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A Bologna asportato un sarcoma di oltre 30 kg

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Un intervento eccezionale è stato eseguito da un’equipe multidisciplinare dell’Irccs Policlinico Sant’Orsola di Bologna. A un uomo di 52 anni della provincia di Cagliari è stata asportata una massa tumorale di oltre 30 Kg e 65 cm di diametro: un lipo-sarcoma retro peritoneale nato dal tessuto molle del rene destro, “il più grande in Europa mai descritto in letteratura”, dice il Policlinico. Nel 2015 risulta un intervento per un tumore dal peso simile, seppur di dimensioni inferiori, all’Istituto Regina Elena di Roma, su un liposarcoma. I sarcomi sono tumori molto rari, colpiscono cinque persone ogni 100 mila abitanti e rappresentano l’1% di tutti i tumori: quelli più frequenti coinvolgono le ossa, mentre quelli dei tessuti molli, come in questo caso, sono ancora più rari. La storia clinica del paziente, il signor Giovanni, è complessa.

Era già seguito in Sardegna per un tumore del timo, ghiandola del torace, e nel corso delle analisi gli era stata scoperta anche una massa nell’addome asintomatica, che in pochi mesi è cresciuta in modo esponenziale, tanto che l’oncologa ha deciso di inviarlo a centri italiani specializzati in queste patologie. Il Sant’Orsola di Bologna è stato l’unico a confermare la disponibilità a operare. “Quando ci è stato riferito il caso del paziente e i suoi esami diagnostici eravamo impressionati – commenta il prof. Matteo Cescon, Direttore Unità Operativa Chirurgia Epatobiliare e dei Trapianti dell’Irccs – Mai visto niente del genere. Sapevamo che altri centri in Italia non avevano dato disponibilità a operare nonostante questo abbiamo voluto provare”.

“Il Sant’Orsola è una struttura pubblica e come tale non fa nessun tipo di selezione; la selezione non può esistere, qualcuno si deve fare carico dei casi più estremi e anche più costosi”, sottolinea la direttrice generale Chiara Gibertoni. I diversi viaggi della speranza del signor Giovanni hanno trovato così approdo finale a Bologna: qui un’equipe di chirurghi epatobiliari, specialisti in oncologia, urologia e anatomopatologia si è presa cura di lui. E’ arrivato al Policlinico in condizioni di forte disagio nei movimenti; è stato operato, è rimasto per il decorso post operatorio per due mesi e da poche settimane è rientrato in Sardegna, potendo riprendere tutte le attività quotidiane, senza stomie e dialisi, come lui stesso sognava.

Per i medici non è stato un desiderio scontato da esaudire perché non sapevano in quali condizioni avrebbero trovato gli organi spostati e schiacciati dal grande sarcoma. L’intervento è durato oltre sette ore, è stato asportato solo il rene destro, metà del colon di destra insieme all’appendice e contestualmente è stato ricostruito l’intestino. Grazie all’assenza di metastasi, l’operazione è stata curativa e radicale. “La complessità di questo intervento stava nel non fare danni – osserva Massimo Del Gaudio, titolare di incarico di alta specializzazione in chirurgia dei sarcomi addominali – Oltre la chirurgia, non c’erano alternative e questo ci ha dato la spinta per procedere con coraggio”. Presto il paziente tornerà al Sant’Orsola per essere operato anche per il tumore del timo.

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Cronache

Rischio Fentanyl in Italia, ai poliziotti l’antidoto

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E’ stato trovato in una dose di eroina a Perugia. In una farmacia abusiva a Gioia Tauro. Nella disponibilità di un trafficante arrestato a Piacenza. Nel 2023 in quattro corpi sottoposti ad autopsia: solo in uno come causa principale del decesso. Tracce limitate per ora. Di rilevanza apparentemente modesta se si confronta la situazione dell’Italia con quella degli Stati Uniti, dove il Fentanyl è una vera e propria piaga sociale che lo scorso anno ha fatto più di 100mila morti. Ma il governo intende prestare la massima attenzione ai rischi di diffusione dell’oppiaceo sintetico 80 volte più potente della morfina. Con un impegno sinergico di intelligence, forze di polizia, magistratura e diversi ministeri, come ha spiegato oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi insieme al vicepremier Antonio Tajani. Ed ai poliziotti che intervengono su questo fronte si stanno assegnando spray al Naloxone, farmaco che blocca gli effetti del Fentanyl.

La presidenza italiana del G7 ha promosso una dichiarazione congiunta sul contrasto al potente analgesico. Un focus è stato dedicato nella riunione del 7 ministri degli Esteri ed in quella della Giustizia. “Abbiamo stabilito – ha informato Tajani – una collaborazione operativa contro la produzione e la diffusione. Stiamo lavorando anche con gli Usa ci sono state più di una riunione con Blinken che ringrazia l’Italia per il suo impegno. E il tema sarà al centro dei miei incontri con i Paesi asiatici”. Sul fronte interno è attivo un Piano nazionale di prevenzione che coinvolge tutte le amministrazioni interessate. E’ il dark web, in particolare, la porta d’ingresso del Fentanyl in Italia. Il traffico, ha spiegato Mantovano, passa “su siti cinesi soprattutto, con pagamenti in criptovalute che significa non tracciabilità e ciò rende le indagini difficili e complesse”.

