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Solidarietà e carità, da Ischia aiuti concreti a chi ha bisogno

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Un espressione d’amore che parte dall’isola d’Ischia, da un manipolo di donne e uomini semplici che tendono, nella propria quotidianità, a vivere il prossimo. Una realtà che ha da subito raggiunto anche la terra ferma girando per le strade partenopee e campane in genere.  Incontriamo Pietro Pesce che ne è stato il promotore.

Chi sono le persone che oggi partecipano a questa iniziativa?

Sono persone semplici, negozianti, conoscenti. Un gruppo di persone che parte dal basso (ci tengo a sottolineare che non tende all’alto) e come le onde del mare tende ad espandersi coinvolgendo quante più collaboratori e componenti possibili, mostrando sempre i fatti di quel che fa e di quel che vede.

Da quando è iniziata, il gruppo di persone che collaborano è cresciuto?

Da quando è cominciata la nostra azione, il gruppo si è lentamente e concretamente ampliato. “Siamo partiti in due” ( il Signore ed io) fino a coinvolgere persone di varia tipologia e residenza. In questo percorso la concreta azione umana e quella divulgativa del web sono riuscite, unendosi, a realizzare un degno risultato. 

Quale è la vostra base, da dove partite e quali sono i luoghi che riuscite a raggiungere?

La base di partenza è Ischia, successivamente ci siamo portati a Napoli e col “furgoncino giallo” ci impegniamo a raggiungere tutti i posti che possiamo e con la massima verità ci impegniamo a rispondere a tutte le richieste di aiuto che si ricevono.

Come è strutturato il gruppo? È un’associazione o cos’altro?

Siamo ormai una associazione. 

Il gruppo è strutturato in maniera familiare, oserei dire artigianale, e al contempo molto efficiente e concretamente risolutivo. 

Ci sono persone che cucinano , quelle che offrono gratuitamente il loro possibile; ci sono quelle che chiedono in base alle loro difficoltà e che a loro volta possono divenire membri di sostegno per altri. Non vi è una gerarchia di ruoli o di funzioni, anzi vi è una circolarità di azioni: l’aiuto è vicendevole.

In che modo organizzate gli aiuti necessari?

Personalmente, alla guida del furgoncino, sono solo il tramite dell’intera opera. Si organizza una raccolta economica solo (e ripeto, unicamente!) per i bisogni primari della stessa associazione, vale a dire: assicurazione del mezzo di trasporto, benzina e biglietti per il traghetto. Il tutto sempre in base alle possibilità economiche dei singoli e in piena libertà. Non si chiede nulla che non sia spontaneo e soprattutto possibile.

Quali sono i giorni in cui più operate?

Si opera tutti i giorni sull ‘isola di Ischia. Il martedi poi si partecipa a Napoli facendo il giro della solidarietà su tappe stabilite, fisse e spesso con aggiunta di interventi eccezionali sempre dettati dal bisogno. Cerchiamo di rispondere alle varie richieste in maniera fattiva.

Come è nata?

L’associazione è nata all’inizio del periodo della pandemia marzo- aprile 2020. 

Da solo, di mia iniziativa ho iniziato a portare la spesa, cibo e ,all’occorrenza, medicinali agli indigenti dell’isola. Mostravo attraverso filmati, realizzati con il telefonino, ciò che facevo proprio allo scopo di evidenziare i bisogni concreti delle persone in difficoltà e come con la partecipazione semplice dei singoli si potesse aiutare attivamente. 

E’ partita come un’esigenza personale di essere utili agli altri. E’ divenuta poi un agire collettivo grazie alla visibilità monitorata degli aiuti; grazie ad un linguaggio diretto e convincente; grazie ad una perseveranza di sentimento… Tanti piccoli gesti di pochi sono diventati punti di riferimento e di forza per tanti. Vorrei e dovrei raccontare i tanti sorrisi delle persone sostenute. Sono tante le persone che con aiuti concreti  hanno migliorato la propria condizione.

