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Tumore primitivo asportato a tredicenne al Rizzoli a Bagheria

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È stato eseguito al dipartimento Rizzoli-Sicilia di Bagheria un intervento di asportazione di un tumore primitivo, un sarcoma di Ewing, in una paziente che domani compirà 14 anni. Anna (nome di fantasia) è stata visitata la prima volta all’età di 11 anni dal dottore Angelo Toscano, dirigente medico dell’Ortopedia generale del Rizzoli-Sicilia di Bagheria diretto da Giovanni Pignatti: “Accusava dolore al nervo sciatico, ma un tipo di dolore particolare che mi ha subito insospettito – ricorda Toscano. – Dopo esami di approfondimento presso la Radiologia di Villa Santa Teresa le abbiamo infatti diagnosticato un raro e aggressivo tumore primitivo dell’osso che al Rizzoli conosciamo bene, il sarcoma di Ewing, in una vertebra lombare. Da lì è iniziato il percorso di cura”. Anna si è sottoposta subito a cicli di chemioterapia nell’ ospedale Civico di Palermo con il dottore Paolo D’Angelo, direttore dell’Oncoematologia pediatrica, ai quali ha risposto bene.

Gli esami post trattamento chemioterapico mostravano un netto miglioramento; dopo qualche tempo però durante una visita di controllo è emersa una recidiva. Dopo gli opportuni trattamenti pre-intervento – dice il Rizzoli – il 9 febbraio l’équipe del dipartimento Rizzoli-Sicilia composta dal direttore della Chirurgia Vertebrale del Rizzoli di Bologna Alessandro Gasbarrini, dal dottore Angelo Toscano e dal dottor eFabrizio Perna dell’Ortopedia generale della sede di Bagheria, dal direttore dell’Anestesia e terapia intensiva Jacopo Frugiuele, e dal personale di sala operatoria, ha eseguito l’asportazione del tumore. I dischi tra le vertebre, rimossi insieme alla vertebra malata, sono stati sostituiti dai chirurghi del Rizzoli con una protesi in carbonio modulare affinché fosse possibile eseguire poi un ciclo di radioterapia.

“La protesi modulare è come una serie di mattoncini, si assembla fino ad ottenere la misura adeguata a ripristinare in questo caso la corretta lordosi, cioè riproducendo la curva ideale che assomigli il più possibile alla curva nativa della colonna vertebrale” dice Toscano. “È la prima volta che eseguiamo al Rizzoli-Sicilia l’asportazione di un tumore primitivo dell’osso in una paziente in età pediatrica – sottolinea il dottore Gasbarrini. – L’intervento si è svolto alla perfezione, al Rizzoli le vertebrectomie che eseguiamo per tumori aggressivi come il sarcoma di Ewing, cordomi, condrosarcomi, osteosarcomi, tumori a cellule giganti, osteoblastomi sono tutte personalizzate. In rapporto all’estensione del tumore infatti noi chirurghi dobbiamo capire quanta parte di osso ed eventualmente tessuti resecare, pianificando inoltre la protesi con la quale poi andremo a sostituire quanto asportato. In questo caso la protesi in carbonio era la scelta più adeguata per permettere ad Anna di completare il suo percorso di cura”.

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Mieloma, perdita di un gene lo nasconde a sistema immunitario

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La resistenza del mieloma multiplo alla chemioterapia dipende anche dalla ‘scomparsa’ di uno specifico gene nelle cellule tumorali che diventano così invisibili al sistema immunitario. Lo ha scoperto uno studio condotto dall’IRCCS Candiolo, in collaborazione con il Dana Farber Cancer Institute di Boston, mettendo in luce un nuovo meccanismo di resistenza alla terapia del mieloma, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Blood. “Il farmaco bortezomib inibitore del proteasoma, organuli cellulari in grado di rimuovere le cellule danneggiate, contrasta il mieloma multiplo sia direttamente, colpendo le cellule tumorali, che indirettamente, attivando il sistema immunitario e provocando la cosiddetta morte cellulare immunogenica – spiega Annamaria Gullà, responsabile del Laboratorio di Ematologia Traslazionale e Immunologia di Candiolo -. La perdita di efficacia a lungo termine del farmaco puo’ derivare dall’ insorgenza di forme nuove di resistenza alla terapia, in cui il farmaco non è più in grado di stimolare il sistema immunitario a riconoscere il tumore. A causa della perdita di un gene noto come Gabarap, infatti, il mieloma multiplo diventa ‘invisibile’ al riconoscimento da parte del sistema immunitario”.

