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Cronache

Carcere femminile di Pozzuoli, delegazione dei Radicali in visita alle detenute: ecco il report sulla struttura

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I Radicali per il Mezzogiorno Europeo hanno inviato una delegazione a svolgere una visita nel carcere femminile di Pozzuoli. Ad accompagnare i Radicali, guidati dall’avvocato Raffaele Minieri, segretario dei Radicali per il Mezzogiorno Europeo, la direttrice del penitenziario, Carlotta Giaquinto (già direttrice a Santa Maria Capua Vetere e Aversa) in carica dallo scorso febbraio, l’assistente capo coordinatore Di Falco e il commissario capo Salvati. I numeri della struttura parlano di 154 detenute in 109 posti di capienza regolamentare. Di queste una settantina sono definitive, vi sono poi numerose posizioni miste e detenute in attesa di giudizio oltre a sette detenute protette che sono in carcere per reati di particolare gravità come ad esempio contro bambini o minori. Il 15% delle ristrette a Pozzuoli sono di nazionalità straniera. Il carcere è composto da tre sezioni, tutte visitate dalla delegazione radicale oltre all’articolazione salute mentale che conta sette ristrette in otto posti. Anche l’articolazione salute mentale è stata oggetto della visita.

 La prima sezione è occupata da 20 detenute più le sette protette e contiene sia definitive che ricorrenti; la seconda sezione ospita 68 detenute quasi tutte in attesa di giudizio mentre la terza contiene 46 detenute, tutte in via definitiva. Le celle ospitano da un minimo di quattro a un massimo di dieci detenute e dalla struttura assicurano il rispetto della sentenza Torreggiani, coi tre metri quadri calpestabili garantiti a ogni ristretta. Questo, tuttavia, non è apparso sempre lampante alla delegazione in particolare nella seconda sezione, quella più affollata. In tutte le celle sono presenti bagni in buone condizioni con docce in camera. Ogni reparto è fornito, nei corridoi, di un frigorifero nuovo e vi sono stanze per la socialità dotate di TV, divanetti, libri e calcio balilla. In tutto il carcere vige il regime delle celle aperte dalle ore 7 alle ore 18 ad eccezione delle detenute protette la cui cella è aperta in momenti diversi. Ci sono inoltre circa 20 detenute tossicodipendenti nei vari reparti (oltre ad alcune sieropositive) e sono prese in carico dal Sert, presente in struttura, anche se al momento non vi sono ristrette in trattamento col metadone. Dal Sert passano poi alla psicologa e alla psichiatra, anch’esse presenti nel carcere di Pozzuoli.

Se le detenute sono in sovrannumero rispetto alla capienza regolamentare, vi sono invece carenze di organico per quanto riguarda sia la polizia penitenziaria che gli educatori: la pianta organica degli agenti prevede infatti 135 presenze ma al momento ve ne sono in struttura 119. In particolare mancano ispettori e sovrintendenti. Dei primi ce ne sono tre laddove ne sarebbero previsti 15 mentre dei secondi se ne contano al momento cinque su 18. I commissari sono invece tre su altrettanti previsti dalla pianta organica. Quattro sarebbero gli educatori previsti ma al momento ce ne sono soltanto due. Sul versante della sanità, grande attenzione all’articolazione salute mentale dove sono presenti due Oss, un riabilitatore psichiatrico, un infermiere e due psichiatri. Le sette detenute nell’articolazione sono impegnate altresì in progetti (denominati “amo il verde”) legati all’orto e alla floricoltura. Presenti in struttura, inoltre, altre figure mediche fra le quali una ginecologa, un radiologo, un dentista e un oculista. Il rapporto con l’Asl Napoli 2 è buono. Per quanto riguarda l’istruzione, sono 40 le detenute che vanno a scuola. Sono forniti corsi di alfabetizzazione, scuola media e biennio delle superiori mentre grazie a una convenzione con l’Università Federico II di Napoli, due detenute frequentano rispettivamente la facoltà di scienze erboristiche e quella di economia e commercio. Altre detenute, alla luce di una convenzione con la Vanvitelli, hanno seguito un corso di diritto penitenziario. Sul fronte lavoro, cinque detenute sono in articolo 21 (lavoro esterno). Due lavorano presso la cooperativa Le lazzarelle, impegnate nella produzione di caffè. Altre due seguono un corso di cucina da 600 ore presso la Mostra d’Oltremare, dalle ore 9 alle ore 17 mentre per far ripartire la sartoria, alla luce della fine della collaborazione con Marinella per la produzione di cravatte in uso alla polizia penitenziaria, è sul punto di nascere una start up con la creazione di un marchio per il quale alcune commesse saranno assegnate al carcere. Commesse sono inoltre già arrivate da un coro gospel per la creazione di alcune tuniche. Da gennaio, invece, quattro detenute saranno assunte dalla ditta Izzo per la rigenerazione di macchine per il caffè.