Ho personalmente vissuto un’intima conversione attraverso la lettura della Bibbia tanto da invitare tutti a leggerla anche in ogni mia diretta sui social quale cibo spirituale e quotidiano.

Quale è il messaggio che vuole trasmettere?

Il messaggio che si vuole trasmettere è presto detto ed è presente in ogni filmato :SI PUO’ FARE DI PIU’ FALLO ANCHE TU. Si chiede il possibile che ciascuno di noi è in grado di fare, allontanando l’indifferenza con la convinzione massima che la CARITA’ salverà il mondo.  Vi è da aggiungere una postilla realmente illuminante: tutto questo cammino è stato tanto intensamente intrapreso proprio perchè  ho accompagnato il mio cammino con la lettura della Bibbia e in quella lettura ho trovato il senso di ogni mio agire soprattutto quando le difficoltà sembravano prevalere. 

Non è una associazione a carattere religioso ma senza dubbio spirituale.

Da quando è iniziata, riscontrate una crescita del sentimento di altruismo e disponibilità verso il prossimo oppure pensate che si sia verificato il contrario?

Da quando questa iniziativa ha preso vita, il sentimento di solidarietà nei confronti del prossimo è sempre stato presente ed è presente nonostante i vari intoppi materiali e comportamenti spesso non comprensibili da parte delle stesse istituzioni.  La vita è difficile per tutti: per chi ha bisogno e anche per chi aiuta. Il nostro gruppo non è formato da gente danarosa che può aiutare economicamente poiché in condizione di abbondanza, anzi. Il  gruppo è formato da gente comune che aiuta dando quel che può; spinti dalla carità nei confronti di chi ha di meno, di chi vive in modo più sofferente del proprio. Siamo piccoli che aiutano piccoli cercando di essere grandi insieme.

Quali sono i prossimi passi che intendete fare?

Mostrare sempre più chiaramente che si può aiutare il prossimo- compresi noi stessi- in maniera sincera, concreta, reale.  Occorrono tanti piccoli, semplici, concreti gesti ” rivoluzionari” di umile sostegno, di presenza non giudicante, di ascolto e di pane: il necessario insomma. Potremmo dire di voler coinvolgere gli enti preposti alle politiche sociali visto che, agendo ” sul campo” vediamo di prima mano la reale condizione di povertà e di indigenza della gente. Abbiamo anche inviato pec per attenzionare la situazione degli  extracomunitari che non vivono ma sopravvivono alle spalle della prefettura di Napoli. Al momento non abbiamo ancora avuto risposta. Allora abbiamo capito che ciascuno di noi è chiamato personalmente a collaborare al miglioramento della nostra società con azioni concrete, pratiche utili, possibili. 

Per chi volesse partecipare all’iniziativa può contattare il referente dell’associazione al numero +39 3921373697

 

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Toti e gli altri: tutti i nomi e le accuse ai 10 indagati raggiunti da misure cautelari del gip di Genova

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Sono dieci gli indagati, raggiunti da provvedimenti cautelari di diverso tipo, nell’ inchiesta della Dda di Genova che ha travolto il governatore della Liguria Giovanni Toti. Si tratta di persone del suo stretto entourage, imprenditori, e anche anelli di collegamento con Cosa Nostra. Nei loro confronti, sono state emesse misure cautelari e reali dal gip del Tribunale del capoluogo ligure, eseguite dalla Guardia di Finanza, in base a diverse ipotesi di reato. A richiederle è stata la Procura di Genova, lo scorso 27 dicembre. Ecco quanto risulta dalla nota di oggi della Procura genovese.

GIOVANNI TOTI – Il presidente della Regione Liguria è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, per lui la misura cautelare degli arresti domiciliari.

PAOLO EMILIO SIGNORINI – Ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. A suo carico è stata disposta la misura restrittiva più severa, quella della custodia cautelare in carcere.

ALDO SPINELLI – Imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, è accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini e del presidente della Regione Liguria. Arresti domiciliari anche per lui.

ROBERTO SPINELLI – Figlio di Aldo, e come lui è imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, è accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria. Gli è stata applicata la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.