Il mieloma multiplo è il secondo tumore del sangue in Italia, che colpisce ogni anno circa 2700 donne e 3000 uomini, ed è provocato da un’eccessiva riproduzione delle plasmacellule nel midollo osseo. La maggior parte delle persone con mieloma ha una recidiva di malattia dopo il primo trattamento. Il team dell’Ircss Candiolo è partito dallo studio del meccanismo d’azione del farmaco bortezomib, che agisce sia contro le cellule tumorali che stimolando il sistema immunitario ad attaccare. “Tramite una serie di analisi in modelli preclinici abbiamo dimostrato che le cellule tumorali morenti, colpite direttamente da questo farmaco di prima linea, esprimono sulla loro superficie una proteina nota come calreticulina – evidenzia Gullà – che rende il tumore visibile al sistema immunitario che può così attaccarlo. Ma la perdita del gene Gabarap compromette l’esposizione della calreticulina, riducendo in questo modo l’azione del sistema immunitario contro il cancro”. I ricercatori hanno inoltre dimostrato che la rapamicina, un farmaco inizialmente usato nei casi di trapianto d’organo, può ripristinare l’effetto immunogenico del bortezomib.

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Salute

L’IA fa dialogare tutte le molecole della vita, per future cure

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Dopo avere rivoluzionato la ricerca sulle proteine, l’intelligenza artificiale riesce adesso a prevedere le interazioni fra tutte le molecole della vita, comprese Dna e Rna, permettendo di generare strutture biologiche dalla struttura complessa che potrebbero aprire la strada a nuovi farmaci e terapie. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, si deve al nuovo modello AlphaFold 3 messo a punto dall’azienda Google DeepMind e da Isomorphic Labs. Parallelamente, Google DeepMind presenta AlphaFold Server, uno strumento liberamente accessibile ai ricercatori che lavorano nel pubblico e che permette di utilizzare AlphaFold 3. Coordinata da John M. Jumper di Google DeepMind, la ricerca ha dimostrato che AlphaFold 3 è in grado di prevedere con un alto grado di precisione le strutture molecolari complesse che possono nascere facendo interagire fra loro tutti i tipi di molecole biologiche, a partire dal Dna nel quale è scritto il libro della vita.

E’ un passo in avanti importante rispetto al traguardo che era stato raggiunto nel 2023 con il modello AlphaFold 2, che permette di combinare fra loro un gradissimo numero di proteine. Per mettere alla prova il nuovo modello di IA, i ricercatori hanno utilizzato le strutture relative a quasi tutti i tipi di molecole contenute nella Protein Data Bank.

“La capacità di determinare computazionalmente le interazioni complesse tra proteine e altre molecole – scrivono gli autori della ricerca – amplierà la nostra comprensione dei processi biologici e potrebbe facilitare lo sviluppo di farmaci”. Il nuovo modello di intelligenza artificiale è infatti in grado di prevedere l’interazione fra proteine, acidi nucleici, piccole molecole, ioni e residui proteici modificati, nonché interazioni anticorpo-antigene. C’è ancora del lavoro da fare sull’accuratezza dei modelli, scrivono i ricercatori, ma è ormai aperta la strada che promette di imprimere una forte accelerazione alla ricerca biomedica.

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Covid: AstraZeneca ritira il suo vaccino in tutto il mondo

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AstraZeneca ha dichiarato oggi di aver avviato il ritiro mondiale del suo vaccino contro il Covid-19. Lo riportano i media internazionali. L’azienda farmaceutica ha aggiunto che procederà al ritiro delle autorizzazioni all’immissione in commercio del Vaxzevria in Europa.

AstraZeneca giustifica la sua decisione parlando di un “eccedenza di vaccini aggiornati disponibili”. L’azienda anglo-svedese a fine aprile ha ammesso per la prima volta in documenti giudiziari nel corso di un procedimento legale a Londra che il suo vaccino anti Covid può causare trombosi come raro effetto collaterale. L’ammissione potrebbe aprire la strada a risarcimenti multimilionari, secondo i media britannici.

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