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Cronache

Interdittive antimafia per 5 imprese area metropolitana Napoli

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Il prefetto di Napoli ha adottato altre 5 interdittive antimafia nei confronti di imprese dell’area metropolitana di Napoli. Nella giornata di ieri, il prefetto di Napoli, Michele di Bari, nell’ambito dell’attività di prevenzione antimafia, ha adottato ulteriori 5 provvedimenti interdittivi nei confronti di altrettante ditte operanti nel settore della vendita di carburanti, delle onoranze funebri, dell’edilizia e dell’attività florovivaistica, con sede legale nei comuni di Napoli, Casoria, Sant’Antimo e Ottaviano.

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Cronache

I telefonini di Toti e le mail, settimana decisiva

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Una settimana che potrebbe essere decisiva per l’inchiesta sulla presunta corruzione che ha terremotato la regione Liguria facendo finire agli arresti domiciliari il presidente Toti. Già domani dovrebbero essere effettuate le copie forensi di telefoni, computer e altri dispositivi del governatore e poi degli altri indagati. Saranno acquisiti messaggi e mail, verosimilmente con l’uso di parole chiave. Tutto materiale che servirà ad integrare e a cercare riscontri alla già corposa documentazione e alle intercettazioni alla base dell’inchiesta. Sempre domani inoltre scadono i termini per i ricorsi da presentare al Tribunale del Riesame. Per ora l’unico a fare appello è stato l’imprenditore Mauro Vianello.

Toti, ha fatto sapere la difesa, non ricorrerà al Riesame. Così come Aldo Spinelli, ai domiciliari come il governatore. Toti attende, come ribadito dal legale Stefano Savi, di essere interrogato dai pm ma i magistrati hanno fatto sapere che prima di ascoltarlo intendono approfondire i punti dell’inchiesta. In questo senso determinanti saranno le audizioni di testi in programma da domani tra cui anche il sindaco di Genova Bucci. Inoltre i pm hanno manifestato l’intenzione di volere riascoltare, forse già domani, il file della registrazione dell’interrogatorio di Roberto Spinelli, figlio di Aldo, e in particolare le parole trascritte come “finanziamenti illeciti”. Parole poi contestate da Spinelli jr con una comunicazione dei legali sostenendo di avere parlato di “finanziamenti leciti”.

Per gli inquirenti allo stato fa fede la trascrizione effettuata e, comunque, da quanto chiarito, questo aspetto non cambia il quadro per l’imputazione di corruzione anche a carico del Governatore, per come delineata. A rafforzare questa accusa, secondo la Procura, l’episodio in cui una manager della società Icon, proprietaria del 45% delle quote sociali della Spinelli srl (a sua volta socio di maggioranza della Terminal Rinfuse Genova), Ivana Semeraro, replicando a Spinelli senior che le chiedeva aiuto per le donazioni a Toti, lo metteva esplicitamente in guardia su un possibile risvolto penale: “questa è corruzione, non pago”, diceva all’imprenditore al telefono. La conversazione è del 20 settembre 2021 e la manager fa presente a Aldo Spinelli che per “un problema di reputazione non possiamo fare donazioni a partiti politici, perché può essere vista come corruzione”.

L’episodio è stato affrontato anche durante l’interrogatorio di garanzia del figlio di Spinelli che in proposito ha detto ai magistrati: “Quando Semeraro mi ha detto che non poteva autorizzare il pagamento io ero l’uomo più felice del mondo… Mio padre poi ci dribblava, dava l’ordine diretto, ho fatto legge, non posso chiedere a un fondo di schermarmi”. E sulle vicende portuali è stato ascoltati per 5 ore venerdì Giorgio Carozzi, membro del Comitato Portuale che assegnò la concessione a Spinelli. “Ho votato in scienza e coscienza, nessuno mi ha fatto pressioni”, ha detto ma la testimonianza avrebbe confermato quanto emerge dalle intercettazioni, le “pressioni degli Spinelli” per ottenere la proroga per 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse.

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Svolta nel caso Unabomber, Dna estratto da vecchi reperti

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Vecchi reperti ma nuove tecniche investigative hanno permesso di estrarre il Dna di Unabomber. Un passo concreto che potrebbe contribuire a individuare il colpevole degli attentati compiuti dal 1994 al 1996 e dal 2000 al 2006 nelle province di Pordenone, Udine, Treviso e Venezia. Alcuni oggetti sono stati sottoposti a un’analisi più completa e approfondita. Si tratta di frammenti genetici emersi dall’analisi di alcuni peli rintracciati sulla bomboletta di stelle filanti inesplosa e trovata a San Vito al Tagliamento il 6 marzo del 2000. Altri sono stati individuati nell’uovo-bomba inesploso e al supermercato di Portogruaro il 31 ottobre del 2000. Ancora: tracce genetiche sul nastro isolante che era stato utilizzato per chiudere una lattina di pomodori esplosa in mano a Nadia De Ros il 6 novembre del 2000, su un tubo-bomba che l’1 novembre dello stesso anno ferì una donna di Livenza e sul nastro isolante di un tubetto di maionese inesploso trovato a Roveredo in Piano il 17 novembre del 2000. Altri rilievi sono stati effettuati sui resti delle bombe esplose al Tribunale di Pordenone il 24 marzo del 2003, sull’inginocchiatoio della chiesa di Sant’Agnese a Portogruaro e sulla scatoletta di sgombro inviata alla suore di Concordia Sagittaria l’11 marzo del 2002.

