Collegati con noi

Economia

La tela dell’Ue sul gas, dalla Nigeria al Qatar

Pubblicato

del

 Guerra o non guerra in Ucraina, serve un piano d’emergenza per dare all’Europa alternative alla fornitura di gas dalla Russia. Bruxelles sta tessendo la sua tela da settimane, sondando il terreno in lungo e in largo per il mondo, dall’Africa al Qatar, fino all’altra sponda dell’Atlantico. Il tutto mentre il prezzo del gas vola sui mercati in fibrillazione e, sullo sfondo, i Ventisette faticano a trovare un accordo sulla magnitudo delle sanzioni da varare contro Mosca se la situazione dovesse esplodere. A una manciata di giorni dal vertice Ue-Unione africana, nel quale i leader europei si ritaglieranno uno spazio per la crisi ucraina, la vicepresidente Ue Margrethe Vestager e il vicepresidente nigeriano Yemi Osinbajo si sono visti ad Abuja per riconoscere “l’importanza delle relazioni energetiche” tra le due parti ed “esplorare tutte le opzioni per una maggiore fornitura di gas naturale liquefatto (gnl)” direttamente verso l’Europa. L’intento, implicito, e’ di diversificare il piu’ possibile le fonti di approvvigionamento Ue e limitare l’incertezza legata alla possibile chiusura dei rubinetti russi se ci sara’ un attacco a Kiev. I lavori sono gia’ ben avviati e una riunione tecnica sara’ convocata a breve. Questo mentre i contatti per assicurarsi un ampio ventaglio di forniture di gnl da altri punti del globo – come Stati Uniti, Algeria e Azerbaijan -, continuano senza sosta. Rimbalzando da Bruxelles agli stessi Paesi membri. Italia in testa. Dopo i contatti tra il Qatar e la presidente Ue, Ursula von der Leyen, nelle scorse settimane, oggi il premier Mario Draghi e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio hanno ricevuto il vice primo ministro e ministro degli Esteri qatariota, lo sceicco Al-Thani. Uno scambio concentrato “sull’eccellente partenariato bilaterale nella prospettiva di un suo ulteriore rafforzamento” e “sulla collaborazione energetica” con Doha, ha spiegato Draghi. A certificarlo anche i numeri: “oltre il 10% gnl per l’Italia proviene da Doha”, ha ricordato il titolare della Farnesina. Il piano di emergenza, per quanto strutturato, pero’ da solo non basta a risolvere il problema delle forniture. Del resto, ha notato un alto funzionario europeo, non e’ un segreto che l’Ue abbia bisogno del gas dalla Russia. E l’Italia e’ nel gruppo di Paesi, insieme a Germania, Austria, Ungheria e Francia, che piu’ volte hanno rimarcato gli eventuali effetti collaterali, in fatto di scambi commerciali ed energetici, delle sanzioni a Mosca. Basti pensare al controverso gasdotto Nord Stream 2, diventato un’arma geopolitica vera e propria. Di certo, ha osservato il funzionario europeo, piu’ la risposta europea “sara’ ferma piu’ potrebbe essere dolorosa” per la Russia.

Advertisement

Economia

Boom accessi per la precompilata, 7 milioni in 2 giorni

Pubblicato

del

E’ boom di accessi al canale per il modello precompilato della dichiarazione dei redditi. In due giorni sono stati oltre 7 milioni e “mezzo milione di cittadini l’ha già inviata, 100mila in più rispetto allo scorso anno”. E’ il direttore Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ad annunciare i dati nel corso di un incontro nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento. Tra coloro che hanno già inviato la dichiarazione, “due su tre cittadini hanno scelto la modalità semplificata”, sottolinea Ruffini. Il modello precompilato, che era già possibile visionare dal 30 aprile, può essere accettato, modificato o integrato rispetto alla versione messa a punto dall’amministrazione fiscale.

Ci sarà tempo per farlo fino al 30 settembre per il 730 o fino al 15 ottobre nel caso si utilizzi il ‘Redditi’. Da Quest’anno, poi, sono previste “una serie di novità”, ricorda il direttore dell’Agenzia delle Entrate. Da precompilata la dichiarazione diventa anche semplificata, più immediata e fruibile, senza più quadri, codici e righe, ma divisa in semplici sezioni, come ‘casa’ o ‘famiglia’. Notizie positive arrivano anche sul fronte dei rimborsi Iva dove i tempi “quest’anno si sono ridotti a 67 giorni dalla richiesta – ha aggiunto Ruffini – rispetto a due anni fa quando erano 75 giorni. Sessantasette giorni sono un tempo ragionevolmente breve”. Dall’inizio dell’anno, inoltre, sono stati erogati più di mezzo milione di rimborsi Iva per un valore di 6,6 miliardi euro. Anche questo è un “modo per venire incontro all’economia ed alle imprese”, prosegue.

