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Salute

Ischia Safari 2018, viaggio tra sapori e saperi col gusto di fare beneficenza

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Le finalità sono benefiche. Il programma della manifestazione è ricchissimo. Una ricchezza che va dalle prelibatezze che arriveranno a tavola, alla sapienza dell’arte dei pizzaioli tra i più bravi e osannati del momento, ai pasticcieri che fanno la felicità dei palati più difficili ad ogni latitudine d’Italia e poi le decine di chef stellati (e non) che guideranno i fortunati buongustai in un viaggio, un safari per l’appunto, tra sapori e saperi della tradizione enogastronomica campana e italiana. Il successo di Ischia Safari, l’evento che coniuga buon cibo e buon vino, ideato da due grandi chef della tradizione ischitana, Nino Di Costanzo e Pasquale Palamaro, in fondo consiste nel promuovere gli scambi di esperienze e competenze interpersonali, divulgare la tipicità e le caratteristiche merceologiche e organolettiche dei prodotti enogastronomici del territorio, trasmettere le tecniche di abbinamento dei prodotti gastronomici con quelli enologici, favorire e promuovere le interazioni e gli scambi con altre manifestazioni che attraverso ogni arte (pittorico/visiva, letteraria, musicale, design, teatrale, cinematografica, fotografica, stilistica, architettonico ecc.) si prefiggono come scopo la valorizzazione delle eccellenze del territorio. E l’Italia, che da questo punto di vista non ha eguali al mondo, trova sull’isola d’Ischia, nel mese di settembre, la sublimazione ideale delle sue eccellenze nell’enogastronomia ad Ischia Safari. Siamo alla quarta edizione. È il quarto safari, questa volta i numeri sono da record davvero, concentrati in due giorni gli appuntamenti da non perdere.

Domenica 16 settembre, nella baia dell’albergo della Regina Isabella, meta privilegiata del relax per capitani d’industria del jet set internazionale, dive e divi del cinema e della musica, c’è il Charity Gala Dinner. Cucina d’autore con quattro safari di mezz’ora ciascuno. Quattro viaggi nel gusto al costo di una cena: 150 euro a persona. Ai fornelli, assieme a Nino Di Costanzo e Pasquale Palamaro, ci saranno Andrea Migliaccio e Salvatore Elefante de “L’Olivo” di Capri, i fratelli Cerea del “Da Vittorio” di Brusaporto, Gaetano Trovato di “Arnolfo” a Colle Val d’Elsa, Gennaro Esposito e Carmine Di Donna della “Torre del Saracino” di Vico Equense, Giancarlo Morelli del “Pomiroeu” di Seregno, Giuseppe Biuso de “Il Cappero” di Vulcano, Giuseppe Costa de “Il Bavaglino” di Terrasini, Paolo Barrale del “Marennà” di Sorbo Serpico, Pino Cuttaia della “Madia” di Licata, Remo Capitaneo di “Enrico Bartolini” Milano. Top chef della ristorazione italiana.

Lunedì 17 settembre la carovana del gusto incontra altri chef, pasticcieri, pizzaioli e si trasferisce nella meravigliosa cornice del Parco Idrotermale del Negombo. Siamo nella baia di San Montano, con l’arena centrale di una delle strutture turistiche d’eccellenza d’Ischia che diventa crocevia di safari  esperienziali tra i più disparati sapori. Il biglietto per entrare in questo luogo magico costa 50 euro. Dentro il Nogombo, trasformato in una sorta di paradiso della gastronomia, si esibiranno quasi cento chef in rappresentanza di regioni che storicamente rappresentano l’eccellenza dell’enogastronomia italica:  Campania Trentino, Lombardia, Veneto, Toscana e Lazio. E assieme agli chef ci saranno anche una trentina di pizzaioli, tra i migliori al mondo, provenienti non solo Napoli ma anche Roma, Bologna, Verona e Milano: Franco Pepe, Ivano Veccia. Insomma, il top. Come saranno il top i 30 pasticcieri. Il ticket da 50 euro dà diritto a 30 consumazioni food e 5 degustazioni di vino. Il vino che ad Ischia in questi giorni significa vendemmia, vuol dire assaporare la storia dell’isola che nel Mediterraneo vanta un legame millenario con la vite. Lo testimoniano gli antichi reperti  conservati a Villa Arbusto. Tra questi la coppa di Nestore, un reperto archeologico rinvenuto nella necropoli di San Montano a Lacco Ameno, sull’isola d’Ischia,  all’archeologo tedesco Giorgio Buchner.

L’iscrizione che si trova sul vaso, databile intorno all’ultimo venticinquennio dell’VIII secolo a.C., costituisce uno dei più antichi esempi di scrittura alfabetica. L’iscrizione, secondo molti studiosi, si riferisce a quanto descritto nel libro XI dell’Iliade, in cui si narra della leggendaria coppa dell’eroe acheo Nestore, figlio del re di Pilo Neleo e di Cloride, tanto grande che occorrevano quattro persone per spostarla. A Ischia il vino è storia. Ed è ance aziende che esportano in tutto il mondo: da Casa D’Ambra alle Cantine Mazzella, da Tommasone a Pietratorcia, Crateca, Cenatiempo, La Pergola. A queste case si aggiungono rinomate cantine piemontesi, venete, toscane, pugliesi e, naturalmente, siciliane. E come per le altre tre edizioni  “Ischia Safari” è anche un evento di solidarietà. L’anno scorso gli incassi sono stati destinati ai terremotati di Casamicciola e Lacco Ameno. Quest’anno, invece, l’organizzazione sosterrà una scuola alberghiera siciliana, l’Istituto professionale di Stato per i servizi di enogastronomia e ospitalità alberghiera “Giovanni Falcone” di Giarre, provincia di Catania. Dunque chi parteciperà al Charity Gala Dinner pagando 15o euro per una cena con i migliori chef stellati d’Italia e chi si tufferà tra le mille prelibatezza e sapori della cena buffet al Negombo deve sapere che tutto il ricavato andrà ad una scuola di Giarre. E tutto questo lo si deve certo all’idea e al grande lavoro di due  grand chef isolani come Nino Di Costanzo e Pasquale Palamaro, ma anche e soprattutto alla associazione culturale Ischia Saperi e Sapori – Centro Culturale ed Artistico organizzatrice di Ischia Safari, i cui soci fondatori oltre a Nino Di Costanzo e Pasquale Palamaro,sono  Giancarlo Carriero, Marco Castagna, Paolo Fulceri Camerini, Marianna Schiano.

