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Prima Stella Michelin a ‘Il Ristorante – Niko Romito’ a Tokyo

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A soli otto mesi dal debutto nella capitale giapponese, ‘Il Ristorante – Niko Romito’ al Bulgari Hotel Tokyo ha ottenuto una Stella Michelin durante la cerimonia della Guida Michelin Tokyo 2024, che si è svolta oggi presso il National Art Center Tokyo. Una collaborazione – quella tra lo chef abbruzzese e la celebre maison di gioielleria italiana, che è iniziata nel 2017 e oggi Il Ristorante – Niko Romito è presente a Pechino, Shanghai (entrambi con una Stella Michelin), Dubai (due Stelle Michelin), Milano, Parigi e Roma. L’obiettivo dello chef titolare del Ristorante Reale a Castel di Sangro, tre stelle Michelin e “centro pulsante di ricerca e stimoli creativi”, è quello di portare nel mondo le ricette più rappresentative di tutta Italia, riscritte secondo i canoni di semplicità, essenza, purezza e leggerezza.

“È una profonda emozione ricevere questo premio, dalla guida più prestigiosa del mondo e in una delle più importanti capitali mondiali della gastronomia – ha detto Niko Romito – Credo fortemente in questo progetto, per scrivere i nuovi codici della cucina italiana e della ristorazione di lusso. Una fase di continua crescita e sono particolarmente onorato e orgoglioso di vedere che la nostra visione e i nostri valori siano stati premiati in un Paese la cui cultura gastronomica è così profonda”. Ottimismo condiviso da Mauro Alosio, Resident Chef de Il Ristorante – Niko Romito del Bulgari Hotel Tokyo, e già Chef presso il Bulgari Hotel Shanghai, che lo scorso novembre ha confermato una stella Michelin per il sesto anno consecutivo. “Questa Stella Michelin è un grande onore. Rinnoviamo la nostra determinazione e il nostro impegno a ricercare l’eccellenza, per rappresentare al meglio la filosofia dello chef Niko Romito a Tokyo”.

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Il te’ sempre più verde, nelle tazze vince il salutismo

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Il tè verde sta soppiantando, negli ultimi 20 anni, il consumo del tè nero in una scalata che sembra inarrestabile, grazie anche alle scelte di mercato dei salutisti che percepiscono il green tea come prodotto più sano, con numerosi benefici per la salute, dalla protezione contro tumori specifici e l’Alzheimer all’abbassamento del colesterolo Ldl. Ciò ha comportato, segnala l’osservatorio di Mondothè, che il tè nero perdesse diversi punti percentuali nella classifica dei tè standard tra il 2003 e il 2016, mentre il tè verde ha guadagnato due punti percentuali.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 21 maggio Giornata internazionale del tè, riconoscendo la lunga storia e il significato culturale ed economico di questa coltura in tutto il mondo, nonché il suo ruolo significativo nello sviluppo rurale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. E la Fao celebra la ricorrenza puntando i riflettori sulle donne nel settore del tè, evidenziando i loro “diversi contributi lungo tutta la catena di approvvigionamento”, dal raccolto alla degustazione in tazza.

La Cina, la Repubblica di Corea e il Giappone hanno quattro siti di coltivazione del tè designati dalla Fao come sistemi del patrimonio agricolo “di importanza globale”, ma il tè prospera in condizioni e ambienti agroecologici – è il monito dell’agenzia internazionale delle Nazioni Unite – molto specifici, spesso colpiti dai cambiamenti climatici. Nonostante le incognite sul futuro si tratta di un’industria multimiliardaria, composta sia da multinazionali che da piccoli produttori, che rappresenta un’importante fonte di occupazione e reddito per milioni di famiglie povere in tutto il mondo. Dopo l’acqua, il tè è la bevanda più consumata a livello planetario.

Per molti è un bere quotidiano, ad alta versatilità negli abbinamenti, da assaporare sia caldo che freddo in ogni momento della giornata. Quello che cambia è la geografia dei consumi: secondo i dati di Euromonitor International, il Paese a maggior consumo al mondo di tè è la Cina, con oltre 70 miliardi di litri di tè caldo e oltre 15 miliardi di litri di tè freddo. Per il tè caldo, tra i più grandi consumatori, dopo la Cina, seguono l’India e la Russia con 27 miliardi di litri. Tra i Paesi europei, oltre alla Russia, si distingue la Gran Bretagna (11 miliardi di litri) e la Germania (7 miliardi di litri). A sorpresa, si scopre che in Giappone si consuma meno tè caldo che in Germania.