 Numerose sono le attività che vengono offerte alle detenute nonostante una carenza di spazi all’interno dell’istituto. A gennaio sarà pronto un nuovo centro estetico per corsi di estetista e parrucchiera, c’è inoltre una biblioteca utilizzata sia per la lettura che per consentire alle detenute di studiare. Si tengono altresì corsi di musica, di teatro, di scrittura, di danza, di pilates, di decoupage, di sartoria, di ricostruzione delle unghie e altri ancora. Anche le detenute in articolazione mentale svolgono corsi di musica e solfeggio mentre nel periodo natalizio è stato allestito un presepe vivente che è stato anche aperto al pubblico. Vi è inoltre la chiesa e una boutique gestita dalla Caritas dove le detenute indigenti possono avere gratuitamente generi di prima necessità e vestiti. Un altro problema della struttura, oltre alla carenza di spazi, è quello dell’umidità che in alcune zone del carcere danneggia le pareti. Si registra inoltre una pressoché totale assenza del comune di Pozzuoli che non mostra interesse verso il carcere, al contrario invece di quanto fa il comune di Bacoli grazie al sindaco Giosi Della Ragione che si dimostra disponibile e presente. In programma ci sono alcuni protocolli d’intesa per progetti futuri. Un altro problema, comune anche ad altre carceri, è quello del sopravvitto gestito dalla ditta Saep. I prezzi sono infatti piuttosto alti e anche se il carcere cerca di tenerli sotto controllo non su tutto si riesce a ottenere il ribasso dei prezzi. Per quanto riguarda i colloqui, questi si svolgono su prenotazione tutti i giorni, la mattina dal martedì al sabato mentre il lunedì si svolgono di pomeriggio perché solitamente entrano in carcere i bambini dopo essere stati a scuola. La domenica mattina, invece, si organizzano altri colloqui coi bambini che vanno a trascorrere del tempo con le madri nell’area verde. In generale, l’impressione che la delegazione radicale ha tratto dalla visita e parlando con le detenute è che la gestione della direttrice Giaquinto sia volta al massimo impegno e ad offrire tante opportunità alle donne ospiti della struttura. Cosa che, hanno detto alcune detenute, non avveniva in passato. Come già riscontrato in precedenti visite in altre carceri guidate da Carlotta Giaquinto, insomma, si evidenzia ancora una volta l’ottimo lavoro e l’impegno messo in campo dall’attuale direttrice della casa circondariale femminile di Pozzuoli.

 

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Taxi, Urso non rassicura: sciopero nazionale il 21 maggio

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Nessuna rassicurazione dal ministro Urso dopo l’incontro odierno sull’emanazione dei decreti attuativi, tra cui la regolametazione delle piattaforme digitali. Per questo i tassisti hanno indetto uno sciopero nazionale per il 21 maggio e una grande manifestazione a Roma. Lo annunciano Unica Cgil, Fast, Ugl, Uti, Tam, Claai Unione artigiani, Satam, Or.s.a. taxi, Uritaxi, Atlt, Ati taxi, Sitan/Atn, Usb taxi, Unimpresa, Federtaxi cisal.

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Inchiesta Genova e arresto Toti, le mosse di Cozzani per la fornitura al Salone Nautico

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C’è da un lato la Regione Liguria che vara una legge per portare i finanziamenti al Salone Nautico di Genova da 350mila a 780mila euro. E c’è dall’altro Filippo Cozzani, il fratello di Matteo, il capo di Gabinetto di quella Regione, che ottiene poco dopo una fornitura da 10mila euro proprio dal Salone. A raccontare come funzionava, secondo i magistrati, il ‘sistema Toti’, è un episodio che vede coinvolto il capo di gabinetto del governatore e il presidente del Salone nautico, Saverio Cecchi, ricostruito nelle carte dell’inchiesta della Spezia che ha portato agli arresti domiciliari per corruzione proprio il braccio destro di Toti e dato il via all’inchiesta genovese perché, nel corso delle intercettazioni, è saltato fuori il voto di scambio con esponenti del clan nisseno di Riesi impiantati in Liguria.