Verifiche anche su due ordigni non deflagrati: la lattina di Coca Cola trovata a Zoppola (Pordenone) il 28 ottobre del 2007 e un altro congegno individuato sotto la sella della bici a Portogruaro il 9 luglio del 2005. Oltre all’estrazione del Dna si sta procedendo alla comparazione con quello di undici indagati e ci sarebbero venti persone, non iscritte nel registro degli indagati, che si sono dette disponibili a collaborare alle indagini. L’inchiesta su Unabomber è stata riaperta di recente in seguito a quanto rilevato da un giornalista e due delle vittime che hanno chiesto e ottenuto di riesaminare alcuni reperti, dai quali avrebbero rilevato tracce interessanti, tanto da far, appunto, riaprire il corposo fascicolo. Due mesi fa anche la proroga chiesta dai periti Giampietro Lago ed Elena Pilli, quest’ultima già consulente nel caso Yara Gambirasio, e con competenze specifiche proprio nell’estrazione del Dna mitocondriale. L’esito delle perizie sarà depositato in tempo utile per l’udienza del prossimo ottobre.

Dal canto suo, il Procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, non si scompone e si limita a dire che non c’è nulla di urgente e “nulla di nuovo al momento”. Chi invece è arrabbiato da quanto emerso è Maurizio Paniz, l’avvocato di Elvo Zornitta, l’ingegnere di Corva di Azzano Decimo (Pordenone) indagato per anni nella vicenda Unabomber, poi scagionato. “E’ inconcepibile che escano notizie e la difesa non ne sappia niente” dice esprimendo “significativi dubbi sulla conservazione dei reperti perché in questi anni le manipolazioni possono essere state molteplici e quindi non credo sia stata garantita la conservazione” integra dei reperti stessi. E infine: “Era già stato ripetutamente estratto un Dna di Unabomber, quindi non so quale ulteriore approfondimento sia stato fatto, quali nuovi accertamenti”, archivia lapidariamente il caso.

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Scontro tra auto, ecco chi sono i tre giovani morti a Villa Literno

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Quattro morti, tutti ragazzi, in due incidenti stradali nella notte nel Casertano. Il più grave a via delle Dune a Villa Literno, dove due auto si sono scontrate, probabilmente in modo frontale: tre giovani sono morti – una 20enne e due ragazzi di 23 e 24 anni – e tre sono rimasti gravemente feriti. Altro incidente a Caserta dove un ventenne è rimasto ucciso nel ribaltamento della sua auto.

A Villa Literno, in via delle Dune, strada di collegamento con il comune napoletano di Giugliano in Campania, quattro giovani di ritorno probabilmente da qualche locale, a bordo di una 500 Abarth, hanno impattato frontalmente con una 500 X dove viaggiavano un uomo ed una donna di 49 e 54 anni, residenti a Casapesenna; violentissimo l’urto, con i giovani rimasti incastrati tra le lamiere dell’auto. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, che hanno lavorato per liberare i giovani, che però sono morti sul colpo; si tratta di una 20enne di Aversa, di un 25enne di origine ucraina e di un 23enne romeno.

Il quarto passeggero, un 21enne di Giugliano in Campania, è rimasto ferito gravemente, così come la coppia che viaggiava sull’altra auto. I rilievi e gli accertamenti per ricostruire la dinamica sono stati effettuati dai carabinieri della Compagnia di Casal di Principe, che però sul posto non hanno trovato né telecamere né testimoni; c’erano sull’asfalto solo i segni lasciati dai freni. A Caserta invece la vittima è un ventenne, che pare abbia fatto tutto da solo con la sua auto mentre viaggiava sulla statale Appia; quando sul posto sono arrivati i vigili del fuoco dal Comando di Caserta, hanno trovato l’auto ribaltata in mezzo alla carreggiata e il conducente sbalzato nella scarpata adiacente alla strada. Sono così dovuti intervenire i vigili del Nucleo Saf (speleo-alpino-fluviale) per recuperare il 20enne, ormai deceduto.

I tre giovani morti nello scontro di Villa Literno, nel Casertano, sono Filomena Del Piano, 20 anni di Aversa; Dimitri Tammaro Iannone, 25 anni, nato in Ucraina e residente a Villa Literno e Robert Badica, 23 anni, nato in Romania e pure lui residente a Villa Literno. Tutti e tre sono morti sul colpo. La tragedia ha provocato sconcerto nel Casertano, dove i tre giovani avevano molti amici: Filomena, in particolare, era figlia di un noto commerciante di Aversa, mentre Dimitri era conosciuto anche per essere stato uno studente de ‘Il collegio’, un programma di Rai 2.

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