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Nuova Caledonia, la missione di Macron parte in salita

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La riforma elettorale all’origine della rivolta in Nuova Caledonia non sarà imposta da Parigi contro la volontà degli abitanti dell’arcipelago del Pacifico: lo ha garantito il presidente Emmanuel Macron nella sua visita al nono giorno di violenti disordini che hanno provocato 6 morti e centinaia di feriti. Il presidente ha però dettato una condizione irrinunciabile ad ogni apertura di dialogo: stop alle violenze, si smontino le barricate, si torni ad un clima di pace e di sicurezza. Prima di lasciare l’arcipelago, dove le ultime 3 notti sono trascorse relativamente più tranquille rispetto alle precedenti, il presidente ha promesso che si farà un punto della situazione “entro un mese” sul futuro istituzionale dell’isola.

L’apertura è a un dialogo “globale” e non soltanto sul capitolo della controversa legge elettorale approvata la settimana scorsa da deputati e senatori e destinata, in linea di principio, ad essere sottoposta all’approvazione delle camere riunite in “Congresso” a Versailles per la revisione costituzionale. Si tratta di ampliare la base elettorale dei votanti, fissata a chi – ai tempi dell’accordo di Nouméa nel 1998 – era già iscritto alle liste. Un tema delicato, perché con l’ampliamento della platea di elettori, la minoranza degli autoctoni, i kanaki (il 41% degli abitanti della ex colonia, poi regione d’Oltremare francese) teme di perdere ogni speranza di vincere un referendum sull’indipendenza. Il lavoro è tutto in salita, di questo Macron si è reso conto subito dopo i primi colloqui con le istanze politiche e della società civile locale: fra le parti che compongono la popolazione dell’arcipelago, essenzialmente kanaki e “lealisti” francesi, “siamo costretti oggi a constatare che non c’è una visione comune del futuro”.

Ma nelle prossime settimane – anche con la venuta a Nouméa del premier Gabriel Attal – si lavorerà a una riapertura del confronto. Se si arrivasse a discutere di un accordo globale, che ad oggi sembra difficile, “sarei io il primo a proporre un lasso di tempo superiore per raggiungerlo”, evitando ovviamente la scadenza di giugno per l’approvazione della sola riforma elettorale con revisione costituzionale. E arrivando anche a “un voto dei caledoniani” su un eventuale accordo globale. Di fatto, il colpo di mano, l’approvazione a tappe forzate della riforma, non ci sarà, tanto meno nei tempi previsti. Il dialogo sarà però condizionato ad un rigoroso ritorno alla normalità: Macron ha chiesto di “smantellare le barricate” che bloccano ancora le arterie stradali affinché si possa togliere lo stato d’emergenza da lui stesso dichiarato una settimana fa.

Il presidente francese, ripartito nel tardo pomeriggio (ora di Parigi), ha lasciato nell’arcipelago 3 alti funzionari arrivati con lui che avranno la missione di far ripartire i colloqui fra indipendentisti e non indipendentisti. Sul piano dell’ordine pubblico, il presidente ha garantito che i circa 3.000 membri delle forze di sicurezza inviati da Parigi “resteranno il tempo necessario” affinché in Nuova Caledonia tornino calma e sicurezza. Anche durante i Giochi Olimpici di Parigi 2024, previsti dal 26 luglio all’11 agosto, che già richiedono un impiego di un numero straordinario di agenti, poliziotti e gendarmi nella capitale e su tutto il territorio francese.

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Debutto social dei principini, post al papà William

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All’indomani della parata Trooping The Colour che ha visto tornare in pubblico dopo oltre sei mesi la principessa Kate, alle prese come il suocero, re Carlo III, con un trattamento per combattere il cancro, i figli della coppia più amata del regno, i principini George, Charlotte e Louis hanno voluto omaggiare il padre, il principe William, per la festa del papà che nel Regno Unito si celebra oggi, debuttando per la prima volta sui social.

“Ti vogliamo bene papà. Buona festa del papà”, hanno scritto i tre pubblicando un post, facendo seguire il loro messaggio da cuori rossi e firmato “G, C & L” con una foto dell’erede al trono William e i tre figli. Nello scatto, opera della moglie Kate, la principessa del Galles, il consorte è in piedi su una spiaggia abbracciato ai tre figli, mentre guardano il mare. L’istantanea è stata scattata il mese scorso, ha fatto sapere Kensington Palace, durante un viaggio della famiglia reale sulla costa del Norfolk.

Anche William ha voluto omaggiare il padre, re Carlo III, e ha pubblicato una foto dall’archivio di famiglia: il principe ha condiviso su Instagram una foto di se stesso da bambino, scattata nel 1984, mentre gioca a calcio con il re nei giardini di Kensington Palace. “Buona festa del papà, Pa. W”, si legge nel post che accompagna la foto.