MAURO VIANELLO – Imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova, è accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini, anche a lui è stata applicata la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.

FRANCESCO MONCADA – Consigliere di amministrazione di Esselunga, è accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria. Come per Spinelli jr e Vianello, a suo carico la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.

MATTEO COZZANI – Capo di gabinetto del presidente della Regione Liguria, è accusato di corruzione elettorale, con l’aggravante mafiosa di aver agito in favore di Cosa Nostra, in particolare a vantaggio del clan Cammarata del ‘mandamento’ di Riesi (Caltanissetta) con proiezione nella città di Genova, è accusato anche di corruzione per l’esercizio della funzione. Per lui gli arresti domiciliari.

ARTURO ANGELO TESTA e ITALO MAURIZIO TESTA – I due fratelli sono accusati di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra, entrambi sono sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere (Bergamo). Alle regionali in Liguria del 20 e 21 settembre 2020, avrebbero promesso posti di lavoro per far convogliare i voti degli elettori, appartenenti alla comunità riesina di Genova e comunque siciliani, verso la lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’ e verso il candidato Stefano Anzalone, indagato ma non colpito da ‘misure’. Iscritti a Forza Italia, sono stati sospesi dal partito. Arturo Testa lavora al Consiglio regionale della Lombardia come collaboratore del gruppo di FI.

VENANZIO MAURICI – Ex sindacalista della Cgil in pensione, è accusato di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra, in particolare il clan Cammarata di Riesi con proiezione su Genova, è destinatario dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La Cgil lo ha sospeso. SEQUESTRO – Nei confronti di Signorini e di Spinelli padre e figlio, il gip ha disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570 mila euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati.

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Sequestrati 48 milioni di euro falsi, 7 fermi a Napoli

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Non è mai stata sfiorata dal senso di colpa che invece frenò ‘la banda degli onesti’ di Totò, la cricca guidata dall’espertissimo falsario 70enne Alfredo Muoio, in grado di stampare senza sosta banconote da 50 euro perfettamente contraffatte. Il nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha scoperto un vero tesoro di euro falsi: ben 48 milioni, in un capannone del quartiere Ponticelli, dove gli imponenti macchinari off-set, provenienti dall’hinterland, precisamente da Casavatore, erano stati trasferiti di recente. Il blitz delle fiamme gialle, coordinato dalla Procura di Napoli Nord, è scattato all’alba. Sette, alla fine, le persone sottoposte a fermo dai pubblici ministeri.

Oltre al capobanda, Alfredo Muoio, sono stati presi i suoi due abili falsari e il vivandiere, che si occupava dei loro bisogni e che teneva in piedi i contatti con Muoio, visto che gli instancabili Alessandro Aprea e Ciro Di Mauro da quel capannone non si spostavano quasi mai. La qualità delle banconote ha indotto il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma a ritenere che fossero riconducibili all’ormai notissimo “NapoliGroup”, cartello tra i più efficienti al mondo, che opera anche in modalità itinerante tra Caserta e Napoli. E infatti, il loro prezzo di smercio è altissimo: 20 euro veri per ogni pezzo da 50 falso, come dimostrato di recente.

Da aprile scorso i due falsari hanno vissuto praticamente in isolamento per non interrompere la produzione: nel capannone c’erano circa 80.000 fogli ritraenti ciascuno 12 banconote da 50 euro del tipo Europa che dovevano essere solo tagliati per apporre la banda verticale argentata. Muoio è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine: tipografo di professione e titolare della ‘Muoiocartedagioco’, si è sempre dedicato, fin dai tempi delle lire, alla contraffazione monetaria. Più volte ha allestito stamperie clandestine e nel 2006 venne arrestato in flagranza in un capannone di Castel Volturno (Caserta) mentre stampava banconote false da 50 euro.