Per il tè freddo i Paesi a maggior consumo sono, dopo la Cina, rispettivamente il Giappone (con oltre 6 miliardi di litri, quasi quanto il tè caldo) e gli Stati Uniti (5,6 miliardi di litri). Tra i primi 10 maggiori Paesi consumatori al mondo di tè freddo, quale prodotto perlopiù industriale, c’è anche l’Italia. Sul mercato italiano, precisa Sergio Grasso, esperto di NielsenIq, le bevande a base tè crescono del 5% in giro d’affari, ma perdono il 3.3% dei volumi venduti.

“Cresce – aggiunge l’analista – l’incidenza delle promo sulle vendite. Inoltre le bevande a base tè senza zucchero crescono anche a volume, in controtendenza rispetto alla categoria. Le capsule di tè crescono, mentre sono le bustine di tè a perdere volumi”. Intanto all’estero, nonostante l’aumento del consumo di tè nei principali paesi produttori, il consumo pro capite, evidenzia la Fao, rimane relativamente basso, suggerendo che in queste economie esiste ancora un notevole potenziale di crescita.

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Ecco i 110 vini italiani da abbinare alla mozzarella di bufala campana Dop

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Presentata la prima guida dei migliori vini da abbinare alla Mozzarella Dop: dai rosè al marsala, i matrimoni di gusto regione per regione.
Chi ha mai degustato la bufala affumicata abbinata a un marsala Doc? E chi lo ha detto che la mozzarella campana Dop va bene solo con i vini bianchi? La prima guida-catalogo ai migliori vini d’Italia in abbinamento all’oro bianco campano, realizzata dal Consorzio di Tutela e dall’Ais Italia, contribuisce a sfatare anche alcuni luoghi comuni e ad esaltare matrimoni molto originali e inediti nel campo del pairing.

“Bufala&Wine in Love” è il titolo della pubblicazione, che è stata presentata oggi nelle Regie Cavallerizze della Reggia di Caserta, sede del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, con la partecipazione del presidente del Consorzio, Domenico Raimondo, del presidente nazionale dell’Ais, Sandro Camilli, del presidente Ais Campania Tommaso Luongo, del delegato Ais di Caserta, Pietro Iadicicco, del direttore della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei e dell’assessore alla Cultura del Comune di Caserta, Enzo Battarra.
Sold out l’evento, a cui ha partecipato un folto pubblico di addetti ai lavori e mozzarella-lover, che ha pagato un biglietto “solidale” di 10 euro: il ricavato infatti è stato donato alla Fondazione “Giuseppe Ferraro” di Maddaloni, che si occupa di minori in difficoltà.


Nel Lazio è un trionfo di bianchi, in Liguria e Puglia si registra la tendenza dei rosè. Ma non mancano le sorprese di vini rossi selezionati per i più curiosi, come in Alto Adige o in Calabria, o di vini maturati in anfora o legno, perfetti sposi di gusto della Bufala Dop. E perfino un connubio con il Moscato d’Asti. La Campania, cuore dell’area di produzione della mozzarella di bufala Dop, punta sulle bollicine d’asprinio, sull’eleganza del Costa d’Amalfi bianco e del Cilento Fiano, ma anche su Campi Flegrei Piedirosso e Aglianico del Taburno rosato. Sono alcune delle novità emerse dal lungo viaggio in Italia voluto dal Consorzio, un lavoro durato un anno, che ha coinvolto tutta la rete nazionale Ais, al termine del quale sono stati decretati gli “abbinamenti top” in ogni regione d’Italia. Dal Piemonte alla Sardegna sono ben 110 i migliori vini selezionati, da maritare con la Mozzarella di Bufala Campana Dop.
Non si tratta di una classifica ma di uno strumento ragionato e utile, destinato a tutti gli appassionati, oltre che agli operatori del settore. Per la prima volta vengono fornite indicazioni chiare e motivate sui migliori vini di ogni regione italiana da “sposare” con la Bufala Campana.


Con questo progetto il Consorzio ha voluto rispondere alla classica domanda: quale vino abbinare alla mozzarella Dop? La versatilità di utilizzo di questa icona del Made in Italy agroalimentare ha consentito di spaziare e sperimentare in lungo e in largo, toccando tutti i territori italiani e raccontando in maniera coinvolgente un prodotto moderno, da mangiare così com’è o da abbinare a una infinità di soluzioni, dalla colazione al rito dell’aperitivo.
Il format è inedito. Nei mesi scorsi, le 22 delegazioni regionali dell’Associazione Italiana Sommelier, coordinate dall’ Ais Campania, hanno ricevuto la Mozzarella di Bufala Campana Dop nella versione tradizionale e affumicata, organizzando degustazioni mirate, in cui scegliere i vini che, regione per regione, risultassero più adeguati all’abbinamento. L’obiettivo era di individuare le 5 migliori denominazioni regionali in abbinamento, di cui 3 per la mozzarella tradizionale e 2 per la versione affumicata.


