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Il Milan la ribalta in 10 minuti e passa a Udine

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Dall’inferno al paradiso. E’ il tragitto fatto dal Milan a Udine. A pochi minuti dal termine sembrava alle corde, incapace di trovare spazi per recuperare una gara quasi compromessa. Poi è salito in cattedra Giroud che con due colpi da attaccante vero ha permesso a Jovic e Okafor di trovare prima il pareggio e poi il sorpasso. Per l’Udinese è proprio un anno maledetto e l’ennesimo harakiri rischia di costare carissimo: sono 12 i punti persi dall’80’ in poi in 6 delle ultime 7 ultime partite casalinghe. Una specie di maledizione. Dopo il lungo corteggiamento del Napoli non andato a buon fine, Cioffi rilancia Samardzic dal primo minuto, a scapito di Payero, ancora non al 100% per l’infortunio muscolare. Per il resto, formazione consolidata, con Lucca unico terminal offensivo supportato da capitan Pereyra. Pioli risponde con la squadra che ha schiantato la Roma, con Adli in regia e Leao e Pulisic in appoggio a bomber Giroud. Sono gli ospiti a fare la partita e al 16′ hanno la prima grande occasione: Leao trova un pertugio e mette Giroud davanti a Okoye, che mette in angolo con una prodezza.

L’Udinese si affida a Lucca per fare risalire la squadra e al 24′ riesce a mettere in crisi la difesa del Milan: sgroppata di Ebosele e cross al centro, ma il bomber non arriva per una frazione di secondo. Nel frattempo Maignan richiama l’attenzione di Maresca per qualche coro sospetto ricevuto dalla curva nord, posizionata a pochi passi da lui e lo speaker dello stadio ammonisce sul rischio di sospensione della gara. Il match si infiamma e al 31′ il Milan trova la rete del vantaggio: Theo Hernandez accelera sulla sinistra e serve all’indietro per l’accorrente Loftus -Cheek che spara nell’angolino. Nemmeno il tempo di festeggiare che Maresca interrompe il gioco, dopo nuovi buu razzisti all’indirizzo del portiere rossonero: tutto il Milan insorge e i compagni, per solidarietà, abbandonano il campo e rientrano negli spogliatoi. Seguono minuti convulsi in cui i calciatori dell’Udinese e il direttore dell’area tecnica vanno sotto la curva nord per cercare di individuare i responsabili dei cori razzisti chiedendo al resto degli ultras di sospendere qualsiasi manifestazione di intolleranza. Il gioco resta fermo per circa 5′ fino a che, dopo un lungo conciliabolo con le squadre e le forze dell’ordine, Maresca fischia la ripresa.

Passano solo 3′ e Samardzic pareggia: il talento serbo viene servito da Lucca e lascia partire una fiondata che fa secco un Maignan immobile. Cioffi lascia negli spogliatoi l’acciaccato Pereyra e mette Thauvin a ridosso di Lucca. E’ proprio il campione del mondo con la Francia del 2018 a portare in vantaggio l’Udinese. E’ il 18 quando il fantasista recupera palla in area di rigore su un’ingenuità difensiva e spara un sinistro che incenerisce Maignan. Portiere ospite che pochi istanti prima era stato superbo nel respingere di piede una conclusione sottomisura dello stesso Thauvin. Pioli arricchisce la sua batteria di attaccanti con Okafor al posto di Rejnders, ma per i padroni di casa si aprono praterie in contropiede: Kamara viene fermato in uscita disperata da Maignan dieci metri fuori area, mentre un Thauvin scatenato non trova Lucca per una frazione di secondo, dopo aver seminato il panico sulla sinistra. Il Milan sembra sull’orlo di una crisi di nervi vedendo la gara sfuggirgli dalle mani e cambia ancora: fuori Calabria e Pulisic e nella mischia Florenzi e Jovic. Trazione integrale completa. E mossa vincente: i frutti si vedono prima al 38′ quando è proprio Jovic a insaccare il tap-in sulla riga di porta dopo che la sfera calciata da Giroud era finita sulla traversa. Lo stadio diventa una bolgia. E Okafor, in pieno recupero, regala tre punti fondamentali.

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Per De Laurentiis “Lorenzo Casini è il miglior presidente della Lega di serie A da 20 anni”

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“A me non risulta che questi quattro grandi club abbiano sfiduciato Lorenzo Casini (nella foto), perché non hanno la possibilità giuridica di farlo. Lui è il miglior presidente che la Lega abbia avuto negli ultimi vent’anni, da quando sono nel mondo del calcio”. Lo ha detto il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che a margine dell’inaugurazione dell’evento ‘Race for The Cure’, a Roma, ha risposto ad una domanda sulla lettera che Milan, Roma, Inter e Juve hanno scritto al n.1 della Lega per dissociarsi dalla linea adottata sul tema delle riforme Secondo De Laurentiis, Casini, “è un uomo che conosce le regole dello stato, è un giurista e anche per questo sono fiducioso che si possa arrivare a ricomporre questo puzzle di incomprensioni verso un’unica strada: l’autonomia totale del calcio di Serie A. Si tratta di un’industria, non bisogna dimenticarselo, e in quanto tale deve essere autonoma e indipendente”.