I due parlano al telefono e Cozzani illustra a Cecchi – indagato e destinatario di una misura inderdittiva – quella che lui chiama la ‘leggina’, vale a dire una norma che moltiplicava i finanziamenti al Salone, di fatto raddoppiandoli. “Scusa eh, io sono arrivato che al Nautico gli venivano riconosciuti 350mila euro, ora Campagna (Alessandro Campagna, il direttore commerciale del Salone Nautico, anche lui indagato, ndr) esce con 780mila euro – dice Cozzani – C’è qualcosa che non funziona, te lo dico eh! Saverio, la vostra in Regione è una rapina a mano armata con scasso”. I magistrati spezzini notano l’aumento esponenziale di fondi pubblici per il Nautico, a partire dall’edizione del 2022: dai 400 mila euro di fondi regionali alla delibera di giunta che, pochi mesi prima delle elezioni, attinge a finanziamenti europei per arrivare a 730 mila euro. Eccola qua, la ‘leggina’ sulla strategicità del Salone Nautico di cui Cozzani vanta la paternità.

“Ma ti rendi conto quanti soldi…?” E Cecchi se ne rende conto, tanto che lo ringrazia: “Meno male che ci sei tu, grazie caro”. Ma dir grazie evidentemente non basta e così, poco dopo questo colloquio, Cozzani dà al fratello imprenditore Filippo il telefono di Alessandro Campagna. Filippo lo contatta e offre al Salone la fornitura di cartoni d’acqua con il logo del Nautico per un evento, al prezzo di 10mila euro. L’affare va a buon fine e appena chiuso il Salone Cecchi ringrazia Matteo Cozzani, “per tutto quello che hai fatto…é stato un grandissimo successo, hanno chiuso contratti, stanno vendendo… siamo una squadra veramente dove spacchiamo il mondo”.

Quella ‘leggina’ porterà nel 2023 i contributi al Salone Nautico a 1,2 milioni di euro: 150mila euro a carico della Regione e oltre un milione a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale. Un grandissimo successo anche per i tetrapack di Filippo Cozzani, che da quel palcoscenico voleranno anche alla kermesse dell’Ocean race ma che, per il giudice, sono il “corrispettivo dell’attività corruttiva da parte di Cecchi e Campagna per ottenere da Matteo Cozzani l’interessamento necessario per la percezione di maggiori contributi economici regionali”.

Per tutti gli indagati in questa inchiesta, come in ogni inchiesta, vige nel nostro Paese il principio costituzionale della innocenza. Principio che noi rispettiamo e tuteliamo anche in questo racconto di una vicenda che al momento vede protagonista mediatica solo l’accusa.

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Comune di Napoli, dal bradisismo nessun problema per il Maradona

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“Lo stadio Maradona non ha evidenziato alcun problema sismico. Ha una struttura concepita in modo molto robusto negli anni ’50 e ’60, ha resistito perfettamente al terremoto dell’Irpinia del 1980 e la copertura è stata progettata per Italia ’90 dopo che Napoli era stata classificata in zona sismica. Nessuna delle scosse collegate al bradisismo ha provocato danni e d’altra parte lo stadio è fuori dalla zona di interesse definita dal DL 140 sul rischio sismico collegato al bradisismo convertito in legge”. E’ quanto precisa l’assessorato alle Infrastrutture del Comune di Napoli in relazione a notizie di stampa secondo cui il bradisismo avrebbe arrecato danni ad una curva dello stadio.

“Il problema riscontrato nella parte inferiore della curva B – si legge in una nota – non è in alcun modo collegabile agli eventi sismici che si registrano con il bradisismo. Non c’è una struttura di sostegno significativa, ma solo una sovrapposizione dell’anello inferiore costruito per Italia ’90 rispetto al precedente originale sottostante. Al massimo un problema di vecchiaia, su una struttura molto sollecitata dal movimento dei tifosi. In ogni caso a breve si interverrà per il completo ripristino. Tutte le prove effettuate in altri settori hanno dimostrato l’integrità strutturale degli altri settori dell’anello inferiore”.

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