Il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo, spiega: “Ogni volta che ci chiedono quale vino abbinare alla mozzarella di bufala campana Dop, la risposta non è mai semplice. La Bufala Dop è un prodotto davvero sfidante per sommelier e gourmand. E abbiamo potuto constatare che non c’è un solo vino ideale per la mozzarella di bufala campana, ce ne sono diversi, originali, sorprendenti e legati ai territori, proprio come il nostro prodotto. Siamo andati alla ricerca di questa ricchezza e soprattutto abbiamo colmato una lacuna: finalmente abbiamo a disposizione uno studio realizzato con metodo, uno strumento che potremo veicolare a tutti. Grazie a questo catalogo, l’atavica domanda su quale vino abbinare alla mozzarella viene ribaltata. Da oggi saremo noi a chiedere: in quale regione ti trovi? E in base al territorio avremo una risposta per tutti”.
Gli fa eco il presidente nazionale di Ais, Sandro Camilli: “I degustatori dell’Associazione Italiana Sommelier hanno investito in questo viaggio tutta la loro passione e competenza per suggerire il miglior percorso di abbinamento, esplorando a fondo tutta la variegata ricchezza delle nostre denominazioni di origine. La capillare rete di Ais Italia ha permesso di coinvolgere in questo progetto tantissimi sommelier professionisti, provenienti dalle ventidue delegazioni regionali”.
Il presidente dell’Ais Campania, Tommaso Luongo, conclude: “Questa guida vuole essere nel contempo uno strumento didattico e un fedele compagno in un viaggio di conoscenza per coltivare la curiosità di sperimentare nuovi abbinamenti e vivere un coinvolgente itinerario esperienziale, su e giù per l’Italia”.

ECCO L’ELENCO DELLE 110  DENOMINAZIONI SELEZIONATE

ABRUZZO
Abruzzo Doc Spumante, Pecorino; Cerasuolo d’Abruzzo Doc; Trebbiano d’Abruzzo Doc. Per la Bufala Dop affumicata: Montepulciano d’Abruzzo Doc; Abruzzo Doc Spumante Rosè, Trabocco.

ALTO ADIGE Alto Adige Doc, Pinot Bianco, Alto Adige Doc, Riesling, Alto Adige Doc, Sauvignon. Per la Bufala Dop affumicata: Alto Adige Doc lago di Caldaro classico superiore; Alto Adige Doc, Pinot Nero.

BASILICATA Basilicata Igt Spumante; Basilicata Igt Bianco, Malvasia; Matera Doc, Greco. Per la Bufala Dop affumicata: Basilicata Igt Rosato, Aglianico del Vulture; Basilicata Igt Rosso, Pinot Nero.

CALABRIA
Lamezia Doc, Greco; Terra di Cosenza Dop, Pollino Bianco; Calabria Igp, Mantonico. Per la Bufala Dop affumicata: Cirò Rosso classico superiore Dop; Calabria Igt Rosato, Greco Nero.

CAMPANIA
Aversa Doc Spumante, Asprinio; Costa d’Amalfi Bianco Doc; Cilento Fiano Doc. Per la Bufala Dop affumicata: Campi Flegrei Piedirosso Doc; Aglianico del Taburno Rosato Docg.

EMILIA
Colli Bolognesi Pignoletto Docg frizzante; Colli Bolognesi Doc, Sauvignon; Emilia Igt Rosato. Per la Bufala Dop affumicata: Colli Bolognesi Pignoletto Classico Superiore Docg; Gutturnio Superiore Doc.

FRIULI VENEZIA GIULIA Carso Dop, Vitovska; Colli Orientali del Friuli Dop, Pinot Bianco; Friuli Colli Orientali Dop, Friulano. Per la Bufala Dop affumicata: Collio Dop, Malvasia; Friuli Colli Orientali Dop Schioppettino di Prepotto.

LAZIO
Est!Est!!Est!!! di Montefiascone Doc; Passerina del Frusinate Igt; Cori Doc Bianco, Bellone. Per la Bufala Dop affumicata: Lazio Igt, Grechetto; Frascati Superiore Docg Riserva.

