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Inter schiacciasassi, 4-0 alla Salernitana e vola a +10

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L’Inter schiacciasassi non fa prigionieri, demolisce la Salernitana con tre gol già nei primi 45′ prima del poker firmato da Arnautovic nel finale e vola a +10 in classifica sulla Juventus, di fatto a parità di gare, certificando la fuga in doppia cifra. Tutto troppo facile per i nerazzurri, che già dalle scelte di Simone Inzaghi (turnover ridotto ai soli esterni di centrocampo) e dai primi minuti hanno fatto intendere di non avere intenzione di lasciare punti per strada.

Nessun inciampo nel testacoda contro i campani ultimi in classifica, anzi, un dominio totale dal primo all’ultimo minuto e i numeri (oltre 70% di possesso palla, 25 tiri, 18 corner a zero, quattro gol e pure due legni) non bastano nemmeno a spiegarlo. Nulla ha potuto una Salernitana impaurita e molle, su cui ancora non si è visto l’effetto Liverani dopo l’esonero di Filippo Inzaghi. L’altro Inzaghi invece ha guidato dalla panchina una squadra implacabile e a lunghi tratti ingiocabile per gli avversari, incapaci di trovare soluzioni per le ondate offensive interiste.

Una vittoria che permette ai nerazzurri anche di avvicinarsi con ancora più fiducia all’andata degli ottavi di Champions League contro l’Atletico Madrid, in programma martedì: Inzaghi infatti nel finale ha potuto far riposare i suoi big in una gara che, complici i ritmi e l’intensità tutt’altro che elevate, non dovrebbe aver portato via troppe energie. La fase di grande intensità nerazzurra si è infatti concentrata in avvio, quando l’Inter è partita a un ritmo tambureggiante.

Tanto da sfiorare il vantaggio dopo nemmeno due minuti, quando prima un grande intervento di Ochoa su colpo di testa di Bastoni e poi il palo centrato clamorosamente da Thuram hanno negato il gol ai padroni di casa. Ancora Ochoa e un legno protagonisti poco dopo, con il portiere messicano e la traversa a mettersi tra Barella e il gol. E inizia a sembrare una serata stregata per l’Inter quando Lautaro, in piena area, ‘cicca’ da solo un assist di Dumfries. Ma è questione di minuti, perché Carlos Augusto dopo una fuga sulla sinistra serve Thuram che col destro sblocca il risultato.

La Salernitana batte il calcio d’inizio, non passano nemmeno trenta secondi e l’Inter è di nuovo in area: Carlos Augusto con una lunga rimessa laterale trova Lautaro, che con un destro violento raddoppia. Un gol significativo per il capitano argentino, che diventa l’ottavo marcatore della storia dell’Inter (a quota 125 reti) e il terzo nerazzurro a segnare almeno 20 gol per tre stagioni dopo Nyers e Meazza. Per Liverani piove sul bagnato, perché il tecnico dei campani perde Boateng per infortunio. E nel frattempo la spinta interista non si ferma, a caccia del terzo gol.

Che arriva poco prima dell’intervallo, quando Ochoa non trattiene un pallone deviato da Pasalidis e Dumfries insacca da due passi. La ripresa si trasforma così in una sorta di allenamento per l’Inter, con la Salernitana versione sparring partner che non cambia atteggiamento anzi se possibile si abbassa ancora di più a protezione della sua porta. Non che serva granché, considerando che i nerazzurri sfiorano il poker con De Vrij, Calhanoglu e Sanchez, prima che a trovarlo sia Arnautovic che sigla il 4-0 nel finale.

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Volèe glamour e no vax, Camila Giorgi ritiro in silenzio

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Glamour, no-vax, un futuro nel campo della moda con il suo marchio Giomila, creato da mamma Claudia. Camila Giorgi ha deciso di lasciare il tennis agonistico a soli 32 anni e per una donna con tanti interessi può starci. Sorprende però il modo, improvviso e senza spiegazioni. Nessun annuncio, magari via social (peraltro frequentati dalla marchigiana di Macerata, dove rivela passione per la moda giocando con la sua avvenenza), com’è ormai abitudine diffusa tra gli sportivi. Sul profilo Instagram da oltre 700mila follower nemmeno un accenno. A svelarne l’addio al circuito mondiale è stata piuttosto la presenza del suo nome – in data 7 maggio – nella lista dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) sulle giocatrici ritirate ed uscite così dal protocollo antidoping.