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Covid, l’identikit genetico influenza la risposta al vaccino

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La risposta alla vaccinazione contro Covid-19 è influenzata da caratteristiche genetiche individuali, in particolare da alcuni geni associati al complesso maggiore di istocompatibilità, il sistema attraverso cui l’organismo distingue le componenti proprie da quelle estranee. È quanto è emerso dallo studio coordinato dall’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Segrate (Cnr-Itb) pubblicato sulla rivista Communications Medicine.

“Come per la maggior parte dei farmaci, così anche per i vaccini ogni individuo può rispondere in maniera più o meno efficace e questo è dovuto, almeno in parte, alla costituzione genetica individuale”, osserva Francesca Colombo, ricercatrice del Cnr-Itb che ha guidato lo studio, condotto su 1.351 operatori sanitari vaccinati nei primi mesi del 2021 Dalla ricerca è emerso che le caratteristiche di una porzione del cromosoma 6 erano legati ai livelli di anticorpi anti-Covid. “In questa specifica regione genomica sono presenti dei geni che codificano per delle molecole presenti sulla superficie cellulare, coinvolte nei meccanismi di risposta immunitaria”, aggiunge la prima firmataria dello studio Martina Esposito.

“Questi geni – gli stessi che vengono valutati quando si cerca la compatibilità fra donatori di midollo osseo – sono molto variabili ed esistono differenti combinazioni. Il nostro studio ha evidenziato che alcune combinazioni erano associate a livelli di anticorpi più alti, mentre altre a livelli più bassi”. Per i ricercatori, la scoperta potrebbe consentire di “differenziare e personalizzare la campagna vaccinale, fornendo a ciascun individuo il vaccino più adatto, cioè quello che gli permetterà di produrre più anticorpi possibili”, conclude Massimo Carella, vice-direttore scientifico della Fondazione Irccs Casa Sollievo della Sofferenza, che ha collaborato allo studio.

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Record per raccolta del plasma, ma autosufficienza scende al 62%

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La raccolta di plasma ha raggiunto livelli record nel 2023 in Italia, ma paradossalmente l’autosufficienza di questa componente del sangue è più lontana, a causa dell’aumento della domanda di immunoglobuline. E’ quanto è emerso dalla seconda edizione di “The Supply of Plasma-derived Medicinal Products in the Future of Europe”, il convegno internazionale dedicato al plasma, patrocinato dal ministero della Salute e organizzato dal Centro Nazionale Sangue (Cns), che ha visto a confronto esperti e policy maker, associazioni di donatori e di pazienti ed istituzioni italiane, europee ed internazionali. Secondo i dati ancora preliminari diffusi nel corso del convegno, per quanto riguarda le immunoglobuline, prodotto driver del mercato dei medicinali plasmaderivati, l’Italia nel 2023 ha raggiunto un livello di autosufficienza pari al 62%, inferiore di due punti percentuali all’anno precedente.

L’aspetto paradossale è rappresentato dai dati della raccolta del 2023 che, con i suoi 880mila chili di plasma, frutto delle generose donazioni di circa 1,5 milioni di donatori, ha raggiunto i livelli più alti di sempre per l’Italia. Ad allontanare il nostro Parse dal traguardo strategico dell’autonomia in materia di plasmaderivati è stato un aumento deciso della domanda di immunoglobuline, dai circa 104 grammi ogni mille abitanti del 2022 ai 108 del 2023 (+3,8%). Il dato preliminare è in parte mitigato dall’aumento del livello di autosufficienza in materia di albumina, altro driver del mercato, che è passato dal 72% nel 2022 al 78% nel 2023, grazie anche a un calo della domanda.

L’Italia, che è autosufficiente per quel che riguarda la raccolta di globuli rossi, deve quindi ricorrere al mercato internazionale per sopperire alla domanda di plasmaderivati ed integrare i medicinali, usati anche in terapia salvavita, prodotti a partire dal plasma raccolto a partire da donazioni volontarie, anonime e non remunerate. “La mancata autosufficienza di medicinali plasmaderivati resta un problema strategico per il sistema sanitario nazionale – ha commentato il direttore del Cns, Vincenzo de Angelis -. I dati, per quanto ancora preliminari, confermano la necessità di aumentare la raccolta attraverso azioni di sensibilizzazione rivolte ai possibili nuovi donatori, ma questo non basta. Bisognerà anche razionalizzare la domanda, specie di un prodotto come le immunoglobuline che sta trovando sempre più applicazioni a livello terapeutico. È un obiettivo su cui stiamo già lavorando con tanti partner italiani ed europei, perché il Covid ha dimostrato che, in situazioni particolari e spesso imprevedibili, non sempre il mercato internazionale può rispondere alla domanda dei nostri pazienti”.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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