Non ha mai smesso di dedicarsi alla produzione e commercializzazione di valuta contraffatta e a lui sono riconducibili le riproduzioni più insidiose sia per quanto riguarda il taglio da 100, sia per quelle da 50 euro, peraltro sequestrate in tutta Europa. Dopo il primo arresto, però, il falsario ha deciso di variare il suo modus operandi: ha deciso di non esporsi più in prima persona ma di delegare la produzione a suoi “fedelissimi”, rimanendo sempre – almeno fisicamente – distaccato e distante dal laboratorio clandestino. Espediente che però non ha impedito ai finanzieri di notificargli un fermo emesso dall’ufficio inquirente coordinato dal procuratore Maria Antonietta Troncone. Fermati dalle Fiamme gialle anche i tre autotrasportatori grazie ai quali è stato possibile trasferire i macchinari dal deposito dell’azienda di Muoio, a Casavatore, al capannone preso in affitto da una società di bonifiche a Napoli, del tutto estranea alle contestazioni.

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Più di 1 italiano su 4 a rischio povertà o esclusione

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Diminuiscono gli italiani a rischio povertà, ma aumenta la percentuale di coloro che è in grave difficoltà. In tutto si tratta di quasi 14 milioni di persone, oltre un italiano su quattro. La fotografia arriva dall’Istat che complessivamente rileva nel 2023 una diminuzione del numero di individui a rischio, grazie soprattutto ai sostegni pubblici, dall’assegno unico per i figli ai bonus energetici attivi lo scorso anno, fino alla revisione della tassazione (a partire dal taglio del cuneo). Guardando in dettaglio i dati dell’istituto emerge che il 22,8% della popolazione italiana è a rischio di povertà o esclusione sociale. Il valore è appunto in calo rispetto al 24,4% del 2022 ed è il risultato di una riduzione della quota di popolazione a rischio, che si attesta al 18,9% (dal 20,1% dell’anno precedente), pari a poco più di 11 milioni di persone, e di un contemporaneo lieve aumento della popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,7% rispetto al 4,5%), pari a quasi 2,8 milioni di individui. Rimane, anzi si accentua, la differenza tra Nord e Sud del Paese.

Rispetto al 2022 si osserva un aumento delle condizioni di grave deprivazione in particolare al Centro e al Sud e nelle Isole, mentre la riduzione della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è particolarmente marcata al Nord. Il Nord-est si conferma peraltro l’area con la minore incidenza di rischio di povertà (11%). La dicotomia è anche tra italiani e non: le famiglie con solo italiani godono infatti della riduzione del rischio, mentre i nuclei con almeno un cittadino straniero, di per sé già più esposti, soffrono un aumento (40,1% rispetto al 39,6% del 2022). Infine, con riferimento invece al 2022, l’Istat ribadisce come l’inflazione abbia di fatto ‘mangiato’ gli stipendi e le pensioni.

Il reddito medio delle famiglie italiane è stato pari due anni fa a 35.995 euro, in deciso aumento in termini nominali (+6,5%), ma con una netta flessione in termini reali (-2,1%). Sempre nel 2022, il reddito totale delle famiglie più abbienti è stato 5,3 volte quello delle famiglie più povere, in questo caso in lieve calo rispetto alle 5,6 volte del 2021. Le associazioni dei consumatori denunciano dati “non degni di un Paese civile”, come afferma Assoutenti, addirittura “da terzo mondo”, secondo l’Unc. Mentre la Cgil parla di “un’emergenza che deve essere affrontata urgentemente”.

Del resto secondo l’Ocse, se negli ultimi mesi dello scorso anno i redditi familiari dei Pasi membri sono in media aumentati dello 0,5%, l’Italia si è mossa in controtendenza con un calo nello stesso periodo dello 0,4%. Stando all’ultima indagine di Confcommercio e Censis, l’economia italiana è in salute, ma sulle famiglie pesano l’incertezza e un po’ di paura, che portano a peggiorare le aspettative future e a ridurre le intenzioni di acquisto. Secondo l’associazione dei commercianti, “non siamo affatto fuori dall’alone di rischio di tornare a tassi di variazione dell’attività economica attorno allo zero virgola niente, come nei vent’anni prepandemici, quelli del declino”.

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