La platea del Festival dell’Economia di Trento è stata l’occasione anche per un appello a governo e legislatore sul tema del personale. Al termine della campagna assunzioni e concorsi, anche con 11mila nuovi assunti, “saremo sotto – sottolinea Ruffini – di 8-9mila risorse, che non sono poche, e influiscono sulla possibilità di rispondere in tempi rapidi e risolvere il contraddittorio”. L’agenzia delle Entrate è una “opera pubblica, una infrastruttura che ha bisogno di risorse e investimenti per restituire alla collettività quello che si aspetta da noi”. Ed infine un appello ai “giovani a venire a lavorare con noi. Servire l’amministrazione pubblica all’interno dell’agenzia delle entrate è un’ottima esperienza con la possibilità di fare carriera al suo interno”.

Continua a leggere

Economia

Sindacati taxi, verso nuovo fermo nazionale

Pubblicato

del

“In assenza di una formale convocazione che ad oggi non è ancora arrivata, sarà inevitabile proclamare un nuovo fermo nazionale del servizio”. E’ quanto dichiarano Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Satam, Tam, Claai, Unione Artigiani, Unione Tassisti d’Italia, Uritaxi, Fast Confal taxi, Unica taxi Cgil, Orsa taxi, Usb taxi, Unimpresa, Sitan/Atn. “In seguito allo sciopero dello scorso 21 maggio, avevamo ottenuto un impegno per un possibile incontro per il prossimo lunedì; nessun segnale in tal senso risulta arrivato”, affermano.

– Il fine dell’incontro è “riallacciare un dialogo a livello istituzionale che dopo l’arrivo in Italia del Vice capo mondiale di Uber si è purtroppo interrotto – aggiungono – e inevitabilmente, con tutte le annesse complicazioni e i certi disagi che ne deriveranno a chi è costretto a vivere in città sempre più congestionate e con un sistema di trasporto pubblico collettivo al collasso, saremo costretti, nel rispetto delle regole, a proclamare un nuovo fermo.

In questo contesto non si può continuare ad ignorare i problemi di un comparto vitale per la mobilità, come quello delle auto bianche che svolgono un servizio a prezzo calmierato a prescindere dalle condizioni del mercato, sempre più schiacciato dall’abusivismo e dall’uso improprio di vetture di noleggio, amplificato ulteriormente dalle piattaforme digitali che grazie ad algoritmi e moltiplicatori tariffari, aggrediscono gli utenti nei momenti di bisogno e conducono una gigantesca azione di dumping verso i lavoratori del settore. Noi non possiamo più tacere – concludono le sigle – e dopo cinque lunghi anni, chiediamo che finalmente si riapra un confronto che porti ad un quadro di regole chiare per tutti”.

Continua a leggere

Economia

L’addio amaro di Luciano Benetton: sono stato tradito

Pubblicato

del

“In sintesi, mi sono fidato e ho sbagliato. Sono stato tradito nel vero senso della parola”. A parlare in una lunga intervista al Corriera della Sera è Luciano Benetton che si appresta a lasciare, nei giorni del suo compleanno, quella Benetton che aveva creato. “Qualche mese fa ho capito che c’era qualche cosa che non andava. Che la fotografia del gruppo che ci ripetevano nei consigli di amministrazione i vertici manageriali non era reale”, spiega Benetton nel ricordare che “per fortuna avevamo deciso di ritirare da tempo dalla Borsa la Benetton.

E quindi i rischi imprenditoriali erano e sono tutti in capo alla famiglia”. “Solo il 23 settembre del ’23 viene accennato a qualche problema ma in modo tenue. E sembrava tutto sotto controllo”, prosegue Benetton. Poi “in uno dei consigli dei mesi successivi scoppia la bomba, di questo si tratta. Presentano d’improvviso un buco di bilancio drammatico, uno shock che ci lascia senza fiato”. “… Saremo attorno ai 100 milioni”. E “adesso occorre guardare avanti, nei prossimi mesi sarà fatto un piano per il futuro, abbiamo perso quattro anni e questo rende tutto più difficile non avendo la bacchetta magica. Purtroppo ci saranno sacrifici da fare”.

“Sono uscito dall’azienda nel 2012 con la società in salute, con un fatturato di 2 miliardi e in utile, anche se la logica dice che si può sempre fare meglio. Solo dopo una forte insistenza da parte di mio fratello Gilberto ho deciso di rientrare nel 2018, poco prima della sua scomparsa. Edizione non era riuscita – racconta – a trovare una compagine manageriale di qualità. La società perdeva parecchio. Appena rientrato cerco di risolvere gli errori più evidenti, verso la fine del 2019 mi suggeriscono una candidatura per il ruolo di amministratore delegato”.

“La scelta cade su un candidato che viene dalla montagna, mi fa simpatia, mi dico ‘scarpe grosse cervello fino’, si presenta con apparente volontà di capire e farsi carico dei problemi, compresa la compagine manageriale da integrare”. Anche se qualche preoccupazione sorge quando “vengo avvertito da una telefonata accorata di un conoscente di non proseguire con questa persona perché la definisce assolutamente non idonea a un incarico così complesso”. “…il consulente che lo aveva proposto mi tranquillizza insistendo che la persona è ambiziosa e molto adatta a crescere professionalmente”, dice ancora Benetton assumendosi “la responsabilità di aver sbagliato la scelta”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto