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Cronache

La difesa di La Russa jr, telefonino subito consegnato

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Sono attese per i prossimi giorni, probabilmente tra domani e dopodomani, le operazioni tecniche per effettuare la copia forense del telefono sequestrato venerdì scorso a Leonardo Apache La Russa, indagato dalla Procura di Milano per violenza sessuale in seguito alla denuncia di una sua ex compagna di scuola. Come hanno riferito fonti qualificate, le verifiche riguarderanno solo il cellulare, che è stato accertato essere nella disponibilità del giovane, e non la Sim che è stata restituita in quanto non oggetto di sequestro perché intestata allo studio legale del padre, il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Posso tranquillamente confermare che Leonardo La Russa alla richiesta di esibire e consegnare il cellulare, benché detenuto in quel momento dalla mamma, si è attivato per poterlo consegnare immediatamente alla mia presenza”, ha tenuto a precisare con una nota l’avvocato Adriano Bazzoni, difensore del 21enne.

“Ha consegnato contemporaneamente sia il cellulare che la Sim in esso contenuta. – ha aggiunto il legale, forse anche alla luce delle polemiche sollevate – Di sicuro la collaborazione del ragazzo e della famiglia è stata totale ed esplicitamente apprezzata. È scelta dei pm in questo come in ogni altro caso invece decidere cosa acquisire”. Da quanto si sa al momento gli accertamenti verranno effettuati “con esclusione nella successiva analisi di comunicazioni” coperte dall’articolo 68 della Costituzione: riguarderanno immagini rimaste impresse nella memoria e conversazioni o telefonate avvenute attraverso i social che abbiano pertinenza con le indagini.

Come la chiamata che Leonardo avrebbe fatto alla presunta vittima il 20 maggio, é riportato nella querela, “utilizzando Instagram” poiché non ha il numero “diretto” della sua ex compagna che però “per paura” non avrebbe risposto. Insomma si punta ad ottenere elementi per rivostruire quanto e’ accaduto sia durante la serata all’Apophis, il club esclusivo dove i due giovani un tempo compagni di scuola si sono rivisti dopo essersi persi di vista sia nelle ore successive. Si vuole appurare se la giovane, poi risultata positiva alla cocaina, alla cannabis e alle benzodiazepine (assume regolarmente tranquillanti) sia stata stordita e poi abusata.

Lei stessa ha messo nero su bianco, di avere “ricordi della notte vaghi in quanto drogata. L’unico dato certo che posso riferire – è scritto nella querela – è che Leonardo mi ha dato un drink, mi ha portato a casa sua, senza che io fossi nelle condizioni tali da poter scegliere” e poi “ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali, lui e l’amico, sempre a mia insaputa”. Oggi le indagini sono proseguite con le audizioni dei giovani che la sera tra il 18 e il 19 maggio scorsi erano nel locale milanese dove Leonardo ha rivisto, dopo anni, la ragazza che lo ha poi denunciato sostenendo di essersi risvegliata la mattina dopo a casa del 21enne e senza ricordare nulla di quello che è accaduto dopo aver bevuto un drink.

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Cronache

Il Papa in Campidoglio, Roma sia a servizio degli ultimi

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E’ il vescovo che va in visita alla sua amministrazione comunale, per la seconda volta (la prima nel 2019), ma è anche il Papa che guarda al Giubileo del 2025 con un occhio agli ultimi e alle periferie. Per questo “aprirò una porta santa in carcere” ricorda Papa Francesco parlando nella storica Aula Giulio Cesare in Campidoglio. Il Papa si è recato nel cuore della sua città per parlare dell’Anno Santo ma anche per ribadire che Roma deve conservare la sua vocazione ad essere città aperta e accogliente, “al servizio della carità, al servizio dell’accoglienza e dell’ospitalità. Pellegrini, turisti, migranti, quanti si trovano in gravi difficoltà, i più poveri, le persone sole, quelle malate, i carcerati, gli esclusi siano i più veritieri testimoni di questo spirito”.