La Bbc scrive che l’immagine è stata scattata quando non era ancora nato il fratello Harry, il principe ribelle che ha disertato la celebrazione del compleanno ufficiale del sovrano regnante, e che ha scelto di vivere con la moglie Meghan e i loro figli in California, non avendo più un ruolo attivo di rappresentanza ufficiale della dinastia. Nel frattempo l’account X della famiglia reale ha condiviso alcuni filmati d’archivio del re con suo padre, il principe Filippo.

Proveniente dall’Archivio Nazionale Bfi e impostato su un brano di musica classica per pianoforte, il video presenta clip in bianco e nero di quando re Carlo era bambino. Uno mostra il re da bambino, mentre viene tirato fuori dalla carrozzina da suo padre, mentre in un altro, la coppia può essere vista mentre si gode una gita in barca a vela. Il padre del re, il principe Filippo, che sposò la regina Elisabetta, è morto nel 2021.

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Russia: media, uccisi i sei detenuti Isis, ostaggi illesi

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Sono stati uccisi i sei detenuti dell’Isis che hanno preso in ostaggio due guardie carcerarie nel centro di custodia cautelare nella regione di Rostov, in Russia. Lo scrivono le agenzie russe. Gli ostaggi sono illesi.

“Durante un’operazione speciale (…) i criminali sono stati eliminati e i dipendenti presi in ostaggio sono stati rilasciati e non sono rimasti feriti”, hanno riferito in un comunicato i servizi penitenziari, scrivono Interfax e Tass.

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Ucraina: summit Svizzera, per pace servono tutte le parti

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“Il raggiungimento della pace richiede il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti”, si legge in un comunicato congiunto rilasciato al termine della prima giornata del Vertice per la pace in Ucraina in corso in Svizzera e citato dai media internazionali.

– Di seguito il testo del comunicato: “La guerra in corso della Federazione Russa contro l’Ucraina continua a causare sofferenze e distruzioni umane su larga scala e a creare rischi e crisi con ripercussioni globali per il mondo. Ci siamo riuniti in Svizzera il 15 e 16 giugno 2024 per rafforzare un dialogo di alto livello sui percorsi verso una pace globale, giusta e duratura per l’Ucraina. Abbiamo ribadito le risoluzioni A/RES/ES-11/1 e A/RES/ES-11/6 adottate dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e sottolineato il nostro impegno a sostenere il diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite.

Questo vertice è stato costruito sulle precedenti discussioni che hanno avuto luogo sulla formula di pace dell’Ucraina e su altre proposte di pace. Apprezziamo profondamente l’ospitalità della Svizzera e la sua iniziativa di ospitare il vertice di alto livello come espressione del suo fermo impegno nella promozione della pace e della sicurezza internazionali. Abbiamo avuto uno scambio fruttuoso, globale e costruttivo di vari punti di vista sui percorsi verso un quadro per una pace globale, giusta e duratura.

In particolare, riaffermiamo il nostro impegno ad astenerci dalla minaccia o l’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, i principi di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli stati, inclusa l’Ucraina, all’interno dei loro confini riconosciuti a livello internazionale, comprese le acque territoriali, e la risoluzione delle controversie con mezzi pacifici come principi del diritto internazionale.

“Abbiamo inoltre una visione comune sui seguenti aspetti cruciali: 1) In primo luogo, qualsiasi utilizzo dell’energia nucleare e degli impianti nucleari deve essere sicuro, protetto e rispettoso dell’ambiente. Le centrali e gli impianti nucleari ucraini, inclusa la centrale di Zaporizhzhia, devono funzionare in modo sicuro e protetto sotto il pieno controllo sovrano dell’Ucraina e in linea con i principi dell’Aiea e sotto la sua supervisione. Qualsiasi minaccia o uso di armi nucleari nel contesto della guerra in corso contro l’Ucraina è inammissibile. 2) In secondo luogo, la sicurezza alimentare globale dipende dalla produzione e dalla fornitura ininterrotta di prodotti alimentari.

A questo proposito, la navigazione commerciale libera, completa e sicura, nonché l’accesso ai porti marittimi nel Mar Nero e nel Mar d’Azov, sono fondamentali. Attacchi alle navi commerciali nei porti e lungo l’intero percorso sono inaccettabili, nonché contro i porti civili e le infrastrutture portuali civili. La sicurezza alimentare non deve essere utilizzata come arma in alcun modo. I prodotti agricoli ucraini dovrebbero essere forniti in modo sicuro e gratuito ai paesi terzi interessati. 3) In terzo luogo, tutti i prigionieri di guerra devono essere rilasciati mediante scambio completo.

Tutti i bambini ucraini deportati e sfollati illegalmente, e tutti gli altri civili ucraini che sono stati illegalmente detenuti, devono essere restituiti all’Ucraina. “Crediamo che il raggiungimento della pace richieda il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti. Abbiamo quindi deciso di intraprendere passi concreti in futuro nelle aree sopra menzionate con un ulteriore impegno dei rappresentanti di tutte le parti. La Carta delle Nazioni Unite, compresi i principi del rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità di tutti gli Stati, può e servirà come base per raggiungere una pace globale, giusta e duratura in Ucraina.”

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