Giorgi avrebbe dunque deposto ufficialmente la racchetta ieri, terminando di fatto la carriera con la sfida persa a Miami, il 24 marzo, contro la numero 1 al mondo Iga Swiatek: 6-1, 6-1. Nella classifica Wta del singolare occupa la 116ma posizione. Non era nell’entry list degli Internazionali d’Italia ed era in forse anche la partecipazione al Roland Garros. Dopo aver debuttato giovanissima, a soli 14 anni, nel circuito professionistico, Camila è salita fino al numero 26 del ranking (22 ottobre del 2018) ed ha messo in bacheca quattro trofei.

Il primo lo ha vinto a giugno 2015 sull’erba olandese di s’-Hertogenbosch (WTA 250). Sono seguiti quello sul veloce indoor di Linz (WTA 250) ad ottobre del 2018, quello sul cemento di Montreal (WTA 1000), il più prestigioso, ad agosto 2021, e quello di Merida (WTA 250), ancora sul cemento, a febbraio 2023. Ha raggiunto altre sei finali: Katowice e Linz 2014, Katowice (2015), Katowice (2016), Washington e Bronx 2019. Negli Slam il risultato migliore sono i quarti a Wimbledon 2018. Sui campi Giorgi ha fatto parlare di sé anche per il non sempre facile rapporto con il papà e allenatore Sergio, di origi argentine, definito dai detrattori un ‘padre-padrone’ che con le sue veementi proteste contro gli arbitri le avrebbe spesso nuociuto. E’ inoltre rimasta coinvolta in una storia di false certificazioni anti-Covid per la quale lo scorso 2 marzo la procura di Vicenza ha chiesto il rinvio a giudizio, tra gli altri, per lei e la cantante Madame.

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Champions, il Real Madrid batte il Bayern e va in finale: Ancelotti re di coppe

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Il Real Madrid ha compiuto un’impresa pazzesca al Santiago Bernabeu, ribaltando le sorti della semifinale di Champions League contro il Bayern Monaco e guadagnandosi un posto nella finale di Londra. La partita sembrava ormai indirizzata verso la vittoria del Bayern, che era in vantaggio grazie alla rete di Davies, ma Joselu ha cambiato il destino del match con una doppietta nei minuti finali.

Carlo Ancelotti, l’architetto di questa incredibile vittoria, ha dimostrato ancora una volta di essere il “re di coppe”. I suoi ragazzi hanno indossato una maglietta con la scritta “a por la 15′”, a testimonianza del desiderio di conquistare la quindicesima Coppa dei Campioni. Ancelotti ha saputo leggere la partita e ha effettuato le sostituzioni giuste al momento giusto, in particolare l’ingresso di Joselu si è rivelato decisivo per il successo del Real Madrid.

Il Bayern Monaco ha offerto una resistenza tenace, ma l’errore di Neuer ha aperto la porta al Real Madrid. La squadra spagnola ha preso l’iniziativa, sostenuta da un tifo assordante, e ha continuato a creare occasioni da gol. Vinicius è stato particolarmente pericoloso sulla fascia sinistra, ma è stata la determinazione di Joselu a fare la differenza.

Ancelotti ha elogiato l’apporto del suo staff e dei suoi giocatori, sottolineando l’importanza di delegare e di avere un gruppo di alto livello. La vittoria del Real Madrid è stata una dimostrazione di carattere e determinazione, e ora la squadra si prepara per affrontare il Borussia Dortmund nella finale di Champions League a Londra.

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Conference League, la Fiorentina pareggia con il Brugge e va in finale

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La Fiorentina conquista la finale di Conference League  contro il Club Brugge. Il pareggio 1-1 in Belgio è stato sufficiente per garantire agli uomini di Italiano la loro seconda finale consecutiva in questa competizione, dopo la delusione dello scorso anno contro il West Ham United. Il match è stato inizialmente tattico, con entrambe le squadre che hanno impiegato venti minuti per calibrare i propri movimenti. Il primo vero sussulto è arrivato con un mancino alto di Mandragora, ma è stato il Bruges a trovare il gol con De Cuyper, che ha sfruttato un’occasione su un errore difensivo della Viola. La squadra italiana ha risposto con determinazione, creando diverse occasioni ma senza riuscire a concretizzare. Tuttavia, il rigore trasformato da Beltran ha ribaltato le sorti del match, portando la Fiorentina in finale. La ripresa è stata un vero e proprio assedio viola, con Kouamé che ha colpito la traversa e Mignolet che ha salvato il Bruges su una punizione magistrale del capitano viola. Ma è stato Beltran a scrivere la storia, con il suo gol che ha garantito alla Fiorentina un posto nella finale. Non sono mancati momenti di tensione, come la parata di Terracciano che ha tenuto la porta inviolata. Ora gli occhi sono tutti puntati sulla finale del 29 maggio allo Stadio Agia Sophia di Atene, dove la Fiorentina cercherà di conquistare il trofeo.

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