“L’autorità è pienamente tale quando si pone al servizio di tutti, quando usa il suo legittimo potere per venire incontro alle esigenze della cittadinanza e, in modo particolare, dei più deboli, degli ultimi”, ha aggiunto il Papa auspicando che Roma possa continuare a “manifestare il suo vero volto, un volto accogliente, ospitale, generoso, nobile”. Bergoglio ribadisce la sua attenzione alle periferie: “A me piace andare a visitare le parrocchie di periferia, perché sentano che il vescovo gli è vicino. E’ molto facile essere vicino al centro, io sono al centro, ma andare a visitare le periferie è la presenza del vescovo lì”.

Poi quel messaggio che va oltre le mura della città. Ricordando quando Roma scelse di abolire la schiavitù il Papa ha sottolineato: “anche raffinate civiltà possono presentare elementi culturali così radicati nella mentalità delle persone e dell’intera società da non essere più avvertiti come contrari alla dignità dell’essere umano. Fatto che si verifica anche ai nostri giorni, quando, quasi inconsapevolmente, si rischia a volte di essere selettivi e parziali nella difesa della dignità umana, emarginando o scartando alcune categorie di persone, che finiscono per ritrovarsi senza adeguata protezione”. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha accolto con grande calore Papa Francesco.

La prima cosa che fanno insieme è affacciarsi sulla splendida vista del Foro imperiale. “Roma è unica”, dirà poi Francesco nel suo discorso. Gualtieri dal canto suo si prepara ad aprire le porte ad oltre trenta milioni di pellegrini: “Il Giubileo, ne sono certo, farà Roma migliore”, ha detto il sindaco. “La dimensione universale di Roma – ha aggiunto – rappresenta una straordinaria ricchezza per la città, poiché ci stimola a un confronto globale sulle migliori soluzioni per garantire un futuro prospero e sereno alle nuove generazioni”. Intanto, in occasione della visita, la città di Roma ha ‘donato’ al Papa due iniziative sociali: “Una nuova dimora destinata alle anziane e agli anziani, in un immobile confiscato alla criminalità nel quartiere Ostiense”, ha spiegato il sindaco. A questa si aggiunge “un progetto di formazione e avviamento al lavoro destinato alle persone private di libertà della Casa Circondariale di Rebibbia”.

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Padre e figlio feriti a colpi di forbice a Napoli, preso 46enne

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E’ accusato di avere tentato di uccidere due persone, padre e figlio, verosimilmente con un paio di forbici, il 46enne denunciato per tentato omicidio dai carabinieri che lo hanno rintracciato nella sua abitazione nel quartiere San Giovanni a Teduccio di Napoli. Le vittime sarebbero state colpite con un’arma da taglio al culmine di una lite scoppiata con un conoscente: i due, un 43enne e un 22enne, padre e figlio, sono stati medicati nell’ospedale del Mare di Napoli. Il primo è stato colpito allo zigomo destro, al torace e al braccio destro (5 giorni di prognosi) mentre il secondo al collo e al torace (15 giorni di prognosi). I carabinieri stanno ora cercando di delineare con esattezza la dinamica e il movente del fatto.

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Ragazzo di 20 anni accoltellato a Nola, è in pericolo di vita

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E’ in pericolo di vita il ventenne che poco prima dell’una di oggi è stato colpito al torace verosimilmente con un coltello: sull’aggressione, avvenuta a Nola, in provincia di Napoli, stanno indagando i carabinieri. I militari della locale stazione e del Nucleo Operativo Radiomobile di Nola sono intervenuti in via Padre Francesco Palliola dopo la segnalazione della presenza di un ferito. Il giovane è stato portato prima all’ospedale di Nola e poi all’Ospedale del mare, nel quartiere Ponticelli di Napoli dove si trova in prognosi riservata e in pericolo di vita. Indagini in corso per ricostruire la dinamica e identificare chi ha inferto il colpo.

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