La Procura nazionale antimafia, ha proseguito il sottosegretario, “ha costituito un gruppo di lavoro composto da alcuni procuratori distrettuali per elaborare protocolli d’intervento. Sono state sensibilizzate tutte le procure, anche quelle ordinarie”. E visto che la sostanza comincia a circolare, ha fatto sapere, “il ministero dell’Interno e della Salute stanno lavorando per dotare il personale delle forze di polizia che opera in questo ambito di flaconi di Naloxone, uno spray nasale che fa da antidoto, per far sì che quando un agente effettua un intervento che fa emergere il Fentanyl non siano colpiti”. Ma l’attenzione del governo non è dedicata solo al Fentanyl.

A giugno, ha informato Mantovano, il Dipartimento per le politiche antidroga “produrrà spot che descriveranno gli effetti reali di cannabis, eroina, cocaina. Nel 2025, poi, “organizzeremo la Conferenza nazionale sulle dipendenze. La precedente è stata nel 2021, ma in modalità Covid. Sarà l’occasione di un aggiornamento dello stato delle dipendenze in Italia, non soltanto da stupefacenti, ma anche da alcol, fumo, gioco d’azzardo, prodotti web. Vogliamo un confronto libero che permetta di conseguire i risultati che ci siamo posti in termini di prevenzione e recupero”.

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Simulatore quantistico per capire i segreti di vortici e nuvole

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Un simulatore quantistico permette di studiare il comportamento caotico dei fluidi, come quello tipico di vortici e nuvole. Il risultato, ottenuto in Italia, promette di avere applicazioni in molti campi, dalla meteorologia alla geofisica e alla biologia. Pubblicato sulla rivista Nature Physics, l’esperimento è stato condotto dall’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ino) a Sesto Fiorentino, con il Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non lineare e il Dipartimento di Fisica dell’Università di Firenze, in collaborazione con Università di Trieste, Istituto nazionale di scienza e tecnologia Ulsan in Corea del Sud e dipartimento di Fisica dell’Università dei Paesi Baschi.

E’ un lavoro che “potrebbe portare a nuove scoperte e applicazioni in campi come la fisica dei fluidi, la meteorologia, la geofisica e la biologia”, osserva il coordinatore della ricerca, Giacomo Roati del Cnr-Ino. Il fenomeno simulato si chiama ‘instabilità di Kelvin-Helmholtz’ ed è fondamentale per ricostruire l’origine della turbolenza. In particolare è stata riprodotta l’interazione tra due superfluidi raffreddati a temperature vicine allo zero assoluto. E’ stata aperta così la strada per studiare il comportamento dei fluidi in condizioni estreme.

Ad assicurare la precisione dei risultati è il simulatore quantistico atomico, progettato per studiare e simulare fenomeni quantistici della materia in maniera estremamente controllata. Grazie a questo dispositivo, per la prima volta diventa possibile studiare la dinamica dei fluidi in condizioni estreme; con gli strumenti tradizionali infatti, era impossibile raggiungere il livello di precisione necessario per osservare fenomeni così complessi e caotici. L’instabilità di Kelvin-Helmholtz deve il suo nome ai fisici lord William Kelvin e Hermann von Helmholtz, che alla fine del XIX secolo osservarono che, mettendo a contratto fluidi di diversa densità si generavano movimenti simili a quelli delle onde che si evolvono in vortici. Si tratta di un fenomeno ampiamente diffuso, dall’atmosfera all’oceano alle nuvole e persino in contesti astrofisici, come nelle atmosfere stellari o nelle nebulose.

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Ambiente

Thailandia chiude accesso a isola dopo sbiancamento dei coralli

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L’accesso all’isola di Pling e alle barriere coralline attorno al Parco nazionale Sirinart a Phuket, nel sud della Thailandia, è stato temporaneamente chiuso a causa del significativo sbiancamento dei coralli causato dall’aumento della temperatura dell’acqua osservato sul posto, ha affermato il Dipartimento dei parchi nazionali e della conservazione della fauna selvatica (Dnp) thailandese.

La chiusura dell’accesso ai due siti è dovuta allo stress termico subito dalle barriere coralline a seguito dell’eccezionale ondata di caldo che ha colpito nelle ultime settimane la Thailandia e tutto il Sud-Est asiatico. La DPA sta inoltre monitorando la situazione nei parchi nazionali di Koh Chang, Koh Samet, Chumphon, Koh Surin, Phang Nga Bay, Phi Phi Islands e Lanta. Ad aprile, la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) ha avvertito che il mondo stava vivendo, per la seconda volta in dieci anni, un massiccio episodio di sbiancamento dei coralli a causa delle temperature record degli oceani. Le colonie di coralli stanno soffrendo in tutto il mondo, dall’Australia alla Florida, a causa dell’innalzamento della temperatura dell’oceano.

In Thailandia, che nel 2023 ha accolto 28 milioni di turisti, molti dei quali vengono a godersi le sue spiagge paradisiache, un sovraffollamento che minaccia un ecosistema fragile, vengono decise periodicamente le chiusure degli accessi ai parchi nazionali. Nel 2018 Maya Bay, baia dell’arcipelago di Koh Phi Phi diventata famosa grazie al film hollywoodiano “The Beach”, è stata chiusa per più di quattro mesi per consentire il ripristino delle barriere coralline e della natura danneggiata dall’afflusso di orde di turisti .

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