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Volèe glamour e no vax, Camila Giorgi ritiro in silenzio

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Glamour, no-vax, un futuro nel campo della moda con il suo marchio Giomila, creato da mamma Claudia. Camila Giorgi ha deciso di lasciare il tennis agonistico a soli 32 anni e per una donna con tanti interessi può starci. Sorprende però il modo, improvviso e senza spiegazioni. Nessun annuncio, magari via social (peraltro frequentati dalla marchigiana di Macerata, dove rivela passione per la moda giocando con la sua avvenenza), com’è ormai abitudine diffusa tra gli sportivi. Sul profilo Instagram da oltre 700mila follower nemmeno un accenno. A svelarne l’addio al circuito mondiale è stata piuttosto la presenza del suo nome – in data 7 maggio – nella lista dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) sulle giocatrici ritirate ed uscite così dal protocollo antidoping.

Giorgi avrebbe dunque deposto ufficialmente la racchetta ieri, terminando di fatto la carriera con la sfida persa a Miami, il 24 marzo, contro la numero 1 al mondo Iga Swiatek: 6-1, 6-1. Nella classifica Wta del singolare occupa la 116ma posizione. Non era nell’entry list degli Internazionali d’Italia ed era in forse anche la partecipazione al Roland Garros. Dopo aver debuttato giovanissima, a soli 14 anni, nel circuito professionistico, Camila è salita fino al numero 26 del ranking (22 ottobre del 2018) ed ha messo in bacheca quattro trofei.

Il primo lo ha vinto a giugno 2015 sull’erba olandese di s’-Hertogenbosch (WTA 250). Sono seguiti quello sul veloce indoor di Linz (WTA 250) ad ottobre del 2018, quello sul cemento di Montreal (WTA 1000), il più prestigioso, ad agosto 2021, e quello di Merida (WTA 250), ancora sul cemento, a febbraio 2023. Ha raggiunto altre sei finali: Katowice e Linz 2014, Katowice (2015), Katowice (2016), Washington e Bronx 2019. Negli Slam il risultato migliore sono i quarti a Wimbledon 2018. Sui campi Giorgi ha fatto parlare di sé anche per il non sempre facile rapporto con il papà e allenatore Sergio, di origi argentine, definito dai detrattori un ‘padre-padrone’ che con le sue veementi proteste contro gli arbitri le avrebbe spesso nuociuto. E’ inoltre rimasta coinvolta in una storia di false certificazioni anti-Covid per la quale lo scorso 2 marzo la procura di Vicenza ha chiesto il rinvio a giudizio, tra gli altri, per lei e la cantante Madame.

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Champions, il Real Madrid batte il Bayern e va in finale: Ancelotti re di coppe

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Il Real Madrid ha compiuto un’impresa pazzesca al Santiago Bernabeu, ribaltando le sorti della semifinale di Champions League contro il Bayern Monaco e guadagnandosi un posto nella finale di Londra. La partita sembrava ormai indirizzata verso la vittoria del Bayern, che era in vantaggio grazie alla rete di Davies, ma Joselu ha cambiato il destino del match con una doppietta nei minuti finali.

Carlo Ancelotti, l’architetto di questa incredibile vittoria, ha dimostrato ancora una volta di essere il “re di coppe”. I suoi ragazzi hanno indossato una maglietta con la scritta “a por la 15′”, a testimonianza del desiderio di conquistare la quindicesima Coppa dei Campioni. Ancelotti ha saputo leggere la partita e ha effettuato le sostituzioni giuste al momento giusto, in particolare l’ingresso di Joselu si è rivelato decisivo per il successo del Real Madrid.

Il Bayern Monaco ha offerto una resistenza tenace, ma l’errore di Neuer ha aperto la porta al Real Madrid. La squadra spagnola ha preso l’iniziativa, sostenuta da un tifo assordante, e ha continuato a creare occasioni da gol. Vinicius è stato particolarmente pericoloso sulla fascia sinistra, ma è stata la determinazione di Joselu a fare la differenza.

Ancelotti ha elogiato l’apporto del suo staff e dei suoi giocatori, sottolineando l’importanza di delegare e di avere un gruppo di alto livello. La vittoria del Real Madrid è stata una dimostrazione di carattere e determinazione, e ora la squadra si prepara per affrontare il Borussia Dortmund nella finale di Champions League a Londra.

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