di solidarietà per Gaza, hanno indignato molti napoletani. “È il primo genocidio in cui vedo un moto popolare di sdegno che scende nelle strade. Pure a Milano, nel cuore della notte. Milano non è Napoli, nel senso che lì si devono svegliare alle 6”, ha detto Albanese, innescando una valanga di reazioni.


La reazione politica e il gelo di Palazzo San Giacomo

Ad agosto il Consiglio comunale di Napoli aveva votato all’unanimità una mozione per conferirle la cittadinanza onoraria, ma il conferimento non è ancora stato deliberato dalla Giunta.
Il sindaco Gaetano Manfredi, intervenuto alla Festa de Il Foglio a Firenze, ha chiarito:

“Il Consiglio ha fatto una proposta. Il conferimento è una competenza del sindaco e della Giunta”.

Una frase che, di fatto, congela l’iter. L’opposizione, intanto, chiede la revoca immediata.
Il consigliere comunale e magistrato Catello Maresca ha definito “vergognose” le parole dell’attivista:

“Non merita la cittadinanza onoraria, né quella italiana. Chiedo scuse pubbliche ai napoletani e proporrò la revoca del riconoscimento”.


Le spiegazioni di Albanese: “Era solo una battuta”

Sui social, Francesca Albanese ha provato a ridimensionare l’episodio, definendolo una “battuta travisata”.

“Come è possibile che la manipolazione di quattro minus habentes trasformi una battuta rivolta ai fratelli milanesi in un’offesa ai napoletani? Io sono fiera meridionale, irpina, campana prima che italiana. Potrei mai offendere la mia terra?”.

Nessuna vera scusa, ma un chiarimento in cui ribadisce il suo legame con la Campania:

“Quando descrivo la popolazione di Gaza, la paragono spesso ai napoletani per la loro poesia e amore per la vita”.


La polemica trasversale: da Maresca a Vietri fino a Sorrentino

L’episodio ha sollevato reazioni bipartisan.
La deputata di Fratelli d’Italia Imma Vietri ha definito le parole di Albanese “un’offesa gratuita e vergognosa”, mentre l’avvocato Angelo Pisani, ex legale di Diego Armando Maradona, ha annunciato una class action contro la rappresentante Onu.

Anche la vicepresidente del Consiglio regionale Flavia Sorrentino (centrosinistra) ha preso posizione:

“Può sembrare una leggerezza, ma non lo è. Gli stereotipi non sono mai innocui. Chi riceve un riconoscimento deve rispettare la città che glielo concede”.

Più cauto il consigliere comunale Nino Simeone:

“Per il rispetto che nutro nei confronti di Albanese mi sento deluso, ma credo si tratti di una leggerezza comunicativa. Mi auguro che chiarisca e riconosca l’errore”.


Sinistra italiana difende Albanese: “Espressione infelice, ma impegno indiscutibile”

A difendere l’attivista interviene Rosario Andreozzi di Sinistra Italiana, che aveva proposto la cittadinanza onoraria:

“Il centrodestra sta strumentalizzando una frase infelice. Non cancella l’enorme valore del suo impegno per la Palestina e i diritti umani”.


Tra polemiche e chiarimenti, il destino della cittadinanza onoraria di Francesca Albanese resta sospeso.
Il sindaco Manfredi e la Giunta dovranno ora decidere se confermare il riconoscimento o fermare una cerimonia diventata politicamente esplosiva.

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In Evidenza

La Lega chiede di cancellare l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi

La Lega presenta un emendamento per sopprimere l’aumento della cedolare secca dal 21 al 26% sugli affitti brevi. Copertura prevista: aumento dell’Irap per banche e assicurazioni.

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La Lega punta a sopprimere l’articolo 7 della manovra, quello che prevede l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21 al 26%. La proposta arriva attraverso un emendamento alla legge di bilancio, presentato con prima firma del capogruppo Massimiliano Romeo.

La proposta di modifica e la copertura economica

Nel testo dell’emendamento, il Carroccio indica una copertura alternativa: aumentare ulteriormente l’Irap per banche e assicurazioni, già ritoccata dalla manovra. L’incremento dell’aliquota, secondo la proposta, passerebbe da 2 a 2,5 punti percentuali.

Il nodo politico

L’intervento apre un fronte dentro la maggioranza sul tema degli affitti brevi, uno dei dossier più sensibili della manovra. La Lega rivendica così una linea netta in difesa dei proprietari e del settore turistico, opponendosi alla stretta fiscale contenuta nel testo del governo.

Prossimi passaggi

La discussione sull’emendamento entrerà nel vivo nei lavori parlamentari sulla legge di bilancio, dove si capirà se la proposta leghista troverà sponda negli alleati o se resterà una battaglia di bandiera.

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Politica

Dalla pizza alla ceramica: pioggia di micro-emendamenti alla manovra tra musei, fondi culturali e nuove detrazioni

Nella manovra spuntano centinaia di micro-emendamenti: dai musei dedicati a pizza, vino e olio, ai fondi per festival, oratori, archivi storici e restauro di tombe. Una mappa di richieste che attraversa tutti i gruppi politici.

