A quarant’anni dalla tragica strage del rapido 904 Napoli-Milano, il collaboratore di giustizia Giuseppe Misso, oggi 77enne, condivide la sua versione dei fatti nel suo secondo libro, “Quel rapido 904” (Milieu Edizioni, p. 304, euro 17,90). Con nomi e cognomi, Misso narra oltre trent’anni di vicende, mettendo al centro la strage del 904, un episodio ancora avvolto da molti misteri, causato da una bomba che esplose sul treno, provocando 16 vittime durante gli anni della strategia della tensione.
L’inchiesta sulla strage fu condotta dal procuratore Pierluigi Vigna, con Misso accusato di aver fornito l’esplosivo ai mafiosi di Pippo Calò per distogliere l’attenzione investigativa da Cosa Nostra. Misso trascorse anni in carcere, anche in isolamento a Pianosa, prima di essere assolto. Nel suo libro, egli elenca tutte le vittime della strage, sottolineando che raccontare la verità è l’unico modo per commemorare degnamente le vittime di un attentato così vile.
Il libro è arricchito da verbali e articoli dell’epoca, tra cui uno di Peppe D’Avanzo su Repubblica, che costò a Misso l’arresto per violazione del segreto istruttorio. Misso racconta anche il suo passato politico, inclusa l’iscrizione al Msi e il sostegno elettorale ai candidati missini. Tra i suoi aneddoti, un incontro con Giorgio Almirante in un bar di piazza Vanvitelli al Vomero, durante una campagna elettorale.
Misso ha sempre rigettato l’etichetta di capoclan, riconoscendosi piuttosto come omicida coinvolto in una guerra feroce contro la famiglia Giuliano di Forcella, ma non come estorsore o trafficante di droga. “I nostri guadagni erano le rapine miliardarie, il lotto e il toto clandestino,” scrive, ricordando le audaci incursioni nei sottosuoli e nelle fogne di Napoli.
Tra le rapine più famose, Misso racconta quella in cui venne sottratto anche il Pallone d’oro di Maradona. Il libro cerca di confrontare verità reale e verità costruita, sottolineando il dolore che questa storia ha inflitto a familiari delle vittime e a chi ne fu ingiustamente coinvolto.
Il capo della “banda Misso” subì una grave perdita nel giorno della sua assoluzione: la sua compagna, Assunta Sarno, fu uccisa in un agguato di camorra, insieme ad altre persone tra cui Nino Galeota, un fervente tifoso del Napoli. Misso ricorda anche la stagione delle bombe contro Corrado Ferlaino e la società azzurra, una protesta feroce organizzata con Galeota per il ritorno di Juliano e per costruire una squadra competitiva.
Misso racconta per la prima volta in prima persona come, nell’ottobre 1982, organizzarono un attentato contro Ferlaino, con bombe esplose sotto casa sua e allo stadio San Paolo. La campagna culminò con manifesti e striscioni aerei che chiedevano le dimissioni di Ferlaino, che si dimise nel 1984, anno in cui Juliano acquistò Maradona con l’aiuto di José Alberti.
“Quel rapido 904” offre una nuova prospettiva su un capitolo oscuro della storia italiana, raccontato da uno dei protagonisti che, dopo anni di silenzio e sofferenza, decide di condividere la sua versione dei fatti, cercando di fare luce su una tragedia che ha segnato profondamente il Paese.