LIGURIA Val Polcèvera Doc Spumante Metodo Classico; Golfo del Tigullio Portofino Doc, Bianchetta; Colline di Levanto Doc, Vermentino. Per la Bufala Dop affumicata: Riviera Ligure di Ponente Doc, Rossese; Ormeasco di Pornassio, Sciac-Trà.

LOMBARDIA
Oltrepò Pavese Doc, Riesling; Lugana Doc; Valtènesi Riviera del Garda Classico Doc Chiaretto. Per la Bufala Dop affumicata: Buttafuoco Doc; Oltrepò Pavese Doc, Pinot Nero.

MARCHE
Bianchello del Metauro Doc; Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc; Offida Docg, Pecorino. Per la Bufala Dop affumicata: Colli Pesaresi Doc, Sangiovese; Rosso Piceno Doc.

MOLISE
Spumante Metodo Classico, Tintilia; Biferno Doc Bianco; Terre degli Osci Igp, Falanghina. Per la Bufala Dop affumicata: Biferno Doc Rosato; Tintilia del Molise Doc.

PIEMONTE
Erbaluce di Caluso Docg; Monferrato Doc Rosato; Alta Langa Docg. Per la Bufala Dop affumicata: Verduno Pelaverga Doc; Moscato d’Asti Docg.

PUGLIA
San Severo Doc Bianco; Valle d’Itria Igp, Maresco; Castel del Monte Bombino Nero Docg. Per la Bufala Dop affumicata: Puglia Igp Bianco, Minutolo; Salento Igp, Negroamaro.

ROMAGNA
Romagna Doc Spumante extra Dry; Romagna Doc, Pagadebit; Rimini Doc, Rebola. Per la Bufala Dop affumicata: Romagna Albana Docg; Romagna Doc Centesimino Oriolo.

SARDEGNA
Sardegna Doc, Semidano; Nuragus di Cagliari Doc; Alghero Doc, Torbato. Per la Bufala Dop affumicata: Vermentino di Gallura Docg, Vendemmia Tardiva; Cannonau di Sardegna Doc Rosato.

SICILIA
Salina Igt Bianco; Siracusa Doc, Moscato; Pantelleria Doc, Zibibbo. Per la Bufala Dop affumicata: Marsala Superiore Ambra Semisecco Doc; Marsala Vergine Doc, Riserva,

TOSCANA
Vernaccia di San Gimignano Docg; Montecarlo Doc Bianco; Valdichiana Toscana Doc, Grechetto. Per la Bufala Dop affumicata: Bolgheri Doc, Rosato; Morellino di Scansano Docg,

TRENTINO
Trento Doc Brut Rosé, Meunier; Vigneti delle Dolomiti Igt, Manzoni Bianco; Vigneti delle Dolomiti Igt, Vitigni Piwi. Per la Bufala Dop affumicata: Trentino Doc, Gewürztraminer; Vigneti delle Dolomiti Igt Rosato, Teroldego,

UMBRIA
Spoleto Doc Spumante, Trebbiano Spoletino; Orvieto Classico Superiore Doc; Trasimeno Doc Rosato. Per la Bufala Dop affumicata: Torgiano Doc, Sangiovese; Ciliegiolo di Narni Igt,

VALLE D’AOSTA
Valle d’Aosta Doc, Blanc de Morgex et La Salle; Valle d’Aosta Doc Rosato, Pinot Nero; Valle d’Aosta Doc, Mayolet. Per la Bufala Dop affumicata: Clairet Rosso; Valle d’Aosta Doc Chambave, Muscat Fletri,

VENETO
Soave Classico Doc; Lison Classico Docg, Tai; Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze Docg, Glera. Per la Bufala Dop affumicata: Valpolicella Classico Superiore Doc; Colli Berici Doc, Tai Rosso,

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Ricerca su limone sfusato di Amalfi, giovedì la presentazione

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Giovedì, alle ore 10, nell’aula consiliare del Comune di Vietri sul Mare, per iniziativa di Confagricoltura Salerno, saranno presentati gli esiti della ricerca svolta dal prof, Luigi Lucino dell’Università Cattolica di Milano (sede di Piacenza) sul limone sfusato di Amalfi.

Individuati i marcatori che determinano una vera e propria impronta chimica che identifica lo sfusato amalfitano differenziandolo da tutti gli altri limoni presenti sul mercato. Saranno presenti i produttori e, in videoconferenza, il professor Lucini. Per l’occasione sarà presentato da Confagricoltura anche un altro progetto relativo alla tracciabilità che alcune aziende della Costa d’Amalfi produttrici di limoni attueranno a difesa del consumatore.

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