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Quasi seimila emendamenti alla manovra: dietro ai grandi temi finanziari, i senatori hanno presentato una galassia di micro-richieste legate ai territori. Anche quest’anno spuntano proposte per musei, fondi culturali, detrazioni e contributi destinati alle realtà locali.

I musei “iconici” chiesti dalla Lega

La Lega, con la firma del presidente della commissione Finanze Massimo Garavaglia, propone tre musei dedicati a simboli del patrimonio italiano: la pizza a Napoli, il vino a Verona e l’olio nel Gargano. Costo stimato: 6 milioni di euro nel 2026.
Dal Carroccio arriva anche la richiesta di 5 milioni nel 2028 per celebrare l’anniversario del Teatro alla Scala e 1 milione l’anno per sostenere la Nuova Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli, proposta condivisa anche dal Pd.

Le priorità di FdI

Fratelli d’Italia punta su Umbria Jazz, chiedendo 150mila euro per il 2026, e sul Museo di fotografia contemporanea con un emendamento da 1 milione.
Il partito propone inoltre 30mila euro annui per consentire al ministero del Turismo di aderire all’Associazione “Vie e Cammini di San Francesco”, un milione l’anno per l’Associazione italiana città della ceramica e un fondo da 8 milioni l’anno per la “cultura terapeutica e la cura sociale” rivolto ai lavoratori dello spettacolo.

Le richieste di Forza Italia

Tra gli emendamenti azzurri spicca la proposta di introdurre una detrazione del 36% per il restauro e la ristrutturazione di tombe, cappelle e sepolcri. Claudio Lotito presenta un emendamento per creare un “Nuovo polo culturale Dante e Beatrice” con uno stanziamento di 500mila euro.

Le proposte del Partito Democratico

Il Pd, con il senatore Antonio Nicita, chiede 100mila euro l’anno per sostenere la Fondazione archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico di Roma.

La memoria secondo il M5S

Il Movimento 5 Stelle, con il senatore Luca Pirondini, propone un fondo da 1 milione per il 2026 per valorizzare la memoria di chi contribuì alla rinascita democratica dell’Italia.

Cosa sopravviverà

Martedì maggioranza e opposizione selezioneranno i cosiddetti “segnalati”, l’unico gruppo di emendamenti destinato a sopravvivere alla scrematura. Molte proposte resteranno fuori, ma una parte potrebbe trovare copertura nel tesoretto da 100 milioni l’anno destinato proprio alle modifiche parlamentari, o nelle risorse dei singoli ministeri.

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Politica

Schlein vede Prodi e rilancia la rotta del Pd

Schlein incontra Prodi dopo l’assemblea Pd a Bologna. Ruffini riunisce 600 persone a Roma per i comitati Più Uno e richiama lo spirito dell’Ulivo.

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Dopo l’assemblea degli amministratori Pd a Bologna, Elly Schlein ha fatto visita a Romano Prodi. «Io ascolto sempre con grande attenzione il Professore», ha spiegato in tv, raccontando l’incontro e sottolineando il valore dei messaggi lanciati da Prodi sul Corriere: servono idee coraggiose e leadership capaci di parlare al Paese senza inseguire radicalismi.

La rotta del Pd secondo Schlein

In tv la segretaria dem ha ribadito la linea del partito: mettere al centro i problemi concreti, puntare su misure come asili nido gratis e trasporto pubblico gratuito, valorizzare il lavoro già svolto dai sindaci. «Quando la sinistra mette al centro i problemi, torna la fiducia e torna a vincere», ha spiegato Schlein.

La novità del centrosinistra: nasce Più Uno

Sempre ieri si è svolta a Roma la prima assemblea dei promotori dei comitati Più Uno di Ernesto Maria Ruffini. Prodi ha detto di «seguire con interesse» il progetto, che punta a diventare un movimento nazionale: oltre 600 i partecipanti arrivati da tutta Italia, 300 comitati già nati in tutte le regioni.

In prima fila diversi protagonisti della politica: Vincenzo Spadafora, Chiara Gribaudo, Bruno Tabacci, Elio Vito e Giuseppe Sangiorgi.

Ruffini: «Non siamo la stampella del centrosinistra»

Ruffini ha chiarito che Più Uno non vuole essere una nuova gamba del campo largo né un partito personale. «Il Pd non può delegare a un soggetto esterno il compito di rappresentare il riformismo», ha detto.

Il suo obiettivo è più ambizioso: tornare allo spirito dell’Ulivo. «Era la straordinaria idea del moderno centrosinistra, capace di superare le appartenenze e restituire un orizzonte comune. Quella intuizione consentì di battere la destra due volte, con Romano Prodi».

Un richiamo politico e culturale che arriva proprio mentre la segretaria dem cerca di consolidare la rotta del Pd, con l’attenzione vigile del Professore.

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